Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

06 dicembre 2013

Cittadinanza. Grasso: "Tagliare la burocrazia"
Il presidente del Senato incontra i rifugiati al Centro Astalli: "Si può fare di più per agevolare chi si sente integrato nella nostra società"
stranieriinitalia.it, 06-12-2013
Roma - 6 dicembre 2013 - ''In base alla legge, ai rifugiati servono 5 anni di residenza in Italia per avere la cittadinanza italiana , ma in realta', nella pratica, ne passano almeno 10-12 a causa di questioni burocratiche. Credo che qualcosa si possa fare di piu' per agevolare chi si sente integrato nella nostra societa'''.
Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso nel corso della sua visita alla mensa per i poveri e i rifugiati del Centro Astalli.
''I rifugiati fuggono da guerre e persecuzioni e hanno un diritto di asilo universalmente riconosciuto'' ha proseguito Grasso, che nel corso della sua visita al Centro Astalli si e' soffermato con diversi ospiti provenienti dal Mali, dall'Afghanistan e da altri Paesi travolti dalle guerre e dalla miseria.
''Sentire l'umanita' che soffre e' qualcosa che colpisce intimamente - ha aggiunto - vorrei che almeno qualcuno di questi problemi fosse risolto''. ''Domani [oggi ndn] - ha sottolineato Grasso - in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico saro' all'Universita' di Tor Vergata. Porro' il problema dell'integrazione anche sotto il profilo del diritto allo studio, anche sottoforma di aiuto o di esenzione dal pagamento delle rette ai rifugiati''.



Mandela è morto: abbiamo perso un padre
Corriere della sera, 06-12-2013
Kibra Sebhat
Mandela è morto e così abbiamo perso un padre. Noi tutti intendo, nessuna distinzione di nazionalità, colore della pelle, credo politico. Questo è stato Mandela, infatti, un patrimonio storico, africano, riconosciuto da tutti e condiviso da tutti. Rivendicato da tutti.
    Non si può spiegare il senso di vuoto che “riempie” la testa e il cuore. Egoisticamente non ho potuto fare a meno di pensare che alla fine non sono riuscita a vederlo il tuo Sud Africa, prima che tu ci lasciassi. Prima che potessi raccontare ai miei nipoti che la zia aveva fatto in tempo a toccare e respirare la magia del Sud Africa, mentre Madiba era ancora vivo.
Il 2013 si chiude in modo così triste ma, se ci penso bene, non potevi scegliere un momento migliore. Un anno si chiude ma soprattutto si avvicina un nuovo inizio: scandito da una convenzione, che nei nostri cuori si trasforma e che sarà per il resto della nostra vita il momento in cui Mandela ci ha lasciati. Durante il tuo ultimo ricovero tutti ci chiedevamo come avremmo potuto fare senza la tua presenza, senza la consapevolezza che da qualche parte gli occhi e il giudizio di Mandela ci osservavano e valutavano. Come faremo, si chiederanno in molti ora.
Faremo come abbiamo fatto fino a ieri, faremo come ci hai spinto a fare negli ultimi anni: a contare su noi stessi e ad abituarci, come spingono a fare i padri, a camminare da soli. Con il pensiero a te, a cui potevamo ancora fare riferimento in caso di difficoltà, ma soli come è giusto che imparino a fare tutti quelli che devono diventare adulti. Non parlo solo di persone in carne e ossa, ma anche di sogni che devono imparare a diventare maturi, come le democrazie, come le rivendicazioni sociali, come i valori, come la Storia, come…
Lo sapevi che non saresti stato con noi per sempre e dovevamo imparare, finchè in tempo, a raccogliere il tuo testimone. Sono sicura che molti ti abbiano deluso, ma che altrettanti ti abbiano stupito positivamente. Faremo così allora. Continueremo a fare così, a cercare di seguire al meglio il tuo esempio. Oggi però è solo un giorno triste. Solo un giorno triste.
Tags: black power, democrazia, diritti civili, madiba, Mandela, rivendicazione nera, sudafrica



