Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

18 novembre 2014

"Non vogliamo gli immigrati allontanati da Tor Sapienza"
La rabbia dei residenti all`Infernetto: aumenterà la criminalità,
La Stampa, 18-11-2014
GIACOMO GALEAZZI
ROMA
Solo su un punto sembrano tutti d`accordo. È una «sistemazione temporanea». Ma nel paese in cui, come insegnava Giulio Andreotti, non c`è nulla di più definitivo del provvisorio, nessuno sa quantificare i tempi di permanenza dei profughi adolescenti in questo angolo turbolento della periferia romana. Massicce cancellate e lucchetti ovunque. Nelle vie buie bivacchi di stranieri ubriachi, prostituzione ventiquattro ore al giorno e discariche abusive. Tra via Cristoforo Colombo e i campi il rifugio non propriamente rassicurante degli extracomunitari allontanati in tutta fretta da Tor Sapienza. Certezze poche, paure molte. Quel che è sicuro è che all`Infernetto una rete separa due mondi. Muro invisibile.
Da un lato i residenti che protestano per l`arrivo nel quartiere a sud della capitale degli immigrati trasferiti dal centro d`accoglienza di Tor Sapienza. Dall`altro i richiedenti asilo minorenni barricati nella struttura di via Salorno. «Non basta dare loro un maglione e un piatto di pasta, serve l`accompagnamento altrimenti il tempo trascorso in questi "non luoghi" provoca abbrutimento e senso di abbandono», afferma il vescovo Domenico Mogavero, commissario Cei per l`immigrazione. Abbandono, incuria, degrado. «Noi i rifugiati non li vogliamo, vadano via, qui ogni giorno ci sono furti negli appartamenti e con i nuovi arrivi la criminalità crescerà ancora», accusano davanti alle «Betulle», la cooperativa sociale che accoglie e nasconde gli «ospiti indesiderati» come bestie braccate.
Insomma è la stessa equazione che ha fatto esplodere di rabbia Tor Sapienza, immigrati uguale delinquenza. Al posto dei palazzoni c`è una ragnatela sterminata di case, ma lo scenario è uguale: polizia e carabinieri sorvegliano il centro blindato e i ragazzi fuggiti dalla miseria guardano dalle finestre scossi e impauriti. Hanno grandi occhi sbarrati e corpi esili. Dimostrano ancor meno dei loro pochi anni. Scappavano dalla paura e hanno trovato attimi di terrore. I profughi adolescenti, assicurano i volontari che li assistono, «sono di transito». Per trovare posto in case famiglia. L`unica speranza è che il calvario possa approdare a un posto sereno dove stare. Il colpo d`occhio non legittima facili ottimismi.
«Sono nato e ho sempre abitato all`Infernetto e posso garantire che è il posto meno adatto di Roma per mettere i richiedenti asilo- spiega Domenico Randesi, 42 anni-. "Le Betulle" non è assolutamente una struttura idonea e ora è stata ridotta a un bunker. Lì dentro non sono qualificati per assisterli. Mancano educatori, mediatori culturali e psicologi. Gli ospiti attuali si sono già presi a bastonate e altri immigrati più pericolosi stanno per essere trasferiti qui».
La collocazione è da borgata neorealista. Strade non asfaltate, allagamenti, né commissariati di polizia né stazioni dei carabinieri. Fiaccolate di protesta provano a incanalare in maniera pacifica la rabbia che cresce nel quartiere. «E` scandaloso pensare di risolvere il problema spostando il problema da un territorio all`altrogrida Marta Simonelli-. Il sindaco Marino ha promesso che resteranno poco tempo ma temiamo promesse fatte solo per placare gli animi». Insomma la sollevazione anti-immigrati rischia di allargarsi. Tor Sapienza da polveriera diventa la miccia per innescare altri roghi che potrebbero incendiare molte zone della periferia romana. 35 mila abitanti presidiano il loro metro quadro di borgata.
