Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

27 maggio 2014

Il futuro dell'europarlamento: allarme per il successo dei partiti xenofobi
L’analisi sul voto di Luciano Scagliotti, coordinatore italiano dell’Enar, network contro il razzismo: “Preoccupano i risultati di Ungheria, Grecia e Francia". Ma "possiamo consolarci parzialmente con l'Italia, per una volta àncora di salvezza"
Redattore sociale, 27-05-14
Maurizio Molinari
BRUXELLES - Abbastanza preoccupati dal risultato delle Europee, ma molto più preoccupati per quello che potrà essere il futuro se non si imparerà dalla lezione che questo voto ci dà. Ecco, in sintesi, il pensiero di Luciano Scagliotti, coordinatore italiano dell’Enar, il network europeo contro il razzismo.
“Possiamo consolarci parzialmente con i risultati in Italia - ha detto Scagliotti - perché i partiti dichiaratamente xenofobi nel nostro paese hanno ottenuto percentuali trascurabili. La Lega ha sì superato il 6%, però la sua influenza sul Parlamento Europeo a livello politico sarà minima. Il Movimento Cinque Stelle, che ha perso molti voti rispetto alle ultime elezioni politiche, pur avendo posizioni abbastanza ambigue su temi quali l’immigrazione e la lotta alla discriminazione, non è dichiaratamente xenofobo e comunque non ha sfondato. E i partiti più ostili alla società multiculturale e a una gestione più aperta dei flussi migratori, in Italia, non eleggono nemmeno un europarlamentare”.
Diversa, secondo Scagliotti, la situazione in Europa: “I successi degli indipendentisti fiamminghi del Vlaams Belang in Belgio, del Front National in Francia, dello Jobbik in Ungheria, del partito anti-immigrazione danese, dei Veri Finlandesi, dello Ukip di Farage nel Regno Unito, i tre deputati dei neonazisti di Alba Dorata in Grecia, la buona performance dell’estrema destra tedesca... Questi sono i risultati che fanno scattare un campanello d’allarme. “Avremo un europarlamento con circa centoquaranta deputati che, seppur con diverse sfumature, si dichiarano contro l’idea di un’Europa più sociale, più attenta ai più deboli e più aperta verso gli immigrati. Ma c’è un altro aspetto poco sottolineato: i partiti che confluiranno nei popolari europei, il PPE per intenderci, tendono a spostarsi sempre più verso destra per cercare di togliere voti alle formazioni più radicali appunto. Questo fa sì che il primo partito in Europa, pur dichiarandosi di centro-destra, avrà una componente di destra sempre più forte”.
Per una volta, secondo Scagliotti, l’Italia rappresenta un’àncora di salvezza: “Pur avendo io molte riserve nei confronti del PD, il risultato di oltre il 40% che il partito ha ottenuto dimostra come la maggior parte dell’elettorato italiano sia filoeuropeo, in favore di un’idea di Europa più aperta e che guardi alle categorie di persone più vulnerabili. Lo stesso ci viene confermato dal risultato deludente dei Cinque Stelle e dal fallimento della campagna antitedesca portata avanti da Forza Italia. Gli euroscettici, insomma, in Italia non escono bene dal voto e le elezioni, per quanto ci riguarda, dànno un risultato tutto sommato soddisfacente”.
Ma cosa succederà adesso? “E’ difficile prevedere come si muoveranno il Parlamento e le altre istituzioni europee nei prossimi mesi. Sicuramente si dovranno fare alleanze e negoziati a tutto tondo, non solo per la presidenza della Commissione ma anche per sostituire van Rompuy alla presidenza del Consiglio Europeo, per il presidente del Parlamento post Schulz, per il sostituto della Ashton ad Alto Rappresentante della Politica Estera dell’UE, per chi guiderà l’Eurogruppo e in seguito anche per la Banca Centrale. Non è detto che l’alleanza che verrà fuori sarà quella fra socialisti e popolari, le due formazioni più grandi all’Europarlamento. La cosa certa è che gli euroscettici, seppur numerosi a Strasburgo, non riusciranno a costituire un gruppo unico e quindi non bloccheranno il Parlamento. La Le Pen ha già detto che non vuole stare con Farage, nessuno vorrà probabilmente formare un gruppo con Alba Dorata e con gli antisemiti dello Jobbik, che hanno detto apertamente che Hitler avrebbe dovuto uccidere più ebrei. I Cinque Stelle non si sa bene dove si collocheranno. Insomma, fra distinguo e veti incrociati non ci sarà una formazione euroscettica unitaria, e questo sarà senz’altro un bene.
