Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

05 luglio 2011

 

Pd e Cgil ripartono dai giovani figli di immigrati
l'Unità, 05-07-2011
Saleh Zaghloul 
In questo mese si svolgono due feste dedicate ai giovani figli di immigrati: la prima è organizzata dal Partito Democratico (Cesena, 1-17 luglio), la seconda dalla CGIL (Coltano, Pisa, 14-17 luglio). Molti di questi giovani sono nati in Italia e si sentono italiani ma si scontrano quotidianamente con una realtà che li esclude: e li costringe, ad esempio, alla faticosa odissea del rinnovo del permesso di soggiorno. 
Finita la scuola, tutto sommato isola felice dell’integrazione, grazie solo all’intelligenza di insegnati e dirigenti scolastici, si trovano impossibilitati ad accedere allo studio universitario essendo per lo più figli di lavoratori di basso reddito (quali colf e operai edili). Esclusi come sono, in genere, anche dai più bassi livelli del pubblico impiego, molti di loro sono costretti a fare il lavoro dei propri genitori.
In Italia, infatti, non ci sono adeguate politiche e risorse per l’integrazione e quest’ultima è lasciata alla buona volontà delle persone e delle associazioni. Tra qualche anno, quando la presenza di questi giovani sarà ulteriormente cresciuta, l’integrazione risulterà ancora più difficile. 
Bene fanno dunque PD e CGIL a ragionare sull’immigrazione ripartendo dalle giovani generazioni, dal momento che sono in gioco il futuro della pace sociale e la qualità democratica del nostro paese. Oltre alla necessità di battersi per una riforma che consenta la cittadinanza automatica per i nati in Italia, occorre pensare a politiche (sostenute anche da fondi privati), capace di garantire maggiori possibilità di accesso alla formazione universitaria e post-universitaria per i giovani stranieri. La mobilità sociale degli immigrati è condizione indispensabile per l’integrazione.
  
 
 
PROVINCIA, CORSI DI LINGUA E ASSISTENZA PSICOLOGICA PER IMMIGRATI
la Repubblica, 5-07-2011
Per favorire l'inclusione sociale dei cittadini immigrati la Provincia di Roma ha scelto di puntare sull'integrazione linguistica. In collaborazione con il ministero dell'Interno e la Polizia Provinciale Palazzo Valentini ha varato due progetti dedicati agli immigrati. A Lavinio 75 immigrati, pakistani ed indiani, di cui 25 donne, hanno conseguito l'attestato di frequenza dopo aver partecipato a lezioni di lingua italiana, informatica, educazione civica ed agraria. Molti di loro infatti lavorano nei campi. In totale sono circa 500 gli immigrati che hanno frequentato le lezioni dei corsi organizzati al centro polifunzionale della cittadina sul litorale laziale. Al Cara di Castelnuovo di Porto invece 100 richiedenti asilo stanno ricevendo assistenza psicologica finalizzata a favorire la loro inclusione sociale. Il risultato di queste attivita' e' stato presentato oggi a Palazzo Incontro dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e dal direttore della Polizia Provinciale Luca Odevaine. "In Italia si spende molto per le emergenze legate all'immigrazione, meno per favorire l'integrazione degli immigrati, che possono essere una grande opportunita' per questo paese" spiega Zingaretti. "In questi corsi sono state fornite nozioni per favorire percorsi di cittadinanza - ha aggiunto - ed evitare la marginalizzazione sociale. Gli immigrati hanno studiato i fondamenti di italiano, dell'utilizzo della rete e la nostra Costituzione, per capire quali sono i loro diritti ed i loro doveri di cittadini".
 
 
 
Roma: una settimana di eventi, mostre e film sull’integrazione promossi dalla Provincia.
Fino al 10 luglio una rassegna a Palazzo Incontro per presentare i risultati dei progetti provinciali sull’integrazione.
Immigrazione Oggi, 05-07-2011
Una rassegna con mostre, dibattiti e corti cinematografici per promuovere l’integrazione dei cittadini stranieri.
È l’iniziativa che fino al prossimo 10 luglio la Provincia di Roma organizza a Palazzo Incontro in via dei Prefetti per illustrare due progetti realizzati dall’amministrazione in collaborazione col Ministero dell’interno allo scopo di far imparare e amare la lingua italiana.
Nel Centro polifunzionale di Lavinio 75 immigrati pakistani ed indiani, di cui 25 donne, hanno partecipato a lezioni di lingua italiana, informatica, educazione civica e agraria, conseguendo un attestato di frequenza. Al Cara di Castelnuovo di Porto, invece, 100 richiedenti asilo stanno ricevendo formazione e appoggio psicologico per aiutare la loro inclusione sociale.
“Troppo spesso – ha affermato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti presentando l’iniziativa – negli ultimi anni si è affermato il sillogismo sbagliato secondo cui immigrazione vuol dire violenza. Dobbiamo promuovere politiche intelligenti riguardo i flussi migratori: l’integrazione deve diventare la base per ogni approccio su questo argomento. In Italia si spende molto per le emergenze sull’immigrazione, ma meno per l’integrazione”.
 