Dopo gli amministratori locali, i bersagli preferiti della collera collettiva sono i mass media. «Dicono che siamo razzisti, però scaricano tutte le emergenze sociali nel nostro territorio- insorge Attilio, pensionato, due figli disoccupati-. Perché questi disperati non li portano ai Parioli o in centro? Quaggié finisce quello che di Roma non va mostrato. Si ricordano di noi solo per scaricarci i problemi della città».



LA POLITICA FERMI GLI NCENDIARI
La Stampa, 18-11-2014
GIOVANNA ZINCONE
Troppi attaccanti e su troppi fronti. Collocate su un unico fronte si trovano le misure che riguardano rifugiati, irregolari e rom: casi diversi tra loro, ma confusi nella percezione pubblica e nel dibattito politico. Questo fronte subisce i più temibili attacchi a livello locale: qui si concentra la rabbia delle periferie che ospitano i vari centri di accoglienza e i campi rom.
Casi come quelli di Tor Sapienza non costituiscono una novità e non riguardano certo solo Roma e dintorni. Anche nell`area torinese abbiamo visto esplosioni analoghe. Aspettiamocene altre. Le situazioni di disagio sono reali e si cumulano. Faccio notare, tuttavia, che siringhe sparse, strade dissestate e buie, rifiuti abbandonati, preesistono ampiamente all`arrivo degli stranieri e sono oggi il risultato complessivo, da una parte, di comportamenti di utenti (italiani e non) indifferenti al decoro pubblico, dall`altra, di servizi urbani che non funzionano: pulizia delle strade, illuminazione, manutenzione ordinaria sono trascurate magari in favore di eventi effimeri. Ma le esplosioni sono anche la conseguenza di un disagio economico e culturale più ampio. Non a caso si producono anche negli stadi.
Una politica razionale, centrale o locale, di governo o di opposizione, specie in situazioni di forte indebitamento e di mancato sviluppo, dovrebbe darsi alcune banali priorità: ammortizzare difficoltà e conflitti sociali, evitare sprechi, attrarre risorse. Ma la politica ha una sua razionalità che si nutre anche e molto di emozioni distruttive. La Lega muove la sua scalata all`elettorato grillino giocando pesante sui sentimenti anti immigrati. Gioca facile, sia perché alcune componenti dell`immigrazione e delle minoranze rom (che in gran parte immigrate non sono) ci mettono del loro, sia perché alcuni antirazzisti trasformano gli imprenditori del razzismo in vittime sacrificali. Invece di fracassare la macchina di Salvini i suoi contestatori avrebbero fatto meglio ad accoglierlo sdraiati per terra muniti di fiori e palloncini. Ma l`immaginazione non solo non è al potere, ma neanche nell`antagonismo. Utilizzando risposte più banali: ad Alemanno che guida i cortei della protesta romana basterebbe ricordare che di quella città è stato in tempi non lontani un potente sindaco, ai più agguerriti leghisti che il loro partito è stato a lungo al governo e ha compiuto la più ampia regolarizzazione della storia italiana.
Le amnesie, purtroppo, sono un altro tratto della razionalità politica, e non solo dei partiti, anche degli elettori. Quartieri disastrati, partiti e leader xenofobi non esauriscono lo schieramento di chi assedia il fronte immigrazione & c. I partner europei hanno protestato contro la nostra propensione a chiudere un occhio sull`attraversamento di straforo dei confini da parte dei migranti in direzione Nord. Hanno subordinato maggiori aiuti a nostri maggiori controlli. La risposta italiana è stata affermativa: una circolare ha sollecitato la rilevazione delle impronte degli irregolari fermati e il nostro governo ha coordinato l`ultimo programma di pattugliamento e intercettazione dei sospetti sul territorio dell`Unione. Per inciso, mettere su questa operazione di polizia l`etichetta «Mos maiorum» (la tradizione dei nostri antenati) suona ironico: gli antenati romani dell`Europa costruirono un duraturo impero che aveva come punto di forza l`inclusione degli stranieri. Comunque, il governo italiano risponde alle richieste, ma dall`Ue arrivano pochi aiuti.
