Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Istituzioni, giornali e non solo: vedete alla voce clandestino

Italia-razzismo
l'Unità, 29-03-2011
Macché profughi! Sono tutti clandestini». Così il titolo a tuttapagina de il Giornale di qualche giorno fa, da una dichiarazione del Ministro Roberto Maroni. E di seguito un profluvio di «emergenza clandestini», «esodo di clandestini», «pericolo clandestini».

Non si tratta, però, solo di sciatteria giornalistica; valga per tutti il Presidente della Regione Veneto, quando si dichiara «disponibile ad accogliere profughi e non clandestini», né si distinguono dall’uso debordante del termine suoi colleghi sottosegretari, parlamentari, funzionari pubblici. Chi s’immaginava, fino a ieri, file di clandestini che passavano le frontiere clandestinamente e di notte, magari appesi al fondo di un tir, per poi immergersi nella clandestinità delle nostre città e dei nostri cantieri, deve ora modificare la propria percezione. E chiamare clandestino chi arriva a bordo di carrette stracolme, rimorchiate dalla nostra Marina, accolte dai saluti di altri “clandestini”, alla luce del sole o di grandi riflettori, assediati da una folla di giornalisti e di telecamere. Mai si era visto un fenomeno di clandestinità così lampante e così visibile, determinata da cause altrettanto evidenti e conclamate. Va da sé, poi,che l’uso del termine così “improprio”, genericamente sinonimo di immigrato irregolare, serva a conferire almeno un pizzico di buon senso all’indisponibilità propria e della propria istituzione. In ogni caso, per il vocabolario, “clandestino” è sinonimo di «nacosto» o di «segreto»; l’etimologia, poi, indica nel clandestino «chi si nasconde di giorno, chi s’intrufola» o persino, in età contemporanea, «chi sta in agguato». Come, per dirne una, il piccolo Yeabsera, partorito in mare.

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