Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

03 novembre 2011

Permessi snelliti
Soggiorno, arriva il placet unico
Italia Oggi, 3-1-2011
PAOLO BOZZACCHI
Novità significative su diritto di asilo e permessi di soggiorno. Questi i risultati più concreti del Consiglio giustizia e affari interni che si è tenuto in settimana a Lussemburgo. Il Consiglio ha fatto il cosiddetto «tagliando» allo stato di implementazione delle proposte di Commissione ed Europarlamento sul pacchetto «asilo» e sugli standard minimi che il quadro legislativo attuale prevede. La presidenza Ue di turno ha informato il Consiglio che la scorsa settimana è stato raggiunto l'accordo finale tra Consiglio ed Europarlamento sulla direttiva per l'introduzione di un permesso unico di soggiorno per i cittadini extracomunitari che risiedono e lavorano stabilmente nell'Unione europea. Affinché le nuove norme entrino in vigore, però, entrambe le Istituzioni dovranno necessariamente dare il via Ubera formale. Atteso entro la fine dell'anno. La nuova direttiva sul permesso unico di soggiorno punta a semplificare le procedure per l'ammissione dei cittadini
extracomunitari e al tempo stesso rendere più snello il potenziale controllo del loro status. La direttiva introduce un quadro di diritti relativi agli extracomunitari legalmente residenti e lavoratori negli stati membri. Una volta adottata, la direttiva andrà trasposta negli ordinamenti nazionali entro due anni dalla sua effettiva entrata in vigore. E rappresenterà il primo strumento nel campo dell'immigrazione legale nel rispetto delle regole del Trattato di Lisbona (con il meccanismo della codecisione). Riguardo alla direttiva sulle qualifiche professionali, il Consiglio ha appoggiato l'accoglienza favorevole da parte dell'Europarlamento del testo di compromesso raggiunto lo scorso luglio, e annunciato che l'adozione finale arriverà nelle prossime settimane. In merito al cosiddetto sistema «Dublino II» (che stabilisce procedure per determinare il paese responsabile per l'esame delle richieste di protezione internazionale), a settembre il Consiglio ha appoggiato l'idea di includere nella proposta il concetto di «early warning» per essere in grado di valutare in modo concreto l'efficienza dei sistemi giudiziari nazionali in materia di asilo. Sulla cosiddetta «emergenza» o «meccanismo di sospensione» gli stati membri a maggioranza l'hanno ancora respinto. Sul regolamento Eurodac (che disciplina la raccolta e l'archiviazione delle impronte digitali dei cittadini europei) permane lo stallo in attesa di una proposta che consenta l'entrata in vigore della disposizione. Continua, invece, il lavoro sulle procedure di asilo e sulle condizioni di recepimento della direttiva (11214/11). In dettaglio è stato raggiunto l'accordo sulla direttiva della residenza di lungo termine e la creazione di un Ufficio di supporto all'asilo europeo (Easo) che è già a tutti gli effetti operativo. Il Consiglio Gai ha anche fatto il punto sui negoziati con gli Usa relativi allo scambio di informazioni sui dati personali. Obiettivo dei negoziati è creare un accordo-ombrello per la protezione dei dati personali. Il Consiglio ha annunciato che entro fine anno arriverà la nuova direttiva anti-pedopornografia online, che ha diviso Europarlamento e Commissione.
 