La ricollocazione di rifugiati in altri paesi membri rimane su base volontaria. Frontex Plus o Triton non è un valido sostituto di Mare Nostrum perché è scarso di fondi, si occupa più di contrastare arrivi clandestini che di salvare persone. Inoltre parteciparvi non è compito dell`Unione, ma solo di chi vuole farlo e, soprattutto, ognuno può farlo come crede. Ma soprattutto in questa nuova impresa alla Marina italiana non è stato affidato quel ruolo di comando al quale comprensibilmente aspirava. Insomma, mentre il fortino immigrazione è sotto assedio a livello nazionale, gli aiuti da fuori sono insufficienti e deludenti. Anzi da fuori arrivano pure dure critiche.
Prima dell`operazione Mare Nostrum, il governo italiano era stato giustamente accusato di respingere i natanti senza verificare che tra loro non ci fossero potenziali rifugiati. Poi, a Mare Nostrum si è rimproverato di svolgere con troppa cura il servizio di soccorso in mare e di incentivare così traversate più rischiose. Ovviamente, questa tesi è stata rapidamente condivisa dagli assedianti interni, dai partiti e dai leader anti immigrati attivi in Italia.
Il trattamento delle migrazioni è sotto accusa in patria e all`estero, da una parte, per le possibili conseguenze di un`eccessiva solidarietà, dall`altra, addirittura per gravi lesioni dei diritti umani. Giudizi e sentenze imbarazzanti hanno riguardato l`accoglienza in Italia dei profughi e il trattenimento degli irregolari. Nel 2011, l`Assemblea del Consiglio d`Europa ha inserito l`Italia nell`elenco dei Paesi dove non rimandare indietro i richiedenti asilo. Corti di singoli stati europei, in particolare in Germania ma non solo, hanno accettato ricorsi di migranti contro i respingimenti in Italia. Il Regolamento di Dublino prevede, infatti, che i richiedenti asilo siano respinti nel «primo Paese sicuro» in cui siano passati, ma il nostro non è sempre giudicato «sicuro». Non lo è a causa delle condizioni di vita degradanti dei nostri centri. Nei giorni scorsi questo umiliante stigma è stato rinforzato dalla Corte Europea dei diritti Umani che ha accettato il ricorso contro il respingimento di una famiglia arrivata in Svizzera dall`Italia. Diamo atto, però, che sul problema dell`accoglienza gli ultimi governi italiani hanno cominciato a fare qualcosa: moltiplicando i centri e distribuendoli sul territorio. È importante però, e Tor Sapienza lo conferma, che una più equa distribuzione territoriale riguardi non soltanto regioni e città, ma anche quartieri e sobborghi della stessa città. Costruire a livello centrale e periferico politiche capaci di rispondere agli attacchi giustificati e non sul fronte migratorio non è facile, specie con arrivi tanto massicci. Sappiamo bene che la politica non riesce e sanare tanti problemi sociali, ma può alleviarli o peggiorarli. Il gioco a lanciare palle incendiare su alcune materie complicate - l`immigrazione è solo una di queste - giova nell`immediato al potenziale elettorale dei lanciafiamme. Ma questo incattivire rapporti sociali e politici a livello interno e internazionale rischia di travolgere tutti, anche gli stessi lanciafiamme.



Tor Sapienza, Marino incontra i residenti in Campidoglio: "Nel centro di via Morandi solo donne e minori"
Incontro di due ore nella sala dell'Arazzo. "Ci siamo impegnati a liberare strade dalla prostituzione e impedire roghi tossici dal campo di via Salviati"
la Repubblica, 18-11-2014
Ospitare nel centro di via Morandi solamente donne e bambini, applicare il massimo rigore contro la prostituzione in strada, impedire roghi di materiale nel campo nomadi e valutare la presenza di occupazioni abusive nel quartiere.