D’altro canto però, l’altra cosa abbastanza certa è che la nuova Commissione, così come i governi degli Stati membri, continueranno a essere a maggioranza di centro-destra, quindi poco attenti a una diversa gestione dell’immigrazione , o alle leggi contro le discriminazioni (penso ad esempio alle persone omosessuali). Il rischio è che non cambi di molto la politica europea attuata fino a ora col rigore, l’austerità e i pochi progressi a livello sociale. Se questo dovesse succedere, sarebbe un soffiare ancor di più sul fuoco dei partiti razzisti e xenofobi, e nel 2019 ci troveremmo di fronte a elezioni europee dal risultato ancor più catastrofico di quelle attuali”.
Una speranza però c’è, secondo Scagliotti, ed è rappresentata proprio dall’Italia: “Ora che la vittoria della Le Pen in Francia ha indebolito di molto l’asse franco-tedesco - spiega - l’Italia avrà nel Consiglio più o meno lo stesso peso politico della Germania. Inoltre, con la vittoria schiacciante del Pd per quanto riguarda i nostri europarlamentari, e col semestre di presidenza italiana alle porte, Renzi ha un’occasione d’oro per compiere una svolta  e mettere in atto quello che ha promesso: dare priorità a un’Europa più sociale e a più forti tinte di integrazione, porre al centro delle discussioni fra i ventotto Stati membri la questione dell’immigrazione e adoperarsi per ridurre le disuguaglianze sia fra paese e paese che all’interno dei paesi stessi”.
Infine un punto interrogativo grande come una casa resta, per Scagliotti, quello relativo a come si comporterà David Cameron, dopo la vittoria degli indipendentisti di Farage,  per quanto riguarda il possibile referendum per sancire l’uscita del Regno Unito dall’Inghilterra e la consultazione, che si svolgerà a settembre, per l’indipendenza della Scozia.



Assegno per le famiglie numerose. Anche agli immigrati per tutto il 2013
Il tribunale di Milano: “Discriminatorio limitare il diritto solo al secondo semestre”. Ora i Comuni dovranno accettare le domande, l’Inps dovrà pagare
stranieriinitalia.it, 27-05-14
Roma – 27 maggio 2014 - Gli immigrati titolari di un permesso Ce per lungo soggiornanti hanno diritto all’assegno dei Comuni per le famiglie numerose al pari degli italiani. E possono chiederlo per tutto il 2013, non solo per il primo semestre dello scorso anno.
Lo dice il tribunale di Milano che, sollecitato da un ricorso delle associazioni Asgi e Avvocati per niente, ha bocciato come discriminatorio il comportamento tenuto finora dall’Inps, che eroga il contributo.
L’assegno per i nuclei familiari numerosi, previsto originariamente per i soli cittadini italiani e comunitari, è stato esteso - dopo una lunga battaglia giudiziaria condotta anche dalle due associazioni e basata sul principio di parità di trattamento affermato dalla direttiva 2003/109 - agli stranieri lungo soggiornanti con la L. 97/2013, la "Legge europea".
L’Inps e il Ministero del lavoro - pur dando atto che il diritto derivava da tale direttiva e che quindi esisteva già prima della modifica legislativa - hanno tuttavia subito affermato che il beneficio poteva essere riconosciuto solo da luglio 2013 per ragioni finanziarie. In conseguenza di questo orientamento gli stranieri, sottolineano Asgi e Apn, si vedevano ingiustamente negata la metà della prestazione, per un valore di circa € 1000.
Inoltre la situazione che ne è seguita è  paradossale e confusa, con alcuni Comuni che trasmettono all’INPS il nominativo dello straniero come avente diritto per l’intero anno (e a tale trasmissione segue il pagamento di tutta l’annualità), altri Comuni che restano inerti in attesa di chiarimenti, altri ancora che trasmettono il nominativo riferendolo al solo secondo semestre. Si ha anche notizia che la sede INPS di Bergamo ha addirittura avviato l’azione di recupero del primo semestre nei confronti di uno straniero per il quale il Comune aveva invece riconosciuto il diritto per l’intero anno.
Ora il Tribunale di Milano ha ribadito la sussistenza del diritto di tutti gli stranieri lungo soggiornanti per l’intero anno 2013 e ha dichiarato discriminatoria la circolare INPS n. 4 del 15.1.2014 “nella parte in cui afferma che il diritto all’assegno… Decorre solo dal 1.7.2013 e dispone che i comuni emettano provvedimenti di accoglimento delle domande limitatamente al secondo semestre”.  Ha quindi ordinato all’Inps di cessare il comportamento discriminatorio e pertanto di revocare la circolare, dandone pubblicità sui propri siti.
