Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

02 novembre 2012

Quell’anno senza «cittadinanza» e l’esempio di Bracciano
Osservatorio Italia-razzismo
l'Unità, 01-11-2012
Il diritto di ottenere la cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori di origine straniera è ancora oggi, nonostante gli auspici di gran parte del mondo politico e istituzionale, un miraggio.
L’attuale legge, infatti, che regola la materia, la 91/92, rimane saldamente ancorata al principio della trasmissibilità per discendenza (il cosiddetto diritto di sangue), e prevede solo in maniera marginale l’acquisizione dello status di cittadino secondo il principio della nascita in un determinato territorio (ius soli).
Quest’ultimo passaggio consiste, per i neo diciottenni stranieri nati e cresciuti in Italia, nella facoltà di presentare la domanda di cittadinanza entro il compimento del diciannovesimo anno di età. Un anno di tempo per sentirsi figli italiani di una generazione di persone immigrate e non più giuridicamente stranieri. Si tratta quindi di un diritto limitato e circoscritto ai pochi che riescono a ottenere tale informazione, attivare la procedura e giungere al riconoscimento. Di conseguenza negli ultimi anni sono stati numerosi gli appelli ai sindaci affinché contribuissero, per quanto di loro competenza, a rendere più accessibile il diritto alla cittadinanza, informando tutti i giovani stranieri che al compimento del diciottesimo anno di età, possono presentare la propria richiesta. Un piccolissimo atto che pure potrebbe risultare prezioso.
Anche se questo sistema, nonostante abbia riscosso il consenso di molti sindaci e sia stato messo in atto in diverse città, potrebbe rivelarsi solo un palliativo se non si arriverà a una riforma della normativa in grado di garantire la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Una modifica, questa, che potrebbe rendere cittadini circa un milione di minori attualmente solo residenti in Italia e nati da genitori stranieri. La necessità di arrivare a una modifica in tal senso è talmente urgente da spingere molti amministratori locali a promuovere iniziative simboliche in tal senso. L’ultima in ordine cronologico è quella realizzata dal Comune di Bracciano che ha deciso di assegnare la cittadinanza onoraria in virtù dello ius soli ai bambini di 6 anni che per ora detengono solo quella dei loro genitori, che italiani non sono. Il motivo che ha spinto il Consiglio Comunale di Bracciano ad approvare una tale proposta è il fatto che quei bambini è come se fossero già cittadini: parlano la lingua italiana, frequentano la scuola italiana con bambini italiani, giocano al parco anche con coetanei italiani e sono quindi costantemente in contatto con la cultura italiana. Un provvedimento simile è stato inoltre inserito nell’ordine del giorno del consiglio comunale di Bologna e sarà discusso nei prossimi giorni.
Per chi ama i ricorsi e i paradossi della storia, si tratta di una situazione simile a quella vissuta dai nostri connazionali emigranti di ritorno dal Brasile o dall’Argentina, che si trovarono ad aver perso la cittadinanza italiana. È, in fondo, anche per loro, che la Legge 91 era stata scritta.



Profughi del Nord Africa: 18 mila gli immigrati ancora nel programma di protezione che scadrà il 31 dicembre.
Gabrielli: “trovare percorso condiviso con le Regioni”.
Immigrazioneoggi, 02-11-2012
Sono 18 mila gli immigrati che il prossimo 31 dicembre, quando terminerà l’emergenza Nord Africa della Protezione civile, saranno messi sulla strada se non si attueranno misure alternative.
A ricordarlo è stato Franco Gabrielli, capo del Dipartimento della Protezione civile, in commissione Diritti umani del Senato che ha dedicato una seduta al tema.
“Entro il 31 dicembre andremo a chiudere tutti gli stati emergenziali, ma questo non significa che le persone si vaporizzeranno”, ha dichiarato Gabrielli auspicando che sia “individuato un percorso con le Regioni per trovare insieme delle soluzioni”.
Il capo della Protezione civile ha dichiarato di voler mettere in atto “tutte quelle misure che devono essere costituite sul territorio e che molto dipenderanno dalle risorse disponibili”.
Per Gabrielli sarebbe auspicabile “firmare già a metà novembre l’ordinanza che consente il passaggio di competenze, invece che arrivare proprio all’ultimo giorno della scadenza con tutte le difficoltà del caso". Infatti, alla fine dell’anno cessano tutte le emergenze decretate da febbraio 2011 con i flussi immigratori arrivati dal Nord Africa connessi alla primavera araba, poi le competenze passeranno al Ministero dell’interno. Il flusso ha visto nel corso di un anno e mezzo arrivare in Italia fino a 25.000 cittadini tunisini e 2.000 subsahariani, e ad oggi sono poco più di 18.000 gli immigrati ancora presenti nei centri di accoglienza dislocati nelle varie regioni d’Italia.



