Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

27 marzo 2014

L’integrazione è possibile Parola di Alessandra
l'Unità, 27-03-2014
Italia-razzismo
Alessandra Ballerini è un'avvocata. Non di quelle che si occupano di fallimenti societari, oppure di tributi o di assicurazioni. Alessandra Ballerini è una di quei professionisti che ha deciso di occuparsi delle persone, prima ancora che dei loro guai giudiziari. E che ha anche voglia di raccontarle, quelle vite. Lo fa nel volume La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi edito da Melampo. Sono brevi racconti, tutti basati sulla sua esperienza come consulente di Terre des Hommes, di un centro antiviolenza per donne maltrattate, di uno sportello della Cgil e molto altro ancora. Quello che colpisce, nel suo libro, sono i nomi. Lei, da sempre occupata a difendere i diritti degli ultimi, forse non ci ha fatto nemmeno caso. Per chi invece è abituato a parlare di persone come fossero numeri - e numeri sgradevoli, da sottrarre se non da cancellare - leggere queste storie e associare loro dei nomi può rappresentare un grande esercizio di educazione alla civiltà. Ballerini ci parla di Omar, bambino sbarcato a Lampedusa con un meraviglioso falco. Il destino del raro animale sarà diverso da quello del bambino: il falco viene accolto, sfamato con i bocconi più prelibati e infine tolto al suo legittimo padrone, che sarà invece costretto a rimanere in un centro d'accoglienza, dormire su materassi luridi e aspettare, chiuso in gabbia, i documenti. Così come Chideria - protetta da Dio - che a soli tre mesi di vita condivide lo stesso destino di Omar. O Arafat, giovane uomo che durante il viaggio ha visto il fratello annegare, ma cui non hanno concesso di riconoscere il corpo per dargli un ultimo saluto. O Zeur, ancora adolescente che ha dovuto attendere mesi prima di poter essere affidato agli zii. La stessa burocrazia che ha bloccato in Bolivia, per oltre un anno, Pedro. Che di anni ne aveva 9 e tutta la famiglia qui. Le storie degli "stranieri" inevitabilmente si incontrano con quelle degli "italiani". E, troppo spesso, sono gli italiani a fare una pessima figura. Come nella storia di Kais, 7 anni e malato di leucemia, accolto insieme alla madre Samira in una casa di cura. Una delle operatrici della struttura - dove sono stati denunciati abusi sessuali ai danni di una bimba - è talmente piena di livore e cattiveria da urlare alla Ballerini: "sei un'irresponsabile a far ottenere permessi di soggiorno a questi genitori, tanto poi i bambini muoiono e questi non tornano più a casa loro". Ma per fortuna l'Italia non è solo questa, non è solo perquisizioni illegali, centri di accoglienza come carceri e caserme che diventano terra di nessuno. C'è anche la bella Italia, quella rappresentata da Carlo, che ospita Alì come fosse figlio suo. O come Terra!, l'associazione che ha creato un orto all'interno del carcere di Genova e adesso porta avanti un progetto di orti a Lampedusa. E come Alessandra Ballerini, ovviamente. Che magari non riuscirà mai a scrivere tutto quello che fa, e a raccontarci di tutte le vite che incontra. Ma il solo sapere che fa, è motivo di orgoglio e speranza anche per noi.



