Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

1 giugno 2011

I deputatí a Maroni: «Riapri i Cie alla stampa»
Il Manifesto 1 giugno 2011
Riaprire i Centri di identificazione ed espulsione (Cie) ai giornalisti. In una conferenza stampa tenuta ieri al¬ia Camera dei deputatí, un gruppo di parlamentari ha rilanciato 1'appello promosso la settimana scorsa da un gruppo di giornalisti che si occupano da anni di im- migrazione pubblicato in prima pagina dal manifesto il 23 maggio scorso.
«Non possiamo permettere questa strategia delia censura sui centri, ormai trasformati in vere e proprie piccole Guantana- mo d'Italia», ha detto Jean-Léo-nard Touadi (Pd) annunciando un'interrogazione parlamentare urgente al ministro delTinterno Roberto Maroni sulla decisione di impedire in modo incondizio- nato alia stampa di entrare sia nei Cie che nei Centri per richie- denti asilo (Cara).
Una decisione che il governo ha preso diramando una semplice circolare. Con un'ordinanza dei 1° aprile scorso, il ministero dell'interno ha decretato infatti che «in considerazione dei mas- siccio afflusso di immigrati pro- venienti dal Nord Africa e al fine di non intralciare le attività loro rivolte, l'accesso alie struttüre
presenti sul territorio nazionale è consentito, fino a nuova dispo- sizione, esclusivamente alle se- guente organizzazioni», con elenco a seguire. Una formula- zione che ha provocato la reazione indignata di Roberto Natale. «Ci sembra assurdo che i giorna¬listi siano considerati un intralcio. La formulazione di questa circolare è una violazione dell'ar- ticolo 21 delia Costituzione, che garantisce la libertà di stampa»,
ha detto il presidente delia Fede- razione nazionale stampa italian (Fnsi).
Dal giorno in cui è stata emes- sa questa circolare, ai giornalisti è stato impedito di entrare nei Cie (sia i 13 operanti normal-mente, che i 3 straordinari di Santa Maria Capua Vetere, Palaz¬zo San Gervásio e Kinisia istituiti con un altro decreto il 21 aprile) . Ma il divieto riguarda in modo più ampio tutti «i centri per im¬migrati», come specifica in mo¬do vago la stessa circolare. Anche i Cara e i cosidetti Cai (centri di accoglienza e identificazio- ne), come ad esempio la tendo- poli di Manduria (in provinda di Taranto) sono preclusi alia stam-pa. Una decisione tanto più difficile da capire in quanto all'inter- no di queste strutture non ci sono immigrati in attesa di espulsione ma richiedenti asilo che non sono soggetti a limitazione delia libertà di circolazione, ma possono anzi uscire dai centri quando vogliono.
«Questa limitazione créa mol-to sospetto», ha sottolineato Giuseppe Giulietti, deputato dei gruppo misto e portavoce di Articolo 21, «associazione per la di- fesa delia libera informazione». «II governo deve fare marcia indietro. È una questione di trasparenza e di democrazía».




IMMIGRATI: SBARCO DI 932 A POZZALLO, FERMATI 9 PRESUNTI SCAFISTI
Agi 1 giugno 2011
Ragusa, 1 giu. - Nove presunti scafisti sono stati posti in stato di fermo di indiziato di delitto a conclusione delle indagini sul maxi sbarco di 932 profughi a Pozzallo, nella notte di lunedi'. Son accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Poliziotti della Squadra mobile di Ragusa, finanzieri della Sezione Operativa navale di Pozzallo e carabinieri della Compagnia di Modica hanno individuato gli egiziani Mostafa Hassen, 34 anni, Abdarsi Sadek, 26 anni, Mohammed Amensei, 43 anni, e Fouad Zerrouky, 37 anni; gli algerini Chabane Belmehal, 31 anni, Abdelachi Karbash, 30 anni, e Fethi Dob, 29 anni; nonche' Yosri Ben Fateh, marocchino di 30 anni e Ahmed Cherni, tunisino di 25. I presunti scafisti sono stati condotti nelle case circondariali di Ragusa e Modica, a disposizione del sostituto procuratore di Modica Alessia La Placa, con il coordinamento del procuratore Francesco Puleio. Nel pomeriggio di due giorni fa le fiamme gialle di Pozzallo avevano intercettato a 22 miglia da Capo Passero un barcone carico di immigrati in avvicinamento verso le coste iblee, nonostante l'invito a fermarsi. Si era cosi' proceduto all'abbordaggio del peschereccio successivamente trainato fino a Pozzallo. I profughi, tra cui oltre 150 donne e bambini, erano stati sistemati nel cpa dell'aria doganale e nella palestra del campo sportivo, sottoposti in seguito alle procedure di identificazione e fotosegnalamento. Per una cinquantina di loro sono state necessarie le cure ospedaliere.
  I migranti, originari dell'Africa sub-sahariana, hanno raccontato di essere partiti quattro giorni prima dalla Libia e di essere stati intercettati, quando erano in acque Sar maltesi, dalle motovedette dell'isola dei cavalieri che si sono limitate a dare un po' d'acqua e qualche salvagente, facendo proseguire la navigazione verso l'Italia: un atteggiamento che ha provocato nuove polemiche i due Paesi. (AGI) Mrg




