Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

05 novembre 2012

Peschereccio con 171 migranti fermato al largo della Calabria
Avvenire, 05-11-2012
Un peschereccio d'altura con 171 migranti a bordo, tra cui 27 donne e 37 bambini, è stato intercettato in nottata da unità del Gruppo aeronavale di Messina della Guardia di Finanza al largo di Capo dell'Armi (Reggio Calabria). Nell'operazione, coordinata dal Comando di Pomezia Pratica di Mare, sono stati impegnati un Atr 42 nonchè tre pattugliatori veloci ed un elicottero del Gan di Messina.  
L'imbarcazione, battente bandiera greca, era stata avvistata nel tardo pomeriggio di ieri a circa 140 miglia a Sud est di Capo Passero (Siracusa) e successivamente monitorata nel corso della navigazione. Una volta entrato in acque territoriali, il peschereccio è stato prima bloccato e poi condotto nel porto di Reggio Calabria.  I migranti, tutti in buono stato di salute, hanno detto di essere afghani e di essere partiti tre giorni fa da Istanbul. I presunti scafisti sono stati arrestati.



Migranti, in mare una strage di donne
Sono 8 tra gli 11 cadaveri recuperati finora dalla Guardia costiera di Lampedusa
la Repubblica, 05-11-2012
Fabrizio Lentini
PALERMO — L’ultimo cadavere è stato ripescato dai marinai italiani quando il sole stava già tramontando, di fronte alle coste libiche. Era un’altra donna. Un’altra donna dalla pelle nera. Somala, quasi certamente, come tutte le vittime dell’ultima tragedia dell’immigrazione nel Mediterraneo. Una strage di donne. Perché degli undici corpi finora recuperati dalla Guardia costiera di Lampedusa, otto sono di ragazze africane che tentavano di raggiungere l’Italia e hanno perso la vita nel naufragio del gommone di dieci metri con le fiancate sgonfie sul quale erano stipate assieme a un altro centinaio di disperati.
Resteranno undici le nuove croci nel cimitero di Lampedusa, dove i cadaveri sono arrivati ieri sulla stessa nave della Marina italiana che ha sbarcato i settanta superstiti: 62 uomini e otto donne, una delle quali incinta. I soccorsi infatti sono stati sospesi quando si è fatto buio e non c’erano più speranze di trovare vivo qualcuno dei naufraghi. Gli altri morti sono stati sepolti dal mare: una trentina, se è vero quanto raccontano i testimoni, e cioè che su quella carretta colata a picco a 35 miglia dalla Libia viaggiavano 115 persone. Reduci dalla lunga marcia nel deserto e nella fame che li aveva portati dal Corno d’Africa al Magreb.
Le due motovedette hanno fatto rientro a Lampedusa, dopo la corsa di sette ore e 140 miglia seguita al primo allarme, giunto sabato mattina con un telefono satellitare alla Capitaneria di Palermo. Silenzio dalle autorità libiche, apporto minimo da quelle maltesi che hanno inviato solo un aereo di ricognizione. Un’inerzia che ha irritato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, il quale sottolinea «l’assoluta necessità di rafforzare la collaborazione tra tutti i Paesi coinvolti». E che ha spinto Angela Maraventano, l’ex vicesindaco di Lampedusa oggi senatrice della Lega Nord, a chiedere alla Farnesina di richiamare l’ambasciatore a Tripoli.
Quel che è certo è che senza l’intervento italiano questa ennesima tragedia del mare avrebbe assunto dimensioni apocalittiche. «Un intervento di straordinario valore», dice Laura Boldrini, portavoce dell’alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Una giornata drammatica, per gli uomini della Guardia costiera. Una giornata particolare, per il neogovernatore siciliano Rosario Crocetta che, giunto a Lampedusa per un weekend di riposo dopo lo stress della campagna elettorale, ha dovuto invece accogliere in porto uomini distrutti e donne in lacrime. «È stato — racconta — un confronto con il dolore di un intero popolo, quello somalo, costretto a fuggire da una dittatura terribile e dalla miseria».
Dopo l’abbraccio al presidente della Regione, i settanta naufraghi hanno raggiunto i trecento migranti già stipati nel centro di accoglienza dell’isola. Un’avanguardia di disperati che annuncia altre ondate di sbarchi e di polemiche. Proprio mentre i somali trovavano un tetto provvisorio, diciassette pakistani, tutti uomini, venivano tratti in salvo, al largo della Puglia, dalla Guardia costiera di Santa Maria di Leuca e di Otranto. Due drammi paralleli, avvisaglie di una nuova prevedibile emergenza.



