Good morning Aman
Margherita Ferrandino
Good morning Aman, di Claudio Noce e’ la storia dell’amicizia fra un ex pugile, Teodoro, che ha litigato a morte con la vita, e un giovane somalo Aman, scampato alla guerra, che di vita ne cerca una nuova.
I due si incontrano in un quartiere di Roma , l’Esquilino, il luogo della citta’ che piu’ di ogni altro  rende la capitale una metropoli del mondo…. affollata da gente di razze, culture, linguaggi diversi … persone che si portano dietro le loro radici ma non sanno dove piantarle e cercano spesso con rabbia una nuova identita’.
Teodoro e’ romano , ha 40 anni,  ha sempre preso a pugni la vita e mai dal verso giusto… ha fatto molti errori e non se li e’ mai perdonati non combatte piu’ , si e’ ritirato in una depressione senza ritorno isolandosi da tutto e da tutti chiuso nella sua casa. Aman viene da Mogadiscio ma e’ cresciuto a Roma, ha una gran voglia di vivere, si aspetta molto dal futuro, vuole il riscatto, cerca l’affermazione e la realizzazione dei suoi sogni.
Due storie diverse che la solitudine fa incontrare  nel buio di una notte su un tetto sospeso su Roma. Aman e’ interpretato dal debuttante Said Sabrie e Teodoro da Valerio Mastandrea cooproduttore del film.
“Valerio, che cosa l’ha convinta a interpretare e produrre “Good Morning Aman?”
“Conoscevo il regista Claudio Noce, apprezzo il suo lavoro e mi piaceva l’idea di una storia ambientata nel quartiere Esquilino di Roma, un luogo della citta’ vicino alla stazione dove la gente arriva da ogni parte del mondo e si confonde senza riconoscersi….persone che si sfiorano ma che passano senza guardarsi. Un quartiere dove la vita si inventa giorno per giorno o dove la vita decidi di lasciarla per sempre come Teodoro,che si rinchiude in una solitudine cocciuta e senza speranza.”
“Che tipo di rapporto si crea fra Teodoro e Aman”
”Si usano a vicenda, uno per andarsene  e l’altro per vivere meglio, come se ci fosse un passaggio del testimone. Teodoro e’ un prodotto della societa’ in cui viviamo, uno che ha fallito ed e’ arrivato al capolinea. Aman e’ stato messo all’angolo dalla sua condizione di straniero in un paese che non e’ il suo.E’ un italiano di seconda generazione ed e’ pieno di rabbia perche’ non riesce ad affermarsi in una societa’ ancora troppo ostile. La sua e’ una emarginazione indotta, quella di Teodoro e’ un’emarginazione scelta e quando le loro solitudini si incontrano provocano un corto circuito.Questa storia mi ha colpito perche’  racconta la lotta per l’integrazione in maniera diversa dai media che troppo spesso danno un’informazione piatta su situazioni che invece hanno risvolti e sfaccettature diverse.”
“L’Italia e’ un paese dove l’integrazione e’ possibile?”
“L’Italia e’ in ritardo rispetto agli altri paesi europei, gli italiani non sono geneticamente razzisti ma il terrore della diversita’ e’ uno spettro dei nostri tempi e forse se ne potra’ uscire soltando cercando di  imparare a non avere paura di noi stessi”
“Negli ultimi tempi i suoi ruoli raccontano storie di vite difficili …e’ una sua scelta?”
“Ho sempre pensato che il mestiere dell’attore sia stato per me una manna caduta dal cielo che mi e’ piombata addosso perche’ ho la fortuna di potermi calare in situazioni diverse da quella che vivo e di capire un po’ di piu’ la vita degli altri”
”Che cosa le ha fatto capire la storia di Teodoro e di Aman?”
”Mi ha aiutato a comprendere la disperazione di chi non si sente accettato e mi ha messo in pari con gli italiani come Aman, quelli della seconda generazione che saranno, nel tempo, il nostro futuro.”

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