A tu per tu
Troppo islam in Italia: la colpa è anche nostra
Libero, 3-11-2011
MATTIAS MAINIERO
Libero riporta che un neonato lombardo su tre è straniero. In prospettiva, la Lombardia diventerà una terra musulmana. Mi spieghi perché dovrei ancora lavorare ed impegnarmi, visto che il mio Paese non apparterrà ai miei discendenti.
Marco Casetta , Treviglio (Bergamo)
Per esempio, potrebbe lavorare ed impegnarsi per se stesso. Perché gli islamici, non solo in Lombardia ma in tutta Italia, sono tanti, e ciò nonostante lei continua a campare, e se campasse, grazie al suo impegno, un po' meglio, con un'automobile nuova, una casa più grande (non so, veda lei ciò che le piace di più), potrebbe solo trarne giovamento. Potrebbe anche impegnarsi per i suoi figli o nipoti, sempre per lo stesso motivo: islamici o non islamici, la discendenza esiste, e sforzarsi per farla esistere un po' meglio non è proprio un male. Potrebbe addirittura impegnarsi per far sì che in Lombardia un neonato su tre non sia lombardo. Non mi faccia scendere nei dettagli, ma, se l'età è quella giusta, se ha una moglie o una compagna, magari potrebbe contribuire alla natalità italiana, in modo tale che il suo Paese appartenga un po' di più ai suoi discendenti. Sa come si fa, non c'è bisogno di dilungarsi. E potrebbe ascoltare questa storiella. Per anni la Cina è stata una dei   grandi   nemici dell'Occidente,    un Paese   da  prendere con le molle. Oggi l'Occidente, col cappello in mano, discute con la Cina per ottenere aiuto dall'ex nemico. Ci siamo ridotti a questo. Non per colpa di Pechino. Per colpa nostra, di noi occidentali. Per mancanza di idee valide e di lungimiranza, perché - anche noi singoli cittadini, mica solo i governanti - abbiamo creduto che il mondo potesse accumulare debiti su debiti senza mai pagare pegno. Perché abbiamo premiato, con i nostri voti, politici che chiaramente non lo meritavano, e li abbiamo premiati per piccoli interessi, perché ci avevano promesso un posto, una collaborazione, una spintarella per noi o qualche nostro familiare. Perché abbiamo pensato troppo al bene personale e troppo poco al bene comune. E ora siamo nei guai, le Borse crollano e i titoli di Stato traballano. Vale anche per gli islamici. Diamoci una mossa, caro Casetta, tiriamoci su, vinciamo questo dilagante pessimismo e pretendiamo da noi stessi e dai nostri governanti atteggiamenti più concreti e lungimiranti. E forse gli islamici faranno meno paura, in Lombardia come altrove. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



Cambiare urgentemente le norme sul rinnovo del permesso di soggiorno: producono troppi “clandestini”
Saleh Zaghloul
2 novembre 2011
Secondo i dati del Dossier statistico immigrazione 2011 curato dalla Caritas, sono 684.413 i permessi di soggiorno che non sono stati rinnovati nel corso del 2010. Sono persone che si erano faticosamente regolarizzate, ora trasformate in irregolari, visto che quando perdono il permesso di soggiorno non ritornano nei loro paesi d’origine ma restano qui in clandestinità a lavorare in nero. In un solo anno è stato cancellato il risultato di tre provvedimenti di regolarizzazione (o sanatorie) che hanno richiesto almeno dieci anni di tempo: c'è stata una regolarizzazione circa ogni cinque anni e l’ultima (quella di colf e badanti) ha sanato la posizione di circa 200 mila persone. In un solo anno è stato polverizzato il lavoro faticoso e molto costoso degli Uffici Immigrazione di Prefetture e Questure, dei Patronati, delle Poste e delle ambasciate.
La crisi potrebbe aver contribuito in questo gravissimo fatto ma la maggiore responsabilità è da attribuirsi alle norme sul rinnovo del permesso di soggiorno e l’interpretazione restrittiva con la quale vengono applicate: perdere il contratto di lavoro equivale a perdere il permesso di soggiorno. La convenzione OIL n. 143/75, ratificata dall’Italia, tuttavia, dispone il contrario: “il lavoratore migrante non potrà essere considerato in posizione illegale o comunque irregolare a seguito della perdita del lavoro, perdita che non deve, di per sé, causare il ritiro del permesso di soggiorno”.
I più colpiti sono i lavoratori dipendenti poiché le norme sul rinnovo sono più rigide. Colpite anche le famiglie, poiché il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di famiglia dipende dalla situazione del lavoratore stesso. Infatti in se il lavoratore perde il permesso di soggiorno, lo perdono i suoi familiari. Intere famiglie sono spedite nella clandestinità. Ecco i dati del Dossier Caritas in dettaglio: sono 398.136 i permessi di soggiorno non rinnovati che erano stati rilasciati per lavoro subordinato, 49.633 per lavoro autonomo, 220.622 per motivi di famiglia e 160.220 per attesa occupazione.
Preso atto che nulla è cambiato nelle leggi e nella loro applicazione, possiamo facilmente dedurre che anche quest’anno altrettante persone sono/saranno trasformate in "clandestini". Malgrado la crisi, alcuni settori come, ad esempio, l’edilizia, l’agricoltura e servizi hanno bisogno vitale di mano d’opera immigrata. Perché privare l’economia italiana, che ha bisogno di crescere, dalla possibilità di impiegare legalmente lavoratori che conoscono la lingua italiana e che sono già formati? A chi giova condannare oltre un milione di persone alla clandestinità e al lavoro nero? Per quale ragione viene favorita l’evasione fiscale e la concorrenza sleale a sfavore dei datori di lavoro rispettosi della legalità? A chi giova togliere ad un numero enorme di persone la possibilità di avere alcun rapporto con le istituzioni e con le forze dell’ordine in particolare, da cui sono costretti a nascondersi per non essere espulsi? A chi giova esporli a rapporti con tutti gli altri soggetti criminali che si nascondono dalle istituzioni? Tutto questo è certamente un grave danno al paese, è ingiustificabile ed irresponsabile.



