Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

04 novembre 2011

 

UE/IMMIGRATI: EUREGIO SIGLA ACCORDO PER COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA
(ASCA) - Bolzano, 3 nov - I rappresentanti dei tre governi del Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino hanno siglato un protocollo d'intesa per il confronto e la cooperazione transfrontaliera su politiche interculturali. Lo comunica una nota della Provincia di Bolzano.
Il protocollo d'intesa sottoscritto a Bolzano consiste in un'agenda di impegni che vanno dalle azioni condivise per la promozione interculturale ai progetti comuni per bandi nazionali o europei, dalla partecipazione a reti europee nel campo dell'integrazione al coinvolgimento di organizzazioni e associazioni su tematiche specifiche. Le tre province del Gect Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino si impegnano infine a organizzare ogni anno, a rotazione, un convegno sull'immigrazione, l'integrazione e le politiche interculturali.
''L'immigrazione - ha sottolineato Bizzo nel suo intervento - e' un fenomeno fisiologico, che non si puo' fermare. E' un fenomeno, pero', che si puo' governare: compito della politica e' quello di fare in modo che l'immigrazione venga vista come un'opportunita', e non come un pericolo, e che diventi un fenomeno di crescita della societa'. Per governare al meglio questo processo sono necessarie delle regole, che avranno effetti ancora piu' positivi se, come in questo caso, potranno essere applicate su territori confinanti come quelli delle Province di Bolzano, di Trento e del Land Tirolo''.
''L'integrazione - ha spiegato l'assessore nord-tirolese Gerhard Reheis - rappresenta un percorso che deve impegnare sia gli immigrati che la popolazione locale. Bisogna lavorare sulla formazione, sulla sensibilizzazione, per riuscire a scacciare la paura del diverso. Il protocollo che firmiamo oggi e' un segnale importante per l'apertura interculturali dei territori dell'Euregio''.
''Nell'ambito del Gect - ha aggiunto la trentina Lia Giovanazzi Beltrami - possiamo trovare nuove vie all'integrazione, partendo da una valorizzazione dello scambio fra le diverse culture. L'obiettivo e' quello di creare una societa' che non abbia paura dei fenomeni migratori''.
 
 
 
IMMIGRAZIONE – A CASAMASSIMA (BARI) OPEN DAY REGIONE PUGLIA IMMIGRAZIONE PER DEFINIRE POLITICHE INTEGRAZIONE
Italian Network, 04-11-2011
Un momento di confronto collettivo durante il quale condividere esperienze e progettare servizi per promuovere la partecipazione dei cittadini alla costruzione di una Europa più unita, democratica e proiettata verso il resto del mondo, in grado di affrontare la sfida dell'immigrazione come una "opportunità". Sarà questa la mission dell’Open Day in programma lunedì 7 novembre 2011 (ore 9.00 – 16.30), presso l’Ex Convento Monacelle di Casamassima, nell’ambito del Progetto GOAL (Granting Opportunities for Active Learning), finanziato dal Programma Citizenship EACEA – Action 1: Active Citizen for Europe.
Organizzato dal Servizio Mediterraneo della Regione Puglia e dall’Associazione di Promozione Sociale “Learning Cities”, in collaborazione con il Comune di Casamassima – Assessorato alla Cultura e ai Servizi sociali, l’Open Day rappresenta la fase finale di un percorso che ha visto interagire a livello locale ed europeo da marzo scorso, con la regia
dell’ALDA – Association of Local Democracy Agencies e con la metodologia partecipativa del citizens panel, organizzazioni della società civile, autorità ed associazioni provenienti dalle aree territoriali dei paesi partner di progetto: Italia, Bulgaria, Albania, Grecia, Romania e Macedonia.
Degli spunti di riflessione e delle osservazioni raccolte fino ad oggi, utili alla definizione di politiche più efficaci in tema di tolleranza, integrazione e solidarietà, si discuterà nel corso della giornata a Casamassima, per affinarne i contenuti e completare il documento delle “Raccomandazioni” che verrà sottoposto all’attenzione dell’Unione Europea a Bucarest, tra l’11 ed il 13 novembre 2011, e poi consegnato entro l’anno nella versione definitiva. Una prima bozza del testo contiene proposte formulate in riferimento a cinque aree tematiche (Dialogo interculturale; Diritto ai servizi pubblici: complessità delle procedure legislative; Accesso al mercato del lavoro; Diritto alla partecipazione politica; Diritto alla casa) che corrisponderanno ai cinque gruppi di lavoro che si andranno a costituire nella sessione pomeridiana dell’Open Day.(03/11/2011 – ITL/ITNET) 
 
 
 