La truffa sugli immigrati «Derubati anche di acqua e pacchetti di sigarette»
I pm: presenze gonfiate nel centro di Gradisca
Corriere della sera, 27-03-2014
Andrea Pasqualetto
GORIZIA — La truffa nasce da un’idea elementare, almeno secondo la procura di Gorizia: considerato che lo Stato versa una somma fissa per ogni ospite straniero (42 euro) la società che gestisce i Centri migranti ha fatto lievitare i numeri incassando corrispettivi molto più alti del dovuto. Agile, fraudolento, profittevole. E così, dal 2008, i responsabili del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) e del Centro di accoglienza dei richiedenti asilo (Cara) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) avrebbero truccato regolarmente le fatture riguardanti la struttura che sorge a un tiro di schioppo dal confine sloveno. Per esempio, i pm scrivono di 3458 ospiti dichiarati contro i 1754 effettivi ad aprile, 4050 invece di 1403 a maggio, 6792 e non 4003 a giugno, 8.094 (4370) a luglio, 8309 (3166) ad agosto, e avanti così per quasi quattro anni, con un picco di 11342 registrati nel settembre 2008, quasi il triplo di quelli reali. Il che si è tradotto in un centinaio di ricevute contestate per circa tre milioni di euro di «sovrafatturazione» (uno attribuito al Cie e due al Cara), incassati indebitamente dal Consorzio Connecting People di Trapani che amministra la struttura, una delle 19 gestite in Italia: dal Friuli alla Puglia, dal Piemonte alla Sicilia. Tutte somme versate dal ministero dell’Interno attraverso la Prefettura.
«Sistema stabile e organizzato»
Emerge dalle carte depositate dai pm al giudice di Gorizia che martedì scorso ha deciso il rinvio a giudizio di tredici persone, fra cui vari amministratori, attuali ed ex, della Connecting e il viceprefetto di Gorizia, Gloria Sandra Allegretto. I primi, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla frode in pubbliche forniture, la seconda per falso ideologico. «Erano capi, promotori e organizzatori del consorzio criminale — non fanno sconti i magistrati agli undici che dovranno rispondere dei reati più gravi — Realizzavano un sistema stabile, organico e organizzato per ottenere la liquidazioni sempre maggiori rispetto agli importi dovuti».
Acqua e chiavette
Ad abundantiam , la frode avrebbe riguardato anche le forniture dei beni destinati agli immigrati del Centro di Gradisca, teatro qualche anno fa di accese proteste per le condizioni di vita . Cioè, il giudice contesta pure il furto di beni a loro destinati: sottratte 89.020 bottiglie d’acqua, 311 schede telefoniche, 3.366 pacchetti di sigarette. «Omettevano di consegnarle agli ospiti - scrivono i pm - Oltre a non ricaricare le chiavette in uso agli stessi per un importo complessivo di 140613 euro». Briciole, in termini economici, rispetto alla truffa milionaria contestata al Consorzio. Fin qui, dunque, l’accusa. «Ma si tratta di conti fatti sulla base di documenti parziali raccolti dalla Finanza — è insorto l’avvocato Calogero Licata, difensore del Consorzio —. Ne mancano molti altri che dimostrano la perfetta aderenza delle cifre dichiarate a quelle effettive». Il legale ha poi messo le mani avanti sul sospetto che lo stesso sistema possa riguardare anche altri centri per migranti affidati alla Connecting, fra le più importanti società che si occupano in Italia di Cie, Cara e centri di assistenza: «Per quanto è a mia conoscenza non ci sono altre contestazioni in giro per il Paese».
Il dirigente e l’alto ufficiale
A processo, che partirà il prossimo 12 giugno, è finito, dunque, il viceprefetto di Gorizia, Allegretto. «Che non intende dimettersi — ha anticipato il suo avvocato, Giuseppe Campeis — E la ragione è semplice: c’è una relazione redatta dal ministero dell’Interno, che incrocia i dati della Prefettura, della Questura e del Centro, dalla quale si evince la correttezza dei comportamenti e delle fatture». Fra gli imputati anche l’ex generale dell’esercito Vittorio Isoldi, già vice comandante della missione italiana in Libano, poi passato a dirigere il Centro di Gradisca. «Sono amareggiato, quei numeri non sono falsi», ha dichiarato il suo legale, Enrico Agostinis, arrivando addirittura a sostenere che «semmai, sono sbagliati per difetto». Quanto a bottiglie d’acqua, sigarette e schede telefoniche ricorda invece che le forniture erano gestite da ditte subappaltanti. E dello stesso tenore la reazione dell’ex direttore del Cie, Giovanni Scardina, pure lui rinviato a giudizio, che parla per bocca del suo legale Alberto Tarlao: «Siamo perplessi, avevamo chiesto un incidente probatorio che ci è stato negato, nonostante il ministero dichiari di non aver subito alcun danno».
Ma per gli inquirenti che hanno lavorato sottotraccia per un paio d’anni non ci sono dubbi: «Tutto è stato ampiamente passato al setaccio, si è trattato di una grande truffa allo Stato italiano».