L’Ufficio antidiscriminazioni razziali emana le “linee guida” per la costituzione dei centri territoriali.
Monnanni: “entro il 2012 si costituirà una vera e propria rete nazionale di centri regionali e locali per monitorare i fenomeni di xenofobia, razzismo e discriminazione”.
Immigrazione Oggi, 3-11-2011
L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) ha approvato, con decreto dello scorso 24 ottobre, le “linee guida per la costituzione e il funzionamento di centri/osservatori territoriali e antenne antidiscriminazione”.
Il documento, preparato sulla base della sperimentazione avviata dall’Unar fin dal 2009 in collaborazione con le Regioni, il sistema delle autonomie locali e la società civile, propone anche gli schemi di protocollo e convenzione per la stipula degli accordi operativi con le Regioni, le Province e i Comuni che hanno già sottoscritto o intendano sottoscrivere appositi accordi con l’Unar.
“Con tale fondamentale atto – ha dichiarato il direttore dell’Unar Massimiliano Monnanni – l’importante e proficuo lavoro svolto dall’Ufficio trova una formalizzazione e un riconoscimento che consentirà di rafforzare e strutturare in maniera ulteriore i centri antidiscriminazioni già istituiti in accordo con Regioni ed Enti Locali, in modo da pervenire entro il 2012, così come previsto dalla programmazione dell’Ufficio, alla costituzione di una vera e propria rete nazionale di centri, osservatori ed antenne in grado di monitorare i fenomeni di xenofobia, razzismo e discriminazione connessa alla disabilità, alla religione, all’età, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, garantendo altresì in maniera omogenea e diffusa sull’intero territorio nazionale l’effettività del principio di parità di trattamento sancito dall’articolo 3 della Costituzione e dal quadro normativo vigente”. Per informazioni: www.unar.it.



Immigrati: fermati 25 clandestini in provincia di Lecce
la Repubblica Bari, 3-11-2011
Lecce, 3 nov. (Adnkronos) - I carabinieri hanno rintracciato a partire dalle 6,30 di stamane nella zona dei comuni di Tricase, Corsano e Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, 25 immigrati clandestini di origine bengalese e cingalese. Sono ancora in corso le ricerche di eventuali ulteriori extracomunitari. I militari stanno svolgendo accertamenti, inoltre, su un'imbarcazione ormeggiata nel porto di Santa Maria di Leuca con la quale potrebbero essere giunti in Italia.