Migrazioni, i matrimoni misti sono in forte aumento, oggi tra chi dice "Sì" uno su dieci è straniero
È quanto fotografa un'analisi della Fondazione Leone Moressa.  le nozze fra un coniuge italiano e uno immigrato sono aumentate del 15,3% nell'ultimo anno. La loro incidenza sul totale dei matrimoni arriva a toccare il 10%: massimo storico, registrato solo nel 2008. E nelle regioni del Centro-Nord raggiunge il 15%
la Repubblica, 05-12-2013
VLADIMIRO POLCHI
ROMA - "Vuoi prendere questa donna come tua legittima sposa?". Oggi un sì su dieci "parla" straniero. È il boom dei matrimoni "misti": le nozze fra un coniuge italiano e uno immigrato sono aumentate del 15,3% nell'ultimo anno. La loro incidenza sul totale dei matrimoni arriva a toccare il 10%: massimo storico, registrato solo nel 2008. E nelle regioni del Centro-Nord raggiunge il 15%. È quanto fotografa un'analisi della Fondazione Leone Moressa.
Il boom di matrimoni misti. Nel 2012 si sono registrati 20.764 matrimoni tra un coniuge italiano e uno straniero. I matrimoni "misti" rappresentano il 10% del totale dei matrimoni celebrati in Italia. A livello territoriale, la distribuzione dei matrimoni con coniuge straniero rispecchia la distribuzione della popolazione straniera: ai primi posti troviamo Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Se però osserviamo l'incidenza sul totale dei matrimoni, la prima regione risulta l'Emilia-Romagna (15,2%), seguita da Liguria (14,6%) e Umbria (14,5%).
Uno su dieci. Negli ultimi 10 anni si registra un trend altalenante per quanto riguarda i matrimoni "misti": se il livello massimo si è registrato nel 2008, successivamente si è visto un calo culminato con il picco più basso nel 2010. Negli ultimi due anni il fenomeno ha cominciato a risalire, tornando nel 2012 sopra quota 20mila. Il dato va però rapportato al trend dei matrimoni fra coniugi italiani, che negli ultimi 10 anni sono diminuiti del 25,4%. Considerando quindi i matrimoni "misti" rispetto al totale dei matrimoni, nel 2012 la loro quota è tornata a toccare il livello massimo del 2008: vale a dire il 10%.
La nazionalità del coniuge. Per quanto riguarda la nazionalità, si osserva una certa frammentazione, dato che solo una nazionalità (quella romena) supera il 10%. Dopo la Romania (14,5%), i Paesi più rappresentati sono Ucraina (8,6%) e Brasile (6,2%). La maggioranza delle coppie "miste" è composta da marito italiano e moglie straniera (78,7%). La differenza di genere diventa rilevante per quanto riguarda le nazionalità più rappresentative. Per quanto riguarda i matrimoni con moglie straniera, si ha una prevalenza di donne provenienti dall'Est-Europa: Romania, Ucraina, Russia e Polonia fra le prime 5. Per quanto riguarda i mariti stranieri, invece, prevalgono i Paesi mediterranei: fra le prime 5 nazionalità ci sono Marocco, Albania, Tunisia ed Egitto.
I matrimoni tra connazionali. Osservando il dato dei matrimoni fra cittadini stranieri della stessa nazionalità, si ha qualche informazione sui comportamenti delle diverse comunità. Escludendo la Romania, prima in entrambe le graduatorie (a causa della forte presenza in Italia), spiccano ai primi posti i cinesi (13,6% dei matrimoni tra stranieri connazionali) e i nigeriani (12,1%). "Questo denota una scarsa propensione da parte di queste comunità a sposarsi con cittadini italiani, preferendo invece le unioni fra connazionali".
Più nozze, più integrazione. "I matrimoni cosiddetti "misti" costituiscono un elemento di vivacità sociale nel particolare momento storico che attraversa il nostro Paese  -  osservano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa  -  a livello nazionale il 10% dei matrimoni è celebrato fra un coniuge italiano e uno straniero e in tutte le regioni del Centro-Nord la percentuale supera la media nazionale. Questo elemento costituisce certamente un fattore di integrazione, confermando l'idea che gli immigrati si stabilizzino sempre di più nel nostro Paese. Inoltre, dato il calo dei matrimoni delle coppie italiane, l'apporto degli immigrati si rivela fondamentale per la costituzione delle nuove famiglie. Alcune comunità, come quella cinese e quella nigeriana, rimangono invece più chiuse, preferendo i matrimoni fra connazionali".



