Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Un secolo di migranti E un’idea sul servizio civile

Italia-razzismo
Domenica 13 gennaio ricorrerà  la 99° giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Questa celebrazione nasce quasi cento anni fa per volere di Papa Pio X, con l’intenzione di portare la solidarietà della Chiesa ai tanti italiani costretti a emigrare in tutto il mondo in cerca di lavoro e di prospettive di vita migliori. Solo nel 2005 la giornata del migrante e del rifugiato diventa effettivamente globale, coinvolgendo la Chiesa Cattolica di tutto il mondo.

Il panorama migratorio, nel corso di questi ultimi cent’anni, è profondamente cambiato. L’Italia, da terra di emigrazione, è diventata luogo appetibile per i tanti stranieri che lasciano il proprio paese sia a causa di guerre o persecuzioni, sia per motivi economici. Il fenomeno dell’immigrazione nel nostro paese deve essere letto innanzitutto come una ricchezza e a questo proposito i vescovi intervenuti nel corso della presentazione della giornata presso la sede della Fondazione Migrantes, hanno formulato delle proposte destinate a chi governerà l’Italia nei prossimi anni. Monsignor Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha citato la campagna l’Italia sono anch’io, che vede il mondo delle associazioni operanti nel campo dei diritti degli stranieri impegnato perché si possa discutere e approvare in Parlamento una nuova legge sulla cittadinanza. La proposta di legge di iniziativa popolare prevede che i bambini nati da genitori stranieri nel nostro paese siano italiani dalla nascita e non più che, com’è adesso, possano acquisire la cittadinanza solo al compimento dei 18 anni. Sempre riguardo la cittadinanza, sarebbe auspicabile un ritorno ai cinque anni perché uno straniero regolarmente residente in Italia possa richiederla, contro i dieci anni del sistema attuale. Un altro tema riguarda il diritto di voto amministrativo che dovrebbe essere concesso agli stranieri regolarmente presenti. Riconoscere l’estrema importanza del contributo degli immigrati alla nostra vita economica e sociale, non può prescindere dall’estensione di un diritto, come quello di eleggere i proprio rappresentanti, fondamentale in una democrazia. Sempre Monsignor Perego affronta poi la questione del servizio civile volontario, per ora ancora precluso ai giovani stranieri. In Italia, le celebrazioni della 99° giornata mondiale del migrante e del rifugiato si svolgeranno a Bari, terra di sbarchi e di accoglienza, ma anche di sfruttamento del lavoro e di caporalato. Di certo, non possiamo più sottovalutare l’importanza di questo fenomeno nel nostro paese e le politiche del prossimo governo dovrebbero essere più lungimiranti di quanto non siano state fino adesso. Le questioni dell’accoglienza, dei processi di integrazione, della tutela dei diritti fondamentali di queste donne e uomini, spesso non garantiti, non possono essere più rimandate. La ripresa e lo sviluppo del nostro paese non può prescindere dalla componente immigrata della popolazione. I cittadini stranieri sono una forza e una risorsa. Mettiamoli nelle condizioni di poterci offrire il loro contributo.
l'Unità, 10-01-2013

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