Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

12 marzo 2013

 

SBARCO NEL SALENTO, RINTRACCIATE 28 PERSONE
Agi.it 12 marzo 2013
Ventotto migranti, tutti maschi adulti, di probabile nazionalita' pachistana e in buona salute, sono stati rintracciati la notte scorsa dai carabinieri della compagnia di Tricase (Le) nei dintorni di Tiggiano, nel Salento. Il gruppo sarebbe sbarcato tra le localita' di Novaglie e Marina Serra, sulla costa adriatica salentina.
Nessuna traccia dello scafo che sarebbe riuscito a prendere il largo. Venticinque persone sono gia' state trasferite nel centro di prima accoglienza "Don Tonino Bello" di Otranto (Le) per le operazioni di identificazione. Alcune di loro avevano i vestiti bagnati e cio' fa presumere che siano state costrette a tuffarsi in mare per raggiungere la costa. Non e' escluso che altri stranieri stiano ancora vagando vicino alla zona dello sbarco.
 
 
 
Germania, record di medici stranieri. “Troppi errori, non sanno il tedesco”
ALESSANDRO ALVIANI
lastampa.it 11 marzo 2013
Si può confondere un’operazione al “pollice” con una all’“intestino”? Può succedere, se la lingua è il tedesco, dove le due parole non suonano tanto diverse tra loro come in italiano (“Daumen” è il pollice, “Darm” l’intestino) e se a occuparsi del caso è un medico con qualche difficoltà a destreggiarsi con l’idioma di Goethe. Un’anziana signora si presenta al pronto soccorso di una clinica in Germania con dolori allo stomaco e racconta all’assistente di aver subito poco tempo prima un intervento al pollice. L’assistente, di origini arabe, capisce però “intestino” al posto di “pollice” e interpreta i disturbi della paziente come conseguenza di un’operazione all’intestino mai avvenuta, che resta così segnata per giorni nella cartella clinica dell’anziana, prima che il malinteso venga chiarito.  
Episodi come questo, raccontato da un chirurgo di Amburgo e riportato oggi dalla Süddeutsche Zeitung, stanno aumentando in Germania, scrive il quotidiano di Monaco. Il numero dei medici di origini straniere è raddoppiato negli ultimi dieci anni e nel 2012 ha superato per la prima volta quota 30.000: erano 32.548, di cui 28.310 avevano un lavoro, scrive la Bild riportando le statistiche dell’Ordine tedesco dei medici. Nel 2002 si contavano 16.160 medici stranieri, di cui 13.180 attivi. Oltre un terzo dei dottori di origini straniere arriva dall’Est Europa, in particolare dalla Romania (2.910). 
L’aumento è senza dubbio positivo per la Germania, Paese nel quale i dottori scarseggiano: stando al sindacato di categoria Marburger Bund attualmente nelle cliniche tedesche ci sono 12.000 posti vacanti, una cifra che secondo alcuni studi potrebbe salire a 56.000 entro il 2020, nota la Bild. Dall’altro lato i problemi di comprensione tra i medici stranieri che non padroneggiano a sufficienza la lingua e i loro colleghi tedeschi o i pazienti «crescono al crescere del numero dei medici stranieri», spiega alla Bild Günther Jonitz, presidente della sezione berlinese dell’Ordine nazionale dei medici. Abbiamo urgente bisogno di regole unitarie sui corsi di lingua, aggiunge Jonitz. 
Tanto l’Ordine quanto il sindacato Marburger Bund chiedono dei test linguistici più severi, in cui venga verificata anche la padronanza dei termini medici tecnici, e propongono di uniformare le norme relative al riconoscimento dei certificati di lingua, spiega la Süddeutsche Zeitung. Il livello richiesto, per tutti i medici stranieri, è il B2, solo che alcuni Länder pretendono un diploma rilasciato da scuole certificate come gli istituti Goethe, altri accettano anche i certificati ottenuti presso scuole straniere e in altri ancora il certificato, da solo, non basta: i candidati devono sottoporsi anche a un colloquio per dimostrare la loro padronanza del tedesco. 
 
