Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

La giornata del rifugiato domani a Roma diventa una grande festa

Italia-razzismo 

“Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine” (Primo Levi). Ed è proprio ciò a cui dobbiamo pensare per avere un’idea chiara delle persone che fuggono dal paese di origine.

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UN PONTE PER L'ACCOGLIENZA - 20 GIUGNO ROMA

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Regolarizzazione, i ricorsi contro le idee confuse del Viminale

 

Italiarazzismo.it 
Da non credere: per alcune persone, esattamente ventiquattromila, non si è ancora conclusa la procedura di regolarizzazione cominciata nel 2009 con la sanatoria per colf e badanti.

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Minori in fuga: dove scappano i ragazzini tunisini approdati a Lampedusa? Alfio Sciacca

 

Alfio Sciacca 
CATANIA – Per capire che fine fanno i minori non accompagnati che periodicamente arrivano a Lampedusa basta suonare al numero 146 di Corso Indipendenza a Catania. In un palazzone in cemento armato c’è il centro “Santa Maria del Lume”. Giuridicamente è un Ipab (Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficenza) della Regione Siciliana, ma da alcuni anni accoglie prevalentemente i migranti minorenni.
 
VOLATILIZZATI - «Negli ultimi mesi ne sono arrivati circa 150 - spiegano gli operatori – anche se attualmente ce ne saranno meno di trenta». E gli altri? «Sono andati via, scappati, volatilizzati». Tradotto: oltre l’80% dei minori assegnati a questa struttura ha fatto perdere le tracce. «Il record lo abbiamo battuto con un gruppo di egiziani –spiega il direttore Ignazio De Luca- entrati la sera l’indomani mattina non c’erano più». Il centro “Santa Maria del Lume” è in testa ad una sorta di “black list” delle comunità per minori. Una terra di nessuno dove la situazione è ormai sfuggita di mano. E non solo perché è stato teatro di scontri e tafferugli che hanno richiesto l’intervento della polizia, ma soprattutto perché conta il più alto tasso di fughe tra tutti i centri della Sicilia e forse d’Italia.
SENZA VESTITI- I minori che scappano li puoi facilmente incontrare nei pressi della stazione centrale di Catania in attesa di saltare clandestinamente sui treni per il Nord. Scappano perché non viene offerta loro alcuna possibilità concreta di integrazione. Ma denunciano anche gravi condizioni di degrado all’interno della comunità. Dal loro arrivo a Lampedusa, il 18 marzo scorso, non avrebbero avuto nemmeno la possibilità di un cambio dei vestiti. Dicono di non avere la possibilità di chiamare casa e sarebbero costretti a dormine a decine nella stessa stanza, a mangiare cibo scadente e subire soprusi e persino pestaggi. Dall’altra parte replica a muso duro il direttore del centro Ignazio De Luca che smentisce tutto ed anzi mostra le foto delle devastazioni di cui si sarebbero resi responsabili proprio questi minori in fuga.
SOVRAFFOLLAMENTO - Le testimonianze dei ragazzi e la replica del direttore De Luca (nei video) rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema ben più vasto, complesso e sottovalutato. Perché si scappa da Catania ma si scappa da tutte le 52 comunità della Sicilia. Come conferma il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio, da anni in prima linea sul fronte immigrazione. «Il dato di Catania è sicuramente da considerarsi un picco –spiega- in media scappa quasi il 50% dei minori che collochiamo nelle varie strutture presenti sul territorio».
L’allarme è stato più volte lanciato da Save the Children che tiene costantemente aggiornato il flusso dei minori, dal loro arrivo a Lampedusa fino al collocamento in comunità. «Complessivamente c’è un alto tasso di fughe –ammette Viviana Valastro coordinatrice del progetto Presidium di Save the Children- anche se abbiamo riscontrato che si scappa soprattutto dalle comunità sovraffollate come nel caso di Catania. E questo perché più sono i ragazzi meno è possibile seguirli. Inoltre c’è un’accelerazione col trascorrere del tempo: più passano i giorni, più i minori vedono deluse le loro aspettative, più aumentano le fughe. E i primi a scappare sono quelli prossimi ai diciotto anni».
 
RICHIEDENTI ASILO - Perché temono di essere espulsi. Può infatti restare in Italia solo chi ha l’opportunità di raggiungere altri famigliari, di seguire un percorso di affidamento oppure chi riesce a trovare un lavoro. Tranne che si tratti di ragazzi che possono accedere alle tutele previste per i richiedenti asilo. Proprio per favorire l’integrazione dei minori le comunità (che percepiscono dallo Stato circa 60 euro al giorno per ogni ospite) in teoria dovrebbero assicurare corsi di apprendimento della lingua italiana, oltre a garantire istruzione e avviamento al lavoro. Ma nei fatti è difficile persino trovare dei semplici mediatori culturali che rendano possibile l’interlocuzione con i minori. Ecco perché restare in Italia una volta diventati maggiorenni è estremamente difficile. A quel punto non c’è alternativa alla fuga, magari per tentare di raggiungere altri connazionali.
 