Censis: allarme razzismo, per 2 italiani su 3 troppi immigrati
(AGI) - Roma, 6 dic. - Solo il 17,2% degli italiani prova comprensione e ha un approccio amichevole nei confronti degli immigrati; 4 su cinque si dividono tra diffidenza (60,1%), indifferenza (15,8%) e aperta ostilita' (6,9%) mentre due italiani su tre (il 65,2%) pensano che gli immigrati in Italia siano troppi. Dall'ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese emerge "la scarsa diffusione di sentimenti positivi" verso gli stranieri. Nel 2013, la nomina del primo ministro di colore della Repubblica ha rappresentato un elemento positivo "ma agli osservatori piu' attenti non saranno sfuggiti alcuni segnali di tensione abilmente alimentati da una parte dei nostri rappresentanti politici in un razzismo che monta dall'alto e che trova nelle preoccupazioni legate alla crisi un pericoloso brodo di coltura". Oltre la meta' della popolazione (il 55,3%) ritiene che, nell'attribuzione degli alloggi popolari, a parita' di requisiti, gli italiani dovrebbero essere inseriti in graduatoria prima degli immigrati, ed e' circa la meta' (48,7%) a pensare che sia giusto, in condizioni di scarsita' di lavoro, dare la precedenza agli italiani anche nelle assunzioni. "Il razzismo, nella sua peggior veste, e' un rischio presente all'orizzonte", avverte il Censis: appena un quarto degli italiani (24,4%) ritiene che la nostra democrazia sia in grado di tutelarci contro questo fenomeno, mentre il 40,1% teme che il razzismo possa dilagare anche a partire da pochi casi isolati; il 35,5%, poi, vede nell'intreccio tra crisi economica, disoccupazione e intolleranza un pericolo in grado di innescare vere tragedie. (AGI) .



Giovanni Maria Bellu diventa presidente dell'Associazione Carta di Roma
L’Associazione “Carta di Roma”, nata per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione.
l'Unità, 06-12-2013
L’Associazione “Carta di Roma”, nata per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione, a due anni dalla sua creazione elegge il suo nuovo presidente. E’ Giovanni Maria Bellu. Verrà affiancato da Pietro Suber, giornalista del TG5 nel ruolo di Vice Presidente nonché delegato del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti.
L’assemblea, che si è riunita oggi presso la sede nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, ha ringraziato per il lavoro svolto Valentina Loiero, che aveva assunto l’incarico dal maggio 2012 e che ha impresso uno slancio significativo alla formazione dei giornalisti ed è stata motore e guida dell’incontro tra le espressioni della società civile, le rappresentanze professionali giornalistiche e il mondo della ricerca.
“Lavorerò facendo tesoro del grande lavoro svolto da chi mi ha preceduto e cercando di unirmi all’impegno di tanti colleghi per la promozione e la difesa di un giornalismo attento ai diritti e alla verità sostanziale dei fatti. Non un 'giornalismo buono', ma il buon giornalismo”, ha detto il neopresidente.
Ricordiamo che della Carta di Roma fanno parte: A buon diritto, Acli, Amnesty International, Arci, Archivio immigrazione, Asgi, Comunità di Capodarco, Centro Astalli, Cestim, , Cospe, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia-Fcei, Federazione naionale della stampa, Istituto Paralleli, Lunaria, Ordine dei Giornalisti, Rete G2 - Seconde generazioni, Unhcr (invitato permanente) e Unar (osservatore permanente).
Giovanni Maria Bellu, è stato inviato speciale di Repubblica e condirettore de 'Unità. Attualmente dirige il quotidiano Sardinia Post e collabora col settimanale Left-Avvenimenti. Tra i suoi libri “I fantasmi di Portopalo”, un romando-reportage sul naufragio del Natale 1996.

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