Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

08 gennaio 2015

L`Ue approva Rutelli: stop ai barconi in Libia
Il commissario all`Immigrazione chiama l`ex presidente del Copasir: «Sono d`accordo»
il Giornale, 08-01-2015
Fabrizio de Feo
Roma Non è più tempo di buonismo,  demagogia e politicamente corretto a  oltranza. Nel giorno della tragedia parigina  e della strage firmata dall`integralismo  islamico, anche a Bruxelles  suona qualche campanello d`allarme,  mentre il governatore di Lombardia  ed ex ministro dell`Interno Roberto  Maroni tuona: «Dopo il massacro di  Parigi Matteo Renzi deve sospendere  l`accordo Schengen sulla libera circolazione,  per evitare passaggio di terroristi  da Francia e Italia».
L` attacco terrorista al settimanale satirico  Charlie Hebdo è «un attacco a tutti noi,  ai nostri valori fondamentali e alle  libertà» dice il primo vicepresidente  della Commissione europea Frans  Timmermans. Condanna scontata,  certo, ma a cui si accompagna una riflessione  iniziata da tempo sul modo  in cui disciplinare in maniera diversa  l`immigrazione senza freni e il traffico  di uomini che diventa accesso incontrollato  e fonte di finanziamento per organizzazioni  collegate al fondamentalismo.  A Bruxelles, ad esempio, non è  passata inosservata l`intervista a il  Giornale con cui Francesco Rutelli invita  l`Europa a «distruggere le barche  gestite dai trafficanti di uomini prima  che imbarchino le persone e prendano  il mare. L`Italia lo ha già fatto negli  anni Novanta, in Albania». Con una  postilla: «L`Ue dovrebbe muoversi per  crimini contro l`umanità e i capi del traffico dovrebbero andare davanti al  Tribunale penale internazionale». Una proposta che suscita interesse in  sede comunitaria e verrà presto approfondita.  Il greco Dimitris Avramopoulos,  commissario Ue all`Immigrazione  e agli Affari Interni, dopo aver letto  l`intervista ha avuto un colloquio con  lo stesso Rutelli e gli ha comunicato di  essere in «assonanza» con le sue proposte.  Perché «la situazione è cambiata  e bisogna adottare nuovi strumenti» e risposte meno convenzionali. Lo  stesso Avramopoulos aveva invocato  nei giorni scorsi, dopo il caso delle navi  di migranti abbandonate a poche  miglia dalle nostre coste, «la necessità  di un`azione risoluta e coordinata di tutta l`Unione». E aveva assicurato che  l`Ue agirà con «impegno e determinazione» per contrastare il fenomeno e  non «porre a rischio vite su navi abbandonate  in condizioni meteo pericolose.  La lotta ai trafficanti sarà una priorità  top per l`Unione». Avramapoulos,  peraltro, potrebbe venire presto in Italia  e affrontare l` argomento con il ministro  dell`Interno, Angelino Alfano. In  sede europea esiste il timore che l` attentato  di Parigi renda il clima incandescente  e l` opinione pubblica possa  identificare il terrorismo islamico  con i profughi provenienti dal Nord  Africa, con l`avanzata dei movimenti  islamofobici. Bisognerà, però, vedere  se lo shock servirà da scintilla per  misure concrete oppure se renderà  più difficile trovare un accordo sulle  nuove regole per richiedenti asilo e  pattugliamento delle coste.
Segnali di attenzione verso la proposta  Rutelli non mancano neppure in  Italia. Nel centrodestra, naturalmente.  Ma anche nel Pd, Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del partito,  apre qualche spiraglio.
I NUMERI
170mila
Gli immigrati sbarcati in totale sulle  coste italiane nel 2014. Il flusso non  accenna a diminuire, nonostante la  stagione invernale e pare che sulle coste libiche ci siano milioni di stranieri  pronti a salpare
62mila
Gli stranieri ospitati nei centri di accoglienza  sparsi per le regioni italiane.  Per gli immigrati sbarcati che soggiornano  nelle strutture sono stati  spesi circa 660 milioni di euro in un  anno
15
I milioni di profughi da conflitti in corso:  l`Europa, e tantomeno l`Italia, non  può accoglierli tutti. Il traffico di queste  persone viene gestito dai criminali  che rischiano di dettare legge agli  Stati