 
 
Sempre più immigrati nel Novarese
Oknovara.it, 05-07-2011
NOVARA, 4 LUG – Immigrazione in crescita in tutta la provincia di Novara, tanto che a gennaio 2010 gli stranieri residenti nel Novarese risultano essere 31.898 (15.925 maschi e 15.973 femmine). Rispetto al primo gennaio 2009 si osserva un incremento, in valore assoluto, di 2.716 unità, pari al 9,3%, ancora considerevole, per quanto decisamente inferiore agli incrementi registrati nei due anni precedenti (16,3% e 16,8%). Nel solo capoluogo novarese la percentuale di immigrati ha raggiunto, al 31 dicembre scorso, il 12,48%.
Sono i dati che emergono dal tradizionale Rapporto dell’Osservatorio interistituzionale sull’immigrazione in provincia di Novara, rapporto illustrato lunedì mattina in Prefettura. A parlarne, il prefetto Giuseppe Adolfo Amelio, l’assessore provinciale alle Politiche sociali, Annamaria Mellone, l’assessore comunale al Sociale, Augusto Ferrari e Maurizio Bisoglio, dirigente dei servizi sociali del Comune di Novara. Tra il pubblico, tutte le istituzioni, gli Enti, le realtà interessate e impegnate con gli immigrati (dall’Asl all’Aso, passando per associazioni come la Comunità di Sant’Egidio, e, quindi, per il servizio Immigrazione della Questura).
“Un fenomeno continuo e costante – come ha spiegato lo stesso prefetto Amelio, che ha anche evidenziato – come, ormai, ormai la migrazione nel Novarese sia diventata una migrazione di carattere familiare e legata a progetti a lungo termine. A dimostrare questa affermazione, il fatto che, a oggi, solo il 40% dei titoli di soggiorno prevede un rinnovo annuale. Questo significa che gli immigrati vengono nel Novarese per restare e per entrare a far parte in modo continuativo della nostra comunità, lavorando e integrandosi”.
Negli ultimi otto anni la popolazione straniera in provincia di Novara è triplicata, passando da 10.826 unità del primo gennaio 2003 alle 31.898 del primo gennaio 2010, con ritmi di crescita altalenanti, il cui picco è rappresentato dall’incremento del 38,7%, rispetto all’anno precedente registrato nel 2004.
Tra i Comuni con maggior numero di cittadini stranieri residenti, dopo Novara, Trecate (2.631), Borgomanero (1.902), Arona (1.412), Galliate (1.167), Castelletto (1.026), Oleggio (884), Cerano (726), Cameri (666) e Gozzano (546).
Tra i quartieri di Novara con maggior numero di residenti, Sant’Agabio, con il 25,43% rispetto alla popolazione complessiva di residenti (3.274 stranieri su 12.877 abitanti), il Centro, con il 18,42%, il Nord Est (17,69%), Porta Mortara con il 15,95% e San Martino, con il 14,63%.
Tra i dati emersi quello della crescita dei minori stranieri nelle scuole. Giovani, che, per l’assessore Ferrari e per altri relatori, “sono la vera sfida per il futuro. Una grande occasione per trasformare Novara in un ‘laboratorio di convivenza’”.
 
 
 
Manca l'acqua, braccianti assetati  "Condizioni igieniche disperate"
la Repubblica, 05-07-2011
"Mancano i punti di accesso all'acqua potabile nelle campagne del foggiano e centinaia di lavoratori immigrati sono assetati e vivono in condizioni igieniche disperate". Lo denunciano in una nota i responsabili dell'Associazione nazionale oltre le frontiere (Anolf) di Foggia.
"Chiediamo alle istituzioni competenti - afferma il presidente provinciale dell'Associazione, Diego de Mita - di intervenire tempestivamente, in quanto la situazione è davvero insostenibile, in particolare nel territorio di san Severo". In questa zona, "mentre la maggioranza dei lavoratori è costretta a fare chilometri a piedi per raggiungere un punto di approvvigionamento idrico, per molti altri ciò non è nemmeno possibile e l'unica acqua disponibile è quella non potabile delle fonti di irrigazione dei campi".
 