Consulte cittadine: Padova si prepara al voto mentre a Palermo gli immigrati scendono in piazza per chiederne la costituzione.
A Padova il 27 novembre si vota la Consulta di 25 rappresentanti delle comunità extracomunitarie.
Immigrazione Oggi, 3-11-2011
Si svolgeranno il prossimo 27 novembre a Padova le elezioni per i rappresentanti dei cittadini stranieri nella Commissione consultiva del Consiglio comunale.
Potranno votare tutti i cittadini extracomunitari maggiorenni per scegliere il presidente e il vice della Commissione, autorizzati a partecipare ai lavori di Palazzo Moroni con diritto di parola, ed altri 23 rappresentanti che entreranno a far parte della Consulta.
A Palermo invece, proprio ieri si è svolto un sit-in di protesta, davanti Palazzo delle Aquile, sede del Comune, organizzato dalla Cgil e dalle comunità immigrate per chiedere al Consiglio comunale di adottare la proposta di costituzione della Consulta comunale immigrati presentata dall’Arca, la Federazione delle associazioni e delle comunità immigrate.



Calcinato, l'integrazione negli anni della crisi
Giornale di Brescia, 3-11-2011
Enrico Mirani

Piazza Aldo Moro, ore 9 del primo mercoledì di novembre. Il traffico è scarso, qualche sparuto cittadino si infila nel municipio, alcuni immigrati parlano fra loro. Sono il gruppo più numeroso. A Calcinato vivono oltre duemila e cinquecento stranieri, il 20 per cento della popolazione. È una delle percentuali più alte del Bresciano, che si impenna nelle scuole: gli alunni sono il 30% del totale, con picchi del 55% in alcune classi.
Una presenza rimarcata dalla maggior parte dei calcinatesi incontrati ieri nel nostro giro per la serie i «paesi visti dall’edicola», visitando le rivendite di Giuseppina Di Giorgi e della figlia Roberta in via XX Settembre, di Marco e Anna Vedovello in via Vittorio Emanuele, di Edmondo Gaffuri in via Carlo Alberto, di Maura Gussago a Ponte S. Marco e Graziano Zanovello a Calcinatello. Niente razzismi o intolleranze, piuttosto la sottolineatura di un faticoso equilibrio sociale. Che, comunque, regge. «Quello degli extracomunitari è un grosso problema» dice Fabrizio Faccioli.
«L’integrazione non è facile. Che futuro ci aspetta?» Edmondo Gaffuri insiste sull’argomento, riportando idealmente i discorsi dei suoi clienti: «Ci sono tanti immigrati. Adesso che la crisi colpisce duro e c’è bisogno di aiuti, non ci sono più risorse per la nostra gente. Oppure capita che siano favoriti dalla legge nell’assegnazione delle case...».
Un altro cittadino, che si rifugia dietro l’anonimato, attacca: «Sono troppi. Vogliono comandare a casa nostra». Diversi, fra un argomento e l’altro, toccano il tema. È una questione annosa da queste parti, all’ordine del giorno da un decennio almeno. Calcinato offriva posti di lavoro nell’agricoltura e nell’industria, oltre che alloggi. «Quando altri paesi cominciavano ad avvertire il fenomeno, noi vivevamo già la fase della ricongiunzione familiare» afferma il sindaco Marika Legati. Dice «fenomeno» e non «problema» per marcare un atteggiamento sereno verso la faccenda. Senza nascondere le criticità.
«La crisi economica e l’aumento dell’indigenza anche fra la nostra gente - sostiene il sindaco - hanno aggravato la situazione. Calcinato, grazie alla sensibilità delle Amministrazioni comunali, ha sempre avuto come punto di forza il sistema sociale, ben strutturato». Adesso, però, al bisogno ordinario si è aggiunto quello straordinario: «Famiglie normali, gente che ha perso il lavoro».
Sono aumentate le necessità; in particolare è esploso il problema degli sfratti. «L’Amministrazione, nonostante i tagli, per il 2011 aveva aumentato del 20% la spesa sociale in bilancio: non è bastato, abbiamo dovuto aggiungere 200mila euro, portando la cifra a 1,8 milioni».
E ancora non basta. I fondi per il minimo vitale e i contributi straordinari sono finiti. «Si continua con i servizi, ma niente di più». A Calcinato non si avvertono conflitti sociali. C’è attenzione, comunque, per evitare che si creino, magari innescati dalla crisi economica che colpisce ovunque. «Investiamo molto nell’intercultura nelle scuole» dice Marika Legati. «Con quelle percentuali di alunni stranieri è necessario». Ma il tema dell’immigrazione non è un chiodo fisso nei cittadini. «Io mi sono trasferito qui da Brescia e vivo bene» afferma Pietro Riva; «Calcinato è un paese tranquillo, non mi pare ci siano grandi problemi» aggiunge Camilla Goffi.
 


