Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

24 marzo 2011

Maroni: «Sono clandestini, rimpatrio con la Bossi-Fini»
La Russa: «I tunisini vanno espulsi». Il Pd: «Scandalo»
Il Messaggero, 24-03-2011
ROMA - Dopo essersi calato per qualche giorno nelle vesti di ministro della Protezione cívíle ed essersi provato a co- niugare verbi come accogliere, ricevere e ospitare, il ministro Maroni è bruscamente ritornato ad essere quello che è, e cioè il capo del Viminale. E da capo dei Viminale ha subito distinto i piani: un conto è il progetto d'accoglienza per 50 mila profughi attivato con tutte le Regioni italiane e un conto è la gestione dell'emergenza a Lampedusa. Il primo caso è riservato in via pressoché esclusiva ai richiedenti asilo che si ritiene, prima o poi, possano arrivare dalla Libia («Noi ci prepariamo nel caso che al terremoto che si sta verificando in Libia segua lo tsunami umano», ha detto il ministro); il secondo caso è invece riservato agli immigrati tunisini che, stavolta, il ministro non esita a chiamare «clandestini», promettendo loro il trattamento che il Governo riserva a questo particolare tipo di BWBBnTBI A Lampedusa, sono le parole di Maroni, «c'è una presenza massiccia di clandestini, non sono rifugiati o profughi: a loro si applicheranno le procedure dela Bossi-Fini, ossia l'0identifícazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini».
Il problema è che a Lampedusa manca il tempo e perfino lo spazio per avviare le procedure delle domande d'asilo. Ciò nonostante oltre 500tunisini sono stati avviati al "Villaggio della solidarietà" di Mineo, dove il Viminale aveva deciso di trasferire solo i richiedenti asilo. Perciò il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, parla di «una colossale presa in giro» da parte del Governo.
E se le parole di Maroni non si fossero ben capite, è giunto pure Ignazio La Russa a rincarare la dose: «I tunisini sbarcati a Lampedusa sono clandestini.
Vanno identificati ed espulsi». Punto e basta. Perché, continua La Russa, in Tunisia, a differenza della Libia, «non c'è una guerra. Altro che fuga dal pericolo... Fuga dall'assenza di regole, casomai». Poi il ministro della Difesa spiega la differenza: «Da una parte ci sono i che potrebbero arrivare dalla Libia, i 50 mila di cui si parla, che sono profughi». Dall'altra parte, ha detto ancora La Russa, ci sono invece i tunisini, «che sono clandestini perché in Tunisia non c'è guerra, non c'è motivo di fuga. Vanno rispediti in Tunisia, come dice la legge, vanno identificati ed espulsi».
Domani Maroni e Frattini si recheranno in Tunisia per cercare di trovare insieme alle Autorità di quel Paese un meccanismo che possa arginare il flusso degli immigrati. Lo ha detto il sottosegretario Mantovano, che ha anche reso noto il numero dei clandestini trasferiti ieri da Lampedusa in altre strutture italiane: sono stati 1.200.
Livia Turco, responsable Immigrazione de Pd, ha bollato come «vergognosa e inconcepibile la maniera con cui il Govemo sta gestendo la situazione a Lampedusa. Nel 96-98, quando Napolitano era minstro dell'Interno, giunsero oltre 5.000tunisini che furono accolti in maniera civile. Segui l'accordo firmato con la Tunisia che permise di rimpatriare queste persone».  



«Chi non è rifugiato verrà rimpatriato»
Linea dura di Maroni su Lampedusa: «Applicheremo la Bossi-Fini». Primi trasferimenti in Sicilia
Libero   24-03-2011
Roberta Catania
???A Lampedusa continua l'emergenza clandestini, nonostante ieri la nave San Marco ne abbia portati via seicento. «Non si tratta di rifugiati o profughi», ha spiegato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che infatti ha chiarito: «A loro si applicheranno le procedure della Bossi- Fini, ossia l'identificazione e il trattenimento nei Cie per poi procedere al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini». Prima dell'espulsione, però, come ha ribadito in più occasioni il capo delViminale, bisognerà dare il tempo alle forze dell'ordine di compiere tutti gli accertamenti necessari a scoprire se tra loro ci sia qualche terrorista arrivato in Italia con l'intenzione di mettere in atto «azioni sovversive».
Gli sbarchi non si fermano, anche ieri un barcone con un'ottantina di stranieri è arrivato al porto di Lampedusa. Allé 12 gli stranieri presenti sull'isola, secondo fonti delia prefeitura, erano 4.833. Di questi, 2.496 all'interno del centra d'accoglienza, anche se la struttura è stata pensata per 850 persone e garantisce al massimo 1.300 posti letto.Altri 212 tunisini erano accampati in un'area messa a disposizione dalla Chiesa e 2.125 nella stazione marittima che si trova al porto. Nei pomeriggio la nave San Marco ha portato via 600 dei quasi cinquemila immigrati stipati su uno "scoglio" di 22 chilometri quadrati e altri 670 sono partiti con quattro voli, due dei quali diretti a Bari, uno a Foggia e un altro a Crotone.
A parte la Sicilia, da ieri la regione maggiormente messa alla prova dal problema immigrazione è la Calabria. Non solo per i trasferimenti, in giornata 350 clandestini sono sbarcati nella provincia di Reggio Calabria. I primi settanta sono arrivati all' alba. A bordo di un catamarano in avaria, sono stati soccorsi dalla Guardia costiera al largo di Roccella Ionica. Altri 140 sono giunti con un barcone in serata e altri 140 sono stati recuperati al largo quando ormai era notte.
Nonostante ieri da Lampedusa siano partiti «1.200 migranti" come ha spiegato il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, l'isola continua a essere sull'orlo del tracollo. I cinquemila residenti non ne possono piü e mal sopportano l'invasione. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo chiede che «venga convocato un consiglio dei ministri straordinario a Lampedusa» per affrontare l'emergenza immigrazione. L'assessore al Turismo ha puntualizzato che peril periodo pasquale le perdite economiche sono di circa 5 milioni di euro, secondo i calcoli di Federalberghi, mentre per 1'estate i danni potrebbero essere di 50-60 milioni di euro. «Senza calcolare», ha concluso l'amministratore, «le spese per il recupero e la pulizia dell'isola dopo il passaggio di migliaia di persone».
Il flusso non s'arresta e il governo intende tenere la linea dura. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha spiegato che si tratta «di due problemi separati. Da una parte ci sono migranti che dovrebbero arrivare dalla Libia, i 50 mila di cui si parla, che sono profughi e che le Regioni si stanno accollando». In questo caso, ha proseguito La Russa, «la nostra partecipazione alia coalizione ci da una forte autorevolezza, tale da poter chiedere l'in - tervento in solidarietà degli altri Paesi nel fronteggiare un eventuale esodo di profughi». Dall'altra parte, ha concluso il ministro, ci sono invece i tunisini, «che sono clandestini perchè in Tunisia non c'è guerra, non c'è motivo di fuga. Vanno rispediti in Tunisia, come dice la legge, vanno identificati ed espulsi». Per tentare di risolvere il problema domani i ministri Maroni e Frattini si recheranno in Tunisia per avere un colloquio con le autorità.