 
 
Assistenza sanitaria agli immigrati: i mediatori culturali in ospedale, al distretto e al consultorio
Grazie a un accordo siglato tra Ausl e Provincia di Viterbo
Civita News, 05-07-2011
Si chiamano Aoua Ouoguem, Nedir Achmenim, Doinita Dragomir, Kas Zofia e Paola Fanali. Sono cinque mediatori culturali, provenienti tre dalla Provincia di Viterbo e due dalla Ausl di Viterbo, il cui compito è quello di migliorare l’offerta dei servizi a favore dei migranti, in particolare verso le persone con fragilità sociale, con un approccio di stretta compartecipazione tra ospedale e territorio. Un tema, quello dell’accesso ai servizi sanitari da parte dei cittadini immigrati, sempre più di stringente attualità, in considerazione dell’incremento crescente di accessi, anche nelle strutture sanitarie della Tuscia.
Il servizio di mediazione culturale è attivo nel Viterbese già dal mese di maggio grazie a un accordo siglato dalla Ausl di Viterbo e dall’assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Viterbo che consente di dare continuità all’esperienza maturata con il progetto Pass (Progetto per la promozione dell’accesso delle popolazioni immigrate ai servizi socio sanitari e lo sviluppo delle attività di informazione e orientamento socio sanitario). Progetto a cui la Ausl di Viterbo aveva aderito dal febbraio 2009 a ottobre 2010. Grazie a questa iniziativa, sostenuta e finanziata dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali e realizzata dall’Istituto nazionale salute migranti e povertà – ospedale San Gallicano, era stato possibile registrare circa 1000 contatti, in poco più di quattro mesi di attività di mediazione culturale, presso la Cittadella della salute e l’ospedale di Belcolle.
Numeri che avevano manifestato la necessità di trovare le risorse necessarie affinché il servizio potesse continuare ad essere operativo. D’altra parte, il mediatore culturale è un professionista che condivide uno stato di esperienza di migrazione vissuta e che ha intrapreso un percorso di formazione grazie al quale è in grado di effettuare una mediazione non solo linguistica, ma anche culturale. E, molto spesso, il mancato accesso ai servizi sanitari da parte della popolazione immigrata è generato proprio da una difficoltà di comunicazione e da un gap di comprensione dell’altro.
L’accordo siglato tra Ausl e Provincia sarà valido fino al 12 febbraio 2012. I cinque mediatori individuati per il progetto saranno a disposizione degli utenti che ne avranno bisogno presso il Distretto 3 dal lunedì al venerdì, tutte le mattine con due rientri pomeridiani il martedì e il giovedì; presso il Consultorio familiare di Viterbo, dal lunedì al mercoledì mattina; presso l’ospedale di Belcolle, il lunedì pomeriggio e dal martedì a giovedì di mattina. Nella struttura ospedaliera della città dei papi, il supporto professionale dei mediatori culturali è particolarmente richiesto nell’unità del Pronto soccorso e nei Poliambulatori, ma anche nell’Spdc, nella Medicina protetta, nella Pediatria e nell’Ostetricia e ginecologia. Un lavoro strategico che è reso possibile anche grazie al coordinamento garantito dal Servizio sociale del Distretto 3 e, per quanto riguarda l’organizzazione delle attività ospedaliere, dalla direzione sanitaria di Belcolle e dal Saio.
 
