Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

18 gennaio 2012

Scomparso barcone 55 somali a bordo
Mistero sulla sorte dei giovani migranti
Avvenire, 18-01-2012
PAOLO LAMBRUSCHI

Milano - Giallo nel mare di mezzo, da sabato è sparito nel nulla un barcone con 55 somali al largo delia Libia e si teme una nuova tragedia dell'immigrazione. Nelle acque dei Mediterrâneo méridionale, dove l'anno scorso hanno perso la vita 2000 migranti, sono riprese da Capodanno le partenze verso l'Italia e non si hanno più notizie di un battello che trasportava 39 uomini e 16 donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni, diretti in Italia per chiedere asilo. Si teme sia affondato: prima di interrompere le comunicazioni imbarcava acqua e il motore era rotto. I passeggeri erano arrivati nel paese a ottobre, proprio nelle ultime ore del regime di Gheddafi, in fuga da una Somalia devastata dalle milizie qaediste di A1 Shabaab e dalla carestia. Sabato notte avevano pagato ai trafficanti senza scrupoli 900 dollari per imbarcarsi verso la speranza, sorvegliati da guardie armate. È la quarta partenza di cui si ha notizia dalla Libia da inizio anno, ma le altre tre imbarcazioni sono state salvate. II primo a lanciare l'allarme è stato Aden Sabrie, giornalista somalo che vive a Roma e lavora per la Bbc, il quale ha ricevuto nella mattinata del 14 le segnalazioni preoccupate di connazionali con congiunti a bordo. «Mi hanno telefonato tre somali che vivono in Italia e uno che vive in Norvegia - racconta Sabrie - chiamati con il satellitare da alcuni parenti disperati. Mi hanno riferito che la barca era partita da una località vicina a Tripoli alle tre del mattino, ma dopo nemmeno quattro ore il motore era rotto e la barca andava alla deriva». Anche Sabrie è riuscito a parlare con la barca quel pomeriggio. «Sentivo urla disperate, erano in balia delle onde. Ho chiesto aiuto alla Capitaneria di porto di Palermo che ha domandato le coordinate del battello». Ottenute da Sabrie nel corso di una nuova, drammatica conversazione. «Si trovavano in acque libiche - prosegue il giornalista - quindi gli italiani non potevano salvarli. Ho chiamato la marina maltese, ma neppure La Valletta poteva intervenire».
Ali è un somalo residente in Norvegia con a bordo diversi parenti. È stati lui a mettersi in contatto per ultimo con il satellitare, che dal pomeriggio di sabato ha cessato le trasmissioni, e a dare l'allarme alla marina libica. «Ho riferito - spiega Ali - l'ultima posizione dei naufraghi in balia delle onde, che mi hanno detto di vedere le luci della costa. In serata le autorità libiche mi hanno inviato un messaggio dicendo che non avevano i mezzi per cercarli». Domenica ha suscitato speranze la notizia che i maltesi avevano soccorso altri due gommoni partiti dalla Libia, rispettivamente con 25 e 45 profughi. Ma non era l'imbarcazione che aveva lanciato l'Sos il 14 gennaio. Del mistero si sta interessando l'ufficio di Tripoli dell'Acnur, che ha appena riaperto, ma le speranze di ritrovare i 55 somali, dato il freddo, sono poche. «Ci sono in Libia - avvisa Sabrie - molti profughi subsahariani disperati pronti a partire per l'Ue e trafficanti senza scrupoli che li imbarcano su carrette del mare. Bisogna fermarli o sarà una strage»



