Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

12 ottobre 2011

 

Tunisia: 5 candidati e 80 seggi in Italia per le elezioni dell’Assemblea costituente.
Immigrazione Oggi 12 ottobre 2011
Ottanta seggi in tutta Italia per votare i cinque candidati per un nuovo inizio democratico in Tunisia. Anche i 130 mila immigrati nella Penisola saranno protagonisti delle elezioni che si terranno il prossimo 23 ottobre per scegliere l’Assemblea costituente che farà rinascere la democrazia.
In una conferenza stampa organizzata nella sede nazionale del Partito Democratico, i cinque candidati che rappresenteranno i connazionali in Italia hanno esposto i propri programmi agli elettori. Ora la Tunisia ha bisogno di un “sistema parlamentare e di un nuovo sviluppo economico: occorre chiudere con la lunga fase della dittatura”, ha spiegato Osama Al Saghir, candidato del partito Ennahda ed ex rifugiato politico, che ha ricordato come il suo partito “non voglia uno Stato teocratico, ma laico. I timori su Ennhada sono frutto della disinformazione di Ben Ali”.
Chi si presenta, invece, come una formazione laica e “per la parità totale tra uomini e donne” è il Polo Democratico Modernista, rappresentato in Italia da Sara Ben Guiza che si è soffermata su due punti soprattutto: “la netta separazione tra religione e Stato e l’abolizione della pena di morte, che solo il nostro partito promuove”. Più centrista il Partito Democratico Progressista, che in Italia vedrà Fares Ghezal come capolista e che si batte per “eliminare le diseguaglianze tra le regioni, per una Tunisia democratica e sicura, dove i poteri siano rigorosamente divisi”. Trasparenza e lotta alla disoccupazione sono invece i punti chiave esposti da Abdouli Touhami, candidato di Ettakatol (Forum democratico per il lavoro e le libertà), mentre Hedi Khirat, capolista della Lista democratici tunisini in Italia si è soffermato soprattutto sulla necessità di una immigrazione più dignitosa, punto sul quale hanno messo l’accento anche i suoi avversari. “Vogliamo che i tunisini vengano in Italia liberamente ed è necessario rettificare la legge Bossi-Fini”, ha spiegato Khirat a cui ha fatto eco Al Saghir. “Non siamo più disposti a dare risorse all’Europa. O si faranno nuovi accordi per un’immigrazione legale o diremo stop alla tendenza di questi anni”.
 
 
Imprenditori stranieri, +6,8% nei primi sei mesi anno
(ANSA) - TORINO, 10 OTT - Nei primi 6 mesi del 2011 il numero degli imprenditori stranieri in Piemonte ha raggiunto le 52.387 unita', con una crescita del 6,8 per cento. Sono soprattutto di origine rumena e marocchina, lavorano nei settori del commercio e delle costruzioni e nelle province di Torino e Novara. Il peso degli immigrati sul totale degli imprenditori presenti in Piemonte, inferiore al 3% nel 2000, risulta piu' che raddoppiato a giugno 2011 ed e' pari al 6,8%, dato in linea con quello nazionale (6,7%).(ANSA).
 
 
 