 
 
MIGRANTI: PROGETTO'PINK POSITIVE', ACLI SOSTENGONO DONNE UCRAINE
(AGI) - Roma, 4 lug. - Informazione e sostegno alle donne ucraine immigrate in Italia. Sono i due ingredienti del progetto delle Acli 'Pink Positive' i cui risultati saranno presentati domani all'Ambasciata d'Ucraina a Roma.
  L'intervento, cui hanno collaborato anche l'Associazione delle donne ucraine lavoratrici in Italia e il Gruppo consiliare aggiunto di Roma, ha avuto l'obiettivo di aiutare le donne ucraine ad affrontare le 'discriminazioni multiple', ovvero quelle di genere, quelle legate a uno stereotipo sessuale o alla condizione lavorativa e sociale. Anche la presidenza del Consiglio ha sostenuto l'iniziativa con un finanziamento dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni raziali (Unar) del dipartimento per le Pari Opportunita'. Due le sessioni del convegno:'Cittadinanza e valore delle reti istituzionali e sociali: scenari ed evoluzione' e 'Migrazioni di genere e nuove prospettive progettuali. Dall'esperienza di Pink Positive alle ipotesi di lavoro future'.Tra i partecipanti anche l'ambasciatore d'Ucraina in Italia, Heorhii Cherniavskiy, il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, il direttore dell'ufficio Immigrazione del Ministero del Lavoro, Natale Forlani, la consigliera assembleare aggiunta di Roma per l'Europa, Tetyana Kuzyk e la presidente dell'associazione delle donne ucraine lavoratrici in Italia, Svitlana Kovalska. (AGI) .
 
 
 
Lavoratori stranieri. Più infortuni, meno morti bianche
stranieri in italia, 05-07-2011
Dato in controtendenza rispetto agli italiani, tra le vittime sopratutto romeni, albanesi e marocchini. Sono impegnati nei settori più a rischio, spesso non conoscono (o non applicano) le regole della sicurezza. I dati del rapporto annuale dell’Inail
Roma – 5 luglio 2011 - Nel 2010, per la prima volta dal dopoguerra, in Italia ci sono stati meno di mille morti sul lavoro. Dopo il calo record di infortuni del 2009 (- 20,4%) in parte dovuto agli effetti della crisi economica, il 2010 ha registrato un’ulteriore contrazione delle denunce, per un totale di 775.000 complessive, a definitiva conferma del miglioramento ormai “strutturale” dell’andamento infortunistico in Italia.
Lo dice il Rapporto annuale dell’Istituto Nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, presentato oggi. Aggiungendo però che per gli stranieri il 2010 è stato un anno peggiore del precedente: si è passati infatti dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010, con un incremento dello 0,8%.
Proporzionalmente, i lavoratori immigrati si fanno male o muoiono più spesso dei colleghi italiani. Lavorano infatti nei settori più a rischio, come l'edilizia e l'industria metalmeccanica, ma spesso hanno anche una scarsa conoscenza delle regole di sicurezza, oppure, per vari motivi, non le applicano. 
All’ incremento registrato dall’Istat ha contribuito in maniera significativa la componente femminile per la quale si è registrato un aumento del 6,8%, contro un calo dell’1,2% dei maschi. Migliore la situazione per i casi mortali che continuano a diminuire passando dai 144 del 2009 ai 138 del 2010 (-4,2%).
Romania, Marocco e Albania sono, nell’ordine, le comunità che ogni anno denunciano il maggior numero di infortuni sul lavoro totalizzandone circa il 40%. Se si considerano, poi, i casi mortali la percentuale arriva al 48%, in calo rispetto al 2009 quando superava il 50%. 
Più in dettaglio, nel 2010 la Romania risulta prima nella graduatoria sia per le denunce (circa 18.900) sia per i decessi (30 casi). Il Marocco si colloca al secondo posto con circa 16mila denunce e al terzo posto per i casi mortali (12). L’Albania, infine, terza nelle denunce (12.286 casi), sale al secondo posto nella triste graduatoria degli eventi mortali (25 casi).
 
 
 