Migranti, l'integrazione passa dal web
Avvenire, 18-01-2012  
ROMA. Non solo ordine pubblico. Per favorire il percorso di integrazione, nasce il sito internet - promosso dal governo - per riunire e rendere facilmente accessibili tutte le notizie che risuardano gli immigrati in Italia. II "Portale dell'immigrazione" - www.integrazionemigranti.gov.it - nasce alla collaborazione tra quattro ministeri, le Regioni, i Comuni e il Terzo settore e si rivolge in primo luogo ai migranti, ma anche agli operatori del settore e alle imprese. A presentarlo, presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sono il sottosegretario Maria Cecilia Guerra e il direttore generale immigrazione del Welfare, Natale Forlani. «II portale è frutto di un lungo periodo di gestazione - spiega Guerra - e ha come obiettivo in primis quello di fornire informazioni utili ai migranti e ai soggetti che operano nel settore». II progetto è cofinanziato dal Fondo europeo per l'integrazione di Cittadini di Paesi terzi e si avvale del supporto delle agenzie tecniche Isfol e Italia Lavoro.A coordinarlo è il ministero dei Lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con i ministeri dell'lnterno, dell'lstruzione e dell'lntegrazione. Già online, il portale offre una mappatura dei servizi per I'integrazione offerti su tutto il territorio nazionale sia a livello pubblico che privato, con Pobiettivo - spiega Forlani - di favorirne l'accesso ai Cittadini stranieri. È in lingua italiana, ma alcune sezioni sono multilingue.Ad oggi permette l'accesso a informazioni relative a circa 8 mila servizi, offerti da una rete di 900 tra associazioni ed enti. Oltre ai servizi, il nuovo portale mette in evidenza le più importanti novità sul piano della normativa, delle iniziative istituzionali e delle attività a livello internazionale, nazionale, regionale e locale. Ad arricchire la sezione della documentazione, sei enti di ricerca che svolgono studi mirati
sull'integrazione. Sarà anche possibile apprendere online la lingua italiana. Nei prossimi mesi i Comuni
provvederanno alla mappatura degli interventi di integrazione sociale realizzati sul territorio. A partire da febbraio, poi, il sito si arricchirà di un servizio telefonico erogato dal Formez, che attraverso un numero verde fornirá informazioni in varie lingue.



Partenza in sordina per il “Portale per l’integrazione dei migranti” del Ministero del lavoro.
Il sito, che doveva essere attivo già da maggio 2011 come previsto dal Piano per l’integrazione, è stato presentato ieri in una versione preliminare. Nessuna informazione in lingua straniera né servizi di consulenza on line, anche se per il portale risultano stanziati 1.250.000 euro.
Immigrazione Oggi, 18-01-2012
Fornire agli immigrati, ma anche agli operatori del settore, le più ampie informazioni possibili su apprendimento della lingua italiana e accesso al lavoro, mediazione interculturale e integrazione.
È quanto si propone il “Portale integrazione migranti” del Ministero del lavoro presentato ieri a Roma e on-line nel sito www.integrazionemigranti.gov.it.
Il portale, gestito con il supporto delle Agenzie tecniche Isfol e Italia Lavoro, come si legge nella presentazione del sito, “intende favorire l’accesso a tutti i servizi offerti sul territorio, assicurando una corretta informazione dei cittadini stranieri quale presupposto per facilitare la loro integrazione nella società italiana”.
Il progetto, annunciato come uno dei cardini del Piano per l’integrazione dal precedente governo, è cofinanziato dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi, e nasce sotto il coordinamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con il Ministero dell’interno, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e il ministro della Cooperazione internazionale e integrazione.
“Gli obiettivi – ha spiegato Maria Cecilia Guerra, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali – sono più di uno: avere un ‘luogo’, in cui è possibile avere una concentrazione di informazioni a servizio di una pluralità di soggetti che operano nel settore dell’immigrazione con particolare riferimento ai temi dell’inclusione e dell’integrazione”.
Il sito, che secondo il programma presentato dal Ministero del lavoro il 23 febbraio 2011 avrebbe dovuto aprire entro maggio dello scorso anno, ha però avuto una partenza decisamente in sordina con pochi documenti disponibili e scarse informazioni per gli utenti.
Infatti, più che un portale a servizio degli immigrati, si presenta come uno strumento per gli operatori, una sorta di pagine gialle dell’integrazione, una vetrina di prodotti peraltro già disponibile nei tanti siti istituzionali e delle associazioni: nessuna informazione in lingua e soprattutto totale assenza di un servizio di assistenza e consulenza on line, quello di cui maggiormente hanno bisogno i cittadini stranieri. Come è possibile che con un finanziamento di 800.000 euro del fondo Fei e di 450.000 del Fondo per le politiche migratorie il servizio pubblico non sia riuscito a fare di meglio?
Su questo la sottosegretaria Guerra ha assicurato che il portale “sarà animato e aggiornato continuamente”. “Ci sono ancora cose da completare – ha spiegato – ma abbiamo deciso di aprirlo comunque perché la mole delle informazioni è già molta. Realizzeremo un monitoraggio continuo in modo tale da essere sicuri che il target che ci siamo posti sia raggiunto”.
Per il direttore generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Natale Forlani, il portale sarà uno strumento “per facilitare l’accesso di milioni di persone ai servizi intesi come apprendimento della lingua italiana, possibilità di trovare un posto di lavoro quando lo si perde, servizi socio-assistenziali”.