Gli effetti della decisione, sottolineano Asgi e Apn, sono immediati e di grande rilevanza. L’Inps deve immediatamente (sotto pena di sanzioni penali) revocare la circolare in modo che i Comuni possano raccogliere le domande riferite all’intero anno e trasmetterle immediatamente all’Inps ai fini della erogazione.
“Le nostre associazioni – concludono - si stanno già attivando per ottenere l’immediato rispetto della decisione e chiudere così un contenzioso che dura inutilmente da troppo tempo e che sottopone gli stranieri a una inutile trafila giudiziaria per vedere riconosciuto un diritto sempre affermato dai Tribunali e da ultimo anche dalla corte di Strasburgo”.
Leggi il commento dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione



Solidarietà contro la paura
l'Unità, 27-05-14
Flore Murard-Yovanovitch
Quattro morti, alla vigilia dell’apertura dei seggi delle elezioni europeee, nel cuore della capitale del processo elettorale democratico europeo. Se non si coglie questo attacco al museo ebraico di Bruxelles come segnale, provocazione o come avvertimento simbolico, si coglie poco o nulla della spaventosa evoluzione politica in corso in europa (Italia a parte). La strage non si può infatti leggere senza considerare anche l’aggressione alla sinagoga di Créteil, nella periferia parigina, della mattina di domenica 25 maggio. Chi semina vento raccoglie tempesta, è la dimostrazione di come una propaganda xenofoba possa provocare esiti incontrollabili.
Il Congresso ebraico mondiale condanna l’attacco che denomina “un atto atroce di terrore che ha chiaramente avuto come bersaglio gli ebrei.” E aggiunge,“due anni dopo Tolosa, e alla vigilia delle elezioni europee, questo attacco spregevole è anche un altro promemoria terribile del genere di minaccia che gli ebrei dell’Europa stanno attualmente affrontando”.
Ieri, colpiva invece il drammatico silenzio dei commentatori mainstream – stranamente silenziosi di fronte ad un fatto di un inaudita gravità e di una scandalosa provocazione – di fronte agli allarmi lanciati negli ultimi anni, dalla coscienza migrante e dalle associazioni anti-razziste che da tempo avvertono dello spostamento dichiaratamente razzista e xenofobo dell’opinione pubblica europea.
L’odierna coscienza umana non sembra capace di vedere e comprendere profondamente  le mutazioni telluriche in corso e le loro radici e conseguenze storiche. La grave cecità consiste nell’ignorare ancora quello che c’è di latente nella storia occidentale, per non essersi interessata mai alla dimensione nascosta, non visibile ai cinque sensi ma esistente, della negazione odierna. Ma che sembra darmmaticamente  riproporsi nel ritorno di una psicopatologia, di una malattia mai curata, che rischia di essere sfruttata come strategia elettorale con il pericolo sempre possibile di sfuggire di mano. La cecità politica e la falsa coscienza non sono più permesse.
Stasera intanto il Museo ebraico di Roma e la Sinagoga  saranno aperti dalle 20.30 fino a notte fonda a oltranza gratuitamente a tutta la cittadinanza, come dichiara il presidente della Comunità Riccardo Pacifici, “per ricordare le vittime dell’attentato di Bruxelles e contro chiunque tenti di propagandare odio”. La Comunità ebraica romana annuncia che si tratta di una notte di solidarietà contro la paura perchè, “riteniamo che il modo migliore per contrastare chi vuole intimidirci è continuare a incontrarci”



Nuovi Europei / Boucar: il poeta di Dakar che scrive per i cagliaritani
Corriere.it, 27-05-14
Giulia Dessì
Dopo 15 anni nelle spiagge, nei parcheggi e ai semafori di Cagliari, Boucar Wade, giovane senegalese di Dakar, ha poco tempo per la vendita ambulante.
    “Adesso sono sempre più orientato verso la scrittura” spiega Boucar elencando una lunga lista di presentazioni e aperitivi culturali programmati per questo mese.
La scrittura è sempre stata una sua passione, sin da quando studiava ragioneria a Dakar. Ma è in Sardegna che pubblica il suo primo libro Occhi aperti – Yeux Ouverts, una raccolta di poesie in francese con testo italiano a fronte, attirando l’attenzione di associazioni culturali e appassionati di letteratura.
    “Trovo ispirazione nella quotidianità” racconta Boucar spiegando che la vita degli immigrati è legata alla nostalgia, all’incontro, all’accoglienza e allo scambio tra i popoli. Sono questi i temi chiave dei suoi scritti, in cui il Senegal – “il mio Senegal” – è sempre presente, soprattutto in Calebasse, raccolta di racconti e proverbi in wolof, la sua lingua madre.
