Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

30 giugno 2011

 

Immigrazione: continuano sbarchi migranti a Lampedusa
LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 30 GIU - Continuano gli sbarchi a Lampedusa: un barcone con 170 migranti, tra i quali 24 donne e quattro minori, e' approdato poco prima della mezzanotte sull' isola; una seconda imbarcazione con 249 persone e' arrivata dopo l'alba. Sono 188, invece, i migrati intercettati su un terzo barcone, in difficolta', a 18 miglia da Lampedusa e soccorsi da motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. Ieri erano sbarcati sull'isola altri 553 profughi partiti dalla Libia su due barconi. (ANSA)
 
 
 
In Italia tante "altre Rosarno" a rischio scontri 15 province
VLADIMIRO POLCHI
 Polveriere pronte a saltare. Sono le altre Rosarno d'Italia: quindici province "a rischio di conflittualità sociale". Dove sono? Tre in Campania, tre in Puglia, due in Calabria e ben sette in Sicilia. Incubatrici di tensioni economiche e sociali, che potrebbero esplodere in rivolte e scontri tra immigrati e italiani. Come a Rosarno nel gennaio 2010 1. In testa alla "black list" c'è Caserta e la sua provincia. 
La mappa del rischio. A tracciare la mappa del rischio è una lunga ricerca sul territorio - 175 pagine - condotta dall'Ires (Istituto ricerche economiche e sociali), che la Cgil presenterà il prossimo 1° luglio a Roma. "Le nuove Rosarno - scrivono i ricercatori - si possono riscontrare in diversi territori del nostro Paese: il combinato disposto di sfruttamento, mancato sviluppo e corruzione della piana di Gioia Tauro e di Rosarno costituiscono una sorta di paradigma di quello che potrebbe accadere in molte altre realtà. Quanto è emerso dopo la rivolta dei lavoratori africani ha posto l'attenzione sia sulle gravi forme di sfruttamento lavorativo e degrado sociale in cui versa una considerevole parte di lavoratori in questo Paese - e si tratta soprattutto di immigrati - sia sull'assenza di adeguate politiche locali e nazionali in materia di accoglienza, lavoro e sviluppo, che porterebbero a ridurre, almeno in parte, i rischi potenziali di conflitto sociale". 
Le 15 nuove Rosarno. L'Italia che emerge dalla ricerca Ires è una coperta d'Arlecchino: tanti colori, quante sono le province a rischio rivolte. Dal bianco e giallo del Nord (basso e medio rischio), al marrone del Centro e della Sardegna (alto rischio di conflittualità), fino ad arrivare al rosso del Sud (rischio molto alto). Le quindici province italiane "a maggior propensione rischio di conflittualità sociale" sono nell'ordine: Caserta, Crotone, Napoli, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Reggio Calabria, Salerno, Catania, Trapani, Foggia, Taranto, Palermo, Agrigento e Lecce. Ma quali sono gli ingredienti della conflittualità?
Gli ingredienti del conflitto. La mappa del rischio incrocia quattro indici, quali fattori anticipatori dei conflitti. Il primo è l'indice di sviluppo occupazionale che esprime la capacità del mercato di offrire lavoro, garantirne la sicurezza e, limitatamente ai settori agricolo e delle costruzioni, rispettare le regole contrattuali (in questo caso è Crotone la provincia peggiore). Segue l'indice di sviluppo economico che misura la ricchezza prodotta (il record negativo spetta qui alla provincia di Enna). Nell'indice della qualità sociale, la provincia più a rischio è invece quella di Taranto. Infine l'indice di qualità dell'insediamento della popolazione immigrata vede primeggiare negativamente Caserta. 
Rapporti internazionali. Ma la ricerca Ires tiene conto anche di altri parametri. Secondo il rapporto annuale dell'European Network Against Racism, per esempio, in Italia il 65% dei lavoratori stagionali vive in baracche, il 10% in tende e solo il 20% in case in affitto. Sono lavoratori fondamentali per l'economia agricola soprattutto nelle Regioni meridionali, eppure nella maggior parte dei casi sono costretti a vivere in condizioni disumane, senza acqua, luce e cure mediche, con paghe che non superano i 25 euro giornalieri.
Guerra tra poveri. Il rischio conflitti nasce dunque dallo sfruttamento, che non colpisce però solo gli immigrati. "Se io vado in un cantiere - spiega nella ricerca Mario Martucci, segretario generale Fillea di Caserta  - appena entro se ci sono 10 operai, ne scappano 9, perché non sono in regola. Poi, quando si accorgono che sono un sindacalista e non un ispettore del lavoro, allora vengono da me e mi raccontano la loro condizione. Questo avviene appunto sia tra gli italiani che tra gli stranieri e dobbiamo sfatare il mito per cui sono solo gli immigrati a essere sfruttati per via del permesso di soggiorno e simili: lo sfruttamento qui riguarda e coinvolge tutti".
 