Su Rai Tre la nuova serie di “Radici”, quattro storie per raccontare l’immigrazione.
Il programma racconterà il viaggio in patria di quattro immigrati di Senegal, Bolivia, Marocco e Serbia. Rai Tre ore 23.15.
Immigrazione Oggi, 4-11-2011
Inizia questa sera su Rai Tre, ore 23.15, la nuova serie di reportage Radici che presenta l’immigrazione in Italia attraverso le storie di immigrati che tornano nei Paesi di origine per far conoscere le loro storie e tradizioni. Quattro puntate, dal Senegal alla Bolivia, dal Marocco alla Serbia, realizzate da Davide Demichelis.
Protagonista del primo episodio il senegalese Magatte Dieng, che vive a Torino ed è sposato con una ragazza italiana. Suona le percussioni, balla, canta, tiene corsi di musica e ama molto il nostro Paese, al punto da non sapere se tornerà mai, definitivamente, in Senegal.
“Radici” lo segue durante un suo viaggio in patria. Prima tappa Louga, dove si svolge – ogni anno – un festival molto importante, il “Fespop”, al quale partecipano artisti e cantastorie da vari Paesi africani, ma anche dall’Europa. È una settimana di canti, danze e feste e Dieng partecipa sempre, con la Troupe Comunale di Louga perché lui è un griot, un cantastorie, e fin dall’antichità chi appartiene al suo gruppo – in Senegal – ha il compito di tramandare le storie da padre in figlio.
 
 
 
IMMIGRATI: SBAI (PDL), NO AD AFGHANIZZAZIONE DONNE IMMIGRATE IN ITALIA
(AGENPARL) - Roma, 03 nov - “L’episodio di oggi, l’ennesimo di violenza feroce su una donna immigrata che non voleva portare il velo, è il segno ancor più evidente della necessità di normare con durezza e severità assoluta il divieto di indossare il velo (niqab). Queste donne hanno diritto come tutte le altre di vivere una vita libera”. Così l’On. Souad Sbai (Pdl) commenta la denuncia di una donna marocchina nel trevigiano, picchiata e violentata dal marito perché non voleva portare il velo. “Imparare l’italiano, togliere il velo ed essere una cittadina integrata: ecco cosa chiedeva la donna che nel trevigiano ha rischiato di perdere la vita a causa della cieca violenza estremista del marito. Non siamo in Afghanistan o in Iran – attacca Sbai – e non è più possibile vedere donne che nel loro paese erano libere e arrivano qui per trovare un marito estremista che le tiene come un cane al guinzaglio con la violenza. I diritti e l’integrazione non sono un optional, su questo nessuna ambiguità, e la legge che è in discussione alla Camera su burqa e niqab è, oggi come non mai, improrogabile, soprattutto per la parte che riguarda le pene maggiorate a chi obbliga questi indumenti alle mogli o alle figlie. Per quanto riguarda questo signore – conclude Sbai – auspico la massima durezza possibile nei suoi confronti, perché ha compiuto un atto ignobile ed estremista che sfregia la dignità di una donna e soprattutto nulla ha a che vedere con la religione”
 
 
 
«La Lega? Con il razzismo religioso ha creato un clima nell'opinione pubblica»
Il sociologo Khaled Fouad Allam: «Tutti cercano libertà»
Corriere della sera, 04-11-2011
Benedetta Argentieri
MILANO - Le parole sono importanti. Devono essere calibrate, centellinate. L'equivoco è sempre dietro l'angolo, soprattutto quando si parla di religioni. E in particolare di Islam. «Vi verrebbe mai in mente di definire un cristiano moderato?». No. «Appunto. Quindi se io utilizzo la terminologia Islam moderato simmetricamente ne esiste uno della violenza che avrebbe altrettanta legittimazione. Io, invece, sono per un Islam tout-court». Khaled Fouad Allam, sociologo di origini algerine e cittadino italiano dal 1993, non ama generalizzare sulla religione. E in particolare quella musulmana. Per questo ha deciso di scrivere il libro L'Islam spiegato ai leghisti (edizioni Piemme). Il Carroccio «ha creato un clima nell'opinione pubblica che è diffuso in tutta l'Unione europea». Cioè diffidenza, paura. «Per quello che è successo in questi ultimi 15 anni: dalle Twin Towers al radicalismo».
PREGIUDIZI - Il libro mira a scardinare i pregiudizi dettati da quello che l'autore definisce «islamofobia colta». Altrettanto «pericolosa»perché «ha per funzione di gettare le basi di quello che chiamiamo un'impossibilità islamica a integrarsi ai progetti di modernizzazione». Ed è quindi «complementare» a quella leghista. Ma bisogna trovare una maniera per vivere insieme, «questa è la vera integrazione». E per arrivarci ci vuole un po' di tutto: «Diritto, politica, cultura e molta pazienza». Certo è che mentre l'Europa si interroga sull'entrata della Turchia nell'Unione («Le barriere ideologiche definiscono quelle politiche») il mondo arabo sta cambiando. Ma attenzione «non scambiamo le rivolte con una rivoluzione, anche se in arabo il termine è lo stesso. Perché non sono la stessa cosa. Per avere una rivoluzione sono necessari pensatori che, per ora, non si sono visti». Quindi, ancora una volta, le parole sono importanti.
 