Rifugiati e sfollati. Unhcr: "Sempre più persone in fuga nel mondo"
Il rapporto Mid-Year Trends 2014. “I costi economici, sociali e umani sono sostenuti soprattutto dalle comunità povere, coloro che possono permetterselo di meno"
stranieriinitalia.it, 08-01-2015
Roma 8 gennaio 2015 - Nei primi sei mesi del 2014, altre 5,5 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, facendo registrare un ulteriore aumento delle persone in fuga dalle guerre che infuriano nel mondo, a cominciare da Medio Oriente e Africa . Uomini, donne e bambini sono in parte (1,4 milioni) fuggiti all'estero, divenendo rifugiati, ma per lo più si sono spostati, come sfollati, in altre zone all'interno dei loro Paesi.
A contarli è il nuovo rapporto Mid-Year Trends 2014 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
I siriani, per la prima volta, sono diventati la più grande popolazione di rifugiati sotto il mandato dell'UNHCR (i palestinesi nel Medio Oriente sono infatti sotto il mandato dell’UNRWA), superando gli afghani, che avevano tenuto quella posizione per più di tre decenni. I rifugiati siriani, oltre 3 milioni a giugno 2014, rappresentano ora il 23% di tutti i rifugiati che sono assistiti dall’UNHCR in tutto il mondo. Nonostante siano scesi in seconda posizione, i 2,7 milioni di rifugiati afghani nel mondo rimangono la più grande popolazione di rifugiati di lunga data di cui si occupa l’UNHCR (l'Agenzia definisce una "situazione di rifugiato di lunga data", quando sussiste da almeno cinque anni).
Dopo Siria e Afghanistan, i principali paesi di origine dei rifugiati sono Somalia (1,1 milioni), Sudan (670.000), Sud Sudan (509.000), la Repubblica Democratica del Congo (493.000), Myanmar (480.000) e Iraq (426 mila).
Il Pakistan, che ospita 1,6 milioni di rifugiati afghani, rimane il maggiore paese ospitante in termini assoluti. Altri paesi con una popolazione di rifugiati numerosa sono Libano (1,1 milioni), Iran (982.000), Turchia (824.000), Giordania (737.000), Etiopia (588.000), Kenya (537.000) e Chad (455.000).
Facendo un confronto tra il numero di rifugiati e la popolazione di un paese o la sua economia, il rapporto dell’UNHCR contestualizza il contributo dei paesi ospitanti: in proporzione alla propria popolazione ad esempio, il Libano e la Giordania ospitano il maggior numero di rifugiati, mentre in proporzione all’economia gli oneri sostenuti dall’Etiopia e dal Pakistan sono i maggiori.
A metà anno, sono diventati 13 milioni i rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR, il numero più elevato dal 1996, mentre il totale degli sfollati interni protetti o assistiti dall’Agenzia ha raggiunto il nuovo record di 26 milioni. Dal momento che l’UNHCR assiste gli sfollati interni solo nei paesi dove il governo richiede l’intervento dell’Agenzia, la cifra non include tutte le persone in questa situazione a livello mondiale.
“Fintanto che la comunità internazionale continuerà a fallire i tentativi di trovare soluzioni politiche ai conflitti esistenti e di prevenirne di nuovi, noi ci troveremo ad avere a che fare con le drammatiche conseguenze umanitarie” ha affermato l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati António Guterres. “I costi economici, sociali e umani di assistere i rifugiati e gli sfollati interni sono sostenuti soprattutto dalle comunità povere, coloro che possono permetterselo di meno. E’ un dovere incrementare la solidarietà internazionale se vogliamo evitare il rischio che sempre più persone vulnerabili vengano lasciate senza un adeguato sostegno”.



Caos a Grottarossa, lancio di petardi contro un centro di accoglienza: scoppia la protesta degli immigrati
Il Messaggero, 08-01-2015
Marco De Risi
Qualcuno, verso mezzanotte e mezza, ha lanciato dei petardi all’interno di una casa famiglia su via di Grossarossa, sulla Cassia, che ospita dei minori rifugiati politici.
Un fatto che ha avuto come conseguenza una protesta antirazzista improvvisata dai ragazzi del centro che hanno manifestato sulla strada gridando la loro rabbia. Trambusto fra i residenti che si sono rivolti alle forze dell’ordine.
«Abbiamo sentito dei boati spaventosi - commenta un cittadino che ha anche telefonato al giornale - e poi il rumore di persone che fuggivano».
Sul posto sono intervenuti alcuni equipaggi della polizia. Sono gli agenti del commissariato Flaminio Nuovo che si occupano del caso. E’ possibile che si tratti dell’ennesimo episodio di violenza contro gli immigrati nei quartieri romani. «Già in altre occasioni - questo il commento di uno dei responsabili della casa famiglia - è successo la stessa cosa». Pochi giorni fa, appunto, qualcuno aveva lanciato dei petardi nelle finestre del centro di via di Grotta Rossa.
A protestare, stanotte subito dopo l’aggressione, una trentina di immigrati, stanchi di essere bersagliati dagli sconosciuti che hanno lanciato i petardi. Nessuno è rimasto ferito. Sugli episodi è stata aperta un’indagine dalla Procura. La protesta è durata una ventina di minuti, poi i ragazzi sono rientrati nel centro.