Torino: dal Comune tirocini formativi per giovani stranieri da inserire nel settore agricolo.
Accordo con le organizzazioni di categoria per incentivare l’inserimento in aziende agricole piemontesi.
Immigrazionbe Oggi, 3-11-2011
Favorire l’integrazione di giovani immigrati con attività di tirocinio in aziende e imprese cooperative del settore agricolo. È quanto prevede un accordo tra il Comune di Torino, la Coldiretti torinese, Federagri e Federsolidarietà Confcoooperative Piemonte, Legacoop agroalimentari Nord Italia-Piemonte e Legacoopsociali Piemonte.
Un protocollo, siglato ieri, impegna le organizzazioni firmatarie a promuovere stage della durata di tre mesi, o sei nel caso in cui il titolare dell’impresa intenda procedere all’assunzione del tirocinante, finalizzati all’acquisizione di conoscenze teoriche e pratiche, quali per esempio la coltivazione, la trasformazione e l’agricoltura sociale. La città di Torino si occuperà delle procedure amministrative per l’attivazione dei tirocini formativi e, utilizzando finanziamenti ministeriali, offrirà ai tirocinanti la visita medica, l’assicurazione e un rimborso netto mensile di 413 euro.
Gli stage possono essere frequentati da giovani immigrati regolari residenti nel Comune che abbiano già assolto gli obblighi scolastici. A beneficiare dell’iniziativa, secondo le stime, dovrebbero essere tra i 100 e 150 lavoratori stranieri.



Palermo, sit-in immigrati davanti a Comune per il diritto di voto
TM News, 02-11-2011
Zaher Darwish (Cgil): "Da mesi chiediamo consulta comunale"
Una quarantina di immigrati, in rappresentanza delle comunità di Palermo, si sono ritrovati di fronte alla sede del Comune, in piazza Pretoria, per un sit-in di protesta organizzato dalla Cgil. Chiedono al Consiglio comunale di adottare la proposta di una consulta degli immigrati, che permetterà loro di votare alle prossime elezioni aministrative: il progetto è stato presentato dall'Arca, la Federazione delle associazioni e delle comunità immigrate, il 6 luglio scorso alla presenza di tutti i gruppi consiliari e del presidente del Consiglio comunale.A distanza di 6 mesi dell'entrata in vigore della riforma elettorale regionale, denunciano gli immigrati, non è stata adottata nessuna decisione in merito. La protesta voleva anche riaccendere anche l'attenzione sul caso di Noureddine Adnane, venditore ambulante marocchino morto 9 mesi fa dopo essersi dato fuoco a seguito di un controllo della Polizia municipale: secondo la comunità degli immigrati, Adnane sarebbe stato vittima di una persecuzione delle forze dell'ordine. Verità e giustizia su quella disgrazia sono ancora lontane.



