Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri
Ciò che dicono e ciò che non dicono i ministri europei

Lo scorso 19 giugno il Consiglio europeo ha affrontato il problema dei flussi migratori verso i paesi UE come questione comune di tutti gli stati membri.
Nella nota n. 11225/09 della Presidenza, si legge che “i recenti avvenimenti verificatisi a Cipro, in Grecia, in Italia e a Malta sottolineano l'urgenza di potenziare gli sforzi per prevenire e contrastare efficacemente l'immigrazione irregolare alle frontiere marittime meridionali dell'UE, evitando così future tragedie umane”. E si sollecita “il coordinamento delle misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate e delle persone altamente vulnerabili”. In altri termini, gli immigrati che approdano sulle coste meridionali della UE – e ai quali venga riconosciuta la protezione internazionale – potranno essere accolti da altri paesi comunitari. Il Consiglio europeo ha richiamato, poi, “la necessità di potenziare le operazioni di controllo alle frontiere […], di definire chiare regole d'ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare e di fare maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti”, esortando “il Parlamento europeo a raggiungere un accordo che permetta di istituire rapidamente l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo”.
Infine, è stata sollecitata la conclusione di negoziati “con i paesi chiave di origine e di transito quali la Libia e la Turchia”, attuando nel frattempo “gli accordi bilaterali già esistenti”.
Insomma un’impostazione che può apparire equilibrata ma che – a ben vedere – risulta fortemente debitrice della “linea Berlusconi-Maroni”. Per ciò che dice e, soprattutto, per ciò che non dice.

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