 
 
Lavori fittizzi per immigrati. Condannati
romagnanoi.it 12 marzo 2013
Tre condanne e un patteggiamento. E’ arrivata ieri la sentenza davanti al gup Antonella Guidomei nel processo che vedeva imputate quattro persone, tra le quali il responsabile del servizio immigrazione dell’Unione provinciale agricoltori di Ravenna, accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso contratti di lavoro fittizi. Per tre di loro, difesi dagli avvocati Andrea Maestri e Luca Donelli, il rito abbreviato si è concluso con due anni e quattro mesi, ai quali si aggiunge una multa di 40mila euro a testa, frutto del calcolo già fatto dal pm Stefano Stargiotti, che aveva chiesto 15mila euro per ogni immigrato fatto entrare regolarmente in Italia falsificando i documenti. Ha invece patteggiato una pena di poco superiore ai tre anni Paolo Baccarini, il dirigente Upa 50enne (difeso dagli avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Scudellari e Antonio Primiani). 
Per lui il pm aveva chiesto tre anni e nove mesi, con 600mila euro di ammenda. D’altra parte l’imputato stesso dopo l’arresto, avvenuto nel dicembre 2009, aveva ammesso le sue responsabilità, dichiarando di avere agito in cambio di cospicue somme di denaro che si aggiravano intorno ai duemila euro a persona. Era lui, come emerso nel corso delle indagini condotte da carabinieri e ispettorato del lavoro, che inoltrava allo sportello unico per l’immigrazione le richieste del rilascio per il nulla osta al lavoro stagionale per conto di ditte associate all’Upa. A quel punto per gli immigrati dal Bangladesh, Moldavia, Albania e Marocco era facile ottenere il visto e il permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Anche se poi, una volta arrivati in Italia, nessuna assunzione veniva formalizzata. Con questo stratagemma, aveva ammesso il 50enne, aveva agevolato l’entrata clandestina di alcune decine extracomunitari che, grazie al nulla osta, risultavano comunque provvisti di regolare permesso di soggiorno in qualità di lavoratori stagionali, risultando regolari sul territorio nazionale.
 
 
 
Unhcr, apprezzamento per salvataggio Lampedusa
Adnkronos 11 marzo 
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) esprime apprezzamento per la mobilitazione delle motovedette della Guardia Costiera partite da Lampedusa alla ricerca delle due imbarcazione cariche di migranti in difficolta' in acque internazionali a nord della Libia. Le operazioni di ricerca e soccorso - si legge in una nota dell'Unhcr - confermano l'impegno delle autorita' marittime italiane, spesso in prima linea nel salvare vite umane.
Sui gommoni condotti oggi a Lampedusa si trovavano circa 150 persone, tra cui donne e bambini - ricorda l'Unhcr - molti dei quali probabilmente richiedenti asilo in fuga da persecuzioni e conflitti armati. L'allarme era stato lanciato nella giornata di domenica dagli stessi migranti che avevano preso contatto con la Guardia Costiera.
Le persone continuano a rischiare la propria vita su imbarcazioni inadeguate e sovraffollate in cerca di protezione. E - conclude la nota - solo negli ultimi due anni oltre 2.000 migranti e richiedenti asilo hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.
 
 
 
Per l’Italia il rischio non è l’euro, ma l’immigrazione
Guido Bolaffi 
west-info.eu 11 marzo 2013
Sull’immigrazione l’Italia rischia, purtroppo, di perdere l’ennesimo treno. Per la semplice ragione che mentre Germania, Olanda, Austria e Gran Bretagna si apprestano a chiedere all’Europa, nel Vertice di Bruxelles dei Capi di Governo del prossimo fine settimana, di dire no alla sicurezza sociale automatica e garantita per gli immigrati  comunitari prossimi venturi di Bulgaria e Romania, noi facciamo spallucce e pensiamo ad altro. Con le forze politiche, vecchie e nuove, impantanate nelle paralizzanti sabbie mobili post elettorali. Ed il Governo, che per quanto formalmente in carica, è come se non lo fosse.
Un vuoto di attenzione non solo colpevole ma pericoloso. Visto che proprio il  delicatissimo e scottante tema dell’immigrazione è alla base di quello che gli americani definiscono political disconnect  tra un’opinione pubblica sempre più allarmata ed i partiti politici. Di destra, di sinistra e, in prospettiva, anche delle Cinque Stelle, se pensa di continuare, come ha fatto finora,  a disinteressarsi del problema. In un paese in cui i cittadini, se fortunati, sono comunque costretti a cambiare, in peggio, livelli e stili di vita, mentre per molti altri va di gran lunga assai peggio,una parte di sacrifici spettano pure agli immigrati.
Anche l’Italia, dunque, come hanno fatto i nostri quattro partner nord europei, deve convincersi che rivedere norme e diritti dell’immigrazione, scritti in tempi tanto diversi da quelli attuali, non è una bestemmia. Ma solo un dovere politico e morale. Per noi e per loro. Innanzitutto  perché è non solo irrealistico ma sbagliato continuare a ripetere che agli immigrati vanno garantiti tutti gli stessi, identici benefici, senza  fare distinzione alcuna tra ciò che spetta ai lungo permanenti o già in possesso della cittadinanza e quelli di passaggio o i soggiornanti di breve periodo. Stabilendo, ad esempio, che se le cure sanitarie, l’istruzione ed i servizi sociali sono benefit intangibili e innegabili per tutti, sempre e comunque, non lo sono, invece,  la previdenza o il diritto alla casa.
 