PARENTI ASSENTI - Del resto i centri per minori non sono strutture di detenzione e dunque non c’è come fermarli. Molti dei ragazzi assegnati alle comunità siciliane sono tunisini che vorrebbero ricongiungersi con loro parenti, principalmente in Francia. Ma le procedure sono spesso lente e complesse. A quel punto non resta che la via della clandestinità. «Se da un lato le aspettative di questi minori restano deluse per la lentezza della procedure – osserva la Valastro- capita anche che siano gli stessi parenti indicati per il ricongiungimento a non volerli accogliere». Quali che siano le ragioni c’è ormai un piccolo esercito di minori clandestini che vaga per le città italiane finendo spesso nella rete della criminalità organizzata. «Lo riscontriamo –spiega Di Fazio- quando ci chiamano polizia o carabinieri di altre città dove sono stati fermati per qualche reato».
 
Con la ripresa massiccia degli sbarchi in Sicilia il numero dei minori clandestini cresce di giorno in giorno. Solo nei primi mesi del 2011 a Lampedusa sono approdati oltre 1.500 minori non accompagnati, 400 dei quali ancora “parcheggiati” sull’isola perché non si sa dove collocarli. Grandi numeri che rendono molto difficile la gestione dell’accoglienza e dell’integrazione. «Perché sia efficace il collocamento dovrebbe avvenire nell’ambito di piccole comunità di 10 minori –spiega Viviana Valastro- il fatto che ci siano centri che ne arrivano ad ospitare anche 70 rende praticamente impossibile parlare di scuola, apprendimento della lingua, integrazione. Per questo avevamo suggerito di utilizzare le strutture più grandi solo come luoghi di transito in vista di un collocamento finale in comunità più piccole».
Insomma se c’è grande attenzione e tanta commozione quando questi ragazzi sbarcano a Lampedusa, con le loro storie e il loro carico di dolore, finiscono per essere rapidamente dimenticati una volta collocati in comunità. Come se questo non fosse solo l’inizio di una fase ben più delicata e difficile da gestire.
 
corriere.it 16 giugno 2011
 

Nel campo dei dimenticati

 

Insieme a Lampedusa, lo stato mediterraneo è la principale destinazione degli africani che fuggono dalla violenza in Libia. Ma l'Europa non ha altro da offrire loro che capannoni sovraffollati e tendopoli prive di tutto.
Carine Fouteau
Rinchiusi al loro arrivo in centri recintati, i rifugiati identificati come “vulnerabili” sono stati distribuiti in centri aperti di accoglienza. Uno di questi è riservato alle famiglie, si chiama Hal Far e si trova al capolinea di un autobus, lontano dai negozi e dalle abitazioni civili, ai margini di alcune piste aeree abbandonate. Ad Hal Far vivono una trentina di famiglie in attesa di protezione internazionale. Si tratta di un luogo umido, dall’aria soffocante in estate e glaciale in inverno.

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La Fifa squalifica le iraniane con l'hijab

Francesco Tortora
Non è bastato abbandonare il classico velo e sostituirlo con una tenuta moderna e sportiva capace di coprire il corpo fino al collo e nascondere i capelli con un copricapo alla moda.

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La loro idea di stampa: il Viminale stavolta respinge i giornalisti

 

Italia-Razzismo 7 giugno 2011
Tempi bui, per il diritto all’informazione. La circolare n. 1305 del 01.04.2011 del ministero dell’Interno, con oggetto «accesso ai centri per immigrati», stabilisce che a seguito degli sbarchi degli ultimi mesi e per «non intralciare le attività» rivolte agli stranieri, l’accesso alle strutture è consentito solo ad alcune organizzazioni umanitarie. 

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Un codice per il diritto d’asilo entro il 2012 L’Europa chiama l’Italia

Osservatorio Italia-razzismo 4 giugno 2011
Ci siamo quasi (o almeno si spera). Entro il 2012 verranno varate modifiche significative in materia di diritto di asilo.

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Nata Femmina

Oggetto: Lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones
"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo,perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi".

