"Senza pregiudizio". Costituita l'associazione Carta di Roma

Osservatorio Italia-razzismo

A distanza di qualche tempo dalla nascita del documento Carta di Roma ieri si è costituita l’associazione omonima composta da giornalisti e organizzazioni umanitarie. Il compito della struttura è di valorizzare e promuovere la Carta. 
In essa si affronta la questione della “informazione concernente rifugiati, richiedenti asilo, vittime della tratta e migranti, (…)con particolare riguardo al dovere fondamentale di rispettare la persona e la sua dignità (…)”. Di conseguenza, il presidente Tiziana Ferrario, i promotori (Ordine dei Giornalisti, Fnsi e, poi, Acli, Amnesty International, Arci, A Buon Diritto, Asgi, Comunità di Capodarco, Centro Astalli, Federazione delle Chiese evangeliche, Lunaria e altri organismi ancora), e gli osservatori esterni Unhcr e Unar invitano i giornalisti ad “adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore e all’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri”. Un esempio di parola da bandire in ambito giornalistico è, come si è detto più volte, “clandestino”. Un termine che, quando riferito a persone che vivono in Italia privi di documenti o documenti scaduti, in genere, risulta inappropriato, dal momento che queste stesse persone, sono irregolari ma non invisibili. E, di solito, marginali ma non criminali. Si pensi solo a quanti vengono impiegati nel lavoro agricolo: visibilissimi agli occhi dei passanti ma non all’Inps e, non ai gestori dei servizi di cui potrebbero godere. In altre parole, la Carta di Roma si propone di fornire un’informazione tale da consentire di trattare i diversi aspetti dell’immigrazione senza l’ottica del pregiudizio. È vero: si tratta solo di parole, ma la capacità di fare male, di quelle parole, è incalcolabile.
20 dicembre 2011
 
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