Lampedusa, partita la San Marco Nuovi sbarchi in serata
Avvenire, 24-03-2011
Alessandra Turrisi
Li hanno portati via sui mezzi anfibi che solitamente i marò utilizzano per sbarcare su spiagge ostili. Cinquanta alla volta, scortati da forze dell'ordine e soldati, dopo un'attesa di sei ore su una banchina del molo perché nessuno aveva comunicato al comandante di nave San Marco dove avrebbe dovuto portarli. Mentre l'ennesima carretta di disperati approdava al porto, tra gli applausi di coloro che erano già arrivati. Hanno lasciato così Lampedusa i primi 550 degli oltre 5mila migranti nordafricani che da giorni assediano l'isola, trasformata ormai in un quartiere di Tunisi. L'arrivo della unità anfibia della Marina Militare è stato salutato come un evento dagli abitanti, che dalle prime ore del mattino erano già piazzati sugli scogli a scrutare l'orizzonte. Ma non certo perché l'arrivo della nave significa che l'emergenza è finita: sull'isola, nonostante i circa 1.200 partiti oggi con la San Marco e con gli aerei, ci sono ancora quattromila migranti e 230 minori in "condizioni inaccetabili" dice Save The Children.
Piuttosto perché dopo giorni di niente, almeno qualcosa comincia a muoversi: "era ora, altre 48 ore così e saremmo dovuti scappare noi" dicono i pescatori che dalle loro barche osservano la San Marco affacciarsi davanti al porto alle otto di mattina. Le operazioni di imbarco, però, sono iniziate soltanto alle 14: sei ore servite, sostengono più fonti ufficiali a Lampedusa, per decidere dove mandare i migranti, visto che né da Roma né da Palermo era arrivata alcuna indicazione.
E infatti il comandante del San Marco ha aperto il portellone della nave solo quando gli è stato comunicato ufficialmente che, una volta imbarcati gli extracomunitari, avrebbe dovuto fare rotta per il porto di Augusta. A quel punto le operazioni si sono svolte senza intoppi e sono andate avanti fino a sera, con gli immigrati in partenza che hanno raggiunto la banchina cantando e facendo con le mani il segno di vittoria. "Finalmente ce ne andiamo" dicevano molti di loro.Verranno portati, almeno questi primi 550, al villaggio della solidarietà di Mineo, dove il Viminale aveva però deciso di trasferire i richiedenti asilo provenienti dai Cara di tutta Italia.
E invece i migranti sbarcati a Lampedusa "sono clandestini, non rifugiati o profughi", come ha sostenuto anche oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni che venerdì riproverà ad andare in Tunisia dopo il fallito tentativo di oggi, per cercare di trovare un accordo che argini le partenze. Clandestini, dunque, nei confronti dei quali "si applicheranno le procedure previste dalla Bossi-Fini, ossia l'identificazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini".
Anche per il ministro della Difesa Ignazio La Russa si tratta di "clandestini, che vanno identificati ed espulsi". A sua volta, nell'informativa alla Camera il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano ha detto che sulla nave "sono state imbarcate donne, minori e richiedenti asilo". "Non mi risulta che ci sia nemmeno una persona che abbia avanzato domanda d'asilo tra gli immigrati imbarcati sulla San Marco", gli ha risposto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che ha parlato di una "colossale presa in giro e di un perfido inganno" da parte del governo. Anche secondo l'Acnur, in questo momento, "a Lampedusa non vengono formalizzate le domande d'asilo". E visto il sovraffollamento del Centro e le condizioni in cui si trovano i migranti, "é diventato anche difficile fare la sola informativa sulle procedure" per avviare la richiesta. Senza contare che dall'inizio degli sbarchi, quelli che poi hanno fatto domando sono una "esigua minoranza".
Per Lampedusa, che siano clandestini o rifugiati, è una questione politica che fa poca differenza: l'importante è che siano partiti. Assieme agli altri 670 che con il ponte aereo sono stati trasferiti nei Cie di Bari, Foggia e Crotone. Una piccola boccata d'ossigeno visto che per la prima volta da giorni, il saldo tra arrivi e partenze è positivo. 1.200 in uscita, solo 150 in ingresso. L'isola resta comunque un grande accampamento a cielo aperto: con le tende realizzate dagli immigrati con teli e cartoni di fortuna che spuntano sugli scogli e sulle spiagge, i fuochi accesi la sera per cucinarsi qualcosa lungo le strade e sulla banchina del molo, le grotte, i garage aperti e ogni spazio coperto occupato dagli extracomunitari per evitare di passare la notte al freddo. "Lampedusa è conquistata dalla Tunisia - ha sintetizzato il presidente della Sicilia Lombardo, che ha chiesto un Cdm ad hoc - c'é un'emergenza igienico-sanitaria in atto". Domani è previsto mare calmo e sono già stati segnalati dei barconi in avvicinamento: gli sbarchi potrebbero riprendere gia nella notte.