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PARADA dove il sorriso squarcia gli “abissi”

 

Marga Esposito
Il 6 marzo, sono stati ospiti della trasmissione ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO I Ragazzi di Bucarest insieme al loro “ mentore” Miloud Oukili. Clawn di strada franco-algerino, nel 1996, fonda l’ associazione PARADA dopo aver visto le condizioni delle centinaia di bambini e adolescenti, nei canali fogniari della città, scappati di casa o dagli orfanotrofi, spesso per violenze subite, e che sopravvivono attraverso furti, accattonaggio e prostituzione. 

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Regolarizzazione del lavoro «nero» Ministero in confusione

Osservatorio Italia-razzismo
Molte domande di emersione dal lavoro irregolare, presentate con la sanatoria del 2009, sono state rigettate a seguito della cosiddetta “circolare Manganelli”, secondo cui il reato di mancato ottemperamento all’ordine di lasciare il territorio dello Stato non consente la regolarizzazione. Il Consiglio di Stato, con due sentenze del 2 e del 10 maggio 2011, recepisce la giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, basata sulla Direttiva 2008/115/CE, riammettendo le domande respinte per colpa dell’interpretazione ostativa di cui sopra.

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La pace in Medio Oriente non può prescindere da uno Stato palestinese

Saleh Zaghloul Osservatorio Italia-razzismo
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel suo secondo discorso strategico sul Medio Oriente (il primo al Cairo nel 2009), ha affermato che «una pace duratura tra palestinesi ed israeliani è sinonimo di due Stati. I palestinesi devono avere uno stato sovrano con i confini del 1967», cioè comprendente tutti i territori della Cisgiordania, inclusi i quartieri arabi di Gerusalemme est, occupati da Israele fin da quella data. La risoluzione n. 181 dell’Onu del 1947, riconosce ad Israele il 56% del territorio storico della Palestina, la proposta di Obama porta quella percentuale al 78%.

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Se antisemitismo fa rima con islamofobia

 

Luigi Manconi Tobia Zevi
Corriere della Sera 24 maggio 2011
La provvisoria vittoria dell’America di Obama su Al Qaeda, celebrata nell’immenso cantiere di Ground zero, non può cancellare i molti detriti di quella tragedia tuttora presenti nelle società occidentali. Anche sotto la forma antica dell’ansia da complotto e del sospetto verso i possibili autori. 

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Il tema «immigrazione» nelle minacce elettorali dei politici della destra

Osservatorio Italia-razzismo

In periodo di elezioni il tema immigrazione furoreggia. Pare infatti, a detta degli avversari del candidato sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che lo stesso candidato voglia «costruire nuove moschee» oppure «creare una grande moschea con tanto di minareto e centro islamico». Insomma, c’è il rischio che se vince Pisapia, si creino veri e propri covi di terroristi. 

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Per la Lega "stonano" ma le kebaberie a Milano sono già 350...

Osservatorio Italia-razzismo

Il kebab nasce in Turchia e nei paesi arabi, e si diffonde a macchia d’olio in tutto il mondo, grazie all’apertura di punti di ristoro e ristoranti “etnici”. Anche da noi, di recente, si è aggiunto il Kebab al tradizionale menù. 

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«Migranti oppressi». Soprattutto quelli senza il permesso...

Italia-Razzismo 17 maggio 2011
Papa Benedetto XVI lancia l’allarme riportando un’equazione difficile da negare: l’aumento «dei poveri, degli emigranti, degli oppressi» porta alla nascita di «nuove schiavitù». Smontare quella equazione e rompere il rapporto di causa-effetto, sarebbe possibile se la condizione del migrante non fosse associata esclusivamente alla categoria dei “casi umani”. Come mai infatti non stupisce che tra i termini utilizzati dal Papa, «poveri» e «oppressi», ci sia quello di «emigranti»? Non stupisce e non colpisce perché riprende un pensiero comune assai diffuso e, spesso, confermato nei fatti.

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Pochi i migranti che sanno che votare è un diritto anche per loro

 

Osservatorio Italia-razzismo 13 maggio 2011
Acune amministrazioni locali, domenica e lunedì, rinnoveranno la propria assemblea. Potranno votare i cittadini italiani e quelli comunitari regolarmente residenti, che hanno presentato la domanda di iscrizione nelle apposite liste elettorali aggiuntive entro i quaranta giorni precedenti la data delle elezioni. 