Immigrazione: nave Marina soccorre barcone con 128 migranti
A bordo diverse donne - due incinte - e bambini
(ANSAmed) - CATANIA, 27 MAR - Un elicottero EH-101 del dispositivo aeronavale Mare Nostrum appartenente alla nave anfibia della Marina Militare San Giorgio ieri mattina ha individuato a sud-est di Capo Passero un barcone con a bordo 128 migranti, tra cui otto donne, due delle quali in stato di gravidanza, e 13 bambini. I migranti sono stati trasferiti sulla nave San Giorgio, che si sta dirigendo verso il porto commerciale di Augusta (Siracusa), dove l'arrivo è previsto alle 13.
La nave San Giorgio è intervenuta per prestare soccorso dopo aver constatato la mancanza di dotazioni di sicurezza per il personale di bordo, le difficoltà di navigazione del natante e la richiesta di soccorso da parte dei suoi occupanti. Il trasbordo é stato fatto terminate le fasi di consegna dei salvagenti individuali. Stabilita la provenienza dei migranti, per lo più egiziani, eritrei, sudanesi e siriani, si sono effettuate le operazioni di foto rilevamento gestite dalla Polizia di Stato e gli accertamenti sanitari da parte dello staff medico di bordo congiuntamente ai medici volontari della Fondazione Francesca Rava e del Corpo Italiano di Soccorso dell' Ordine di Malta (CISOM).



Pietro Grasso: «È ora di cambiare la legge sulla cittadinanza»
l'Unità, 27-03-2014
La nostra legge sulla cittadinanza è tra le più severe, è ora di cambiarla. A parlarne è il presidente del Senato, Pietro Grasso: «È giunto il momento di pensare a un nuovo percorso di cittadinanza per gli stranieri che qui si sono integrati e per le seconde generazioni. Le nostre norme sulla cittadinanza sono fra le più severe in Europa» e «rischiano di escludere dai diritti migliaia di persone che con il loro lavoro onesto contribuiscono al benessere e al progresso della nostra società, che è anche la loro società». Lo ha affermato ieri il presidente del Senato nel suo intervento alla presentazione del «Rapporto Famiglia Cisf 2014». «Penso - ha evidenziato - ai giovani nati nel nostro paese, che qui studiano, parlando la nostra lingua e i nostri dialetti; che tifano o giocano nelle nostre squadre di calcio. Spesso mi ritrovo fra molti di loro nelle iniziative a favore della legalità emi sono sempre chiesto amaramente perché questi giovani combattono per la giustizia e per il futuro di un paese di cui non sono e non saranno mai cittadini, almeno finché la legge non sarà cambiata». Secondo il presidente del Senato il futuro del nostro Paese dipende «dalla capacità che avremo di ricostruire la famiglia», tenendo conto «dei valori della solidarietà, del dialogo, e del rispetto delle identità etniche, sociali e culturali di ciascuno». Mail punto di partenza deve essere la scuola, secondo Grasso: «Sono convinto che la sfida della costruzione di una nuova società multietnica e multiculturale debba muovere dalla scuola» che già oggi, ha concluso il presidente del Senato, «pur nelle tante difficoltà, dimostra ogni giorno di saper essere, ancora prima che luogo di istruzione edi informazione culturale, uno spazio dove si compiono i processi di socializzazione e di integrazione che anticipano la piena maturazione del Paese».



Comunali 2014. Entro il 15 aprile le domande dei cittadini Ue che vogliono votare
Cambiano sindaci e consiglieri in oltre quattromila comuni italiani. Anche gli immigrati comunitari possono andare alle urne o essere eletti, ma solo se si iscrivono alle liste elettorali aggiunte
stranieriinitalia.it, 27-03-2014
Roma - 27 marzo 2014 -  Il 25 maggio si vota, oltre che per le europee, anche per rinnovare le amministrazioni di oltre quattromila comuni italiani. Si va dalla popolosa Firenze, dove vivono 360 mila persone, alla piccola pedesina, in provincia di Sondrio, dove gli abuitanti sono appena trentatre.
Come sempre, anche i cittadini romeni, polacchi o di altri Paesi dell’Ue che vivono in quei comuni sono chiamati a scegliere sindaco e consiglieri comunali. La legge permette loro anche di candidarsi come consiglieri. Sia che vogliano solo votare, sia che vogliano essere anche eletti, devono però prima iscriversi a una lista elettorale aggiunta.
La domanda, indirizzata al sindaco, si presenta all’ufficio elettorale del Comune di residenza. In molti casi è possibile spedirla per raccomandata, alcuni Comuni l’accettano anche via fax o addirittura per email. Conviene quindi informarsi, caso per caso, anche per reperire i moduli.
Conviene tenere d'occhio il calendario, perchè la domanda va presentata entro il 15 aprile 2014, quarantesimo giorno precedente le elezioni.Chi si era già iscritto per votare alle ultime elezioni comunali (per le europee la lista è diversa) deve invece solo aspettare il giorno delle elezioni e andare al suo seggio con la scheda elettorale.
Quanti saranno i romeni, i polacchi e gli altri cittadini comunitari che andranno a votare? Probabilmente pochi, come sempre. Disinteresse e disinformazione, favoriti dalla quasi totale disattenzione di amministrazioni e politici verso questa fetta di potenziali elettori, continuano a tenerli lontani dalle urne.
EP