Profughi a Milano, scadute le convenzioni per l'accoglienza
Prorogate in via straordinaria. Prima di avere notizie certe su quanto accadrà nel 2015 si dovrà attendere metà gennaio. Intanto il comune indice un nuovo bando per gestire la prima accoglienza alla stazione centrale. Ma durerà solo tre mesi
Redattore sociale, 06-01-2015
MILANO – "Fino al 15 gennaio non avremo notizie". Alberto Senigallia, presidente della Fondazione Progetto Arca, è preoccupato: gli arrivi di profughi alla stazione centrale proseguono, ma la convenzione stretta tra comune di Milano e prefettura per pagare l'accoglienza nei centri milanesi è scaduta il 31 dicembre 2014. La vigilia di Natale, dagli uffici di corso Monforte è stata mandata a Roma una richiesta per proseguire la convenzione, ma fino a metà gennaio non si avranno risposte. Anche i posti previsti non sono sufficienti: solo 550, mentre già ora a Milano ci sono circa mille persone che avrebbero bisogno di questa accoglienza.
Le modalità di permanenza dei profughi in città, per altro, sono ancora le stesse: la tappa di Milano dura giusto qualche giorno, poi si torna in viaggio direzione Nord Europa. Accomunati dallo stesso destino dei siriani anche i profughi eritrei, che fanno base nella zona di Porta Venezia.
Negli ultimi sei mesi al mezzanino della stazione Centrale è stato il Consorzio Universiis di Udine ad occuparsi della primissima accoglienza dei profughi. Da lì, i nuovi arrivati sono stati condotti ai centri d'accoglienza milanesi. Ma anche questa concessione è scaduta con la fine del 2014. Entro il 7 gennaio c'è la possibilità di partecipare al nuovo bando per la gestione di questo servizio. Ma la durata sarà ancora minore: solo tre mesi. Poi si vedrà. (lb)



Moschee a Milano, ecco il bando per la realizzazione dei nuovi luoghi di culto
Il Comune assegna due aree edificabili e un immobile. Più punti a chi utilizza la lingua italiana o promuove il pluralismo religioso, ma anche alle associazioni che hanno il “cappello” del ministero dell'Interno
stranieriinitalia.it, 08-01-2015
Milano - 7 gennaio 2015 – Dopo lunghi mesi di confronti, polemiche e rinvii, pochi giorni prima che finisse il 2014 il comune di Milano ha finalmente partorito il bando per la realizzazione di tre nuovi luoghi di culto in città. Due di questi, salvo improbabili colpi di scena, saranno moschee a disposizione degli oltre centomila fedeli musulmani milanesi, per lo più immigrati o seconde generazioni.
Il bando, che porta la data del 29 dicembre, assegnerà due aree edificabili, 3400 metri quadri in via Marigliano e 5000 metri quadri in via Sant'Elia, accanto al Palasharp, e un edificio dismesso in via Esterle da 1500 metri quadri. Potranno aggiudicarselo associazioni che si sono iscritte a uno speciale albo del Comune e che sono in grado di garantire non solo lo svolgimento delle funzioni religiose, ma anche i necessari interventi di realizzazione e riqualificazione.
Il Comune, come è stato chiaro fin dall'inizio, non finanzierà né la riqualificazione delle aree (in un caso è necessario anche un costoso intervento di demolizione), né la costruzione dei luoghi di culto. Come base d'asta ha però fissato dei canoni d'affitto per le tre aree piuttosto bassi, come succede per tutte le concessioni a fini culturali e sociali: 7600, 10000 e 25000 euro. La durata massima dell'assegnazione sarà di 30 anni, eventualmente rinnovabile.
Ci sono molte cose che faranno guadagnare punti ai progetti presentati, oltre alla sostenibilità economica finanziaria e alla tracciabilità dei finanziamenti. Si va dall'utilizzo della lingua italiana durante l'attività religiosa alle capacità di ulteriori attività sociali e culturali rivolte ai cittadini, passando per la realizzazione di spazi e momenti volti alla promozione del pluralismo religioso.
Un consistente bonus è previsto poi per gli Enti di culto riconosciuti dal ministero dell'Interno, per quelli che hanno sottoscritto la Carta dei Valori della Cittadinanza e dell'Integrazione, per quelli che hanno chiesto l'approvazione dei “ministri di culto” al Viminale e per quelli che hanno frequentato un corso di formazione civica sotto il patronato dello stesso ministero. Tutti "premi" inseriti nel bando dopo una mozione approvata a dicembre in consiglio comunale.
Ogni confessione religiosa non potrà aggiudicarsi più di due aree. Ci sono due mesi per presentare domande e progetti, ma tra la battaglia contro le moschee che il centrodestra è intenzionato a portare avanti e i malumori delle associazioni religiose che si ritengono penalizzate dai requisiti fissati dal Comune, le polemiche non sono certo destinate a finire con la pubblicazione del bando.
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Comune di Milano. Avviso pubblico di selezione per l'assegnazione in uso di immobili di proprietà comunale, per il loro utilizzo per finalità religiose e ulteriori attività sociali e culturali

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