Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

07 maggio 2014

Nuovi sbarchi in Sicilia, morto un migrante
?Avvenire, 07-05-14
Non accenna a fermarsi l'ondata di sbarchi di immigrati sulle coste della Sicilia. Circa 300 persone sono state soccorse nella notte da navi militari italiane in tre soccorsi effettuati nel mare Mediterraneo nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum. Uno dei migranti era già morto quando militari lo hanno trasbordato. Il decesso sarebbe dovuto ai stenti del viaggio. I trecento migranti stanno per essere trasferiti nel porto di Pozzallo, dove arriveranno nella mattinata. Sul posto è già presente la squadra mobile della Questura di Ragusa.
In arrivo a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, la nave "Libra" della Marina militare con a bordo 468 migranti, tra i quali 104 donne e 25 minori, soccorsi nel Canale di Sicilia. L'unità dovrebbe giungere sulle coste agrigentine in mattinata, subito dopo cominceranno le operazioni di trasbordo dalla nave alle motovedette della Capitaneria di porto per il trasferimento a terra dei profughi.
Dei ripetuti sbarchi sulle coste del Sud Italia ha parlato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolienando che con l'operazione Mare Nostrum l'Italia "è in prima linea nell'assistenza ai migranti e nel contrasto al loro sfruttamento", ma oggi " è indispensabile un maggiore sforzo collettivo e solidale da parte dell'Unione Europea". Napolitano ha affrontato il tema, incontrando il presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor. Anche il ministro dell'interno Angelino Alfano ha lanciato un appello all'Europa ad intervenire al più presto. "Deve farsi carico di difendere le frontiere italiane che sono frontiere europee, oppure a quelli che entrano in Italia diremo "volete andare il Svezia, Germania o altri paesi del nord Europa? Prego accomodatevì".


    
Immigrati, tragedia nel barcone dei profughi: soccorsi altri 300 uno è morto di stenti

All'alba l'operazione nel Canale di Sicilia, la nave porterà uomini e donne a Pozzallo. Intanto in arrivo a Porto Empedocle la Libra con 468 migranti, tra cui 25 minori. Ieri a Trapani lo sbarco di altri 887 nordafricani. Centri d'accoglienza al collasso
la Repubblica.it, 07-05-14
Oltre trecento immigrati su tre diverse carrette del mare sono stati soccorsi all'alba da una nave militare nel Canale di Sicilia. Tra loro c'è anche un cadavere. Sembra che l'uomo sia morto per gli stenti della traversata. I trecento profughi verranno portati in mattinata al porto di Pozzallo, in provincia di Siracusa.
 Intanto è arrivata a Porto Empedocle la nave 'Libra' della Marina militare con a bordo altri 468 migranti, tra i quali 104 donne e 25 minori, soccorsi nel Canale di Sicilia. L'unità è giunta in rada in mattinata e subito dopo cominceranno le operazioni di trasbordo dalla nave alle motovedette della Capitaneria di porto per il trasferimento a terra dei profughi. Solo nella giornata di ieri a
Trapani erano stati sbarcati altri 887 profughi soccorsi in mare, la metà dei quali trasferiti al Nord. I centri d'accoglienza sono al collasso, il prefetto ha chiesto aiuto al governo nazionale



