Immigrati: No al "carcere" per gli innocenti

Firma anche tu contro una legge ingiusta
Giuseppe Rizzo
Pochi altri provvedimenti riescono a descrivere le maggioranze di centro-destra e i governi Berlusconi dal 1994 a oggi meglio di quelli sull'immigrazione.

L'ultima misura contenuta nel decreto legge n.89 del 23 giugno 2011 ora all'esame del Parlamento riesce a fare una fotografia persino del declino di quelle maggioranze e di quei governi. Declino i cui contorni sono quelli del classico paradosso “debole coi forti, forte coi deboli”. Nella fattispecie, un governo delegittimato e fortemente in crisi cerca la quadratura del cerchio in provvedimenti che apparentemente non ne intacchino il consenso – e la sopravvivenza.
Prolungare i tempi nei Cie passando da 6 mesi a 18, così come previsto dl n. 89, è una di quelle classiche misure che anzi permettono ai leader del Carroccio e a quelli della destra di promettere strette sull'immigrazione – dipinta come la vera minaccia al futuro del paese. Contro questo provvedimento si sta alzando però un coro di no che si moltiplica di giorno in giorno e che trova nell'appello lanciato dal Forum immigrazione nazionale e dal Partito Democratico. Appello a cui anche l'Unità aderisce.

«Siamo contrari a che persone innocenti, che scappano dalla povertà alla ricerca di un futuro migliore – si legge nel documento – siano private della loro libertà e siano trattenute nei centri di identificazione fino a 18 mesi solo perché colpevoli di essere senza documenti e per dover essere identificati». Contro una norma che «calpesta i valori di proporzionalità, ragionevolezza ed uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione» hanno già firmato Livia Turco, Giuliano Pisapia, Marta Vincenzi, Gad Lerner, Luigi Manconi e migliaia di comuni cittadini che col loro passaparola stanno moltiplicando le adesioni su www.mobilitanti.it, la piattaforma su cui il Pd lancia le sue campagne.

Su mobilitanti.it è possibile firmare, ma anche scaricare la cartolina «No al “carcere” per gli innocenti» e spedirla ai propri amici. Su Facebook è possibile condividere la campagna con un semplice click, di modo che tutti gli “amici” possano rilanciarla, mentre su Twitter chi lo vuole può farla circolare copiando nel proprio status la frase «No al "carcere" per gli innocenti. Fermiamo la vergogna. Firma l'appello! http://bit.ly/nHzVhS».

Da oggi è possibile firmare anche su Unita.it, all'indirizzo www.unita.it/firme/no_al_carcere.

unita.it 13 luglio 2011

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