Sbarco nel Ragusano Scontro con Malta
Corriere della Sera 1 giugno 2011
Nuovo scontro diplomático con Malta dopo lo sbarco di ieri di 912 migranti libici nel Ragusano. I migranti, tra i quali 129 donne e 30 bambini, hanno detto di essere stati awicinati lunedi pomeriggio dalle motovedette maltesi, che si sarebbero limitate a rifornirli di salvagente.




IMMIGRATI: MARONI, AD OGGI OLTRE 42 MILA ARRIVI SU NOSTRE COSTE
Asca 31 maggio 2011
Roma, 31 mag - Ad oggi, dopo la ripresa degli sbarchi, e' di oltre 42 mila il numero di arrivi di migranti sulle nostre coste. Il dato aggiornato e' stato fornito dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni che ha riferito sulla situazione-immigrazione nel corso di una audizione al Comitato parlamentare Schengen. Dal 5 aprile ad oggi, ha poi detto il responsabile del Viminale, dalla Tunisia ci sono stati ''pochissimi sbarchi'' mentre 908 clandestini sono stati gia' rimpatriati in Tunisia. Maroni ha, quindi, riferito che gli accordi con la Tunisia funzionano benissimo e che anche l'Egitto ha chiesto all'Italia ''di contribuire a ricostruire le proprie forze di polizia'' attraverso l'invio di auto, mezzi vari e organizzando corsi di formazione per il personale locale. Per quanto riguarda, invece, la Libia si registra un flusso di arrivi ''continui'' nelle ultime settimane ed il numero di sbarcati, da inizio anno, ha ormai superato le 18 mila unita'. Per lo piu' si tratta di profughi provenienti da eritrea e somalia. Il ministro ha poi fatto il punto sul dispositivo di accoglienza rivelando che, ad oggi, sono circa 18 mila i richiedenti asilo a fronte di un Piano nazionale, predisposto con gli enti locali, che giunge fino a 50 mila posti per l'accoglienza. ''Quindi - ha concluso Maroni - c'e' ancora un buon margine anche se speriamo che cessino gli arrivi''.




La Toscana paga l'affitto agli immigrati
Il Giornale 1 giugno 2011
Pare proprio che la Regione Toscana abbia precorso le parole dei leader dei Sei, Nichi Vendola («Abbracciamo i fratelli rom e musulmani»), pronunciate a Mila¬no alia festa per Pisapia sindaco. II gover- natore toscano Enrico Rossi ha concesso 2.500 metri quadratiin via Slataper a Firen- ze, fino a pochigiorni fa sede di uffici regio- nali. Da ieri ci sono 70somali, eritrei,etiopieliberiani.Tuttipresuntirifu- giatipolitici e richiedenti asilo. II consiglie- re regionale dei Pdl, Giovanni Donzelli, ha provato a entrare per capirne un po' di piü. E ha visto bambini che dormono per terra nello sporco, fornelli improwisati, bagni senz'acqua. Poi è stato respinto dai mili- tanti dei Movimento lotta per la casa. E pensare che per questo «hotel» la Regione paga 30mila euro al mese. È proprio vero che Vendola docet.