62 MIGRANTI SBARCATI A LAMPEDUSA
Altri 62 migranti sono sbarcati in serata al porto di Lampedusa proprio mentre nave San Marco, con a bordo circa 550 extracomunitari, salpava per il porto di Augusta. Con quest'ultimo sbarco sono arrivati a Lampedusa 301 migranti, con 7 imbarcazioni, mentre altre due sono già state avvistate e arriveranno nelle prossime ore.
OBIETTIVO: SVUOTARE LAMPEDUSA
Alla fine la nave "San Marco" della Marina militare è arrivata a Lampedusa e, dopo oltre cinque ore di incertezza, ha cominciato a imbarcare i primi immigrati, stremati sulla banchina di Lampedusa. Seicento persone che, a sorpresa, verranno trasferiti al Villaggio della solidarietà di Mineo.
Una mossa annunciata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha parlato di destinazione Sicilia, «in un sito messo a disposizione dallo stesso ministero della Difesa su richiesta del ministro Maroni col quale collaboro in forma in assoluta sintonia». Una decisione che ha lasciato di stucco gli amministratori della zona del Catanese, in cui ricade il residence degli Aranci, fino a qualche tempo fa al servizio delle famiglie dei militari Usa e da qualche giorno destinato ai rifugiati politici.
«Come al solito, non siamo stati informati. Se sono persone appena sbarcate e non rifugiati come ripetutamente propagandato dal Governo, sarebbe una colossale presa in giro e un perfido inganno nei riguardi della Sicilia, di Mineo e degli stessi migranti», afferma il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania. E il collega di Caltagirone, Francesco Pignataro, avverte: «La situazione è ancora sotto controllo, ma presto potrebbe degenerare perché, con il rapido accrescersi delle fila degli immigrati ospiti della struttura, potrebbero aumentare i rischi per la sicurezza sia delle comunità vicine, sia degli stessi extracomunitari, come dimostra già la presenza di molti di loro lungo la pericolosa Ss 417 Catania-Gela, già teatro di numerosi incidenti anche mortali».
Dal residence, fra l’altro, mancano all’appello sette immigrati richiedenti asilo ospitati. In 13 martedì, dopo essere usciti dalla struttura, non vi avevano fatto ritorno, ma poi 6 di essi erano rientrati. Agli immigrati richiedenti asilo di Mineo è permesso uscire dal villaggio dalle 8 del mattino, il rientro è fissato alle 20. E continua a salire il numero dei richiedenti asilo presenti nella struttura. Ieri si è arrivati a quota 956.
Intanto, la situazione a Lampedusa resta caotica. L’area davanti alla stazione marittima è trasformata in un campo a cielo aperto per migliaia di migranti. Nell’isola ne sono giunti altri 107 migranti. Le due imbarcazioni su cui erano a bordo sono state soccorse dagli uomini della Capitaneria di porto. Tra profughi partiti e nuovi arrivi la situazione è quasi invariata.
«Con i recuperi effettuati nelle ultime 24 ore Lampedusa rimane una provincia di Tunisi con oltre 5.000 clandestini magrebini – afferma l’assessore al Turismo di Lampedusa, Pietro Busetta –. Le richieste dell’amministrazione rimangono le stesse: svuotamento immediato dell’isola. Il Comune ritiene che sia una grande vergogna che un Paese, settima potenza industriale del mondo, consenta che un numero contenuto di disgraziati profughi viva in una condizione di disumanità tale, senza i servizi essenziali».
L’emergenza immigrazione è stata al centro di una conferenza stampa dei vertici regionali.
Il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo ha chiesto la convocazione di un Consiglio dei ministri in Sicilia per fronteggiare l’emergenza, non ultima quella igienico-sanitaria. «Il governo regionale si trasferisce a Lampedusa – ha aggiunto –. Apriamo un ufficio nel municipio. Saremo lì finché il problema non si risolve. Bisogna mettere a presidio dell’isola navi, non importa se civili o militari, che accolgano i migranti e li portino subito altrove». Lombardo annuncia anche di aver inviato una lettera al commissario straordinario della Tirrenia, Giancarlo D’Andrea, per coinvolgere la compagnia in questa opera. «Bisogna anche organizzare un ponte aereo per portare via i tunisini dall’isola – aggiunge –. Lampedusa va restituita alla vita. Ha perso la stagione turistica pasquale e il rischio è che perda anche quella estiva».
«L’auspicio è che l’isola si decongestioni il più presto possibile – dice l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro –. Qui la gente è provata, stanca; mi ha commosso: si sente piccola davanti ad una realtà grande».
L’Asp 6 di Palermo ha deciso il potenziamento del pronto soccorso e della guardia medica, l’invio di una nuova ambulanza, di farmaci, vaccini e coperte isotermiche, attività di supporto psicologico per la popolazione. E alcuni immigrati sono giunti anche a Pantelleria; gli scafisti che li hanno accompagnati sono stati arrestati.
 