 
 
Denuncia per discriminazione contro le compagnie assicurative che applicano tariffe maggiorate per gli immigrati.
Ricorso di Asgi e Avvocati per Niente contro i gruppi assicurativi Zurich Italia e Quixa perché per le polizze auto prevedono tariffe maggiorate quando l’automobilista non è italiano.
Immigrazione Oggi, 4-11-2011
Una denuncia per discriminazione a due delle maggiori compagnie assicurative per le polizze auto perché applicano premi maggiorati per gli stranieri.
È quanto hanno presentato al Tribunale civile di Milano l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e Avvocati per Niente nei confronti dei gruppi assicurativi Zurich Italia e Quixa.
I legali Alberto Guariso e Livio Neri hanno provato a calcolare i preventivi on line dai siti web delle due compagnie. A parità di condizioni, se con la Zurich la tariffa per un italiano è di 465 euro, per un ecuadoriano o un cinese sale a 632 euro e se si è rumeni, senegalesi, albanesi o camerunesi a 665 euro. Idem con Quixa, che sembra temere soprattutto i camerunesi, tanto che il preventivo di 414 euro per gli italiani schizza a 625 euro nel caso in cui al volante ci siano persone originarie del Paese africano.
Secondo gli avvocati si tratta di una discriminazione perché le due assicurazioni violano l’articolo 43 del Testo unico sull’immigrazione che vieta di imporre “condizioni più svantaggiose ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero”. Non solo, il criterio della cittadinanza per stabilire le polizze auto è fuorviante perché “come è noto si può essere cittadini italiani e essere nati, vissuti e aver appreso la guida in Argentina – si legge nel ricorso – e si può essere cittadini ecuadoriani ed essere nati, vissuti e aver appreso la guida a Milano”.
Asgi e Avvocati per Niente chiedono al Tribunale civile di Milano di accertare la discriminazione, di imporre alle due compagnie assicurative di eliminare il requisito della cittadinanza nel calcolo delle Rc auto e, soprattutto, di risarcire i loro assicurati stranieri della maggiorazione tariffaria finora applicata.
 
 
 
"Demolire le ville abusive dei Rom"
Parco Sud, decine le denunce dei proprietari dei terreni 
la Repubblica, 04-11-2011
LAURA FUGNOLI
POTREBBE essere messa a punto entro un mese l'ordinanza del Comune per far demolire le villette abusive in cui vivono circa 250 persone (rom, bosniaci e slavi) a Muggiano, in pieno Parco Sud. La decisione è stata presa dall'assessore alla Sicurezza e coesione sociale Marco Granelli, incalzato dalle decine di denunce accumulate negli anni da parte dei legittimi proprietari dei terreni su cui sono state costruite le villette, e dai vigili. Le abitazioni sono sorte alla fine degli anni Novanta e col tempo le famiglie insediate le hanno perfino dotate di comfort e optional, pur violando del tutto ogni regola urbanistica e di tutela ambientale: pergolati, recinzioni, pensiline, aiuole, fino alla costruzione di parcheggi, con tanto di tombinature abusive dei fontanili per poter manovrare agevolmente auto e roulotte. E, coi fontanili chiusi o riempiti, l'irrigazione dei campi viene notevolmente compromessa, con grave disagio per chi la terra dei Parco la coltiva legittimamente.
All'interno del Parco Agricolo Sud, che è di competenza della Provincia, è consentito erigere solo strutture smontabili, destinate al ricovero di attrezzi e macchinari legati all'attività agrícola; qualsiasi altro genere di costruzione è illecita, «eppure le Amministrazioni che ci hanno preceduto — ha spiegato Granelli — sono riuscite a ottenere soltanto la demolizione di una sola villa. È ora di ripristinare la legalità». L'allontanamento delle famiglie necessita comunque di una procedura in più fasi. Nell'ordinanza, spiegano all'assessorato, si inviterà inizialmente lo stesso inquilino abusivo a far demolire con propri mezzi l'edificio illecito. Solo qualora non procedesse nei termini stabiliti, si attiverebbe la demolizione "d'ufficio" effettuata dal Comune. La stessa Amministrazione si fará carico inoltre di trovare una soluzione abitativa alternativa per gli abitanti dei cottage abusivi, vagliando ovviamente i singoli casi
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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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