REGOLA NUMERO UNO: SE NASCI IN ITALIA
SEI CITTADINO ITALIANO 
Livia Turco
l'Unità 2 luglio 2011
L’Italia della convivenza si incontra a Cesena, nella seconda Festa Nazionale del Pd sull’Immigrazione per discutere l’agenda di una società più giusta e più sicura. Sono le donne e gli uomini, soprattutto i giovani, italiani e nuovi italiani che hanno sperimentato la fatica ma anche la bellezza della mescolanza e che vogliono che essa diventi un tratto dell’Italia normale. Dobbiamo imparare a vivere insieme perché mescolati si vive meglio: questo è il messaggio che proponiamo. Imparare a vivere insieme èuningrediente fondamentale della riscossa civica di cui il nostro Paese ha bisogno e che ha cominciato a soffiare con
prepotenza, come dimostrano gli esiti del referendum e delle elezioni amministrative. La vittoria del centro-sinistra in città cruciali del nord come, Milano, Novara, Torino, è anche la vittoria della convivenza e della mescolanza sulla paura. Dice che le forze progressiste devono con determinazione costruire la società della convivenza, combattere la paura con una politica della speranza. C’è già un’Italia della convivenza e a Cesena si esprimerà attraverso i giovani, le donne, i lavoratori, gli imprenditori, gli amministratori locali, i politici, gli scrittori, i cantanti, gli insegnanti, gli animatori sportivi. Questa Italia profonda ma ancora troppo nascosta ci dice una cosa importante a proposito di crisi del multiculturalismo e di modelli di integrazione. Ci dice che la strada per costruire la convivenza è l’adesione a comuniprincipi costituzionali, è quella di persone diverse che si uniscono per fare delle cose insieme, per costruire insieme qualcosa di utile a tutti. Ciò richiede un impegno individuale nel proprio luogo di lavoro, di studio, di preghiera. Erichiede unprogetto e una proposta politica, quella che noi nella prima Conferenza Nazionale del Pdsull’Immigrazione abbiamo chiamato «L’alleanza tra italiani ed immigrati per un’Italia migliore». L’alleanza per una nuova cittadinanza europea, per politiche di co-sviluppo, per la dignità del lavoro, per la scuola di tutti e per tutti, per un welfare per le sicurezze per tutti, per una democrazia inclusiva. In questo contesto assumono grande rilievo le proposte che discuteremo a Cesena per l’Europa, per il lavoro, per nuove  odalità di ingresso, per la scuola interculturale, per come combattere in modo efficace l’immigrazione clandestina, per promuovere politiche di cooperazione allo sviluppo.ACesena diremo NO con tutto il nostro sdegno alle politiche del governo, in particolare quelle che chiudono in carcere gli innocenti. perché  uesto è l’esito concreto del trattenimento fino a 18 mesi di persone che non hanno commesso reatimache sono prive di documenti. A Cesena ribadiremo che chi nasce e cresce in Italia è italiano. Questa è la nostra bandiera, la nostra battaglia, per questo chiediamo fin d’ora che essa sia la prima riforma che verrà varata nella prima riunione del Consiglio dei ministri del futuro governo di centro-sinistra. Anche per questo sosteniamo le proposte di legge di iniziativa  popolare promosse da un largo cartello di associazioni sul diritto di voto amministrativo e per la riforma di cittadinanza.
 
 
 
Contrasti tra condomini Lunedì apre uno sportello
la Nuova Venezia, 19 -01-2011
Rumori, infiltrazioni, spazi in comune, briciole, regolamenti. Sono solo alcune delle cause scatenanti le liti condominiali. Oggi esiste un nuovo modo per mediare il contrasto. Lunedì prossimo, in villa Querini, apre lo sportello gratuito di mediazione abitativa, iniziativa realizzata nell'ambito del progetto «Altrimenti nella città», cofinanziato dall'Unione Europea con l'obiettivo di favorire la convivenza civile e il dialogo tra tutti i cittadini. L'iniziativa è promossa dalla cooperativa Il Villaggio globale e vede come capofila il Comune di Venezia Servizio immigrazione e promozione dei diritti di cittadinanza e dell'asilo, e la partecipazione di altri sei partner nei territori di Venezia e Padova. Lo sportello sarà aperto tutti i lunedì dalle 16.30 alle 19.30 e punterà a proporre un accordo condiviso tra le parti, in caso di conflitti tra vicini di casa. La mediazione abitativa è rapida e gratuita: se le parti non arrivano a un accordo, non perdono i propri diritti, possono quindi intraprendere altre vie. In generale, lo sportello raccoglie segnalazioni di disagi e problematiche, ascolta il cittadini, propone una trasformazione del conflitto/disagio. Per contattare lo sportello, l'indirizzo e-mail è: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , il telefono 346-9507765. (g.cod.)
 