Immigrazione, Acli: un romeno su due vuole tornare a casa 
Confini Online 12 ottobre 2011
Un romeno su due (49%) tra quanti vivono e lavorano in Italia vorrebbe tornare in Patria. La percentuale sale al 71% tra coloro che in Romania hanno lasciato gli affetti. Ma ad ostacolare la prospettiva del rientro c’è la convinzione (oltre l’85%) che trovare lavoro in Romania sia ancora difficilissimo.
Sono i risultati di un’indagine realizzata dalle Acli nell’Ambito del progetto “Medit”, presentata questa mattina presso l’Accademia di Romania. Promosso dall’Agenzia nazionale per l’occupazione della Romania (Anofm), insieme con l’Ente di formazione professionale delle Acli (Enaip), Medit è un “modello di cooperazione transnazionale” volto a favorire il “rientro produttivo” dei lavoratori romeni, per reinserirli nel mercato del lavoro valorizzando le esperienze e le competenze acquisite in Italia.
Per il presidente nazionale delle Acli e dell’Enaip, Andrea Olivero: «Siamo di fronte ad un salto di qualità importante nell’intera gestione dei processi migratori, il passaggio dall’idea della migrazione all’idea della mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione europea. Dalla logica della necessità, spesso drammatica, alla logica della libertà e delle opportunità per i lavoratori e le loro famiglie».
Primo lavoro come colf per più di due donne su tre
I Romeni sono il primo gruppo nazionale per numero di presenze in Italia. 968.576 secondo l’ultimo dato Istat, il 21% sul totale degli stranieri. L’indagine quantitativa realizzata dall’Istituto di ricerca delle Acli (Iref) ha coinvolto tramite questionario 1200 lavoratori romeni residenti in Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Puglia. Per quasi due donne su tre (64%) tra quelle intervistate, la prima esperienza di lavoro all’estero ha coinciso con un’occupazione nel settore del lavoro domestico e dell’assistenza familiare. Al contrario, per gli uomini è stato il settore dell’edilizia a rappresentare il primo sbocco professionale (42%). Quasi due intervistati su tre avevano già un lavoro in Romania prima di venire a cercare fortuna in Italia.
L’occupazione irregolare con condizione transitoria
La percentuale di individui occupati con un regolare contratto è di poco inferiore al 60%. Coloro che dichiarano di lavorare “in nero”, senza contratto, sono il 18%. Una quota che cala nettamente tra le persone che sono in Italia da più tempo (dal 32% di chi è arrivato in Italia dopo il 2009 al 9% di chi è arrivato pima del 2000). Significativa è anche la quota di persone attualmente disoccupate (con o senza cassa integrazione), pari al 19%.
Salari: in media mille euro al mese, 850 euro per le donne
Il reddito medio dichiarato dai lavoratori medi intervistati è di 1.000 euro, con forti differenze però tra uomini e donne. I primi possono vantare un salario medio mensile di 1.250 euro, le secondo di soli 850 euro. Differenze significative si riscontrano anche analizzando i dati per settori economici d’impiego: a fronte dei 750 euro al mese di chi lavora in agricoltura, si hanno i 1.400 euro di chi è impiegato nell’edilizia. Altra variabile significativa è la regione di residenza. Chi lavora nel Meridione è penalizzato rispetto a chi è occupato nelle regioni del Nord: tra Puglia e Friuli Venezia Giulia ci sono 500 euro di differenza.
Il denaro rappresenta un forte incentivo alla permanenza in Italia. Sollecitata ad esprimere il motivo per il quale vive in Italia, la maggior parte degli intervistati (72%) risponde che in Italia guadagna di più. Strettamente collegata a questo elemento è anche l’opinione di coloro che dichiarano che la permanenza in Italia è dovuta alla migliore qualità della vita (52%) e alle migliori condizioni di lavoro (49%).
Il rientro in Romania
Sebbene la prospettiva del rientro in Patria non appaia immediatamente vantaggiosa da un punta di vista economico, una parte rilevante dei lavoratori (49%) esprime tuttavia il desiderio di tornare a vivere in Romania in futuro. Ad abbracciare con maggior forza la prospettiva di rientro sono inoltre le persone che mantengono legami affettivi con il proprio paese d’origine: tra coloro che hanno un partner che vive ancora in Romania, la percentuale sale infatti al 71%. L’intenzione di tornare definitivamente in Romania è alta (71%) soprattutto tra coloro che già oggi tornano frequentemente nel proprio paese.
Ad ostacolare la prospettiva del rientro in Romania incidono comunque diversi fattori. Le richieste economiche per il rientro continuano ad essere abbastanza superiori alle possibilità attualmente presenti sul mercato del lavoro romeno. I lavoratori adulti, nel pieno della propria vita professionale in Italia, sarebbero disposti a tornare per un reddito mensile intorno ai 1500 euro. Gli under 35 si accontenterebbero di uno stipendio di 1.200 euro. I più anziani tornerebbero anche per meno di 1.000 euro.
Oltre l’85% degli intervistati ritiene poi che trovare lavoro in Romania sia ancora difficile, se non difficilissimo. Eppure la percentuale di quanti dichiarano di conoscere bene la reale situazione dell’economia del proprio paese scende al 58%. Sorge il dubbio che queste opinioni possano essere ricondotte, almeno in parte, a un pregiudizio nei confronti del proprio paese d’origine. Il progetto Medit muove proprio dalla necessità di colmare il deficit d’informazione rispetto alle reali opportunità offerte dalla Romania ai lavoratori che mostrano il desiderio di tornare.
La metà dei romeni intervistati manifesta ad esempio un interesse all’ipotesi di aprire un’attività autonoma in Romania, usando le forme di sostegno previste dal Governo. Eppure solo uno su cinque (21%) sa che ci sono uffici che aiutano le persone che decidono di tornare in Romania. Il 58% del campione considera i servizi per il rientro assistito una risorsa importante. La prima informazione richiesta (49%) è quella sui posti di lavoro disponibili. Il progetto messo in campo dall’Agenzia nazionale per l’occupazione della Romania (Anofm), insieme con l’Ente di formazione professionale delle Acli (Enaip) mira appositamente a costruire un modello di servizio congiunto tra i servizi per l’occupazione dei due paesi, sostenuto da una piattaforma tecnologica di comunicazione per lo scambio di dati e informazioni.
 
