L’atroce destino dei minori migranti cacciati come gli adulti

L’atroce destino dei minori migranti cacciati come gli adulti
Italia-razzismo   Osservatorio
Il Comitato per i minori stranieri non accompagnati (organo istituito presso il ministero del Lavoro) ha calcolato che dal 2000 al 2009 il dato che ne quantifica la presenza oscilla tra le 7/8 mila unità.
Si tratta di un dato approssimativo in quanto non tutti gli arrivi vengono registrati, a causa delle reti criminali che li gestiscono, e anche quando la registrazione avviene è forte il rischio di una fuga successiva. Infatti, l’Italia non è considerata generalmente la meta finale ma una via di transito verso altri paesi come la Svezia o la Norvegia. Le modalità di arrivo sono quelle, via mare e via terra, riportate dalla cronaca: viaggi estenuanti a bordo di barconi affollati oppure – ed è ancor peggio, se possibile – precariamente appesi al fondo di un tir o nascosti all’interno del suo carico. L’ultima notizia del genere è di qualche giorno fa: undici ragazzi afghani tra i 13 e i 17 anni scaricati da un camion sull’Autostrada del Sole, sono stati intercettati dai carabinieri a San Cesario e affidati a una struttura di prima accoglienza. Il fatto è in linea con quanto avviene solitamente: l’età dei minori arrivati, la provenienza (si tratta infatti di paesi in stato di guerra o di guerra civile), la modalità di arrivo e la successiva sistemazione. Al momento dell’arrivo si provvede ad affidare la persona a una comunità o a una famiglia, garantendo un titolo di soggiorno (per minore) valido fino alla maggiore età. E poi? Se non c’è un lavoro o un percorso di studio avviato con una regolare documentazione, interviene la legge italiana in materia di immigrazione che, oltre a non essere comprensiva nei confronti di chi è irregolare, non predispone adeguate politiche di accompagnamento.
l'Unità, 14-12-2010
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