Saleh Zaghloul

Il nuovo segretario del PD, Matteo Renzi, ha incluso la riforma dell'immigrazione tra i punti da
inserire in un patto di coalizione tra i partiti che sostengono l'attuale governo. Si tratta di un’occasione importante per l’introduzione di nuove politiche capaci di integrazione, di ampliare i diritti civili e di cittadinanza per dare ai migranti la possibilità di aumentare il loro già importante contributo allo sviluppo sociale, culturale ed economico dell’Italia. Si deve puntare sul fatto che i migranti si sentano cittadini italiani attraverso la valorizzazione delle loro diversità etniche e religiose.    

Si dovrebbe partire dall’introduzione del diritto al voto per gli immigrati regolari e dalla riforma della legge di cittadinanza: tutti coloro che nascono in Italia da genitori immigrati che qui vivono stabilmente dovrebbero ottenere la cittadinanza. I termini necessari alla presentazione della domanda vanno riportati da dieci a cinque anni di “soggiorno” e non più di “residenza” (spesso occorrono fino a dieci anni di soggiorno regolare per accumulare cinque anni di residenza), l’acquisizione della cittadinanza non dovrebbe essere vincolata al reddito, per non escludere i meno garantiti, e il rigetto delle domande deve essere esplicitato in maniera argomentata e trasparente. Per i coniugi di cittadini italiani, regolarmente soggiornanti in Italia da un certo numero di anni e senza pendenze penali, andrebbe introdotto un meccanismo che garantisca automaticamente questo diritto. I tempi di risposta alla domanda di cittadinanza sono di circa tre/quattro anni: andrebbero ridotti e andrebbe introdotto il principio del silenzio-assenso. Fare tutto il possibile perché la concessione della cittadinanza non resti un atto discrezionale.

Molta attenzione va dedicata alla regolarità dell’ingresso: rilascio di visti di ingresso per ricerca lavoro e visti d’ingresso per motivi umanitari (corridoi umanitari) per i richiedenti asilo; alla lotta contro il lavoro nero dei migranti: attraverso il consolidamento della regolarità del soggiorno, allungando la durata dei permessi (abolendo la tassa sui permessi ritornando ai costi precedenti), sciogliendo ogni legame tra contratto di lavoro e permesso: non si deve perdere il permesso di soggiorno quando si perde il (contratto di) lavoro e la durata del permesso di soggiorno non deve dipendere dalla durata del contratto di lavoro; la semplificazione e la promozione dell’ottenimento della Carta di soggiorno a tempo indeterminato.

La regolarizzazione (del lavoro e del soggiorno) è il mezzo più efficace contro il sommerso attraverso piani permanenti di emersione che prevedono il rilascio del permesso di soggiorno al lavoratore immigrato irregolare emerso, anche nel caso di opposizione del datore e di lavoro.

La regolarizzazione deve essere possibile ogni giorno: ad esempio le domande dei datori di lavoro per il nulla-osta e assunzione dovrebbero essere presentate in qualunque momento dell’anno anche prima dell’adozione del decreto flussi e senza esigere il ritorno in patria dell’immigrato per poi rientrare in Italia. Le norme che regolano il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno dovrebbero essere fortemente semplificate.

Contemporaneamente alla riforma, occorre, un provvedimento straordinario che restituisca alla regolarità ed alla legalità le persone che hanno perso il loro permesso di soggiorno negli ultimi cinque/sei anni di crisi per motivi diversi da quelli di pericolosità sociale o di ordine pubblico.

I minori stranieri nati in Italia o che abbiano concluso un ciclo scolastico dovrebbero ottenere almeno la Carta di soggiorno in attesa della riforma della legge sulla cittadinanza che dovrebbe concedere loro la cittadinanza. Paradossalmente, oggi, questi minori perdono facilmente la regolarità del permesso di soggiorno e rischiano l’espulsione.

La condizione dei familiari stranieri di cittadini italiani: non è proprio possibile, come succede oggi,  che i familiare di cittadino italiano risultino molto meno protetti dei familiari di cittadino comunitario rispetto al rischio di allontanamento, con intollerabile discriminazione alla rovescia e devono avere gli stessi diritti alla Carta di Soggiorno.

La riforma dovrebbe affrontare seriamente il problema abitativo (principale ostacolo all’integrazione), l’istruzione (anche universitaria e post universitaria) dei figli degli immigrati e l’accesso al lavoro nel pubblico impiego.

Si potrebbe procedere alla riforma migliorando la legge Turco – Napolitano dopo aver cancellato la Bossi Fini ed il pacchetto sicurezza (Maroni) e dopo una revisione del recepimento di tutte le direttive europee sull’immigrazione per un recepimento diverso, più generoso e più aperto di tali direttive.

.