 
Lecce: un corso di formazione della Prefettura per accrescere la competenza sulle tematiche legate ai rom di dirigenti pubblici e del privato sociale.
Immigrazione Oggi 12 ottobre 2011
Com.In.Rom è il corso di formazione che verrà attivato a Lecce per migliorare la specializzazione degli operatori istituzionali e del terzo settore che lavorano con i rom sul fronte dei servizi sociali, igienico- sanitari, scolastici e di integrazione.
Novantasei ore tra formazione in aula e in laboratorio, promosso dalla Prefettura in collaborazione con il Consorzio di cooperative sociali S.C.S. Nova Onlus, e finanziato dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno con risorse del Pon “Sicurezza per lo Sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007-2013”.
Il corso è concepito come un insieme di moduli semiflessibile da contestualizzare in relazione agli apporti che verranno dai risultati della parte di formazione in modalità “laboratorio”. L’obiettivo, oltre ad accrescere le competenze degli operatori, è quello di porre le basi per un tavolo permanente che sia sede di mediazione ed elaborazione di strategie di inclusione sociale.
Il progetto di formazione, messo a punto in collaborazione con partner nazionali di Nova Onlus tra i quali Federazione Romanì, Rete Legautonomie Locali, Caritas, è rivolto a funzionari, dirigenti e assistenti sociali NOT della Prefettura, dirigenti e operatori dei servizi sociali degli Enti locali, dirigenti e operatori dell’Azienda sanitaria locale con funzioni socio-sanitarie, operatori delle associazioni rom e delle organizzazioni no-profit.
 
