Una buona idea

Pubblichiamo parte della relazione che accompagna la proposta di legge in materia di cittadinanza presentata dai deputati Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (PdL):
“La presente proposta di legge poggia su due capisaldi: da un lato mira a fare sì che il minore nato in Italia da un nucleo familiare stabile acquisisca i pari diritti dei coetanei (…). Questo si ottiene passando dall'attuale principio dello «jus sanguinis» (diritto del sangue), al principio dello «jus soli» (diritto del territorio). L'altro caposaldo prevede che la cittadinanza divenga per lo straniero adulto un processo certo, ricercato e formativo”.
È necessario, infatti, garantire una gestione dei flussi di ingresso “ordinata e tale da evitare l'ingenerarsi nella popolazione residente di allarmismi e di paure”; e, allo stesso tempo, è necessario “impegnarsi nel supportare chi ha deciso di stabilirsi nel nostro Paese e di intraprendere un cammino volto a raggiungere la piena integrazione sociale, civile e culturale”. A ispirare la proposta di legge per quanto riguarda i minori, è la Convenzione europea sulla nazionalità del 6 novembre 1997. Si prevede, pertanto, che “il minore nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno legalmente soggiornante da almeno cinque anni e attualmente residente, possa diventare cittadino italiano, previa dichiarazione di un genitore da inserire «obbligatoriamente» nell'atto di nascita”. Questo, al fine di introdurre “un onere a carico dello Stato a fare sì che il diniego sia consapevole o, da un altro punto di vista, a evitare che l'omissione dell'assenso avvenga per ignoranza della norma”.
Una buona idea, no? Limpida, semplice, ragionevolissima: come si fa a non condividerla?

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