Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 settembre 2013

Emergenza sbarchi nel canale di Sicilia soccorsi mille migranti su cinque barconi
Tra le persone tratte in salvo da Capitaneria di porto e Marina militare anche un uomo in precarie condizioni di salute e una donna in avanzato stato di gravidanza
la Repubblica, 17-09-2013
Quasi mille profughi, su cinque diversi barconi, sono stati soccorsi in nottata nel Canale di Sicilia dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare. Alle operazioni hanno partecipato anche alcune navi mercantili in transito che hanno fornito assistenza. Tra i migranti anche un uomo in condizioni di salute precarie, subito trasferito su una motovedetta.
Il primo barcone con 133 immigrati a bordo è stato soccorso in acque maltesi, dopo una segnalazione della Guardia costiera, da un mercantile che adesso sta facendo rotta verso Catania. Il pattugliatore «Sirio» della Marina militare ha invece raccolto altri 226 migranti, trasferendoli nel porto di Pozzallo (Ragusa). Un terzo barcone con 105 profughi è stato intercettato a 88 miglia a Sud da Lampedusa. A bordo anche un uomo in gravi condizioni di salute che è stato prelevato da una motovedetta per essere subito trasferito in ospedale.
Gli altri migranti sono stati  trasbordati su una nave diretta verso Lampedusa. Sono invece diretti a Porto Empedocle (Agrigento) su un mercantile battente bandiera liberiana altri 270 immigrati che ieri sera avevano lanciato l'Sos con un telefono satellitare mentre si trovavano a 65 miglia dalle coste libiche. Tra di loro anche una donna in avanzato stato di gravidanza che aveva le doglie. Erano stati avvistati da un altro cargo, che li ha segnalati ma non ha potuto intervenire a causa di un carico pericoloso che trasportava.



Immigrazione: non abbiamo mai imparato a gestirla
Corriere della sera, 1\7-09-2013
Caro Severgnini, cosa si può dire in una sola frase del complesso problema di questa massa di immigrati, spesso illegali, che hanno inondato un paese che aveva fino a un recente passato il record di “emigranti”? Si può dire che, nella penisola, in questo esattamente come in altri campi, ha trionfato l’abusivismo. L’Italia, disastrata dal punto di vista dei servizi ma eternamente facilona, è stata colta del tutto impreparata dal fenomeno dell’immigrazione. Il Paese si è rivelato incapace non dico di mettere in atto ma di concepire, d’immaginare, di sognare una politica d’immigrazione vera e propria, con addetti all’estero e una selezione dei candidati all’ingresso in Italia. Selezione che avrebbe dovuto basarsi soprattutto sul bisogno di mano d’opera e di cervelli dell’Italia, oltre che sui ricongiungimenti familiari (da paesi dove vige la poligamia e dove le anagrafi lasciano un po’ a desiderare…). E così in questo paese dei balocchi dove vi è un ricchissimo organico di controllori e verificatori, e una miriade di corpi di polizia, e dove si esige dal cittadino una pappardella di certificati, timbri e bolli per l’operazione più meschina (vedi la quantità di documenti, timbri e controtimbri che l’automobilista è costretto a portarsi appresso ed ogni tanto ad esibire) tantissimi clandestini, falsi turisti, ed altri personaggi d’importazione adusi a vivere d’espedienti e di attività criminose sono entrati impunemente nel Belpaese, e quindi lasciati allo stato brado. Un solo esempio: borsette taroccate di false marche prestigiose occupano migliaia di bancarelle abusive (o di teli e cartoni stesi al suolo) che ostruiscono, nell’indifferenza generale, una buona porzione dei marciapiedi italiani. Un solo altro esempio: l’esercito di mendicanti, veri e falsi, e di borseggiatori (questi ultimi tutti veri…). Un saluto multiculturale da Montréal, dove i pochi ambulanti detengono tutti un permesso.
Claudio Antonelli, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