 
Frontiere bucate Troppi clandestini e il Ticino si infuria con il Belpaese
Libero, 12-10-2011
LLEON BERTOLETTI    
LUGANO
"Settembre, andiamo. Ë tempo di migrare". Il Vate non l'aveva certamente immaginato. Ma in Ticino, dal mese scorso, qualcuno sta adattando la sua poesia a una transumanza che non coinvolge pastori, ma clandestini. I giornali locali parlano di "ondata" e di "invasione". Difficile smentirli sulla base dei numeri forniti dalle guardie di confine elvetiche, precisamente dal Corpo della Regione IV: quella con la sede di comando a Lugano. Gil agenti in servizio a Chiasso, posizionati quindi proprio alla frontiera tra Italia e Svizzera, a settembre hanno fermato 400 Cittadini stranieri che cercavano di entrare illegalmente nella Confederazione. Altri 360 erano stati individuati e bloccati nel mese di agosto. Mentre nell'ultima settimana, le guardie ne hanno già pizzicati 150: in un giorno soltanto, cioè domenica scorsa, ne hanno beccati 60. Sono cifre giudicate allarmanti. Il fenomeno, che tra l'altro appare in continua crescita, sta destando preoccupazione nelle istituzioni ticinesi e federali. E qualche disappunto verso l'Italia ha già iniziato a serpeggiare.
Tra i fermati, oltretutto, compaiono anche 70 ricercati, fra i quali una nomade minorenne accusata di numerosi furti nel Cantone Vaud. I clandestini vengono individuati principalmente abordo dei treni che ogni giorno attraversano il confine. I controlli sono scrupolosi ed è difficile che gli stranieri riescano a passare. La maggior parte di loro è di origine tunisina. Secondo i militari svizzeri, una delle cause dell'aumentato afflusso di clandestini in Ticino è la conclusione della stagione agrícola italiana, che ha visto impiegate molte di queste persone come braccianti. Adesso, rimaste senza lavoro, cercherebbero fortuna altrove. Visto l'accrescersi dei tentativi di ingresso illegale, il Corpo delia Regione IV sta pensando anche di chiedere rinforzi alle guardie di altre regioni elvetiche.
Quasi tutti i fermati hanno chiesto asilo. Si tratta di un espediente, viene fatto osservare, che consente di essere ospitati per un po' nei centri di accoglienza, in attesa che gli uffici competenti si pronuncino sulla richiesta. Insomma, un modo per far passare del tempo. La situazione venutasi a creare al centro di registrazione di Chiasso, in ogni caso, sta suscitando polemiche da settimane in Svizzera. Molestie, furti, aggressioni, lesioni, zuffe, ubriachezza, danneggiamenti e atti vandalici sono all'ordine del giorno.
Gli hanno libertà di movimento, e si e scoperto che alcuni raggiungevano Lugano per spacciare droga. Berna e Bellinzona hanno quindi dovuto accordarsi per la creazione di una task force chiamata a gestire il problema.

 
Replica all'inchiesta di «Libero»
Anche la commissione per «capire» gli immigrati
Libero, 12-10-2011  
ANDREA STUPPINI

Su Libero del 7 ottobre scorso Gilberto Oneto ha contestato una serie di dati presentati dal dossier Caritas/Migrantes 2010 relativo all'impatto fiscale dell'immigrazione, dichiarando in conclusione che gli immigrati non sono una ricchezza, ma ci costano quanto due finanziarie. Avendo collaborato al capitolo in questione mi permetto d'impostare una breve risposta. Nel nostro paese, studi di questo tipo sono ancora piuttosto limitati, anche se negli ultimi anni sono uscite ricerche sul tema effettuate da Banca Italia, Ismu ed Isaee. Vorrei segnalare ad Oneto che il contributo recente che ha fatto registrare il maggiore grado di consenso in ambito internazionale, sul tema dei costi e benefici dell'immigrazione è stato quello dei professor Robert Rowthorn, secondo cui l'impatto fiscale degli immigrati nei paesi avanzati è modesto e di lieve enti- tà, poiché è sempre compreso tra +/- l% del Pil di ogni paese. E gli rileva come la spesa pubblica che gli immigrati generano a livello locale sui servizi sanitari, scolastici, abitativi, sia compensata dal loro get- tito fiscale e contributivo a livello nazionale. Nel 2009 Banca Italia ha ricordato come una valutazione piü completa non dovrebbe limitarsi a un singolo anni fiscale, bensi tener conto dell'intero arco di vita delle persone, considerando l'invecchiamento della popolazione immigrata. Il gettito fiscale degli immigrati in Italia è forse meno elevato che altrove. Ma il dato è bilanciato dall'orientamento del nostro welfare in senso favorevole agli anziani; l'Italia non dispone di una misura di reddito minimo d'inserimento, né di misure relative all'housing sociale. In conclusione, parliamo di un tema molto complesso su cui le ricerche in Italia sono appena agli inizi; perciò tempo fa mi sono permesso di avanzare una proposta che Oneto potrebbe condividere: una commissione d'indagine indipendente per approfondire il tema e fornire ail' opinione pubblica
i maggiori elementi possibili.
Ringrazio il signor Stuppini per aver confermato che le considerazioni che abbiamo fatto sulla base dei dati Caritas siano corrette. Lo ringrazio anche per averci anticipato un nuovo studio da cui scopriremo nuove prodigiose manifestazioni di generosità e di solidarietà. Scarso conforta ci viene invece dall'apprendere da illustri analisti internazionali che non siamo i soli a godere dei costosi benefici dell'immigrazione. Ma non credo serva un'altra commissione. Basterebbe dire la verità e smettere di far pagare alla nostra gente il conto di frotte di ospiti non necessari e anche di chi cerca di dimostrare che invece lo sono.