Immigrati sentiti come “concorrenti”, ma la famiglia è il punto di incontro
Il Rapporto 2014 del Cisf, insieme a Caritas Italiana. Quattromila famiglie italiane intervistate, si oscilla tra ostilità e solidarietà, atteggiamenti positivi verso ricongiungimenti e matrimoni misti. È nel faccia a faccia che si instaura fiducia e sostegno
Redattore sociale, 26-03-2014
ROMA - Cresce l’importanza della dimensione familiare nelle migrazioni. I ricongiungimenti familiari con l’arrivo dei coniugi, ma soprattutto la presenza dei figli stanno portando a una maggiore facilità di integrazione dei migranti. Il motivo? Le famiglie sono più orientate alla stabilità e all’inserimento sociale. È quanto emerge dal Rapporto 2014 del Centro internazionale di studi sulla famiglia (il tredicesimo dal 1989, in questa occasione realizzato insieme a Caritas Italiana) che, per la prima volta, ha raccolto le opinioni di 4 mila famiglie italiane sull’immigrazione. Il rapporto viene presentato oggi a Roma al Senato alla presenza del presidente Piero Grasso.
Le reazioni all’indagine del Cisf sono state contrastanti: pregiudizi, resistenze, paura ma anche capacità di relazione positiva e accoglienza. Con una nota ben sottolineata: i giudizi negativi sono determinati, nella maggior parte dei casi, dall’impatto dei mezzi di comunicazione, mentre l’incontro reale, faccia a faccia, tra persone, lascia spazio a quelli positivi, innescando meccanismi di fiducia, sostegno, relazionalità.
Nei servizi pubblicati oggi su RS, l’agenzia giornalistica di Redattore Sociale, tutti i dati in dettaglio dell’indagine raccontata dal direttore del Cisf Francesco Belletti, dalla quale emerge ad esempio che gli immigrati sono percepiti ancora come “concorrenti” rispetto ai servizi primari (casa, lavoro, welfare), ma che c’è un atteggiamento molto positivo degli italiani nei confronti delle famiglie di o con stranieri, in particolare per i ricongiungimenti e i matrimoni misti. E da dove si scopre che gli italiani si danno in fondo un buon giudizio rispetto alla bontà del loro atteggiamento verso gli immigrati.
Un capitolo del rapporto curato da Gian Carlo Blangiardo e Stefania Rimoldi fornisce poi un quadro di come è cambiata in 20 anni la famiglia “straniera” in Italia, decuplicata nei numeri (oggi lo è l’8 per cento del totale) tra matrimoni misti e ricongiungimenti (in 8 casi su 10 è la donna che raggiunge l’uomo): una famiglia che tendenzialmente sta adattando le proprie statistiche a quella nostrana.
Tutto ciò in un quadro familiare che vede in Italia la crescita delle persone sole e il calo della numerosità delle famiglie (oggi 2,32 persone per nucleo), che in un caso su tre dichiarano che avrebbero voluto avere più figli denunciando la crescente difficoltà di generare. Continua a tenere la coesione e la solidarietà intrafamiliare, con la stragrande maggioranza degli intervistati che si dice contenta dei rapporti con il proprio partner. Una coesione e una solidarietà che però, dice il rapporto, perdono intensità quando ci si allontana dall’interno familiare e si passa a relazioni esterne più istituzionalizzate e formalizzate.

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