Immigrati, test di lingua italiana Pordenone: 3 denunce per sostituzione di persona
Pordenone, 2 nov. - (Adnkronos) - Tre cittadini del Ghana, due uomini di 41 anni e una donna di 30 anni, volevano far sostenere il test per la certificazione della conoscenza della lingua italiana a una connazionale minorenne a Pordenone, ma sono stati scoperti e denunciati dalla polizia per concorso nel reato di sostituzione di persona.
In base alla ricostruzione fornita dalla Questura, lo scorso 21 ottobre due poliziotti di quartiere erano impegnati presso la scuola 'Lozer', in via Zara, dove era appunto in corso il test per la conoscenza della lingua italiana. Gli agenti hanno notato una ragazzina mentre esibiva alla commissione esaminatrice un passaporto relativo alla donna di 30 anni poi denunciata.
La ragazza, successivamente identificata per una cittadina del Ghana minorenne, ha dichiarato ai poliziotti di essere la donna che doveva sostenere l'esame e di avere un marito e due bambini. Le indagini, avviate in collaborazione con l'ufficio immigrazione, hanno consentito di accertare l'identita' della ragazza, che e' stata denunciata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni per sostituzione di persona e false dichiarazione sulla propria identita' personale.



Presidio degli immigrati in via Lupi di Toscana
Giornale di Brescia, 2-11-2011
Accelerazione dei tempi di riapertura delle pratiche avviate per la Sanatoria e nuove modalità per snellire le procedure. È il resoconto riportato dagli avvocati Manlio Vicini e Sergio Pezzucchi di Diritti per tutti sui contenuti dell’incontro di  mercoledì mattina  negli uffici di via Lupi di Toscana, tra i legali dell’associazione e la nuova dirigente dello Sportello unico per l’immigrazione Gabriella Mucci, per sollecitare una risposta alle attese di centinaia di immigrati «emersi» ancora in attesa del permesso di soggiorno.
«Secondo quanto annunciato si torna a lavorare su 550 domande - spiegano gli avvocati - l’intenzione sembra essere quella di dare priorità a quanto rimasto fermo. Le convocazioni per i primi 135 permessi sono iniziate lo scorso 27 ottobre. Ora aspettiamo le altre». Novità anche per il controllo delle pratiche e della validità dei requisiti dei richiedenti «emersi»: «Si passa dal metodo Camplese, che prevedeva la verifica specifica delle singole richieste, a dei controlli a campione».



CANADA
Quote immigrati, Kenney accelera
Corriere Canadese, 3-11-2011
Presentato ieri il rapporto 2011. Rimane stabile il numero dei newcomer: in media 254mila entrate all’anno
Mantenere costanti i livelli dell’immigrazione nel 2012. È l’obiettivo annunciato ieri dal ministro dell’Immigrazione Jason Kenney. Ma la composizione del flusso migratorio è destinato a cambiare.
Kenney ha presentato il suo rapporto annuale in cui Ottawa ha annunciato di voler accettare nel 2012 tra i 240mila e i 265mila immigrati. Numeri in sostanza uguali a quelli che erano previsti quest’anno, mantenendo così la media di 254mila newcomer degli ultimi anni. Ma stando a quanto hanno detto fonti ben informate alla Canadian Press cambierà il “tipo” di immigrati. Innanzitutto Kenney potrebbe annunciare l’aumento del numero di immigrati appartenenti alla cosiddetta “Canadian-experience class”. Gruppo che include impiegati di diverse occupazioni, molti già con esperienza e istruzione nel settore. Il gruppo è stato creato nel 2008 e, secondo il governo conservatore, è riuscito ad attirare immigrati che sono riusciti velocemente a integrarsi, trovando una sistemazione e lavoro e contribuendo alla crescita economica del Paese. Secondo le fonti, nel 2012 Ottawa accetterà 7mila immigrati di questa categoria, il più alto numero di sempre.
Kenney ha poi aggiunto di voler attirare newcomers giovani e professionisti.
“L’immigrazione continua a sostenere lo sviluppo della nostra economia - scrive il ministro nell’introduzione del rapporto 2011 - È quindi cruciale mantenere un sistema di immigrazione in modo puntuale». In settimana Kenney potrebbe rilasciare ulteriori dettagli. Intanto però ha confermato che non alzerà il numero di immigrati in quanto la popolazione canadese - e il portafoglio pubblico - non sono in grado di “digerire” un flusso migratorio più alto.
 

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