 

LAMPEDUSA, PARTE SAN MARCO MA ANCORA 4MILA SU ISOLA
dell'inviato Matteo Guidelli
LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Li hanno portati via sui mezzi anfibi che solitamente i marò utilizzano per sbarcare su spiagge ostili. Cinquanta alla volta, scortati da forze dell'ordine e soldati, dopo un'attesa di sei ore su una banchina del molo perché nessuno aveva comunicato al comandante di nave San Marco dove avrebbe dovuto portarli. Mentre l'ennesima carretta di disperati approdava al porto, tra gli applausi di coloro che erano già arrivati. Hanno lasciato così Lampedusa i primi 550 degli oltre 5mila migranti nordafricani che da giorni assediano l'isola, trasformata ormai in un quartiere di Tunisi. L'arrivo della unità anfibia della Marina Militare è stato salutato come un evento dagli abitanti, che dalle prime ore del mattino erano già piazzati sugli scogli a scrutare l'orizzonte.
Ma non certo perché l'arrivo della nave significa che l'emergenza è finita: sull'isola, nonostante i circa 1.200 partiti oggi con la San Marco e con gli aerei, ci sono ancora quattromila migranti e 230 minori in "condizioni inaccetabili" dice Save The Children. Piuttosto perché dopo giorni di niente, almeno qualcosa comincia a muoversi: "era ora, altre 48 ore così e saremmo dovuti scappare noi" dicono i pescatori che dalle loro barche osservano la San Marco affacciarsi davanti al porto alle otto di mattina. Le operazioni di imbarco, però, sono iniziate soltanto alle 14: sei ore servite, sostengono più fonti ufficiali a Lampedusa, per decidere dove mandare i migranti, visto che né da Roma né da Palermo era arrivata alcuna indicazione. E infatti il comandante del San Marco ha aperto il portellone della nave solo quando gli è stato comunicato ufficialmente che, una volta imbarcati gli extracomunitari, avrebbe dovuto fare rotta per il porto di Augusta. A quel punto le operazioni si sono svolte senza intoppi e sono andate avanti fino a sera, con gli immigrati in partenza che hanno raggiunto la banchina cantando e facendo con le mani il segno di vittoria. "Finalmente ce ne andiamo" dicevano molti di loro.
Verranno portati, almeno questi primi 550, al villaggio della solidarietà di Mineo, dove il Viminale aveva però deciso di trasferire i richiedenti asilo provenienti dai Cara di tutta Italia. E invece i migranti sbarcati a Lampedusa "sono clandestini, non rifugiati o profughi", come ha sostenuto anche oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni che venerdì riproverà ad andare in Tunisia dopo il fallito tentativo di oggi, per cercare di trovare un accordo che argini le partenze. Clandestini, dunque, nei confronti dei quali "si applicheranno le procedure previste dalla Bossi-Fini, ossia l'identificazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini". Anche per il ministro della Difesa Ignazio La Russa si tratta di "clandestini, che vanno identificati ed espulsi". A sua volta, nell'informativa alla Camera il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano ha detto che sulla nave "sono state imbarcate donne, minori e richiedenti asilo". "Non mi risulta che ci sia nemmeno una persona che abbia avanzato domanda d'asilo tra gli immigrati imbarcati sulla San Marco", gli ha risposto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che ha parlato di una "colossale presa in giro e di un perfido inganno" da parte del governo. Anche secondo l'Unhcr, in questo momento, "a Lampedusa non vengono formalizzate le domande d'asilo". E visto il sovraffollamento del Centro e le condizioni in cui si trovano i migranti, "é diventato anche difficile fare la sola informativa sulle procedure" per avviare la richiesta. Senza contare che dall'inizio degli sbarchi, quelli che poi hanno fatto domando sono una "esigua minoranza".
Per Lampedusa, che siano clandestini o rifugiati, è una questione politica che fa poca differenza: l'importante è che siano partiti. Assieme agli altri 670 che con il ponte aereo sono stati trasferiti nei Cie di Bari, Foggia e Crotone. Una piccola boccata d'ossigeno visto che per la prima volta da giorni, il saldo tra arrivi e partenze è positivo. 1.200 in uscita, solo 150 in ingresso. L'isola resta comunque un grande accampamento a cielo aperto: con le tende realizzate dagli immigrati con teli e cartoni di fortuna che spuntano sugli scogli e sulle spiagge, i fuochi accesi la sera per cucinarsi qualcosa lungo le strade e sulla banchina del molo, le grotte, i garage aperti e ogni spazio coperto occupato dagli extracomunitari per evitare di passare la notte al freddo. "Lampedusa è conquistata dalla Tunisia - ha sintetizzato il presidente della Sicilia Lombardo, che ha chiesto un Cdm ad hoc - c'é un'emergenza igienico-sanitaria in atto". Domani è previsto mare calmo e sono già stati segnalati dei barconi in avvicinamento: gli sbarchi potrebbero riprendere gia nella notte.
SPAGNA, NON LASCEREMO SOLA ITALIA - Il vicepremier spagnolo e ministro degli interni Alfredo Rubalcaba ha detto questa sera a Madrid che l'Italia non sara' ''lasciata sola'' davanti alla ''pressione migratoria molto forte'' innescata dalla crisi libica.