Riccardi tra gli immigrati di Rosarno: «Qui per dare risposte concrete»
Visita del ministro dell'Integrazione ai container installati dalla protezione civile, dove vivono 150 stranieri
Corriere della sera, 17-01-2012
Mirko Dioneo
NAPOLI - Il ministro Andrea Riccardi, titolare del dicastero della Cooperazione e dell’integrazione, ha fatto visita al campo di accoglienza di località Testa dell’Acqua a Rosarno, in Calabria, dove 150 immigrati risiedono nei container messi a disposizione della Protezione civile regionale.
Riccardi ha scelto di raggiungere la località calabrese accogliendo l’invito del sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e, dopo il suo giro nel campo fra i lavoratori stagionali, ha detto: «Abbiamo accolto l’appello della prima cittadina per renderci conto personalmente della situazione, per capire quali gli interventi da adottare nell'immediato, per dare una risposta concreta alle istanze e alle esigenze primarie dei migranti».
Il ministro ha aggiunto: «Non credo che Rosarno sia una città razzista, sono convinto invece che questa comunità sa cosa vuol dire l'emigrazione e cosa significa bisogni e accoglienza. Penso che qui non ci sia un problema di razzismo e di intolleranza ma che ci siano situazioni di tensione che nascono dalla necessità».
Soddisfatta Elisabetta Tripodi: «Finalmente una svolta anche contro quella informazione che spesso ci ha massacrato, dando un’immagine distorta della realtà. Spero tanto che da oggi Rosarno si levi di dosso questa ingombrante etichetta di città razzista. Ci stiamo adoperando su tutti i fronti per affrontare questa annosa problematica dell’integrazione dei migranti, con l’obiettivo precipuo di tutelare i diritti fondamentali della persona e del lavoratore». Riccardi ha poi proseguito per Reggio Calabria per un incontro in prefettura con diversi rappresentanti istituzionali.



Riccardi: Tendopoli per gli immigrati di Rosarno
La Stampa, 18-01-2012
«Entro la settimana sarà data una soluzione provvisoria ai migranti di Rosarno con una tendopoli nell'area che il sindaco di San Ferdinando ha predisposto». È quanto ha affermato il ministro per l'lntegrazione e la cooperazione Andrea Riccardi, a Rosarno e Reggio Calabria per la questione dei migranti stagionali impegnati nella raccolta degli agrumi nella piana di Gioia Tauro. «Gli immigrati arrivati quest'anno, nonostante la crisi economica, è il doppio degli anni scorsi» ha rilevato il ministro, che si è espresso positivamente sul contatto tra la società civile e il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi. «Ho trovato una società civile vivace» ha detto. «C'è un indubitabile interesse nazionale che restino in Italia gli immigrati che già parlano l'italiano, che già hanno acquisito una professionalità».