Sono le promesse del sindaco Ignazio Marino che questa mattina, tra le 8 e le 10, ha incontrato in Campidoglio i rappresentanti dei cittadini di Tor Sapienza, il quartiere di Roma protagonista della rivolta anti-immigrati. La riunione è avvenuta nella sala dell'Arazzo di Palazzo Senatorio. Ad ascoltare le richieste dei rappresentanti del quartiere stavolta c'era anche il vicesindaco Nieri e alcuni assessori della giunta.
Il primo incontro era avvenuto nel quartiere periferico di Roma. E al sindaco non era andata molto bene: arrivato in sordina era stato comunque fischiato e contestato. Poi il faccia a faccia in tv nello studio di "In mezz'ora" di Rai Tre condotto da Lucia Annunziata. Un botta e risposta teso, sciolto solo alla fine, con una stretta di mano, quando il sindaco rispondendo ad un cittaino aveva detto "sì, sono d'accordo con lei: chi non rispetta la legge deve essere allontanato dall'Italia".
Oggi il primo cittadino ha ribadito: ''Rispetto alla proposta iniziale di chiudere'' il centro di accoglienza per rifugiati di Tor Sapienza, come voluto dai residenti del quartiere romano, ''valuteremo la possibilità di accogliere in quella struttura solo donne e bambini''. ''Abbiamo raggiunto una serie di decisioni su percorsi da condurre insieme nei prossimi giorni''. Tra queste, quella di ''valutare se esistono occupazioni abusive negli edifici nei pressi di via Morandi e se la chiesa di San Cirillo è abitata legalmente o abusivamente''. Tra gli impegni, "interverremo nella maniera più rigorosa possibile per liberare alcune strade dalla prostituzione che in questo momento crea giustamente disagio sociale" ha detto il sindaco e "chiederemo un intervento deciso della polizia municipale per impedire nel campo rom di via Salviati di bruciare materiale inquinando l'ambiente con fumi tossici".
I comitati vorrebbero di più: la chiusura dei campi rom e del centro accoglienza, anche se il contenuto dell'accordo finale dice altro.
"Questo non è un incontro occasionale ma l'inizio di un percorso che faremo insieme - ha poi precisato Marino - Ci siamo dati appuntamento tra qualche giorno, o qui o a Tor Sapienza, per verificare che questo percorso stabilito insieme abbia seguito". "Le strette di mano sono importanti ma abbiamo deciso di mettere tutto per iscritto preparando un verbale da sottoscrivere insieme", ha concluso il primo cittadino.

 

Asilo, in Italia raddoppiano le domande
Avvenire, 18-11-2014
Luca Liverani
Anche se nel 2014 le domande sono raddoppiate, l’Italia resta sempre al quinto posto nell’Ue, con il 6% dei richiedenti asilo d’Europa. Quasi 20mila i posti attivati dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), 5mila solo quelli gestiti dalla Caritas con un impegno mai raggiunto. Uno sforzo importante per la prima accoglienza, quello prodotto dal Paese, che ha visto un picco con Mare Nostrum. Ma ancora carente nell’integrazione. È la fotografia del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2014, presentato ieri a Roma, frutto dell’inedita collaborazione tra Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes, Servizio centrale dello Sprar, in collaborazione con l’Unhcr.
Nel primo semestre del 2014, dunque, il numero delle domande di protezione internazionale in Italia arriva quasi all’intera cifra del 2013: sono 25.401 in sei mesi, a fronte delle 26.620 mila dell’intero anno precedente. Il 70% proviene da africani, il 25 da asiatici. Quasi tutti maschi (93%), mentre tra i primi dieci paesi di origine ci sono Mali, Nigeria, Gambia, Pakistan, Senegal, Afghanistan e Ghana.