62 MIGRANTI SBARCATI A LAMPEDUSA - Altri 62 migranti sono sbarcati in serata al porto di Lampedusa proprio mentre nave San Marco, con a bordo circa 550 extracomunitari, salpava per il porto di Augusta. Con quest'ultimo sbarco sono arrivati a Lampedusa 301 migranti, con 7 imbarcazioni, mentre altre due sono già state avvistate e arriveranno nelle prossime ore.
2011-03-23 23:12
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Immigrati da Lampedusa a Mineo
il Sole, 24-03-2011
Mariano Maugeri
Sono scene di una «Apocalypse now» mediterranea. A mezzogiorno del terzo giorno di primavera si accalcano sul molo della stazione marittima almeno mille tunisini. Nel piccolo promontorio di pietra dolomitica piantato alle loro spalle sventolano i resti delle tende di cenci e cellophane dove si sono rifugiati per trascorrere la notte. Qualche chilometro più al largo, ben visibile dalla costa, troneggia la nave San Marco: un enorme elicottero a poppa e altri tre attaccati l'uno all'altro nella zona di prua grande quanto un campo di calcio.
Nel frattempo una motovedetta della Guardia costiera scarica proprio ai piedi dei mille migranti altri 82 tunisini appena sbarcati, il boato di tre caccia dell'aeronautica militare in volo verso la Libia squarcia l'aria.
Lampedusa è in guerra, l'Italia è in guerra, i tunisini scappano da una strisciante guerra civile. Quest'isola è una babele. Non tanto per gli idiomi che si intrecciano, quanto per i messaggi dissonanti che arrivano dai politici di ogni ordine e grado. Il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano sostiene che i 550 migranti che fanno la spola con i mezzi da sbarco della nave militare dal molo alla San Marco siano richiedenti asilo e che tra loro ci sono donne e bambini. Laura Boldrini dell'Unhcr (Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati) sostiene esattamente il contrario: nessun richiedente asilo a bordo. L'organizzazione internazionale indipendente Save the children che si occupa dei minori, smentisce a sua volta che tra i 600 in viaggio alla volta di Augusta sia presente qualcuno dei 250 ragazzi che da oltre una settimana bivaccano nella sede dell'area Marina protetta di Lampedusa.
Una babele, appunto. Nella quale è rimasto intrappolato il governatore siciliano Raffaele Lombardo, la vittima sacrificale – politicamente parlando – delle scelte del ministro degli Interni Roberto Maroni e del commissario straordinario per l'emergenza immigrazione Giuseppe Caruso. Lampedusa e Mineo sono due "bombe umane" – così aveva apostrofato il villaggio della solidarietà il leader dell'Mpa – e politiche. Due bombe a uso e consumo del popolo siciliano. Sindaco e vicesindaco di Mineo, il Comune nella provincia di Catania che ospita la struttura costruita dalla Pizzarotti di Parma, usano nei confronti di Lombardo e del ministro degli Interni parole di fuoco: «Scelte degne di Ponzio Pilato»; oppure «perfido inganno». Spiega Maurizio Siragusa, vicesindaco Pdl di Mineo: «Maroni, durante l'incontro con i sindaci della zona, si era impegnato solennemente a convogliare nella struttura che ospitava le famiglie dei militari americani solo richiedenti asilo già presenti sul territorio nazionale. Alla luce del voltafaccia, stiamo valutando iniziative clamorose per impedire l'arrivo dei tunisini».
Lombardo, dal canto suo, prende carta e penna e scrive alla Tirrenia per chiedere che siano utilizzate le navi dell'ex flotta statale per accelerare lo sgombero di Lampedusa. Ma evita di soffermarsi sul fatto che Lampedusa e Mineo sono ormai due vasi comunicanti.
Se Mineo ringhia, l'isola delle Pelagie non sorride. Pietro Busetta, economista palermitano di vaglia e assessore alla Programmazione, Sviluppo economico e Turismo di Lampedusa, ha presentato alla Regione siciliana un lungo elenco di opere che compensino il danno patito: centro congressi, casinò, campo da golf, area franca o fiscalità di vantaggio. Un po' troppo? Busetta argomenta: «Niente affatto. Se salterà la stagione turistica i lampedusani ci rimetteranno qualcosa come 60-80 milioni di euro. In fondo, quello che chiediamo costa molto meno di qualche chilometro di linea ferroviaria ad alta velocità». A raddoppiare la marcatura su Lampedusa ci pensa l'onnipresente governatore, che ieri a sera ha solennemente annunciato: con decorrenza immediata l'assessore regionale al Territorio e l'Ambiente, lampedusano di origine, Gianmaria Sparma, aprirà nell'isola un ufficio del governo.
Nella frenetica attività di Lombardo c'è da segnalare un appello al Capo dello Stato («non lasci solo la Sicilia») e la richiesta di un Consiglio dei ministri ad hoc che dovrebbe tenersi proprio a Lampedusa. Mentre da Roma a Palermo si incrociano i comunicati dei politici, i mezzi anfibi che in guerra sbarcano le truppe d'assalto sulla costa imbarcavano al ritmo di settanta per volta i migranti in attesa sul molo dalle nove del mattino. Solo intorno alle 20 la San Marco tira su l'ancora e mette la prua in direzione di Augusta. Stamattina, cento chilometri più a oriente dalla spiaggia sulla quale sbarcarono gli alleati nel '43, 550 tunisini toccheranno per la prima volta la terra promessa.