Guédiawaye, un quartiere difficile della periferia di Dakar, è dove Boucar è cresciuto.
    “I primi ad essere partiti, quando sono tornati in Senegal, stavano molto bene. Rappresentavano un mito per chi rimaneva. Compravano case, avevano macchine. Per un adolescente, questo è un sogno”. E così anche Boucar, compiuti i vent’anni, decide di partire per quella che chiama “un’avventura in Europa”.
Per arrivare qui, però, non ha dovuto attraversare il Marocco e la Libia, per poi rischiare la vita in un barcone alla deriva nel Mediterraneo, racconta Boucar ammettendo di essere stato fortunato. La sua avventura inizia nel 1998 in Francia, con un regolare visto, e poi, da lì, giù in Italia. A quel tempo, un cugino di secondo grado abitava a Quartu Sant’Elena, a pochi chilometri da Cagliari. Un punto di riferimento sufficiente per scegliere come destinazione la Sardegna, a lui descritta come un’isola tranquilla, senza razzismo, dove Boucar comincia subito a vendere borse e altri oggetti nelle spiagge.
Questo mese, dopo che ci ha lavorato per tanti anni, esce Is bonus malus. Noialtri di Casteddu, un saggio sulla comunità senegalese di Cagliari.
    “È difficile parlare della tua gente” dice Boucar. “Quando uno di dentro spiega determinate cose, sembra che stia esponendo in piazza i panni sporchi della famiglia, ma sento che il mio compito è quello di spiegare alla gente di Cagliari una realtà che altrimenti non potrebbe capire”.
Dopo trent’anni di presenza a Cagliari, la comunità senegalese è ancora al punto di partenza, spiega Boucar: “Siamo tutti venditori ambulanti, viviamo in dieci o dodici stipati in case di pochi metri quadri, in condizioni di igiene scarsa”. E la situazione peggiora di anno in anno, perché gli immigrati soffrono la crisi ancora di più degli italiani. “Oggi la vita di un immigrato a Cagliari è pesantissima. Lo vedi nello sguardo della gente, che non vuole nemmeno sedersi a fianco a te sull’autobus, anche se è pieno”. Fino a tre anni fa questo non succedeva, racconta Boucar, rifiutandosi di definirlo razzismo.
Anche se non consiglierebbe a nessuno di venire a lavorare in Italia adesso, la vita di Boucar è una vita felice, divisa tra il Senegal – dove torna per tre mesi ogni anno – e Cagliari – dove è ora conosciuto e apprezzato. Da qualche mese, è impegnato nel suo ultimo progetto, Versi migranti, un reading dei suoi scritti sull’immigrazione, accompagnato dalle percussioni di Gerardo Ferrara e dalla chitarra di Roberto Palmas.
    “Non abbassate lo sguardo” è il messaggio di Boucar ai suoi spettatori, “perché Cagliari è ormai diventata una città multietnica, ma c’è ancora tanto lavoro da fare.”



Violenza domestica. Primi permessi di soggiorno per le vittime
Le decisioni delle procure di Messina e di Roma. Asgi: “Il compagno della giovane straniera le aveva sottratto il passaporto e minacciava di denunciarla perché era irregolare”
stranieriinitalia, 27-05-14
Roma – 26 maggio 2014 – Un permesso di soggiorno alle immigrate vittime di violenza domestica per aiutarle a sottrarsi dai loro aguzzini e a ricominciare una vita normale in Italia.
C’era anche questa tutela  tra le “Nuove norme per il contrasto della violenza di genere” in vigore dallo scorso ottobre. La legge prevede infatti che se nei casi di violenza domestica vengono accertate “situazioni di violenza o abuso nei confronti di uno straniero” e la sua incolumità è in pericolo perchè vuole sottrarsi alla violenza o collabora con gli inquirenti, può essergli concesso un particolare permesso di soggiorno, previsto dall’articolo 18 bis del testo unico sull’immigrazione.
Ora si passa dalle parole ai fatti. È di qualche giorno fa la decisione del Pubblico ministero presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma di concedere un permesso per questi motivi a una donna straniera, così come ha fatto anche, in un altro caso, la Procura di Messina. Provvedimenti che, segnala l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, sono “tra i primi emessi dall'entrata in vigore” delle nuove norme.
Ecco come la legge identifica i casi di violenza domestica. “Uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
 A Roma, scrive l’Asgi, il permesso è andato a una giovane che “ha denunciato il compagno per gravi maltrattamenti ai suoi danni, confermando e circostanziando le accuse durante esame testimoniale reso in incidente probatorio con modalità protette”. Tra le altre cose, il suo compagno l’aveva privata del passaporto e minacciata più volte di denunciarla come immigrata irregolare.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links