Immigrazione, flop delle espulsioni con il reato di clandestinità
Perché non funziona una legge nata per combattere i "clandestini". Cie al livello più basso da quando sono stati istituiti
la Repubblica, 17-01-2012
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - È una macchina che non cammina. Il complesso meccanismo di contrasto all'immigrazione irregolare, fatto di espulsioni, Cie e reato di clandestinità, non gira più a pieni regimi. I numeri sono lì a dimostrarlo. Flop delle espulsioni: oggi solo il 28% dei rintracciati viene rimpatriato, contro il 49% del 2003. Bluff del reato di clandestinità: solo un denunciato su cinque viene espulso dal Paese. Cie colabrodo: col 38% dei trattenuti effettivamente allontanati dall'Italia, si è raggiunto il livello più basso degli ultimi sei anni. E così, salvo periodiche sanatorie, l'esercito degli irregolari ingrossa ogni anno le sue fila.
Un esercito di irregolari. Stando agli ultimi dati Ismu, oggi in Italia vivono e lavorano 443mila immigrati senza permesso di soggiorno. Il loro allontanamento dovrebbe avvenire o direttamente alle frontiere o dopo l'ingresso sul territorio italiano. Che le armi contro di loro fossero spuntate già si sapeva, ma ora una ricerca del sociologo Asher Colombo, pubblicata dal Mulino, scatta una fotografia più completa e aggiornata della situazione. Lo studio "Fuori controllo? Miti e realtà dell'immigrazione in Italia" 1 sfata innanzitutto alcuni luoghi comuni sia sul fronte dell'accoglienza, che su quello della linea dura.
Il Paese delle 12 sanatorie. Si viene così a sapere che il nostro
Paese ha collezionato dalla fine degli anni Settanta a oggi ben 12 sanatorie, regolarizzando 1 milione e 800mila immigrati. Un record? No, rapportate alla popolazione italiana, le nostre sanatorie hanno avuto proporzioni inferiori a quelle della Spagna, Portogallo e Grecia e paragonabili a quelle realizzate in Francia e Austria negli anni in cui questi Paesi erano le destinazioni principali delle emigrazioni di massa. Sul fronte opposto, si scopre come l'aver prolungato (nel luglio 2011) la durata massima di permanenza nei Cie a 18 mesi non rappresenta un'anomalia in Europa, visto che in molti Stati (in testa Gran Bretagna e Svezia) la durata prevista è illimitata. Insomma in materia d'immigrazione, pare che nessun Paese possa dare lezione agli altri.
Il flop delle espulsioni. Ma quello che più emerge dalla ricerca del Mulino è l'inefficacia della macchina italiana dei controlli. Frenano le espulsioni: il loro numero cresce infatti ininterrottamente fino al 2002 (superando quota 44mila), per poi calare e raggiungere poco più di 10 mila casi all'anno. Oggi in Italia solo il 28% dei rintracciati in posizione irregolare viene espulso, contro il 49% del 2003. Un calo dovuto in parte alla sentenza del 2004 della Corte costituzionale, che ha sbarrato la strada ai rimpatri senza un preventivo controllo da parte di un magistrato.
Il bluff del reato di clandestinità. A inceppare la macchina repressiva è anche il nuovo reato di clandestinità. All'elevato numero di denunce (quasi 20mila da agosto 2009 ad aprile 2010), non corrisponde infatti un numero altrettanto elevato di espulsioni. Finora solo un denunciato su cinque ha ricevuto la sanzione dell'espulsione, ma per alcune nazionalità la quota scende ulteriormente. È il caso dei cinesi, ucraini, egiziani, pakistani, ghanesi, ivoriani, per i quali al massimo il 15% dei denunciati ha ricevuto l'ordine di espulsione. "L'introduzione di questo reato  -  scrive Asher Colombo  -  rischia di ingolfare le procure e non ha raggiunto uno degli obiettivi principali che si prefiggeva, quello di accrescere l'efficacia delle espulsioni".
La roulette dei Cie. Infine i Cie: chi viene rinchiuso raramente torna in patria. Nel 2009, quando le espulsioni effettive sono state pari al 38% dei trattenuti, si è raggiunto il livello più basso degli ultimi sei anni. Non solo. I Centri fanno selezione: entrano con più probabilità gli immigrati irregolari facilmente espellibili perché provenienti da Paesi con i quali esistono accordi di rimpatrio di buona qualità. Non solo. C'è anche una lunga lista d'attesa: il numero di domande di trattenimento di irregolari presentate dalle questure che non hanno Cie sul proprio territorio è di gran lunga superiore ai posti disponibili. Dal 2003 a oggi la quota di richieste non evase è stata non solo superiore alla metà, ma pari a tre quarti. Si capisce allora perché l'espulsione in Italia è diventata una sorta di roulette.



Immigrazione: Provincia Trento, soggiorno a profughi Libia
Inviata richiesta a governo
(ANSA) - TRENTO, 17 GEN - La Provincia autonoma di Trento chiedera' al governo di considerare l'ipotesi, come fatto per i cittadini della Tunisia, di garantire il soggiorno regolare dei richiedenti protezione internazionale provenienti dalla Libia.
L'assessore provinciale alla solidarieta', Lia Giovanazzi Beltrami, e' gia' in contatto con il ministero all'Integrazione per sottoporre la questione al ministro Riccardi, informa la Provincia. ''Il rischio di un alto numero di dinieghi alle domande di protezione internazionale rischia di vanificare, in molti casi, gli sforzi profusi sinora per dare a queste persone una speranza di futuro'', dice una nota della Provincia. (ANSA).














 

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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