Dopo l'allerta emergenza minori verso la soluzione
il Sole, 24-03-2011
I minori non accompagnati attualmente a Lampedusa debbono essere immediatamente trasferiti perché le loro condizioni sono inaccettabili». Parole inusualmente dure per una Ong solitamente sobria come Save the children. Due dei 250 minori che spravvivono nello spazio angusto dell'area Marina protetta hanno tentato il suicidio tagliandosi braccia e gambe con le lamette. Ricoverati al poliambulatorio isolano, sono stati dimessi ieri mattina. «Nessuno li vuole perché i Comuni che dovrebbero ospitarli non sono disposti a spendere 50 0 70 euro al giorno per il loro mantenimento», spiega Carlotta Bellini di Save the children. I minori, in base alle convenzioni internazionali, non possono essere espulsi fino al compimento del diciottesimo anno. A differenza dei migranti adulti, poi, i costi ricadono interamente sügli enti locali. La presa diposizione della Ong sembra abbia dato risultati. Il commissario straordinario per l'emergenza profughi, Giuseppe Caruso, ha assicurato che tra oggi e domani la stragrande maggioranza de i 250 minori raggiungerà i luoghi definitivi di accoglienza.



IMMIGRATI: 417 A LAMPEDUSA, 23 MINORI E 11 DONNE; DUE IN OSPEDALE
(AGI) - Lampedusa, 24 mar. - E' di 417 immigrati il bilancio complessivo degli arrivi nelle prime ore del giorno a Lampedusa. Secondo quanto riferito dalla Guardia costiera, infatti, 42 migranti sono approdati all'una di notte; 79 gli stranieri giunti venti minuti dopo; 54, tra cui 7 donne, sono arrivati alle 3.35; 107, tra cui 13 minori, alle 6.35; e 135, tra cui 4 donne e 10 minori, intorno alle 7.30. Due dei migranti giunti a bordo dell'ultima carretta del mare sono stati trasportati in ospedale per sintomi di assideramento e disidratazione. Circa 800 i migranti giunti nelle ultime 24 ore. (AGI) Mrg



IMMIGRATI: COMUNE LAMPEDUSA, ADESSO L'ACQUA NON BASTA PER TUTTI
(ASCA) - Roma, 24 mar - Mentre proseguono gli sbarchi di immigrati a Lampedusa, il Comune isolano sottolinea una nuova emergenza: ''Manca l'approvvigionamento idrico sufficiente a Lampedusa''.
''La richiesta di fornitura straordinaria di ventimila metri cubi d'acqua, fatta gia' da un mese - si legge in una nota - non ha avuto ad oggi copertura economica da parte del ministero della Difesa. La popolazione di Lampedusa quindi, oggi composta di 5.500 isolani, 5.000 profughi e 400 delle forze dell'ordine, ha anche il problema dell'approvvigionamento idrico. Evidentetemente tale carenza complica ulteriormente la situazione dell'isola. Non c'e' l'autonomia sufficiente per assicurare la fornitura agli oltre 11.000 presenti''.



Altro che profughi, arrivano clandestini
il Giornale, 24-03-2011
Francesco De Remigis
Dei quasi 16mila immigrati sbarcati a Lampedusa, circa 13mila non sono cittadini libici ma tunisini e quindi privi dei requisiti per ottenere asilo politico. Domani Maroni in missione a Tunisi per ripristinare i pattugliamenti
Sono 2.347 i profughi sbarcati da gennaio fino a ieri a Lampedusa, gli altri 13mila sono clandestini. Il sindaco di Mineo ha dunque definito «una presa in giro colossale» la decisione del Viminale di trasferire nel Residence degli aranci, che avrebbe dovuto ospitare soltanto i richiedenti asilo, anche i 600 migranti accampati a Lampedusa. Sul Piano profughi del Viminale continuano intanto i distinguo dei governatori. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, è pronto a ricevere quelli libici. Ma «zero clandestini». Cioè nessuno di quei tunisini a cui si cerca una sistemazione: chi ha presentato richiesta di asilo troverà alloggio nel Residence degli aranci.
Le Regioni si preparano invece all’ondata di rifugiati che potrebbe arrivare da Tripoli. Ma altri immigrati a Lampedusa manifestano l’intenzione umanitaria. I tecnici hanno verificato che la maggior parte di loro ha nazionalità tunisina. Non necessitano di protezione, per loro è difficile giustificare l’asilo, e vanno dunque rimpatriati o sistemati nei Cie. Che però sono pieni. Il nuovo governo tunisino guidato da Beji Caid Essebsi ha soppresso la polizia politica e quasi tutti i tunisini che hanno raggiunto le coste italiane sono perciò considerati clandestini.
Domani Maroni, che ha incassato il sostegno del suo omologo spagnolo Perez Reculcaba («Francia e Spagna non lasceranno sola l’Italia», ha detto il ministro dell’Interno di Madrid che auspica «un rapido ed efficace sostegno della Ue»), volerà a Tunisi per ridiscutere gli accordi di cooperazione su almeno due fronti. Il primo è quello dei pattugliamenti. Fino alla caduta del regime di Ben Ali i mezzi italiani cooperavano con le autorità locali per limitare le partenze. Con il crollo istituzionale sono saltati gli interlocutori e, con loro, anche i pattugliamenti congiunti. Da Zarzis e dagli altri porti tunisini le partenze continuano. L’ambasciatore Pietro Benassi è stato ricevuto dal nuovo esecutivo per preparare la missione del ministro, ottenendo il ripristino dei pattugliamenti. Che dev’essere però formalizzato. Maroni punta ad aumentare soprattutto il numero dei rimpatri: almeno cinquemila quelli da imbarcare. Ed è impossibile farlo con accordi che oggi prevedono rimpatri da dieci persone al giorno.
La seconda sfida riguarda i migranti con precedenti penali. Quelli evasi dalle carceri, o quei soggetti considerati «pericolosi per la pubblica sicurezza». Per loro sono stati trovati centinaia di posti nei Cie, dove le rivolte registrano un solo obiettivo: la fuga. A Gorizia otto tunisini sono stati arrestati per danneggiamento, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e rapina (uno di loro aveva sottratto le chiavi delle stanze). In sei hanno fatto perdere le tracce. Altri quattro bloccati lunedì mentre cercavano di varcare il confine con la Francia, al valico del Monginevro; trovati su una Nissan Micra guidata da un francese di 26 anni. Dai foglietti recuperati nelle loro tasche si suppone che un clandestino sia evaso dal Cie di Crotone. E non sono certo questi i migranti che le Regioni vogliono accogliere. Già decine gli arresti fatti invece a Ventimiglia, dove il business dei passeur è di nuovo fiorente. Se n’è accorto anche il ministro dell’Interno francese, Claude Guéant, che ha chiesto di «rispettare il regolamento europeo in materia di trattenimento dei migranti». Cioè: tenerli in Italia. Sembra questo il problema del Viminale. Gestire i clandestini destinati ai Cie, più che i profughi. A Torino una decina di tunisini ha danneggiato la struttura di detenzione che costa 1.350.000 euro l’anno. Stessa tecnica di fuga. Incendi e caos. Per Maroni potrebbero essere 15mila gli arrivi dalla Libia, ma da Tripoli non è partito nessuno: i 117 approdati a Catania hanno detto di essere libici solo per ottenere lo status di rifugiati. I 2.347 profughi staranno tutti a Mineo. Per i clandestini si parla di tendopoli. Su quella pugliese ci si interroga. Mentre a Lampedusa un centinaio di migranti ne ha costruita una fai-da-te. Stracci, vestiti e lenzuola. In attesa di capire in quanti ancora saliranno a bordo della nave San Marco, che stamattina sbarcherà ad Augusta con i primi 600 tunisini lampedusani diretti a Mineo.