Naufragio al largo della Libia La Marina salva 70 persone, recuperati 11 cadaveri
Avvenire, 05-11-2012
Salgono a 11 i cadaveri (8 di donne) recuperati in mare in seguito al naufragio avvenuto sabato a 35 miglia dalla Libia e a 140 da Lampedusa di un gommone carico di migranti. Due motovedette della Guardia Costiera e una nave della Marina Militare italiana, intervenute in soccorso, hanno salvato 70 persone. Tra di loro otto donne, una incinta.
L'operazione di soccorso era cominciata sabato mattina dopo una segnalazione giunta attraverso un telefono satellitare alla Capitaneria di porto di Palermo, nella quale si riferiva di un gommone che stava per affondare. La Guardia Costiera italiana ha dato l'allarme alle autorità di Malta e della Libia e nel pomeriggio di sabato un aereo maltese ha localizzato il gommone, raggiunto poco dopo da due motovedette della Guardia Costiera
italiana salpate da Lampedusa e da una nave della Marina Militare impegnata nei servizi sull'immigrazione.
I soccorritori hanno avvistato persone in mare ed altre aggrappate al gommone che era sul punto di affondare. A causare il naufragio è stato un cedimento strutturale del natante - lungo meno di 10 metri - le cui traverse laterali hanno progressivamente perduto aria, fin quasi a determinarne l'affondamento. Sono subito stati tratti in salvo i 70 superstiti e poco dopo sono stati avvistati e recuperati i cadaveri di tre donne. I naufraghi sono stati trasferiti sulla nave della Marina Militare dove sono state prestate loro le prime cure. Molti erano in condizioni di ipotermia. Nella mattinata di domenica sono stati trovati altri sette corpi. Nel pomeriggio l'ottavo.
In serata sono state sospese le ricerche.
Il ministro degli esteri, Giulio Terzi, si è detto "profondamente addolorato per l'ennesima tragedia" di immigrati naufragati mentre tentavano un viaggio della speranza verso le coste siciliane ed ha espresso il suo cordoglio per le vittime del naufragio, che conferma "l'assoluta necessità di rafforzare la collaborazione tra tutti i paesi coinvolti". "Solo il coraggio e le generosità dei nostri militari ha evitato che il bilancio fosse ancora più tragico", ha sottolineato. Anche il ministro per la Cooperazione, Andrea Riccardi, ha elogiato "il pronto e generoso intervento della guardia costiera e della Marina Militare italiana che ha contenuto sensibilmente il numero delle vittime di questa ennesima tragedia dell'immigrazione". Bisogna però, ha aggiunto, "cooperare ancor di più con i Paesi del Mediterraneo per evitare queste stragi. Ma  va anche  superata la logica dell'emergenza continua. L'immigrazione è un fenomeno costitutivo dei nostri tempi che va affrontato e governato con saggezza e lungimiranza".
Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati, ha definito "di straordinario valore" l'intervento dei militari italiani, senza il quale "altre 70 persone sarebbero morte. L'Italia nel Mediterraneo - ha ricordato - svolge un ruolo leader nel salvare vite umane in mare, sia per lunga tradizione del Paese sia per preparazione degli uomini e per i mezzi che ha disposizione. Non tutti i Paesi dell'aera hanno le stesse caratteristiche. Per questo è importante che Italia svolga un ruolo di riferimento".
Intanto, nel primo pomeriggio di domenica i 70 superstiti sono giunti a Lampedusa, dove ad accoglierli c'era il neo presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. "È stato - ha riferito il governatore - un confronto con il dolore di un intero popolo, quello somalo, costretto a fuggire da una dittatura terribile e dalla miseria. Le immagini - ha aggiunto - provocheranno gli stessi stereotipi di sempre nei confronti di Lampedusa, ma occorre rassicurare tutti: l'isola è perfettamente vivibile, sa gestire queste emergenze. Ci sono stati immediati ed efficaci soccorsi da parte della protezione civile, forze armate, carabinieri e polizia, con un livello di accoglienza notevole".