Nosiglia frena sulla moschea "Servono prudenza e garanzie"
La Repubblica Torino 1 giugno 2011
Diego Longhin
"MOSCHEA? Sì, ma a piccoli passi". L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, frena sui luoghi di culto islamico. Una presa di posizione mentre sotto la Mole da mesi si lavora  -  il progetto ha già avuto il via libera di Palazzo Civico  -  alla nuova moschea di via Urbino. Un centro islamico, finanziato in parte dal governo del Marocco, che dovrebbe sostituire la sala fatiscente di corso Vercelli e contro cui si è scagliata la Lega Nord con un ricorso al Tar. "La libertà religiosa esige che ogni comunità possa avere luoghi di culto adeguati ma bisogna prima superare da un lato l'ingenuità che costruire una moschea sia come costruire una chiesa, e dall'altro il pregiudizio che, inevitabilmente, colpisce la comunità locale nel momento in cui si decide di realizzarla", sottolinea Nosiglia dopo l'apertura dei lavori del Consiglio della conferenza episcopale d'Europa, che riunisce i delegati per i rapporti con i musulmani a Torino fino al 2 giugno.
All'ombra della Mole sono undici le sale di preghiera per i musulmani e secondo l'arcivescovo una moschea "non si può fare dall'oggi al domani" ma richiede un percorso nel quale "si dovranno avere garanzie su come funzionerà, anche perché ci sono tanti Islam, ed è necessario che il sistema venga inquadrato nella nostra Costituzione".
Nosiglia, appena insediato, aveva dato il suo benestare alla nuova sala di via Urbino, ma senza minareto. Bisogna tenere conto della "sensibilità della gente che bisogna accompagnare in un percorso di conoscenza dell'Islam". Una decisione, quindi, che non deve essere calata dall'alto, ma "accompagnata".




Immigrati allo sportello per offrire integrazione
La Repubblica Milano 1 giugno 2011
Zita Dazzi
Una rete di sportelli promossi dalle comunità straniere di Milano per aiutare l'integrazione nei quartieri più multietnici della città. È il progetto sperimentale che il Servizio immigrazione del Comune, diretto da Giancarla Boreatti, ha varato pochi giorni fa, con uno stanziamento di 383mila euro per 12 mesi di interventi in tutte le zone cittadine a favore di diverse fasce di popolazione straniera, dai bambini agli anziani. Un progetto lungamente meditato negli uffici comunali che si occupano di immigrati e che sosterrà gli interventi di nove diversi enti no profit legati ad altrettanti gruppi etnici e comunità nazionali, che si occuperanno di aiutare donne e bambini, giovani in cerca di lavoro e imprenditori che devono avviare la propria azienda, persone che non conoscono l'italiano o che vogliono imparare l'arabo, studenti e disoccupati. Tutti stranieri, ovviamente.
L'assessore (uscente) alle Politiche sociali Mariolina Moioli ha voluto un bando che, da una parte mettesse a disposizione una media di 45-50mila euro per un anno per ogni ente impegnato sul territorio, ma che contemporaneamente aiutasse le associazioni a imparare a gestire il progetto e il relativo bilancio anche dal punto di vista contabile. Per questo è stato coinvolto nel piano anche il Ciessevi, il centro servizi per il volontariato della provincia di Milano, che seguirà passo passo gli enti finanziati dal Comune per valutare l'efficacia dei progetti e per tenere d'occhio che anche la parte burocratica e formale sia senza ombre e senza errori. "Vogliamo creare una rete di enti - spiega la dirigente del settore Adulti in difficoltà, Paola Suriano - che si aiutino fra di loro e che diventino un reale motore di integrazione nei quartieri, anche per il futuro, invece di distribuire soldi a fondo perduto, che non producono risultati nel tempo".
Su una trentina di associazioni che si erano candidate per avere i fondi, ce l'hanno fatta solo quelle che hanno partecipato al bando ottenendo il punteggio più alto per completezza e qualità del progetto, oltre che per i requisiti tecnico organizzativi. Promosso dunque il progetto dell'associazione "I colori del mondo" (via Besana 6, Inzago) legata alla comunità filippina, che farà sostegno extrascolastico agli studenti; L'associazione culturale peruviana "Liga sportiva sudamericana" (via Mazzini 26) organizzerà tornei sportivi al Corvetto; l'associazione "Alqafila Onlus" (via Candiani 117) proporrà corsi di lingua per la comunità magrhebina; l'associazione "Sunugal" (via Casati 33/A) farà attività di aggregazione per la comunità africana in zona Porta Venezia; l'"Aipel" (via Abetone 18), associazione imprenditoriale, si occuperà di professionisti e piccoli imprenditori che vogliono avviare una propria attività; l'associazione dei connazionali e degli amici della Repubblica Ceca (via Morgagni 20, presso il consolato) organizza corsi di educazione civica come l'associazione dei romeni (via Giovagnola 15/B); la "Compagnia africana" di via Gramsci 44, invece, farà attività culturali e spettacoli; l'associazione "Insieme per l'istruzione e la formazione dei giovani" (via del Turchino 25), vicina alla comunità egiziana, terrà corsi di arabo e di italiano, in zona Calvairate.