Immigrati/ Zaia: chi ha scarpe griffate e telefonino va espulso
Affaritaliani.it, 24-03-2011
Il Governatore leghista del Veneto Luca Zaia apre 'la caccia ai falsi profughi' sbarcati o in arrivo a Lampedusa dal Nord Africa, partendo dagli status symbol che contraddistingue chi sbarca in territorio italiano. "Lampedusa - ha denunciato fra l'altro Zaia in distinte interviste al Quotidiano Nazionale e al Giornale non è invasa da rifugiati politici o disperati, ma da tunisini che fuggono da un territorio nel quale è ripresa la vita normale e sono state riaperte le aziende: lo so perché laggiù lavorano tante imprese venete. Laggiù la vita è tornata alla normalità. C`è un'evidente ripresa delle attività imprenditoriali. E quindi se arrivano da lì significa che sono clandestini.Che vanno portati nei Cie e poi espulsi. Quelli che arrivano con le scarpe da ginnastica firmate, il giubbottino all'occidentale e il telefonino in mano di sicuro non è gente che può chiedere asilo politico". "Gli italiani - ha attaccato ancora il Governatore leghista- sono indignati da questo spettacolo. Barconi di vera emergenza umanitaria, in passato, ne abbiamo visti tutti: erano carichi di gente di ogni tipo, donne, vecchi, bambini.Oggi sbarcano soltanto ragazzi di 25-35 anni senza famiglia che appaiono in carne, ben messi e non così sprovveduti. Qualche barcone così posso anche capirlo; questi invece sono tutti maschi che sborsano duemila euro agli scafisti per fare la traversata".



Immigrazione: mafia infiltrata, indagati
Fermati 19 scafisti egiziani, 17 uomini e due minorenni
(ANSA) - CATANIA, 24 MAR - Arrestati 19 extracomunitari ritenuti gli scafisti del peschereccio arrivato 3 giorni fa a Catania con 136 migranti. Tra i 19 anche due minorenni, affermano di essere egiziani. Nella stessa inchiesta la Dda di Catania ha indagato 4 presunti mafiosi del clan Brunetta della zona di Riposto e Mascali. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di clandestini. Sarebbero stati loro a fornire la barca che avrebbe dovuto portare a terra i migranti che erano sul peschereccio.



I veri dati sui profughi? L'80% sono clandestini Ora l'Italia deve respingere questi finti profughi
il Giornale  24-03-2011
Alessandro Sallusti
Per un attimo abbiamo sperato che la nave da guerra San Marco, salpata da Lampedusa con un carico di cinquecento immigrati appena sbarcati sulle coste dell’isola, facesse rotta sulla Tunisia, Paese dal quale gli indesiderati ospiti provenivano. Purtroppo non è andata così. La San Marco attraccherà in Sicilia e il suo carico umano verrà disperso per l’Italia, come lo saranno i successivi. Dicono che è il prezzo della guerra, ma così non è. Di libici, sulle carrette del mare, non c’è traccia. I sudditi di Gheddafi sono sì alle prese con una guerra civile, ma non hanno nessuna in­tenzione di lasciare il Paese: stavano benissimo dove sono e sperano di tornare a stare bene al più presto.L’onda­ta che ci sta invadendo arriva dalla Tunisia, dove poche settimane fa è stato deposto un tiranno mascherato e in­sediato un governo democratico. Non c’è logica nello scappare da una libertà ritrovata, non ci sono le basi per dichiararsi perseguitato politico o sentirsi in pericolo di vita. E, in effetti, sui ventimila arrivi degli ultimi giorni, soltanto tremila hanno fatto richiesta di asilo. Sono praticamente solo uomini. Dubito che tutti siano davvero nelle condizioni di dover scappare, fosse solo per il fatto che non conosco uomini che lascerebbero moglie e figli a casa in balìa di presunti aguzzini. Più facile che tra questi tremila la maggior parte millanti e la restante sia in fuga sì, ma non dal tiranno. Più probabilmente scappano dalla polizia dopo essere evasi dalle carceri (nelle quali si trovavano per reati comuni) durante i giorni della rivolta.
Arruolare i tunisini tra le persone in diritto di ospitalità sull’onda emotiva della guerra è il peggior servizio che possiamo fare ai profughi veri, se e quando questi arriveranno. È come intasare un ospedale di finti ammalati: si sprecano risorse ed energie che potrebbero essere esaurite nel momento del vero bisogno. Le leggi che nel nostro Paese regolano immigrazione e ospitalità non risultano essere state sospese, e semmai l’eccezionalità del flusso deve portare a stringere le maglie, non certo ad allargarle.
Credo che proprio alla luce di tutto questo il governo abbia ieri deciso di inserire il problema dei clandestini nella risoluzione che il Parlamento deve approvare sulla crisi libica. Berlusconi chiede che la coalizione militare si impegni a bloccare sulle coste africane i trafficanti di uomini e i loro carichi. Ovviamente questo non piace alla sinistra, che più problemi e casino ci sono in Italia più spera di trarne vantaggi politici ed elettorali. Bersani fa il finto tonto sulla pelle di quei disgraziati e sulla sicurezza di noi italiani. È addirittura offeso perché alle Camere ieri non è andato a parlare Berlusconi in persona, ma il ministro Frattini. Qualcuno gli spieghi che un motivo c’è, e non secondario. Il premier, probabilmente, non può parlare con Bersani in quanto impegnato con altri interlocutori che chiedono riservatezza e basso profilo. Chi sono? Forse lo sapremo nei prossimi giorni. Per risolvere anche le crisi più drammatiche a volte contano più i rapporti personali che la forza militare. A volte, per ottenere risultati, serve di più dire «per Gheddafi mi sento addolorato », che non seguire l’etichetta. Insomma, da queste parti qualcuno sta mediando davvero per mettere fine alla guerra. Se ne sono accorti tutti, americani compresi, salvo Bersani. Che sulle cose importanti arriva sempre con un po’ di ritardo.