“Una persona - un documento”. Anche i minori figli di rifugiati, apolidi e di stranieri con titolo di viaggio dovranno avere un proprio documento per l’espatrio.
L’iscrizione del minore sul documento/titolo di viaggio del maggiorenne non consente più l’attraversamento delle frontiere.
Immigrazioneoggi, 05-11-2012
Con circolare del 25 ottobre il Ministero dell’interno, Dipartimento della PS, ha precisato che la raccomandazione formulata dall’Unione europea, secondo la quale i minori che attraversano le frontiere devono essere in possesso di un autonomo documento di viaggio (dal 26 giugno 2012), si applica anche ai documenti di viaggio per rifugiati ed ai titoli di viaggio per apolidi e stranieri. Pertanto d’ora in avanti i minori appartenenti a queste categorie che devono recarsi all’estero dovranno essere muniti di un autonomo documento che sarà rilasciato dalla questure.



Immigrati disabili in cerca di lavoro: oltre 11 mila quelli iscritti al collocamento.
Presentato il Rapporto Isfol, cresciuti del 50% in tre anni.
Immigrazioneoggi, 05-11-2012
Gli immigrati con disabilità rappresentano “una categoria in progressiva crescita tra gli iscritti agli elenchi provinciali” del collocamento mirato: da 7.073 del 2008 si è passati a 11.600 nel 2011. Un terzo di questi sono donne. I dati sono quelli rilevati dall’ultimo monitoraggio effettuato dall’Isfol per conto del Ministero del lavoro sulla legge 68 del 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.
La VI relazione dell’Isfol sul tema dice anche che “la distribuzione territoriale delle iscrizioni riflette la dislocazione territoriale degli extracomunitari in genere”: si privilegiano le aree del Nord Ovest e del Nord Est, dove ci sono mercati del lavoro più ricettivi.
Quello degli immigrati disabili, al pari di quello delle donne, è un target che l’Unione europea, con la strategia Europa 2020, raccomanda di prendere in considerazione con particolare attenzione (e che è stato introdotto come oggetto di analisi specifica già nella IV relazione al Parlamento sulla legge 68), poiché a rischio di doppia discriminazione.