Immigrazione, appello delle associazioni
Avvenire, 07-05-14
Un piano speciale il Mediterraneo, come voleva Giorgio La Pira. E politiche comuni e solidali sull’immigrazione per aprire la Fortezza Europa. Sono alcune richieste contenute in una lettera aperta scritta da cinque organismi cattolici italiani in prima linea nell’aiuto ai migranti e nella cooperazione e che l’hanno pubblicata ieri sui rispettivi siti. Caritas italiana, le Fondazioni della Cei Migrantes e Missio, la Focsiv e il Centro Astalli l’hanno indirizzata ai candidati alle imminenti elezioni, chiedendo loro una scelta di campo di fronte alle due idee che si fronteggiano sulla materia - una di stampo securitario, l’altra inclusiva e accogliente.
«Sulle migrazioni – dichiarano gli estensori – si confrontano due diverse idee di Europa. La prima, attorcigliata attorno al bisogno di sicurezza, è un’Europa vecchia e chiusa, rancorosa, egoista e xenofoba. Quasi che i principali colpevoli della crisi fossero i migranti, quando invece le cause sono riconducibili al modello economico e finanziario». Per i firmatari è una visione «suicida», considerando la demografia e quanto accade nel Mediterraneo e in Africa.
«La seconda – aggiungono – è una visione dinamica, aperta, coraggiosa, rivolta allo sviluppo umano integrale e al bene comune. Afferma i valori dai quali è nata l’Ue: la costruzione della pace e della solidarietà tra i popoli». Un’Europa dove i migranti sono «un valore aggiunto perché partecipano all’emancipazione sociale e democratica, all’innovazione economica, a nuove relazioni di cooperazione con i paesi di origine e transito».
La lettera chiede ai candidati di sostenerla appoggiando l’Approccio globale su migrazioni e asilo lanciato dalla Commissione europea, che dovrebbe portare progressivamente a una politica comune su migrazioni e protezione internazionale. In concreto, i candidati dovrebbero impegnarsi ad appoggiare misure di accoglienza fondate sul rispetto dei diritti umani e su una rete di servizi sussidiari con le comunità locali, per arrivare alla chiusura dei Cie e alla fine della «inumana detenzione amministrativa».
Quindi agli aspiranti europarlamentari si chiede sostegno ai programmi di protezione sociale e umanitaria, di lotta al traffico e alla tratta degli esseri umani, alla revisione del regolamento di Dublino e al riconoscimento del diritto dei rifugiati al ricongiungimento con le famiglie nei paesi membri. Quindi l’armonizzazione del diritto di voto amministrativo e «delle misure di riconoscimento della cittadinanza, estendendo il principio dello ius soli». In particolare si richiede a chi verrà eletto di sostenere il monitoraggio e la promozione dei piani nazionali «contro il razzismo e le discriminazioni dei migranti e delle minoranze e le nuove forme di schiavismo». Una lettera che rilancia una verità scomoda: «guardare alle migrazioni ci aiuta a pensare l’Europa».



La comunità cinese dona intimo, calze e scarpe ai siriani accolti a Milano
Dopo una notizia pubblicata dal giornale Europe China News, l'Associazione cinesi in Milano ha raccolto indumenti da portare alla Casa della Carità. "Non è la prima volta che lo facciamo, abbiamo già mandato aiuti dopo le alluvioni in Sardegna"
Redattore sociale, 06-05-14
MILANO – Scarpe, calze e intimo. I membri dell'Associazione cinesi in Milano hanno portato una decina di scatoloni pieni alla Casa della Carità di via Brambilla non appena hanno saputo che c'erano i 76 profughi siriani. Hanno portato il materiale domenica 3 maggio, il giorno dopo l'arrivo dei migranti. "Non è la prima volta che lo facciamo, abbiamo già mandato aiuti dopo le alluvioni in Sardegna", spiegano dall'associazione. Sono a venuti a sapere della notizia attraverso il loro giornale, "Europe China News", un periodico che esce due volte alla settimana che ha sede in via Morazzone. Wu Jie ne è il direttore: "Siamo stati avvisati da una dottoressa cinese musulmana (della minoranza uigura, popolazione del nord della Cina di origine turca, ndr) che lavora alla Casa della Carità", dice. Così è partita la raccolta di indumenti nei negozi della Chinatown milanese. L'associazione cinese era già venuta a visitare la Casa della Carità nei mesi passati. (lb)



La cittadinanza onoraria a cento ragazzi stranieri
la Repubblica, 07-05-14
SONO figli di filippini nato alla  Mangiagalli, 18 anni fa. Mio padre è arrivato come turista, è rimasto clandestino a lungo, come mia madre. Sono orgoglioso oggi di essere Cittadino italiano». John Marco Tolentino è un bel ragazzo che parla con un chiaro accento milanese. Studente dell'Itc Schiaparelli Gramsci, è uno dei cento studenti che ieri erano alla cascina di Chiaravalle per il conferimento della cittadinanza onoraria. Una cerimonia semplice e simbolica, voluta dal Comune per sollecitare il Parlamento e il governo a legiferare sul tema del dello ius soli per i figli degli immigrati nati in Italia Oggi a Milano 36mila (il 17,6 per cento) dei 205mila minori residenti ha passaporto straniero. Ma nel 75 per cento dei casi si tratta di bambini e ragazzi nati e cresciuti in città, nelle scuole pubbliche, spesso senza mai nemmeno essere andati in vista al paese dei genitori. L'anno scorso la cerimonia si svolse al Castello Sforzesco, protagonisti i bambini degli asili, con l'ex ministro Kienge e strascico di polemiche. Quest'anno, una manifestazione piú raccolta, in una cascina confiscata alla mafia, da gennaio scorso assegnata ad associazioni che lo useranno per scopi sociali, con studenti e professori di uno degli istituti superiori con il piú alto numero di iscritti immigrati. A loro gli assessori Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) e Francesco Cappelli (Educazione e istruzione), assieme alla consigliera Pd Paola Bocci, hanno distribuito gli attestati di cittadinanza onoraria. Un evento deciso per sottolineare l'impegno nel riconoscimento del diritto di cittadinanza, benché simbolico, a chi sta per compiere i 18 anni, affrontando la Iunga trafila burocratica prevista dalla legge, per essere considerato a tutti gli effetti un Cittadino italiano. In questa direzione va anche l'iniziativa di mandare una lettera a casa dei 689 ragazzi figli di Cittadini stranieri ma nati a Milano che quest' anno compiranno 18 anni. In questa lettera il Comune ricorda che i neo maggiorenni hanno tempo un anno per chiedere la cittadinanza con la procedura accelerata prevista dalla legge. Chi perde questo treno, poi, dovrà aspettare molti anni per ottenere lo stesso diritto. «Stiamo rivendicando per questi ragazzi un diritto— dice Majorino— chi nasce in Italia deve essere considerato italiano. Il Parlamento cambi una norma che penalizza tanti ragazzi».
(z.d.)
 