Berretta (Giustizia): "La legge Bossi-Fini va abrogata"
Il sottosegretario: “Per andare avanti bisogna cambiare. Sbarchi aumentano, non smantellare il sistema dell’Emergenza Nordafrica”
stranieriinitalia, 17-09-2013
Roma -  17 settmebr e2013 -  ''Spesso nelle carceri si sono relegati i problemi che la società non riesce ad affrontare o preferisce rimuovere, l'immigrazione e' uno di questi. Il carcere non può essere uno strumento per governare l'immigrazione''.
Lo ha detto ieri a Catania Giuseppe Berretta (Pd), sottosegretario alla Giustizia, nel corso della tavola rotonda conclusiva di Etnika, la summer school sui temi dell'accoglienza, organizzata dalla Fondazione Xenagos
''Il Governo - ha aggiunto Berretta - ha inserito fra le proprie priorita' quella di affrontare significativamente il drammatico sovraffollamento carcerario. Abbiamo dato una prima risposta a questo problema con il decreto sull'esecuzione della pena, che ha gia' dato i primi risultati positivi e, in prospettiva, potrebbe incidere in maniera significativa'', ha proseguito il sottosegretario. '
“Per andare avanti, come ci viene chiesto dall'Europa, bisogna cambiare, o meglio abrogare, la Bossi-Fini sull'immigrazione e giungere ad un quadro normativo per i rifugiati e richiedenti asilo degno di un paese civile e democratico'' ha sottolineato il sottosegretario alla Giustizia.
Secondo Beretta, ''siamo, probabilmente, alla vigilia di una nuova emergenza immigrazione, che rischia di diventare persino piu' grande di quella che fu scatenata dalla primavera araba del 2011''.
''Su questa nuova emergenza e sulla questione immigrazione in generale il Governo deve dire subito e con fermezza due cose chiare: saranno rispettati i diritti dei migranti, quindi non ci saranno respingimenti in mare, e non ci dovrà essere un'altra Lampedusa”, ha proseguito il sottosegretario, per il quale ''la responsabilita' dell'accoglienza non puo' essere cinicamente delegata al posto in cui i migranti giungono: il Paese, nel suo complesso, deve prendersi carico dell'accoglienza e dobbiamo anche porre il problema in sede europea, perche' l'immigrazione e' una questione continentale, non solo italiana''.
''Negli ultimi tre mesi sono sbarcati in Sicilia oltre 3 mila migranti – ha ricordato Berretta  - soprattutto siriani ed egiziani e le previsioni dicono che entro l'anno arriveranno in Sicilia 10 mila migranti, la maggior parte siriani: l'Emergenza Nord Africa ci ha consegnato novita' importanti, che potrebbero rappresentare delle buone pratiche da valorizzare e rafforzare, per essere pronti a nuove ondate migratorie''.
''Alla luce dalle previsioni che ci arrivano sarebbe forse piu' opportuno soprassedere sulla decisione di smantellare il sistema dell'emergenza Nord Africa – ha concluso l’esponente del Pd - perche' i nuovi enti gestori diffusi sul territorio e la sperimentazione di nuove modalita' di fare accoglienza rappresentano un patrimonio che non va disperso''.
'Le strutture di media dimensione, intorno a i 50 ospiti, si sono rilevate piu' efficaci e piu' efficienti delle mega strutture come quella del Cara di Mineo che hanno anche un deficit di trasparenza negli affidamenti, anche a causa dei ricorsi e contro ricorsi sulle procedure''.
 


Rom: una proposta di legge per tutelare le minoranza romanì.
L’iniziativa sarà presentata oggi dall’Associazione 21 luglio presso la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato.
immigrazioneoggi, 17-09-2013
Una proposta di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale della minoranza romanì in Italia sarà presentata oggi a Roma, durante il convegno promosso dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e l’Associazione 21 luglio, intitolato Rom, Sinti e Caminanti: una proposta di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale della minoranza (ore 16 Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani - via della Dogana Vecchia, 29 - Roma).
La popolazione romanì in Italia, composta da circa 170 mila persone, suddivise tra rom, sinti e caminanti, “rappresenta una delle minoranze più svantaggiate nel nostro Paese, – ricorda l’Associazione Articolo 21. – Nonostante la loro consistenza numerica, rom e sinti incontrano gravi ostacoli nell’accesso al diritto a un alloggio adeguato, all’assistenza sanitaria, all’istruzione e al lavoro”. In più, “politiche di segregazione abitativa nei cosiddetti ‘campi nomadi’ contribuiscono alla loro esclusione dal tessuto sociale maggioritario e alla diffusione di sentimenti di intolleranza nei loro confronti”. I promotori ricordano che l’Italia “è chiamata a rispettare i principi sanciti nella Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, adottata dal Governo italiano, in sede europea, nel febbraio 2012”. Chiuderà i lavori il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge.



Caltanissetta, protestano gli immigrati del Cara di Pian del Lago
Bl
og Sicilia, 17-09-2013
Massiccia protesta dei circa 400 richiedenti asilo ospiti del Cara di Pian del Lago, a Caltanissetta. Dopo una mattinata di tensioni, nel primo pomeriggio sono usciti dal Centro riversandosi nella adiacente strada provinciale e minacciando di raggiungere la Prefettura in centro città.
I migranti lamentano ritardi della Commissione di Siracusa che valuta le loro richieste di asilo. Impedito l’accesso e l’uscita agli operatori della cooperativa Albatros che gestisce il centro in regime di prorogatio. Nel corso della giornata un elettricista è stato bloccato per un paio d’ore all’interno di una stanza, mentre la vettura di una operatrice, parcheggiata nei presi del Centro di accoglienza ha subito lievi danni.
Sul posto dopo l’arrivo di sette vigili urbani, sono giunti anche una decina di poliziotti in tenuta antisommossa e altrettanti finanzieri. Con loro anche un contingente composto da cinque militari. I richiedenti asilo si sono posizionati fuori dal centro e chiedono un incontro con il Prefetto.