 
 
Presentata alla Camera una proposta di legge bipartisan per l’integrazione degli alunni stranieri.
Fini: “il sistema scolastico contiene in sé gli anticorpi per opporsi a qualsiasi irragionevole manifestazione di intolleranza”.
ImmigrazioneOggi 29 giugno 2011
“Un sistema scolastico che si fondi sul continuo e fecondo dialogo tra studenti e corpo docente e sul riconoscimento reciproco di tutti gli studenti indipendentemente da dove siano nati è un sistema scolastico che contiene in sé gli anticorpi per opporsi a qualsiasi irragionevole manifestazione di intolleranza e, peggio ancora, di discriminazione”. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel suo intervento di ieri a Montecitorio per la presentazione del documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulle problematiche connesse all’accoglienza di alunni con cittadinanza non italiana nel sistema scolastico italiano, svolta dalla Commissione cultura della Camera presieduta da Valentina Aprea.
Secondo Fini, “le istituzioni competenti e la politica in generale, se vogliono, quindi, adeguatamente assolvere al compito di preparare l’avvenire della Nazione, devono favorire lo sviluppo di un sistema educativo che offra alle nuove generazioni gli strumenti cognitivi e formativi per affrontare il nuovo mondo globale di riferimento, con solide basi culturali che permettano agli allievi di comprendere la realtà del Paese in cui vivono e agli insegnanti di conoscere l’identità culturale dei nuovi, futuri cittadini italiani”.
Ed a tale proposito, nel corso del convegno, è stata illustrata anche una proposta di legge bipartisan, già presentata alla Camera e affidata alla Commissione cultura, per favorire un miglior inserimento dei piccoli stranieri in classe.
La proposta, “Interventi finanziari per il potenziamento e la qualificazione dell’integrazione scolastica degli alunni immigrati o figli di immigrati e per la promozione della dimensione interculturale dei saperi” vede come prima firmataria la deputata Letizia De Torre, Pd, già responsabile al Ministero dell’istruzione del tema dell’immigrazione. “La legge – spiega – è stata firmata da tutti i capigruppo e reperisce risorse perché il Ministero dell’istruzione possa lavorare su tre assi: la diffusione della conoscenza delle lingua italiana, la formazione di docenti e presidi, la modifica dei programmi scolastici tenendo conto della presenza degli stranieri”.
 
 
 
