Quei nuovi clandestini che entrano in Italia con documenti regolari

Osservatorio Italia-razzismo    

La presenza di persone irregolari in Italia era stimata nel rapporto Caritas 2010 intorno alle 500-700 mila unità. Una cifra che probabilmente è variata nel corso dell’ultimo anno per via degli arrivi via mare.
 Ma di quanto? Innanzitutto c’è da dire che la causa di quel mutamento è da attribuirsi all’inefficacia delle misure adottate dal Governo per far fronte all’emergenza degli sbarchi del 2011. Solo alla metà, ad esempio, delle persone giunte via mare in questi mesi, è stato consegnato un permesso di soggiorno; gli altri sono andati incontro a una sorte differente: alla permanenza nei centri e al successivo rimpatrio o al rimpatrio immediato oppure all’attesa infinita per capire se sussista l’idoneità alla protezione internazionale. È evidente a questo punto che, anche se tutti quelli giunti via mare che non hanno ricevuto il documento non avessero lasciato l’Italia, si tratterebbe di una cifra ridotta: circa trentamila persone, che non stravolgerebbe il dato diffuso dalla Caritas. Ciò significa che in tema di arrivi irregolari, non sono quelli via mare a costituire un numero esorbitante e non dovrebbero destare preoccupazioni tali da richiedere provvedimenti costosi come il pattugliamento serrato delle coste. La maggior parte delle persone irregolari entra in Italia con regolari visti d’ingresso, e qui rimane. Lo ha dimostrato la sanatoria del 2009 che, nonostante fosse rivolta esclusivamente a colf e badanti già presenti in Italia (poi, in quell’occasione anche un muratore forzatamente è diventato domestico), ha fatto emergere trecentomila rapporti di lavoro in nero. Forse il censimento, in cui una parte del modello da compilare è dedicata alle persone temporaneamente presenti, completerà il dato della presenza irregolare. Speriamo che ciò porti all’approvazione di nuovi provvedimenti di regolarizzazione più efficaci e meno contraddittori. 
l'Unità, 22-10-2011
 
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