Londra, un giudice vieta il velo islamico in aula
Secondo il magistrato è "cruciale" per la giuria vedere in faccia l'imputato. Ma è polemica
il Giornale, 17-09-2013
Gaia Cesare
L'ultima scintilla la fa esplodere il giudice di una corte londinese, con un ordine perentorio, che costituisce precedente, a una cittadina britannica convertita all'islam: Rebekah Dawson, 22 anni, avvolta in un niqab nero che le copre completamente viso e corpo, lasciandole scoperti solo gli occhi, dovrà togliere il velo integrale quando le toccherà testimoniare nel corso di un processo dove è imputata per intimidazione.
Sembrava impensabile nella Gran Bretagna multicult, madre di un'immigrazione basata sull'integrazione più che sull'assimilazione, sul rispetto e la difesa delle differenze etniche e religiose piuttosto che sulla determinazione a far abbracciare agli immigrati valori e tradizioni locali. Eppure sta accadendo anche qui, a Londra, come già avvenuto nella vicina Parigi, che con una legge fermamente voluta da Nicolas Sarkozy mise al bando nei luoghi pubblici - era il 2011 - i simboli religiosi, come burqa e niqab, che nascondono l'identità delle persone. Il velo islamico entra nel dibattito nazionale, la discussione sulla sua possibile messa al bando nelle scuole, nei tribunali o nei luoghi pubblici non suona più come una bestemmia nella patria del politically correct, nel Paese la cui politica delle «porte aperte» ha contribuito a regalare al Labour una storica tripletta elettorale prima dell'avvento della coalizione Tory-LibDem.
Da ieri Rebekah Dawson è il simbolo di un braccio di ferro che da giorni infiamma il Regno Unito, casa di quasi tre milioni di musulmani, più numerosi qui che in Libano (come ricorda uno studio Pew Research), terza comunità in Europa dopo quella tedesca e francese. «Il processo accusatorio richiede apertura e comunicazione e sono fermamente convinto che il niqab intralci entrambe», ha dichiarato in aula, dal tribunale londinese di Blackfriars, il giudice Peter Murphy. È «cruciale» per la giuria poter vedere il viso dell'imputata mentre sta testimoniando, ha aggiunto il giudice dopo aver ottenuto il riconoscimento della giovane grazie all'intercessione di una poliziotta che ne aveva visto il volto al momento dell'arresto. Il magistrato, dopo aver concesso alla ragazza di indossare il velo integrale durante il resto del processo, deposizioni a parte, ha auspicato che «il Parlamento o una corte più alta possano fornire al più presto una risposta definitiva» sul tema.
Sull'argomento, in realtà, lo scontro si è appena aperto. A scatenarlo era stato un altro caso, quello di una scuola superiore di Birmingham, città del nord dell'Inghilterra a fortissima immigrazione islamica, dove la scorsa settimana era stato vietato alle studentesse di indossare il velo per motivi di sicurezza, per ottenere cioè il riconoscimento degli studenti, che nel Regno Unito subiscono stretti controlli prima dell'ingresso in aula. Una petizione on-line, a cui hanno aderito quasi novemila persone in circa 48 ore, ha costretto poi l'istituto a fare marcia indietro, per evitare l'accusa conclamata di «islamofobia». La cosa non è stata gradita dalla parlamentare conservatrice Sarah Wollaston, che ha chiesto invece di estendere il divieto a tutte le scuole britanniche, perché «il velo integrale rende le donne invisibili». Il caso di Birmingham e l'uscita della deputata Tory hanno tirato per la giacchetta il premier e il suo vice, costringendoli a intervenire sull'argomento, mentre anche il sottosegretario agli Interni Jeremy Browne, liberaldemocratico, chiamava i colleghi all'apertura di un dibattito nazionale.
Con destrezza David Cameron, che aveva da subito difeso il divieto al velo imposto a Birmingham, ha fatto sapere, dopo la marcia indietro dell'istituto, che «supporta il diritto delle scuole» di decidere sui regolamenti interni e sulle uniformi da far indossare ai propri studenti ma che non sarebbe contrario a un divieto, se volesse la scuola e se fosse anche la scuola dei suoi figli. La battaglia sul velo è appena cominciata.

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links