False assunzioni per favorire l’immigrazione clandestina, 18 arresti
Marsicanews.it 1 giugno 2011
Sono in tutto 18 le persone arrestate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nove in carcere ed altrettanti ai domiciliari. Secondo l’accusa gli arrestati facevano risultare false occupazioni lavorative in cambio si ingenti somme di denaro. In alcuni casi, i cittadini stranieri, soprattutto marocchini, sono arrivati a pagare fino a 9mila euro.
Dietro le sbarre sono finiti Paolo Di Carlo, 62 anni, e Costantino Lucarelli (57) che svolgevano il ruolo di mediatori ad Avezzano, Sonia Iacoboni (38), sempre di Avezzano, responsabile dell’agenzia di servizi che si occupava dell’aspetto burocratico per i trasferimenti dei clandestini, Luciano Iacovitti (62) di Tagliacozzo, Kasem Abul (37) e Kar Chandar (31), originari del Bangladesh ma residenti ad Avezzano, che si occupavano di procacciare i cittadini stranieri bisognosi del permesso di soggiorno.
In carcere anche Benedetto Di Maggio (38), Mario Chicarelli (72) e Antonello Ferreri (27), tutti imprenditori avezzanesi accusati di favoreggiamento alla permanenza illegale di clandestini sul territorio nazionale.
Le richieste di custodia cautelare, sono state eseguite dal sostituto procuratore David Mancini e disposte dal gip del tribunale Marco Billi.




Senza immigrazione le nostre città si svuoterebbero
pensiero.it 1 giugno 2011
Pediatri di strada è ora disponibile nel formato e-book. Come sono cambiate negli ultimi anni le storie degli immigrati che arrivano nell’ambulatorio nel centro storico di Genova? È cambiato qualcosa nel vostro modo di saper fare i pediatri di strada?

Sono molto cambiate. L'ondata migratoria femminile delle badanti provenienti dall'Equador e da altri Paesi dell'America Latina ha prima rallentato e poi quasi cessato. Chi si è stabilizzato in Italia ha preferito le periferie al centro storico. In quei quartieri ha regolarizzato la posizione propria e dei figli, usufruendo di servizi ASL, oppure utilizza, se il permesso di soggiorno scade, servizi sempre pubblici finalmente disponibili anche per i clandestini. Il centro storico si è riempito di islamici e rumeni; i primi senza permesso, i secondi cittadini comunitari senza sanità pubblica. Il calo del numero di visite pediatriche da 2500 all'anno a 1600 circa è compensato dall'aumento di chi chiede cure odontoiatriche gratuite, spesso regolare, ma senza soldi per pagare un dentista. Molti ricorrono anche all'oculista, regolari o meno, perché sono talmente lunghe le attese che preferiscono venire da noi volontari.

Secondo la dottoressa Maria Rosa Sisto “considerata la diffusione capillare della medicina e pediatria di famiglia, che raggiungono indiscriminatamente tutta la popolazione che vi accede, andrebbe colta la possibilità di una integrazione sociale e culturale praticabile già nei nostri ambulatori, sistemi integranti e favorenti la convivenza civile fra adulti e bambini di ogni etnia”. Che ne pensa?