Immigrati scomparsi
RaiNews24, 12-10-2011
Il blog di Luce Tommasi e Iman Sabbah
Oggi diamo voce agli immigrati scomparsi, da quelli che non sono riusciti ad arrivare sulle nostre coste a quelli che sono svaniti nel nulla. In studio con Luce Tommasi e Josephine Alessio, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che continua la battaglia, lanciata in occasione della marcia della Pace Perugia Assisi, per ricordare le oltre 1500 persone morte a partire da marzo nel mare Mediterraneo, mentre cercavano di fuggire dalla Libia.  Partecipano alla trasmissione anche  Gianluca Petruzzo, responsabile dell’Associazione 3 Febbraio e Nabil Ayachi, immigrato berbero, da tempo in prima linea nella denuncia degli scomparsi su sollecitazione delle famiglie degli extracomunitari.



IMMIGRATI: MEDICO LAMETINO IN GRUPPO LAVORO NAZIONALE
(AGI) - Lamezia Terme (Catanzaro), 11 ott. - C'e' anche un medico lametino nel gruppo di lavoro nazionale permanente "Italian national focal point infectious deseases and migrant", costituito da esperti appartenenti a strutture pubbliche e a organizzazioni non governative, impegnati nella promozione, prevenzione e controllo delle malattie infettive nelle popolazioni immigrate dell''Istituto superiore di sanita'. E' il dottore Lorenzo Antonio Surace, infettivologo dell'Asp di Catanzaro, che coordina il Centro di medicina del viaggiatore e delle migrazioni dell'Asp, ed e' coordinatore regionale per l'assistenza sanitaria emergenza immigrati. Surace da tempo porta avanti un percorso progettuale finalizzato alla garanzia dell'assistenza sanitaria agli immigrati, favorendone l'accesso alle strutture sanitarie e la fruibilita' delle prestazioni.
  "Per il raggiungimento di tale obiettivo - spiega Surace - ho avviato un percorso finalizzato alla costruzione di una rete regionale per la medicina transculturale, coinvolgendo a vario titolo enti nazionali, associazioni del volontariato e cooperative sociali, che da anni svolgono prestazioni a favore degli immigrati. Tale coinvolgimento e' previsto anche nelle recenti attivita' progettuali proposte e riconosciute a livello ministeriale. Altro importante obiettivo perseguito e' la realizzazione di interventi formativi finalizzati a creare le condizioni per un approccio multiprofessionale integrato in ambito interculturale. Sono obiettivi sicuramente ambiziosi, che richiedono il supporto delle istituzioni. Un impegno che trova stimolo anche in quest'ultimo riconoscimento che incoraggia a sostenere adeguatamente iniziative importanti come queste, attraverso risorse strutturali, economiche ed umane".
 

«Assumevano» immigrati in cambio di denaro: arrestata una coppia di Avola
I coniugi fornivano falsi contratti di assunzione consentendo agli extracomunitari di restare in Italia
Corriere della sera, 12-10-2011
SIRACUSA - In cambio di cospicue somme di denaro, anche 3.500 euro per pratica, avrebbero presentato contratti di lavoro in modo tale da consentire ad immigrati, che non avrebbero altrimenti avuto il titolo di regolarizzare la loro posizione, a restare in Italia. In esecuzione di ordini di custodia cautelare in carcere del gip di Siracusa questa mattina gli uomini della Digos hanno arrestato due coniugi di Avola, Lamlouni Radhouane, 42 anni, di origine tunisina, e Anna Fontana, 33 anni. Il primo è stato rinchiuso nel carcere siracusano di Cavadonna, la moglie in quello di piazza Lanza a Catania. Le vicende contestate ai due risalgono ad un periodo compreso tra giugno 2009 e marzo 2010.
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Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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