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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Le parole di Alemanno e quel cartello a Roma contro gli immigrati

Italia-Razzismo
Roma ha già ampiamente dato» e, per essere prudenti e per non compromettere il delicatissimo equilibrio che ritiene di aver ottenuto, bisogna opporsi al rischio di essere «investiti da nuovi flussi migratori e di clandestini». Queste le parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Il primo cittadino ci rassicura sul fatto che non corriamo pericoli perché, riferendosi all’insediamento di immigrati a Civitavecchia, «i clandestini sono in una caserma ben custodita» e aggiunge: «per fortuna». Ancora una volta, Alemanno, ricorre a un linguaggio che – quando non è schiettamente xenofobo – è comunque imprudente e poco sorvegliato. Non vogliamo strumentalizzare niente e nessuno e non riteniamo che vi sia un legame diretto, ma immaginare che parole provenienti dalla massima autorità cittadina non abbiano alcun peso sul senso comune, è un errore. E allora: quali messaggi sono giunti, in questi anni, dall’amministrazione comunale affinché, nel quartiere romano di Montesacro, non venisse consumata l’efferatezza che ora illustriamo? Qualche giorno fa a Roma un cartello all’ingresso di un bar recitava: «Vietato l’ingresso agli animali ed agli immigrati. La direzione». A denunciare il fatto è stato Abdul Bouja, nato in Marocco e da anni residente regolarmente in Italia. Il suo avvocato, Giacinto Canzona, sta valutando la possibilità di un’azione legale nei confronti del proprietario del bar poiché ritiene che quel cartello sia «altamente discriminatorio». Ora, è possibile che tutto ciò sia solo il prodotto di uno scherzo di pessimo gusto. Ma il fatto che abbia circolato e continui a circolare negli organi di informazione e che sia stato considerato plausibile da molti, e da molti giornalisti e politici, la dice lunga.
l'Unità, 9 aprile 2011 

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