I servizi dedicati ai bambini devono restare separati da quelli degli adulti, prevedere aree di gioco, accoglienza, educazione, lettura, gestite da personale formato almeno nell'abc della pedagogia. Questo dovremo fare nei servizi pubblici e di volontariato, favorendo il gioco tra cinesi, indiani, latini, rumeni e tra qualunque bambino di qualunque altra provenienza. Le donne italiane fanno pochi figli, gli italiani di domani sono figli di immigrati che sostituiranno noi. Se non sappiamo curarli e farli interagire, creiamo un disagio sociale alle future generazioni che sarà pagato molto caro. Solo l'imbecillità dello xenofobo e la sua ignoranza non lo mette in grado di fare 4 calcoli di aritmetica tra numero di morti e numero di nati. Se ci prova, si convince che senza immigrazione e filiazione del nuovo proletariato di immigrazione, le nostre citta si svuoterebbero.

Un concetto di cui si sente parlare spesso è quello di empowerment. All’11esimo congresso della SIMM si è discusso di empowerment delle comunità straniere, cioè di “adottare interventi per mettere queste persone nella condizione di tutelarsi in modo autonomo e di autoaffermare i propri diritti”. Un traguardo raggiungibile?

Proprio questo è il punto cruciale. Dobbiamo permettere a tutti i nuovi italiani di tirar fuori risorse proprie da mettere in condivisione con quelle nostre, per creare sistemi innovati, interculturali, attenti ai vantaggi e svantaggi, rischi e benefici, risparmi e sprechi. Molto da fare e inventare con l'energia di chi crede alla civiltà di un welfare che sa rinnovarsi ed accogliere sfide, generazione dopo generazione.

In un’intervista che aveva rilasciato a Va’ Pensiero cinque anni fa alla domanda “Se le chiedessero di partecipare a un confronto, sulla falsariga dei confronti tra politici di questi giorni, chi le piacerebbe trovare seduto dall'altra parte?” aveva risposto gli assessori alla sanità della Regione Emilia e della Toscana, e Rosy Bindi. Oggi chi le piacerebbe trovare seduto dall’altra parte?

Vendola, che di Sanità capisce poco e niente, visti i risultati delle sue Puglie. De Magistris che di Sanità si dovrà ben occupare partendo dall'igiene della sua Napoli. Pisapia che di Sanità si deve occupare per forza visto che Milano è polo nazionale di sanità fatta di business e aggregazioni cattoliche in competizione con le laiche. Sarebbe un talk show di prima serata che andrebbe agli onori della cronaca perché sono molte le domande che avrei pronte per ciascuno di loro. Ovviamente resta Rosi Bindi, l'unica che la Sanità pubblica ha dimostrato di saper difendere perfino contro lo strapotere vaticano, il che, per lei, è stato davvero impegnativo.