 
 
Immigrati e diritto di cittadinanza. La lettera ai deputati appena eletti
Vladimiro Polchi
la Repubblica 7 marzo 2013
Se nasci in Italia sei italiano? Dipende: se papà o mamma hanno il passaporto tricolore nessun problema, ma se sei figlio di immigrati tutto cambia e devi aspettare diciotto lunghi anni. Tutta colpa di una vecchia legge del 1992 inchiodata allo ius sanguinis (si acquista la cittadinanza dei genitori) e non allo ius soli (si è cittadini del Paese dove si nasce). A nulla sono serviti i 48 disegni di legge presentati alle Camere sulla cittadinanza nella scorsa legislatura. Nel 2013 si riparte da zero. Per questo, un gruppo di giovani (che ha sostenuto la campagna L'Italia sono anch'io) lancia una petizione on line, con l'obiettivo di "suonare la sveglia" ai neoeletti. Il risultato? Sedicimila firme in pochi giorni
Una valanga di firme per la nuova cittadinanza. "Cari Onorevoli - si legge nell'appello - a scrivervi siamo i tanti ragazzi di tutto il Paese che lo scorso anno hanno animato e portato avanti, insieme a tante associazioni e migliaia di cittadini, la campagna L'Italia Sono Anch'io. In Italia più di un milione di bambini e ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti nel nostro Paese, si ritrovano cittadini a metà. Pur crescendo, studiando, giocando e vivendo nelle nostre città esattamente come i loro coetanei, non hanno la cittadinanza a causa di una legge obsoleta che ne impedisce il diritto alla nascita. Non si tratta solo di una battaglia per un diritto in astratto, ma di una rivendicazione di diritti che permettano la piena realizzazione dei bambini e dei ragazzi che nascono e vivono qui. Tante sono infatti le discriminazioni che vivono i ragazzi di II generazione: dal non poter andare in gita scolastica al non poter praticare sport a livello agonistico; dal non riconoscimento del titolo di studio ai fini lavorativi al mancato inserimento nel mondo del lavoro a causa del loro status di "immigrati" pur non essendolo. Per questo motivo, ispirandoci anche all'articolo 3 della nostra Costituzione, abbiamo sostenuto con tutte le nostre forze questa proposta di legge popolare che promuove lo ius soli e quindi il diritto alla cittadinanza per i ragazzi che nascono e crescono in Italia. Giovani, donne, lavoratori e anziani di tutto il Paese hanno preso talmente a cuore questa battaglia al punto che il risultato ottenuto è stato straordinario. A fronte delle 50.000 firme necessarie infatti per presentare la proposta di legge popolare, abbiamo raccolto più di 110.000 firme!". 
Le richieste per i neoparlamentari. "Abbiamo depositato la proposta di legge - prosegue l'appello - ed eravamo davvero entusiasti di aver potuto, con le nostra forze e dal basso, contribuire a un cambiamento così grande e cosi bello per il nostro Paese. Purtroppo però, la proposta di legge pur essendo stata calendarizzata non è mai stata discussa in Parlamento durante la scorsa legislatura. Ecco le ragioni di questa lettera aperta e del nostro appello a voi. Migliaia di persone hanno creduto e credono fortemente in questa battaglia per la cittadinanza ed è giusto dare un riscontro positivo a questa grande voglia di riscossa nonché grande prova di partecipazione attiva alla vita del Paese. Per questo motivo vi chiediamo di essere anche voi portavoce in Parlamento e nelle altre sedi istituzionali e di far vostre le rivendicazioni e i contenuti della campagna L'Italia Sono Anch'Io, affinché si discuta la proposta di legge e si cambi la legislazione sulla cittadinanza".
L'appello al Movimento 5 Stelle. "Abbiamo superato le 10.000 firme in meno di 4 giorni - scrive  Elvira Ricotta Adamo, organizzatrice della petizione - non possiamo permettere che tutto questo venga ignorato. Bersani ha posto tra le 8 priorità dell'agenda politica del Paese la riforma della legge sulla cittadinanza. È arrivato il momento che i parlamentari del M5S si esprimano e si schierino". Sul punto, infatti, la posizione del Movimento 5 Stelle non è ancora definita. Qualche tempo fa Beppe Grillo ha pubblicato un post giudicando lo ius soli un'idea che serve solo a "distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma, che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall'altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della liberalizzazione delle nascite". Nulla a tal proposito si legge nel programma del Movimento se non la proposta "dell'insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza)". Ma la posizione dell'M5S pare più articolata. Per Davide Barillari, candidato del M5S alla Regione Lazio, "una persona che nasce in Italia dovrebbe essere in modo naturale già cittadino italiano".
 
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