Maxiconcorso della scuola: ricorso di una cittadina croata laureata in Italia per aprire il bando anche ai non comunitari.
Il ricorso per discriminazione supportata da Asgi e Rete G2.
Immigrazioneoggi, 02-11-2012
Arrivata in Italia in giovane età, ha frequentato qui tutte le scuole laureandosi con il massimo dei voti all’Università di Roma La Sapienza, non potrà partecipare al concorso, indetto dal Ministero dell’istruzione, per il reclutamento di 11.542 insegnanti perché non ha la cittadinanza.
Per questo N.B. ha deciso di fare ricorso per discriminazione contro il Ministero, sostenuta dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e dalla Rete G2.
“Abbiamo scritto al Ministro perché apra il bando anche ai non italiani – spiega Daniela Consuli, legale della giovane croata – ma non ci è per ora arrivata alcuna risposta. Abbiamo allora fatto ricorso al Tribunale di Roma”. Il bando del concorso sarebbe discriminatorio perché viola le norme sulla Convezione dell’Organizzazione mondiale del lavoro e l’articolo 43 del Testo unico sull’immigrazione: non si può impedire ad una persona di lavorare o partecipare comunque a un concorso solo perché non è italiana.
Per il legale, “questa donna si è formata in Italia. Ed è venuto il momento in cui può mettere a disposizione della collettività le sue competenze e capacità. È contro gli interessi del Paese rinunciare ora al suo contributo”. Nel ricorso si chiede al Tribunale di eliminare il requisito della cittadinanza e di riaprire il bando per permettere alla giovane aspirante insegnante di presentare la domanda e partecipare al concorso.



Immigrati, la musica contro lo sfruttamento la sfida di Sandro nelle campagne di Rosarno
Il "No" allo sfruttamento dei braccianti agricoli nei campi con l'AntischiaviTour, viaggio del musicista francese Sandro Joyeux nelle campagne d'Italia a favore dei migranti. Dal Piemonte alla Puglia, dalla Basilicata alla Calabria. Oggi, 1° novembre. tappa a Rosarno
la Repubblica, 01-11-2012
MARZIA PAPAGNA
ROMA - Le note di una chitarra per dire no allo sfruttamento dei braccianti agricoli nei campi. E' l'AntischiaviTour, il viaggio del musicista francese Sandro Joyeux nelle campagne d'Italia a favore dei migranti. Dal Piemonte alla Puglia, dalla Basilicata alla Calabria. ''Ogni volta - racconta Sandro - mi sembra di essere per queste genti una sorta di saltimbanco, un giullare. E l'idea di regalare a queste persone la possibilità di esprimersi attraverso la musica e il loro dialetto mi piace. Sembra sempre una festa interculturale''.
Il tour trasporta le sonorità raggae e del folk africano nelle tendopoli: spesso si tratta di concerti di fortuna e improvvisati che diventano il mezzo attraverso cui intende denunciare lo sfruttamento del lavoro e le condizioni di disagio dei contadini migranti. Obiettivo: sensibilizzare all'attuazione di politiche sociali che permettano il riconoscimento dei diritti dei migranti al fine di migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro in zone lontane dal comfort delle città. Oggi, 1° novembre. l'Antischiavitour farà tappa nei luoghi della rivolta di Rosarno, poi si sposterà a Reggio Calabria, nel centro della città. Queste sono alcune delle immagini 1 del tour riprese dai telefonini degli extracomunitari






 

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