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Sosteniamo i centri sociali, luoghi di multicultura

Marga Esposito
Presso  il Brancaleone, storico centro socioculturale di Roma,  GRUPPO ALTRO  composto da Cristina Baldassarre, Daniela Di Mase e Daniele Faiola,(www.danielefaiola.com Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ,   Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

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19 maggio ore 17.30 presso l'Associazione Civita
Piazza Venezia 5 - Roma
 
Ne discutono insieme agli autori: Rosy Bindi, Emma Bonino, Ilaria Cucchi, Marino Sinibaldi.
Lettura di Anna Bonaiuto
 
Per informazioni Ufficio Stampa il Saggiatore
0220230213
 

 
 

Quel barcone - Flavia Paone

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L’odissea infinita dei ostaggi Eritrei e Etiopi nel Sinai

Don Mussie Zerai

Sta mattina mi hanno chiamato dal Sinai, tre gruppi di ostaggi, raccontano il loro dramma di persone tenute in condizioni di schiavitù costretti a chiamare parenti e amici per chiedere aiuto di denaro per pagare il riscatto ai predoni che gli tengono in ostaggio.

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Tahar Ben Jelloun e i recenti conflitti nei paesi del Nord Africa: lo scrittore racconta il mondo arabo che verrà

 

tradotto da Veronica Orfalian
Auditorium Parco della Musica
Lo scorso 10 Aprile 2011 Renzo Guolo  ha intervistato lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun sugli attuali sconvolgimenti politici che hanno colpito il mondo arabo. In questo breve incontro lo scrittore ha spiegato con semplici parole il suo punto di vista, aprendo in questo modo nuovi orizzonti alle nostre orecchie “occidentali”. Ho deciso di trascrivere questa breve intervista, per regalare, a chi ne fosse interessato, una diversa prospettiva su quei paesi che si trovano al di là del Mediterraneo. 
A voi.

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Com'è lontana l'Europa

TITO BOERI 

la Repubblica 8 maggio 2011

SI INTENSIFICANO gli sbarchi a Lampedusa: 842 persone in una notte. Sarebbero state di più se un barcone non fosse affondato vicino alle coste della Libia. Abordo aveva 600 persone. E si è allungato così il tragico elenco di chi, soprattutto donnee bambini, ha perso la vita in un tratto di mare di appena 70 miglia. 

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Petizione per chiudere i lager di Campania Basilicata e Sicilia

 

Osservatorio Italia-razzismo 10 maggio 2011
Dall’inizio delle rivolte in Nord Africa e, in particolare, dall’inizio dell’arrivo di numerosi nordafricani nel nostro paese, una serie di acronimi compaiono sempre più spesso nelle cronache quotidiane.

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Deriva europea

Guido Viale

Volevano liberare il territorio patrio, e quello delle nazioni conquistate - il loro Lebensraum - dalla presenza degli ebrei; per impedire che gli contaminassero razza e costumi; ma non pensavano ancora allo sterminio. Prima avevano cercato di chiuderli nei ghetti: ma «loro» erano troppi e ancora troppo visibili. E

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Immigrati, il lavoro. Come nascono i luoghi comuni

Osservatorio Italia-razzismo 7 maggio 2011

Una ricercatrice austriaca, Nicole Schneeweis, sta conducendo uno studio sul ruolo di integrazione svolto dalle comunità etniche nei paesi di arrivo dei migranti. Il quesito di partenza riguarda la possibilità degli stranieri di raggiungere lo stesso livello economico e sociale degli austriaci. È nota l’importanza delle reti di connazionali nella fase iniziale del soggiorno in un paese sconosciuto. 

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Stranieri e il problema della casa: le soluzioni della provincia di Lecce

Italia-razzismo
La provincia di Lecce, per quanto riguarda le politiche dell’immigrazione, avrebbe da insegnare a molte province italiane. Da pochi giorni è stata rinnovata la Consulta Provinciale per l’immigrazione - composta dall’assessore alle politiche sociali, da tre consiglieri e dai presidenti delle associazioni del territorio - con il compito di creare una vera e propria rete tra le realtà esistenti e, attraverso questa, operare sulle criticità e trovare soluzioni condivise ai problemi delle popolazioni migranti.

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Informazione

Sara Medici
La fine del XX secolo, che potremmo per comodità fissare al 1989, segna la fine della divisione del mondo nei due grandi blocchi “a destra” e “a sinistra” e il loro amalgamarsi sotto la bandiera unica del consumismo, dell’industria culturale, della televisione e di internet nella cosiddetta globalizzazione planetaria. 

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Pietralata, ultima stazione Rom Vivere aspettando lo sgombero

Gioia Salvatori
Il playground dei bambini è un piazzale d’asfalto impolverato e assolato, al centro di tre ex magazzini in muratura. Il cortile è lo spazio fervido di vita dove, il più possibile similmente a una casa vera, i piccoli scorrazzano coi racchettoni in mano, qualche famiglia pranza a tavola, qualche donna stende i panni e qualche altra si affanna a spazzare via terra e polvere in mattine di fine aprile piene di paura.

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Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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