Immigrati, a Roma sono 300mila Filippina la comunità più grande
28 giugno 2011 la Repubblica Roma
Circa trecentomila immigrati vivono tra Roma e provincia. Duecentomila regolari e 90mila in attesa di rinnovo del proprio permesso di soggiorno. A questi si aggiungono circa centomila romeni. Dai numeri, forniti dall'ufficio immigrazione della questura di Roma, emerge poi che gli stranieri in città sono 186mila. La comunità maggiormente rappresentata è quella dei filippini, seguita da ucraini e bengalesi. 
Tra i comuni della provincia che ospitano il maggior numero di immigrati, in testa c'è Anzio (2.500 presenze), poi Guidonia (2075), Ladispoli (1600) e Monterotondo (1200).
i permessi di soggiorno rilasciati dalla questura in dieci mesi sono 188mila, mentre si attestano intorno a 7.000 i provvedimenti di espulsione per altrettanti cittadini stranieri non in regola con le norme sulla permanenza sul territorio nazionale, tra i 215.000 extracomunitari, in prevalenza donne (118.459 a fronte di 96.541 uomini)
Il permesso di soggiorno "La domanda si presenta alla posta e passano tra i 7 e i 10 giorni prima che la richiesta arrivi da noi- ha spiegato Maurizio Improta, dirigente dell'ufficio immigrazione della questura romana- In totale ci vogliono circa 45 giorni per avere un permesso di soggiorno". 
 
 
 
Immigrazione, 'Sparategli': viaggio tra i migranti in Italia
L'UNICO 28 Giugno 2011 
Le nigeriane minorenni obbligate a prostituirsi a Castel Volturno, le braccianti romene di Vittoria costrette a prestazioni sessuali dai propri datori di lavoro, gli africani schiavi nelle campagne di Calabria, Lazio, Puglia, Basilicata e i rifugiati somali sotto i cavalcavia di Firenze sono tra i protagonisti di 'Sparategli! Nuovi schiavi d'Italià (Editori Riuniti), il libro del giornalista fiorentino Jacopo Storni, con prefazione di Ettore Mo, che uscirà domani. Il reportage è un viaggio denuncia in Italia alla scoperta delle condizioni più disumane in cui vivono gli immigrati: dai mendicanti resi storpi 'parcheggiatì ai semafori delle città ai vu cumprà senegalesi, dai profughi afghani che vivono confinati in inquietanti baraccopoli a Roma ai clochard albanesi, dai rom di Milano agli ospiti dei Cie che scongiurano il rimpatrio, dai carcerati ai facchini-servi delle cooperative della logistica del milanese. Il viaggio di Storni racconta anche degli indiani bruciati da bande di bulli italiani, dei morti sul lavoro e di quelli uccisi da un raffreddore diventato polmonite fulminante per mancanza di cure. E poi i cadaveri sepolti nel cimitero di Lampedusa, dove avanza il degrado e non ci sono neppure lapidi su cui piangerli. «In questo viaggio di Storni - ha detto Ettore Mo - ho letto cose inimmaginabili. I racconti, documentati in presa diretta, illustrano i disagi e le sofferenze cui sono sottoposti gli immigrati, ma anche le responsabilità del Paese che li ospita». L'autore, in questo viaggio durato oltre un anno, racconta la diretta esperienza di ogni immigrato: dorme con loro nei tuguri, vive i loro drammi, li segue passo passo durante le loro giornate, appuntando puntualmente quello che vocifera l'Italia delle città e dei paesini che li ospitano. «Se le prostitute esistono - spiega Storni - è anche perchè ci sono nove milioni di clienti abituali. Se le baraccopoli esistono è anche perchè non siamo disposti ad investire per i centri d'accoglienza. Se gli schiavi esistono è anche perchè il lavoro nero è consuetudine».
 
 
 
Immigrazione:si accoltella per non tornare in carcere, grave
ANSA 28 giugno 2011
Si e' conficcato un coltello al petto davanti ai carabinieri forse per il terrore di dover tornare nel carcere dal quale era uscito per un permesso premio.
Il marocchino Mohamed Hajii, 27 anni, e' in Rianimazione nell'ospedale Brotzu dove e' stato sottoposto ad un intervento chirurgico. L'episodio e' avvenuto a Uta nella notte, poco dopo le 2:30. L'extracomunitario era scappato con la sua auto dopo una lite con la sua ex compagna, una connazionale. La donna ha subito avvertito i carabinieri che hanno avvicinato l'uomo mentre era in auto, ma alla vista dei militari si e' ferito.
 
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