I numeri italiani sono anche «conseguenza del maggior numero di migranti – precisa il dossier – giunti sulle coste italiane dall’inizio dell’anno: dal 1° gennaio al 1° luglio sono giunti oltre 65mila migranti, mentre nello stesso periodo del 2013 erano sbarcate 7.916 persone. Negli ultimi mesi però hanno superato le 150mila unità». Non tutti hanno presentato domanda, metà ha proseguito verso altri Paesi.
I progetti di accoglienza gestiti dallo Sprar nel 2013 sono stati 151 per 9.402 posti complessivi in 128 enti locali. Per il triennio 2014/2016 sono stati attivati 456 progetti per 19.510 posti in 375 Comuni, 30 Province e 10 unioni di Comuni. La presenza maggiore in Sicilia (21% del totale) e nel Lazio (quasi il 21%).
Stabile il numero dei rifugiati nel continente europeo, 1,8 milioni di persone, mentre crescono le domande di asilo nei 28 Stati membri dell’Ue: nel 2013 sono state 435mila, quasi 100mila in più rispetto al 2012. Un andamento confermato dall’Italia.
E cambiano i paesi di provenienza dei minori non accompagnati: prima soprattutto da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan, ora da Gambia (29%), Senegal (13%), Nigeria (10%), Mali (quasi il 9%), Egitto (meno dell’8%), Eritrea (5%), Ghana e Afghanistan (entrambi attorno al 3%). Maschi, tra i 16 e i 17 anni, via mare.
Numeri che rimpiccioliscono di fronte alle cifre globali. Oltre 51 milioni le persone costrette alla migrazione, interna o in paesi confinanti, per fuggire da conflitti e violazioni dei diritti. La gran parte sono nei Paesi in via di sviluppo: 10,1 milioni, l’86% dei rifugiati del mondo, il numero più alto degli ultimi 22 anni «Minori non accompagnati e richiedenti asilo sono la stragrande maggioranza tra chi arriva – dice il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione – perché la migrazione economica è ormai al lumicino, da tre anni l’Italia non fa più decreti-flussi». E il governo «appoggerà la richiesta della Marina militare per il comando dell’operazione Triton. Ma l’unica soluzione è quella politica: l’Europa affronti il tema in modo unitario».
Don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, sottolinea come «il nostro contributo è stato il più ingente, mai realizzato. A oggi sono oltre 15mila i profughi transitati in Italia nei servizi Caritas, che sta garantendo circa 5mila posti in accoglienza». L’auspicio della Caritas è che «si continui lavorare per un sistema organico, istituzionale, sempre più efficienti». Perché «lavorare in emergenza è faticoso, costoso e spesso non garantista dei diritti».



Perego (Migrantes): «Nessuna invasione»
Avvenire, 18-11-2014
Luca Liverani
Non è stato l’aumento delle domande di asilo in Italia - consistente ma non travolgente - a creare attriti sociali. È la mancanza di un piano organico di accoglienza che ha fatto traboccare il vaso delle periferie abbandonate, dormitori frutto della speculazione edilizia, privi di centri di aggregazione, riserva di caccia per spacciatori e teppisti. È dura l’analisi del direttore di Migrantes don Giancarlo Perego, alla presentazione del rapporto Sprar 2014.
«Si tratta comunque di numeri ridotti, rispetto al contesto europeo», dice Perego. «E dei 150 mila arrivati con Mare Nostrum la metà ha raggiunto altre mete europee. Non siamo di fronte a un’"invasione", in un momento in cui l’immigrazione cala soprattutto nelle città del Nord». Negli anni ’90 furono mezzo milione i profughi dell’ex Jugoslavia accolti dalla Germania.