Italiana di origine rom si candida con Forza Italia
«Solo loro mi hanno accolta in lista»
Corriere.it, 07-05-14
Luigi Riccio
A volte succede mentre entri in un locale, in altre quando ti presenti a un colloquio di lavoro. La discriminazione, quando le tue origini sono se non palesi almeno intuibili, è un cane in agguato di cui non puoi sempre prevedere le mosse. Ne sa qualcosa Amelia Guarnieri, giovane studentessa di Pescara il cui cognome, in Abruzzo, non lascia dubbi in quanto a appartenenza etno-linguistica. A portarlo, infatti, sono molto spesso rom abruzzesi, che in questa regione, così come in Molise, non vivono negli obbrobriosi campi nomadi ma in normalissimi appartamenti.
Eppure, l’integrazione della più consistente minoranza italiana anche qui fatica a farsi sentire. In primis, dai diretti interessati. È stata proprio questa consapevolezza a spingere la ragazza – ventiquattro anni, studentessa di Farmacia all’Università di Chieti – a metterci «la faccia» (sì, anche lei) candidandosi alle elezioni per il Consiglio Comunale di Pescara che si terranno il 25 maggio, in contemporanea alle Europee. Già questa sarebbe una notizia curiosa, poiché l’applicazione della «discriminazione costruttiva», quella che, per intenderci, ha permesso a Cécile Kyenge e a Khalid Chaouki di candidarsi alla Camera dei Deputati senza passare dalle “parlamentarie” del Partito Democratico, al momento ai rom italiani era stata preclusa. E mai ci si sarebbe aspettata la sua applicazione dal partito che, nei fatti, ha offerto l’appoggio a un «progetto politico rivolto non soltanto alla comunità rom ma a tutti i miei concittadini». Ovvero, da Forza Italia. Nello specifico, nella persona del senatore Altero Matteoli, l’unico, poi seguito dall’attuale sindaco e candidato per il centro-destra Luigi Albore Mascia, a dare il proprio sostegno alla candidatura.
Non, quindi, dal Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà o Rifondazione Comunista, ma dal partito di Silvio Berlusconi, migliore alleato (e non solo a livello nazionale) della xenofoba Lega Nord. Come si spiega? «Non ho fatto una scelta ideologica o partitica», premette Amelia Guarnieri, «Anzi: ho rivolto il mio appello a tutte le forze politiche sul territorio. Ma solo Forza Italia, per il tramite di Altero Matteoli, ha accettato non dico di candidarmi, ma anche solo di ricevermi». L’appello di cui parla Guarnieri, si inserisce nella campagna promossa dalla Fondazione Romanì Politeia romanì, che, tra i suoi obiettivi, annovera appunto quello di favorire la partecipazione politica dei rom e l’incontro di questi con le forze politiche. Nella sua tappa di gennaio a Pescara, la Fondazione è entrata in contatto con Guarnieri e i suoi dirigenti si sono adoperati affinché le richieste della ragazza trovassero uno sbocco. Da qui sono partiti vari mandati esplorativi, l’unico dei quali ad avere successo è stato quello con Matteoli e Forza Italia. E a stupire, forse, non è tanto il fatto che ad accettare sia stato questo partito quanto piuttosto l’indifferenza degli altri verso una candidatura che, per quanto sicuramente inesperta (come tante altre, del resto), ha il pregio di infrangere i più solidi tra i pregiudizi. Ovvero: i rom sono tutti criminali. I rom vivono nelle roulotte. I rom scelgono di non integrarsi. L’elenco è lungo e Guarnieri lo conosce bene.
«È dal peso di questi stereotipi che nasce il proposito di candidarmi», racconta, «Appartengo sia alla comunità etno-linguistica rom che a quella italiana: e vorrei vedermi valorizzata, non additata, per quello che sono». Eppure, guardando, anche solo in foto, Amelia Guarnieri si fa fatica a credere che abbia subito delle discriminazioni. «Avere un buon livello di istruzione, purtroppo, non basta: è sufficiente fare nome e cognome, qui in Abruzzo, per essere tacciata a priori. E questo anche, nel mio caso come di tanti altri rom abruzzesi e italiani, se non si ha mai avuto rapporti con la criminalità organizzata, se si frequenta l’università e il proprio stile di vita è sostanzialmente uguale a quello di qualsiasi altro italiano». Proveniente da una «famiglia italiana da cinque generazioni», Amelia Guanieri vuole entrare in Consiglio Comunale per fare da sentinella «contro abusi e violazioni di diritti, in generale per tutta la cittadinanza ma certo, i rom hanno bisogno più di altri di una luce puntata sulla loro condizione».
    Il suo slogan è “Sicurezza e integrazione” e sarà accompagnata in lista, per via della doppia preferenza di genere, da Toni Bosco, carabiniere appartenente al nucleo scorte.
«Ho avuto la fortuna di incontrare Toni, un ragazzo che ha sempre vissuto, dall’infanzia, a contatto con i rom. Toni è l’autista di Altero Matteoli ed è stato grazie a lui se il mio messaggio è potuto arrivare a destinazione». E il senatore, come ha reagito? «Mi ha detto che in trentadue anni di attività parlamentare nessuno gli aveva mai sottoposto le tematiche che io gli illustravo. È rimasto molto stupito di vedere una ragazza colta, giovane, esprimere contemporaneamente i valori della cultura rom e quelli della cultura italiana». Nel Comune di Pescara risiedono circa 1400 rom, di cui la metà italiani: come reagiranno alla sua candidatura? «Il progetto sta avendo un buon riscontro nella comunità», spiega, «ma io non voglio essere la “consigliera dei rom”, ma di tutti i miei concittadini: mi aspetto un appoggio generale, al di là degli steccati. Si dice che i rom sono un problema perché non vogliono integrarsi? Questo è un modo per dimostrare che così non è. La prova del nove sarà ora la reazione dei non rom».