Immigrati. Iscrizione anagrafica e potere normativo Sindaci: sentenza Tar Lombardia
Immigrazione.aduc.it 1 giugno 2011
Claudia Moretti
Grazie ad una segnalazione pervenutaci dalla Redazione del “Forum Cittadini del Mondo R.Amarugi” di Grosseto, abbiamo approfondito la recente sentenza del Tar Lombardia, la n. 1239 del 13 maggio scorso, in materia di iscrizioni anagrafiche dei cittadini extracomunitari e comunitari.
La sentenza è particolarmente interessante perché, oltre a ristabilire la corretta interpretazione delle norme in materia di immigrazione e in materia di diritto di stabilimento dei cittadini comunitari, affronta in modo diretto la questione dei poteri ordinatori del Sindaco, delineandone limiti e presupposti.
Il caso è quello del Comune di Seregno, il cui Sindaco, con l'intento di restringere il fenomeno delle aumentate iscrizioni anagrafiche di stranieri (Ue e extra Ue), ha emesso un'ordinanza, in data 12 ottobre 2010, riformulata poi il successivo 12 dicembre, con la quale ha posto severi e nuovi limiti alla possibilità di registrarsi allo Stato civile del proprio paesino. Come? Arrogandosi poteri normativi-innovativi abnormi in materia igenico sanitaria e di pubblica sicurezza, nonché invocando la piena attuazione, a suo dire, del pacchetto sicurezza (l. 94/2009) sull'idoneità alloggiativa. Questi i contenuti dell'ordinanza sindacale (ormai rimossa):
1. Al cittadino straniero extracomunitario che avesse in corso una procedura di rilascio o rinnovo del pds o della carta è inibito di iscriversi all'anagrafe del proprio comune, senza una dimostrazione relativa ai redditi e altri oneri probatori.
2. Al cittadino comuntario è inibito iscriversi nei registri anagrafici se non prova di possedere redditi superiori ad una certa soglia individuata.
3. Al familiare extracomunitario di cittadino comunitario, è inibita l'iscrizione fintanto che non abbia ottenuto dalla  Questura la Carta di soggiorno ex art. 10 della legge 30/2007 in materia di diritto di stabilimento dei comunitari.
Il Tar lombardo ha annullato l'ordinanza ritenendola viziata per numerosi motivi, ed affermando i seguenti principi di diritto e di giustizia sostanziale.
In primo luogo, il Tribunale chiarisce come il Sindaco non abbia alcun potere normativo/innovativo in merito all'iscrizione anagrafica degli stranieri e comuntari, trattandosi di materia di esclusiva competenza statale, secondo il dettato dell'art. 117 della Costituzione. Spetta al Sindaco solo il potere di “gestire” e “applicare la legge” nazionale ed europea.
In secondo luogo, appare chiaro all'estensore della sentenza, come non si verta, nel caso di specie, in situazioni di pericolo per l'igene, l'incolumità o la sicurezza pubblica o urbana locale che potrebbe legittimare un intervento ordinatorio eccezionale del Sindaco. Infatti, quale situazione di pericolo mai può derivare dall'iscrizione anagrafica negli appositi registri? E soprattutto, perché mai il problema del Comune di Seregno avrebbe un carattere “locale” specifico, diverso dal resto d'Italia, tale da giustificare l'intervento in questione?
In terzo luogo, e nel merito, il tribunale esclude che possano essere imposti aggravi nelle procedure amministrative di iscrizione per gli stranieri, ovvero trattamenti discriminatori quali la mancata accettazione da parte dello straniero, dell'autocertificazione prevista, ad esempio, per certificare i redditi.
Nel dettaglio e sui singoli punti sopra individuati, il Tar afferma che lo straniero extracomunitario, se “regolarmente soggiornante” è equiparato in tutto e per tutto al cittadino italiano nelle pratiche di iscrizione anagrafica. Lo straniero comunitario, non dovrà, invece, ad avviso del tribunale, certificare redditi superiori ad una soglia prefissata per legge o per altro atto normativo, dal momento che la direttiva UE (di cui la legge 30/2007 è mera attuazione), esclude ogni automatismo e rinvia la decisione sull'iscrizione anagrafica a valutazioni in concreto relative al soggetto richiedente. I suoi familiari extracomunitari, infine, non devono attendere la carta di soggiorno (che spesso viene rilasciata in ritardo dalle Questure), ma possono ottenere l'iscrizione anagrafica presentando la richiesta di iscrizione del familiare comunitario, il documento di identità e il documento che attesta la parentela.




Belviso: "Rifiuti tossici sotto la Barbuta sospesi lavori per il campo rom"
La Repubblica Roma 1 giugno 2011
L'amministrazione capitolina ha deciso di avviare una capillare bonifica del territorio, sia all'interno dell'area sia nelle zone limitrofe. "Durante le operazioni per l'ampliamento del nuovo campo della Barbuta" ha affermato l'assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso "sito che ospiterà uno dei villaggi attrezzati previsti dal piano nomadi di Roma, è stata rinvenuta nel sottosuolo una discarica di rifiuti speciali altamente tossici e pericolosi. Per questa ragione l'amministrazione capitolina ha deciso di avviare una capillare bonifica del territorio, sia all'interno dell'area dove sorgerà la Barbuta sia nelle zone limitrofe, per garantire ai cittadini residenti una piena sicurezza ambientale e una maggiore tutela per la loro salute". "Solo durante le operazioni di intervento, iniziate più di mese fa - prosegue Belviso - gli operatori del dipartimento tutela ambiente e del verde si sono resi conto di quanto il sito fosse gravemente contaminato. A tal proposito l'amministrazione ha previsto l'avvio dell'accurata bonifica della zona. Di conseguenza i lavori di realizzazione del campo riprenderanno non appena l'area sarà messa in sicurezza e resa nuovamente accessibile".



