Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Gli immigrati sulla gru volevano trasparenza Saranno espulsi

l'Unità, 23-11-2010
Italia-razzismo   Osservatorio

Espulsione immediata senza passare dal Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione). Potrebbe essere questa, riassunta in una frase, la sorte di due delle sei persone immigrate che per 17 giorni hanno protestato a 35 metri di altezza, sul braccio di una  gru in un cantiere di Brescia.
Una protesta per chiedere, ricordiamolo, che il meccanismo del permesso di soggiorno sia reso più semplice e chiaro. Una iniziativa che rimanda in ultima istanza all’importanza rivestita dalla regolarità della posizione giuridica per tutte le vicende relative alla vita concreta dell’immigrato in Italia. E, infatti, lo straniero viene riconosciuto socialmente solo se è un lavoratore con documenti legali in mano. L’assenza di questa condizione determina in genere l’oscuramento della persona in quanto tale. E non solo. La riduce a soggetto indesiderato costretto nella marginalità, nella clandestinità o nel Cie. Nel 2009 sono transitate in queste ultime strutture 10913 persone: 4152 delle quali sono state rimpatriate e 3945 sono state rilasciate, al termine del periodo di trattenimento previsto dalla legge, con foglio di via. Gli “ospiti”  vivono in un’angosciante attesa perché, fino all’ultimo istante, non sanno a quale dei due gruppi sono destinati: se a quello dei rimpatriati o a quello dei rilasciati con foglio di via. Alcuni protestano e fanno sentire la loro voce. Altri scelgono di ammutolirsi, cucendosi le labbra con ago e filo. Nel caso più recente, avvenuto nel Cie di Torino, si tratta di sei persone originarie del Maghreb, ma in queste strutture episodi di autolesionismo si registrano di frequente. E quei corpi, mortificati e feriti, certificano quale è lo stato di malessere all’interno dei Cie.
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Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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