Camusso: "Basta Bossi-Fini, riforma della cittadinanza, voto agli immigrati"
Il segretario della Cgil apre il congresso nazionale chiedendo più “diritti sociali e civili”. "Legge sul caporalato e riforma del collocamento pubblico agricolo” contro la schiavitù nei campi
stranieriinitalia.it, 06-05-14
Roma 6 maggio 2014 - Nuove regole per l’immigrazione, riforma della cittadinanza, diritto di voto agli immigrati.
Sono alcuni degli obiettivi indicati oggi da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, nella sua relazione di apertura del XVII congresso nazionale del sindacato confederale.
“Discutiamo – ha detto Camusso - tempi e certezze antidiscriminatorie. Completezza vorrebbe che sia l’occasione per l’abolizione della Bossi - Fini e la costruzione di una legge positiva sugli ingressi e sulle regole”.
Parlando della necessità di “un contrasto significativo al lavoro povero”, la leader sindacale ha parlato anche dei nuovi schiavi impiegati nei campi, il più delle volte lavoratori stranieri. In agenda vanno quindi messi “il completamento della legge sul caporalato e la riforma del collocamento pubblico agricolo”.
Secondo il segretario della Cgil, “i rancori e le rassegnazioni, la dimensione individualizzata, la fatica del riconoscersi negli altri, ci propone di guardare con occhio attento e senza mollare la presa quella parte di giustizia sociale che possiamo tradurre nei diritti sociali e civili”.
“Tanti di questi temi – ha aggiunto - sono affrontabili senza costi, pensiamo ai diritti delle coppie, delle tante e diverse famiglie. Alla cittadinanza per i nati in Italia, al diritto di voto amministrativo per i migranti, parafrasando la nostra iniziativa: Italia sono anche loro”.

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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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