Manduria, il campo si riempie di nuovo da Lampedusa arrivano 1450 profughi
La Repubblica Bari 1 giugno 2011
Una carovana di 29 pullman e con a bordo 1450 profughi  è arrivata questa mattina al centro di accoglienza di Manuria. Gli immigrati sono sbracati dalla motonave Flamina, alla stazione navale tarantina del mar Grande.
Dopo i primi soccorsi, i profughi sono stati trasferiti al centro di accoglienza di Manduria che fino a questa mattina era vuoto. Gli immigrati sono in prevalenza sub-sahariani (pakistani e indiani). Tra loro ci sono anche 122 donne e 27 bambini.
Dopo l'atto di identificazione che avverrà in giornata nel CAI di Manduria, gli ospiti della tendopoli tarantina saranno smistati nei prossimi giorni nelle strutture disponibili nelle diverse regioni.




Scaduta l'assegnazione dei posti letto sgomberati dai servizi sociali
La Repubblica Bologna 1 giugno 2011
I loro effetti personali, recita l'ordinanza, sono stati rimossi "dai locali loro assegnati". Quattro immigrati che vivevano nella residenza "San Donato" di via Quarto di sopra sono stati sfrattati perché l'assegnazione dell'alloggio era scaduta da tempo, da ottobre scorso. La residenza ha "come finalità l'accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale o con status riconosciuto", si precisa nel testo dell'ordinanza del coordinamento Sociale e Salute, e affidata in gestione dall'Asp Poveri Vergognosi al consorzio Arcolaio. Il provvedimento, apparso oggi sull'albo pretorio municipale, è stato notificato anche all'assessore Frascaroli.




IN SCIOPERO CON I DETENUTI
Terra 1 giugno 2011
Patrizio Gonnella
In molte carceri, in giro per l'Italia, i detenuti hanno iniziato un coraggioso sciopero della fame. E lo stanno facendo in solidarietà allo sciopero della fame per la democrazia e l'amnistia di Marco Pannella. Il loro è un atto non violento di coraggio. C'è chi sciopera per l'amnistia, chi più genericamente contro il sovraffollamento, chi perché deve dividere una cella con decine di persone, chi perché la sera dopo le 22 manca la guardia medica. Tutti scioperano perché in carcere si vive male, molto male. Si vive spesso trattati non da uomini. Alla loro protesta, assolutamente pacifica, risponde il silenzio, finora assordante, dei media e delle istituzioni. Eppure si tratta di circa tremila persone detenute - da Roma a Sanremo, da Imperia a Trani, da Ancona a Lanciano - che protestano contro condizioni di vita carcerarie indegne. Marco Pannella nel riproporre l'amnistia ha parlato di atto di giustizia sostanziale. Ha ragione: il carcere è oggi un luogo di ingiusto internamento dell'eccedenza sociale. Le leggi sull'immigrazione e sulle droghe producono una costosa e ingiusta detenzione. Le galere sono i nuovi ghetti urbani. Per ogni criminale di professione ne trovi almeno cinque che sono finiti in prigione perché poveri di soldi, di studi, di opportunità sociali. Oggi i detenuti sono circa 68mila e i posti letto circa 44mila. Ciò è indecente. Per ripristinare la legalità penitenziaria - ossia tanti detenuti quanti sono i posti letto regolamentari non ci vogliono fantomatici piani carcere e barche di soldi da dare ai costruttori edili (vedasi l'appalto a favore di Anemone a Sassari), ma idee buone. Bisognerebbe ridurre all'osso lo spazio di applicazione della custodia cautelare, decriminalizzare la vita dei consumatori di droghe, depenalizzare del tutto lo status di immigrato irregolare. In questo modo avremmo sicuramente molti meno detenuti. Si può anche prevedere l'amnistia come strumento ordinario di gestione delle carceri e dei tribunali. Far vivere cinque persone in dieci metri quadri è tortura. Per questo è giusto dar voce ai detenuti che scioperano in solidarietà a Marco Pannella. Noi uniamo la nostra voce indignata alla loro protesta.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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