Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

La Fifa squalifica le iraniane con l'hijab

Francesco Tortora
Non è bastato abbandonare il classico velo e sostituirlo con una tenuta moderna e sportiva capace di coprire il corpo fino al collo e nascondere i capelli con un copricapo alla moda.

Venerdì scorso i dirigenti della Fifa hanno vietato alle calciatrici della nazionale iraniana di scendere in campo ad Amman nella partita contro la Giordania per la qualificazione ai giochi Olimpici di Londra del 2012 perché il loro abbigliamento non rispettava le regole della federazione sportiva internazionale.

SQUALIFICA - I membri dell'organizzazione internazionale, capeggiati da un commissario del Bahrein, erano disposti anche ad accettare quel completino così poco ortodosso (una tuta da ginnastica sostituiva i classici calzoncini e la maglietta), ma nessun compromesso era possibile sul copricapo: le regole della Fifa non solo impongono ai calciatori di giocare a capo scoperto, ma vietano anche di indossare qualsiasi indumento o simbolo che rimanda a slogan politici o a precetti religiosi. Le ragazze iraniane non se la sono sentita di disubbidire alla loro religione che vieta di mostrare in pubblico il proprio corpo, capelli inclusi, e hanno abbandonato in lacrime lo stadio. La Fifa le ha squalificate e ha assegnato la vittoria a tavolino per 3 a 0 alla Giordania. La sconfitta ha determinato l'esclusione dalle Olimpiadi del team femminile iraniano e ciò ha provocato la rabbia e la delusione delle calciatrici.

RICORSO - La Federazione calcistica iraniana ha già annunciato che farà ricorso contro la decisione dei dirigenti della Fifa: «Abbiamo già apportato le correzioni che ci sono state chieste e prima di questa partita ne abbiamo discusso con la Fifa - lamenta Farideh Shojaei, responsabile del calcio femminile per la Federazione iraniana - Nessun dirigente della Fifa aveva trovato da ridire sull'abbigliamento delle nostre ragazze» . Il presidente della Federazione iraniana Ali Kafashian ha spedito una di queste divise a Sepp Blatter, l'attuale presidente della Fifa, per dimostrare che è conforme all'articolo 4 del regolamento della Fifa

LO HIJAB SPORTIVO – Lo scontro tra precetti religiosi e regole sportive angoscia non solo le calciatrici iraniane, ma anche le ragazze del paese asiatico che praticano altri sport. Proprio per risolvere questo problema Elham Seyed Javad, una studentessa canadese di origine iraniana ha sviluppato ResportOn , già ribattezzato dalla stampa internazionale «lo hijab delle donne sportive». Ideato nel 2007 dopo che in una competizione internazionale di taekwondo 5 ragazze iraniane erano state escluse perché indossavano il velo, questa divisa che copre completamente il corpo delle ragazze, ma che lascia il loro volto scoperto, è considerata meno pericoloso del classico velo e permette alle atlete di rispettare le regole della propria religione. Venduto su internet a 44 euro, questo indumento, come racconta il Guardian di Londra ha conquistato anche le donne e gli uomini non musulmani: lo hijab sportivo infatti non solo è meno caldo di qualsiasi altra casacca a cui è annesso un copricapo, ma permette agli atleti con una folta chioma di evitare che i loro lunghi capelli possano ostacolare la visuale durante le competizioni sportive: «Presto potrebbe indossarlo il capellone e capitano del Barcellona Carlos Puyol»ironizza il quotidiano britannico.

 

Corriere della Sera 7 giugno 2011

Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links