Islam: intellettuali musulmani, Corano non obbliga al burqa

(ASCA) - Roma, 6 ott - ''Per vietare il burqa e il niqab in Italia non troviamo opportuno fare riferimento a una presunta affiliazione religiosa islamica, come in alcuni recenti disegni di legge''. Lo afferma, in un comunicato, Ahmad Gianpiero Vincenzo, presidente dell'associazione Intellettuali Musulmani Italiani, consulente per l'immigrazione della Commissione Affari Costituzionali e membro dell'Assemblea Generale della Grande Moschea di Roma.

''La copertura del volto - aggiunge - non fa parte della religione islamica, come chiaramente dichiarato anche da Mohammed Said Tantawi, grande imam dell'universita' egiziana Al Azhar. In realta' basterebbe far rispettare la normativa di sicurezza gia' vigente in Italia fino al 1975, la quale impedisce di coprirsi in pubblico il volto''. ''Secondo la tradizione islamica - continua Vincenzo - coprirsi il volto non ha una valenza religiosa, quindi non rientra in quei 'giustificati motivi' previsti dalla legge. Ci sembra inutile quindi introdurre nuove norme. Basterebbe fare un accordo con istituzioni islamiche nazionali come la Grande Moschea di Roma, in modo di ribadire l'estraneita' dell'Islam a tali pratiche e la necessita' di applicare la normativa vigente''.

''Un tale accordo - conclude il Prof. Vincenzo - non solo rientrerebbe a pieno titolo nella cultura giuridica italiana, basata sul principio di accordi pattizi tra Stato e confessioni religiose, ma avrebbe anche un maggiore valenza morale nello scoraggiare tali pratiche tribali. Ricordiamo infine che non sono questi i veri problemi dell'integrazione: le donne che portano il burqa in Italia sono poche decine, mentre ci sono centinaia di migliaia di musulmani costretti a pregare in garage o altri luoghi di fortuna''.

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