Imprese gestite da extracomunitari in crescita di oltre 13 mila unità
Nel II trimestre 2012 sono circa 300 mila, un aumento del 6,6 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Intanto hanno chiuso oltre 24 mila aziende gestite da italiani
la Repubblica, 04-11-2012
ROMA  - Gli immigrati resistono meglio alla crisi: nei primi nove mesi del 2012 le imprese individuali con titolari extra ue crescono di 13mila unità, le altre scendono di 24.500. E' quanto emerge da uno studio di Confesercenti.
Continua - si legge nello studio - anche se a ritmi meno sostenuti la crescita delle imprese individuali con titolare straniero. In dieci anni il loro peso sul totale delle imprese è passato dal 2% a quasi il 9%, lo stock delle attività si è più che quintuplicato a dispetto di una contrazione tendenziale generale del 3%. Nel terzo trimestre 2012 le imprese individuali registrano un saldo positivo di 5 mila unità di cui l'85% è dato appunto da imprese di immigrati. In sintesi, spiega Confesercenti, nei primi nove mesi dell'anno, a un saldo positivo (tra iscrizioni e cessazioni) di 13mila imprese individuali con titolare immigrato ne corrisponde uno negativo di oltre 24,5 mila unità per le restanti.
Nel II trimestre 2012 le imprese individuali con titolare immigrato sono circa 300 mila, rispetto allo stesso periodo dell'anno passato aumentano di 18 mila, con una variazione tendenziale del +6,6% e una crescita del loro peso sul totale delle imprese individuali di più di mezzo punto percentuale. Oltre le imprese individuali si contano anche circa 120 mila soci stranieri di società di persone. Le imprese gestite da stranieri producono circa il 5,7% della intera ricchezza del nostro paese.
Mettendo a confronto il II trimestre 2011 e 2012, tassi di crescita sostenuti delle imprese immigrate si hanno in tutte le ripartizioni geografiche contrariamente a quanto avviane per imprese individuali in generale. Più del 57 per cento delle imprese si concentra in cinque regioni: il 18,6% in Lombardia, il 10,5% in Toscana, il 9,7 circa in Emilia Romagna e Lazio e l'8,6 in Veneto. Gli imprenditori e i lavoratori immigrati non sono coinvolti in maniera uniforme nelle diverse aree geografiche. Nel Nord si concentrano gli autonomi attivi nell'artigianato e i lavoratori dipendenti dalle imprese, in particolare nel comparto metalmeccanico, nel Centro il settore domestico, quello dell'edilizia e il comparto tessile e abbigliamento sono i più "internazionali", al Sud, almeno in termini relativi, commercio e lavoro agricolo sono i settori di riferimento per i migranti.
Scendendo più nel dettaglio del peso delle imprese immigrate sul totale delle imprese per provincia si segnala: Prato dove il 37% delle imprese individuali sono straniere, Milano (il 19%), Firenze (il 17%), Reggio Emilia e Trieste. Il 16% degli imprenditori stranieri si concentra a Roma e Milano.
Il 44% delle imprese individuali straniere svolge attività di commercio, un altro 26% è nel settore delle costruzioni e un 10% nella manifattura. L'80% delle ditte si concentra quindi in soli 3 comparti, dove anche la crescita malgrado la crisi è stata sostenuta. Un +7,3% per le imprese del commercio, + 3% per le imprese edili, e +3,6% per la manifattura (in generale le imprese individuali negli stessi comparti registrano variazioni negative rispettivamente del -0.5%, -1.3% e -2.2%).
Da evidenziare anche il comparto dei pubblici esercizi dove le imprese con titolare immigrato crescono di 8.667 unità in un anno, pari a un 11% in più.
Con oltre 98 mila attività il serbatoio principale dell'imprenditoria immigrata è l'Africa; il Marocco si pone in testa alla classifica con 57 mila imprese (cresciute in un anno del 7%) a grande distanza seguono il Senegal (15.851), l'Egitto (1.3023) e la Tunisia (12.348). Gli imprenditori marocchini e senegalesi sono particolarmente dediti all'attività di vendita al dettaglio, gli egiziani alla somministrazione di alimenti e i tunisini nel comparto edile. I Cinesi si collocano al secondo posto per numero di attività (41.623 e una crescita del 6% tra gennaio-giugno 2011- 2012) prediligendo il comparto della ristorazione e dell'abbigliamento. Al terzo posto le oltre 30 mila imprese albanesi principalmente attive nell'edilizia.
Anche la Romania, ha numeri importanti conta infatti oltre 43 mila imprese (di cui oltre il 70% impegnate nell'edilizia).
Dalla ripartizione delle collettività per settori emerge un'imprenditorialità fortemente concentrata in specifici ambiti produttivi e un meccanismo di specializzazione etnica.

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