Immigrati: matrimoni simulati per regolarizzare clandestini, 13 arresti nel messinese
Libero, 24-03-2011
Messina, 24 mar. - (Adnkronos) - Tredici persone, tra cui quattro extracomunitari nordafricani, sono state arrestate dai Carabinieri di Messina. Si tratta dei componenti di una organizzazione che attraverso 'matrimoni simulati' regolarizzava la presenza di clandestini sul territorio italiano. I tredici sono indagati a vario titolo di favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina.
L'attivita' investigativa,iniziata a settembre 2008, ha consentito ai carabinieri di accertare l'esistenza di un gruppo criminale nel comprensorio milazzese e della Valle del Mela che, previo pagamento di somme di denaro, che organizzava ''matrimoni di facciata'' finalizzati alla regolarizzazione nello stato italiano di extracomunitari clandestini provenienti dalla Tunisia e dal Marocco.
Ulteriori particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, prevista per le ore 11 presso il comando provinciale carabinieri di Messina, alla presenza del procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Salvatore De Luca.



La San Marco a Lampedusa. Gli Immigrati a Mineo
Terra, 24-03-2011
Vincenzo Mulè
LAMPEDUSA. L'unità anfibia della Marina militare ha preso a bordo circa 600 persone giunte in queste settimane. Al momento i migranti sono poco meno di seimila. Nuovo allarme sanitario.
Sono stati divisi in gruppi di 50 persone e spediti di nuovo sul mare. Questa volta in condizioni di gran lunga migliori di quando nei giorni scorsi hanno raggiunto Lampedusa. Circa cinquecento immigrati da questa mattina sono ospitati nel centro allestito a Mineo, in provincia di Catania. Le operazioni sono andate avanti a rilento, anche perchè durante la mattina sono avvenuti altri sbarchi. Due imbarcazioni sono state soccorse dagli uomini della Capitaneria di porto: trasportavano in totale 107 persone, tra cui 2 donne e 6 bambini. I nuovi arrivati vanno ad aggiungersi ai circa seimila immigrati già presenti a Lampedusa, che ormai da un bel po’ di tempo ha superato la soglia dell’emergenza.
Le operazioni di trasferimento per alleggerire la situazione nell’isola sono proseguite anche con l’utilizzo di un ponte aereo che ieri ha portato fuori dall’isola altri 400 migranti, divisi tra Bari, Foggia e Crotone. Solo intorno alle 18, la nave della Marina militare San Marco è salpata verso la Sicilia diretta al porto di Augusta, a Siracusa. Lasciando dietro di sé l’inevitabile scia di polemiche. Mentre il Centro di prima accoglienza è al collasso, oltre 2.200 gli ospiti per una capienza di 850 posti, anche la parrocchia ed il centro per minori sono allo stremo. Una situazione difficilissima, mitigata dalla generosità dei lampedusani che ogni mattina cercano di soccorrere chi possono, preparando cibo, donando soldi e vestiti a chi arriva stremato dopo un viaggio durato giorni. Sono circa 3.000 i migranti costretti a dormire all’addiaccio sia negli spazi adiacenti al centro di accoglienza che direttamente sul molo, senza neanche potersi riparare dalla pioggia, in condizioni igienico sanitarie sempre più critiche.
«La Sicilia, ed in particolare Lampedusa e Trapani, non possono pagare il prezzo dell’ondata migratoria e della guerra – ha denunciato il presidente della Regione Raffaele Lombardo, che ha poi annunciato di avere «appena scritto una lettera al presidente della Repubblica ed al presidente del Consiglio chiedendo la convocazione urgente di un consiglio dei Ministri per affrontare l’emergenza in cui versano i nostri territori». Lampedusa conta poco meno di cinquemila abitanti, solo duemila dei quali sono in attività. Attualmente sull’isola si registra la presenza di circa 6000 migranti. «Un peso insopportabile – aggiunge Lombardo - che causa già una emergenza igienica e rischia di degenerare in emergenza sanitaria. In questa situazione dove, come denuncia il portavoce italiano dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) Laura Boldrini «con i numeri elevati e il sovraffollamento di questo periodo è diventato anche difficile fare la semplice informativa ai migranti sulle procedure per richiedere asilo», sono i minori i soggetti più a rischio.
Raffaela Milano, portavoce di Save the children denuncia: «I minori non accompagnati attualmente ancora a Lampedusa debbono essere immediatamente trasferiti perchè le condizioni generali in cui si trovano sono ormai inaccettabili. La struttura che è stata destinata loro, l’area marina protetta, è assolutamente inadeguata e di ora in ora le condizioni si fanno più critiche, dal punto di vista igienico e dell’accoglienza in genere». Dall’inizio dell’intensificarsi degli arrivi di migranti tunisini, il 10 febbraio scorso, sono oltre 530 i minori, per la grande maggioranza non accompagnati, giunti a Lampedusa. Di questi 283 sono stati collocati nelle comunità d’accoglienza per minori in Sicilia.
 


Gli spot allarmistici di Maroni
l'Unità, 23-03-2011
Maria Novella Oppo
Da giorni assistiamo impotenti al collasso di Lampedusa: gli abitanti furibondi e sopraffatti e gli immigrati accatastati sul molo come merci che nessuno vuole. Una disperazione che ci viene esibita senza vergogna dai tg e dai talk show e che dovrebbe dimostrare come il ministro Maroni sia inerte e incapace. Ma figuriamoci: il leghista ci viene mostrato, invece, mentre si dà un gran da fare ad ottenere dalle Regioni l’impegno ad accogliere quote di rifugiati che potrebbero venire dalla Libia in numero di 50.000. Insomma, si abbandonano in condizioni inumane migliaia di persone reali, ma si provvede a un’ondata di arrivi che potrebbe anche non arrivare mai. Allora qual è la ragione dell’insistenza televisiva sullo scempio di Lampedusa? È la pedagogia leghista: far vedere il pericolo, lo spettro della ‘invasione’ ora che l’amico Gheddafi non fa più da palo ai nostri efferati respingimenti. Lampedusa è un set, uno spot, che serve a eccitare gli animi alla paura e al rifiuto, nonché ovviamente al voto.

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