«Il problema – dice il direttore di Migrantes – è la gestione: se manca un programma organico di prima e di seconda accoglienza e le periferie diventano dormitori e non luoghi di accompagnamento dell’incontro, è chiaro che si creano situazioni esplosive come a Tor Sapienza. Si tratta innanzitutto di valorizzare le risorse e le istituzioni che ci sono, assieme al terzo settore». Il problema è a monte: «Il sindaco Giorgio La Pira quando costruì a Firenze il quartiere l’Isolotto per accogliere migliaia di immigrati dal Sud, prima fece il giardino, la scuola, la chiesa e la biblioteca Poi arrivarono le case, non più di quattro piani. Se la città cresce indipendentemente dalle persone che arrivano e senza luoghi di incontro, è in mano ad altri: a chi gestisce il patrimonio immobiliare, a chi controlla il territorio per il traffico della droga. A chi ha forza e potere, insomma. E l’insicurezza dilaga».



Centri di espulsione e di accoglienza. La Camera crea una commissione d' inchiesta
Indagherà per un anno sulle condizioni all'interno di Cie, Cda e Cara e sulla loro gestione. Marazziti (Pi): "Restituiamo dignità ai migranti". Salvini (Lega): "Ridicoli"
stranieriinitalia.it, 18-11-2014
Roma – 18 novembre 2014 - Come si vive nei centri che accolgono i profughi o in quelli dove vengono rinchiusi i migranti irregolari per essere poi rimpatriati?
Per scoprirlo, la Camera dei Deputati ha istituito ieri una commissione parlamentare d'inchiesta  "sul sistema di accoglienza e di identificazione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti nei centri di accoglienza, nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e nei centri di identificazione ed espulsione (CIE)". I voti a favore sono stati 348, 59 quelli contrari, espressi dai deputati di Lega e FdI.
Tra le altre cose, spiega una nota della Camera, la commissione dovrà accertare le condizioni di permanenza dei migranti e l' efficienza delle strutture, nonché eventuali condotte illegali e atti lesivi dei diritti fondamentali e della dignità umana. Verificherà inoltre le procedure per l'affidamento della gestione dei centri, valuterà l'operato delle autorità preposte al controllo dei centri e la corretta tenuta dei registri di presenza così come la sostenibilità del sistema sotto il profilo economico anche riguardo a possibili, nuove soluzioni normative.
Nel corso dell’esame in Assemblea, tra gli obiettivi dell’inchiesta è stato aggiunto anche l’accertamento di eventuali gravi violazioni delle regole dei centri nonché comportamenti violenti o in violazione di disposizioni normative da parte delle persone ospitate. Inoltre, è stato specificato che la valutazione degli enti di gestione comprende anche la verifica di eventuali procedimenti penali relativamente alla gestione, anche in passato, di centri di accoglienza o di identificazione ed espulsione.
La Commissione sarà composta da ventuno deputati di tutti gli schieramenti, che indagheranno per un anno per poi produrre una relazione con i risultati.  Potrà avvalersi di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di altri collaboratori. Per il suo funzionamento sono stati stanziati 100 mila euro.
"La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione di migranti - ha spiegato Mario Marazziti (Pi), tra i promotori dell'iniziativa - è finalizzata a restituire dignita' ai migranti che giungono nel nostro Paese e ad impedire la cronicizzazione del sovraffollamento e degrado degli standard di ospitalita' dei centri di accoglienza dei migranti. Non e' una commissione 'contro' qualcuno, ma e' una commissione 'per' tutti noi. Per non doverci vergognare, periodicamente, anche quando facciamo un grande sforzo di accoglienza e umanità".
"La Camera dei Deputati ha istituito una 'commissione di inchiesta sui Cie' per verificare se sono rispettati i diritti degli immigrati. A favore Pd, Sel, Ncd e Movimento 5 stelle. Ridicoli, chi vi paga lo stipendio, i clandestini? A quando una commissione per i diritti degli italiani?" ha commentato su su Facebook Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. Secondo il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli, l'istituzione della Commissione "getta un'ombra inaccettabile sul ruolo delicatissimo interpretato da tutti quei soggetti che sono quotidianamente impegnati nella gestione dei centri d'accoglienza e dei centri d'identificazione ed espulsione".

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