 
 
PRIMA PAGINA - Dallo sportello per la mediazione dei conflitti tra vicini a un nuovo modello di caseggiato solidale
E un condominio, non Babele
Consigli per una buona convivenza. E se non bastano...
Gente veneta, 5 marzo 2011 
Un nuovo sportello attivato nel Comune di Venezia si occupa di mediazione condominiale: un esperto, sentite le parti, si adopera per ricomporre i conflitti tra vicini di casa, motivo del maggior numero di cause civili in Italia. E' lui a spiegare ai lettori di GV cosa si può fare perché i fastidi non diventino liti e non si debba un giorno ricorrere all'avvocato.
Ma esiste un modo diverso di vivere in condominio? L'abbiamo chiesto a un prete e a una coppia, che stanno per dar vita a una nuova forma di
convivenza in un condominio con spazi comuni e aperto al territorio...
Perchè i condomini non siano Babele
Regola numero uno. non negare il conflitto. Che il vicino di casa si nutra di soffritti di aglio o di cipolla riempiendoci la casa di odori molesti, è un dato di fatto E noi siamo furiosi con lui Regola numero due- considerare le emozioni Lui non ci piace, anzi non ci è mai piaciuto Che usasse una cucina pesante e avesse abitudini fuori dall'ordinario, appena visto l'avevamo capito subito Regola numero tre: evitare l'escalation. Anche se lo riteniamo un vero prepotente, non lasceremo che l'acqua del nostro terrazzo allaghi il suo garage, eviteremo di confondere la sua posta con la spazzatura e di scrivere lettere anonime all'amministratore contro di lui.
Utile un mediatore. Per mettere in atto invece la quarta regola, quella per comprendere il punto di vista dell'altro e pensare a soluzioni alternative per risolvere il nostro conflitto, la strada è più lunga. Spesso serve una terza persona per aiutarci a non perdere le staffe, e magari a non finire dall'avvocato. Anche nelle più comuni liti da condominio, può essere utile il Mediatore dei conflitti
E' questa l'idea realizzata da Comune di Venezia. Servizio Immigrazione, Cooperativa II Villaggio Globale e altre realtà a sostegno della convivenza pacifica e del bene comune Da circa due mesi è infatti aperto lo "Sportello di mediazione abitativa", un punto d'ascolto per condòmini e amministratori esasperati, gratuito, per la gestione delle controversie di vicinato Doppia ragione. «Gran parte delle cause civili a livello nazionale partono proprio da conflitti tra vicini di casa Oltre ad avere tempi molto lunghi, hanno costi impegnativi per le parti e molte volte non arrivano a una vera soluzione», spiega Fulvio Bizzarini, operatore del Villaggio Globale presso il nuovo sportello «Spesso nelle cause o si stabilisce che uno dei due ha ragione, oppure finisce che non ce l'ha nessuno, e si torna a casa con del rancore e una convivenza tutt'altro che pacifica La mediazione intende invece valorizzare il fatto che si possa avere ragione entrambi, cercando di raggiungere una soddisfazione per tutti 1 contendenti»
Casi risolti. Tra i casi già capitati allo sportello si annoverano liti causate da differenze di età, di cultura o di abitudini, come i rumori che infastidiscono, la
diffusione di odori per le cucine speziate, 1 mancati pagamenti delle spese condominiali «Alla base di queste liti c'è spesso qualcosa di non detto o di non compreso - continua Bizzarini - soprattutto quando di mezzo ci sono problemi linguistici, come capita nei quartieri ad alta densità di stranieri. Lo sportello mette a disposizione anche i mediatori linguistici della Cooperativa Nova-media. Qualche famiglia può entrare nel nuovo condominio senza sapere che esistono delle spese condomi-mali, oppure decidere di accollarsi il costo di un aspiratore per gli odori, anche solo per tranquillizzare i vicini» Road map. Per chiarire equivoci e contese, la mediazione prevede prima l'incontro tra il mediatore e le due parti separate, una fase cioè di ascolto di persone spesso esasperate per farne emergere interessi, bisogni, valori ed emozioni; ma anche e soprattutto gli elementi che possono alimentare o placare il conflitto hi un secondo momento avviene invece il confronto fra i contendenti, allo scopo di raggiungere le cosiddette "soluzioni creative". «Si tratta cioè di mettere in atto la fantasia, arrivando a conclusioni prima non contemplate», spiega il mediatore. «Bisogna però mettere in dubbio di avere la ragione esclusiva, e magari verificare la comprensione del punto di vista dell'altro ad esempio chiedendogli, mi stai dicendo questo7 Possiamo così sgombrare il campo da equivoci ed evitare le "escalation" di tensione»
Qualche volta parlare la stessa lingua, comprare un nastro ìsolante o semplicemente imparare a rispettare gli orari condominiali può bastare. Per i problemi più complessi si può chiedere invece aiuto alla mediazione, ogni lunedì a Mestre dalle 16.30 alle 19 30 in Villa Queruli
 
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SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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