Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

27 novembre 2012

 

Flussi ingresso non stagionali 2012, procedura on line aperta dalle ore 9 del 7 dicembre. Circolare congiunta dei ministeri Interno-Lavoro con le modalità operative.
La presentazione delle domande si concluderà alle ore 24 del 30 giugno 2013, autorizzati 13.850 ingressi. Precompilazione dei moduli dalle ore 8 del 4 dicembre.
Immigrazioneoggi, 27-11-2012
Dalle ore 9 del 7 dicembre 2012 fino alle 24 del 30 giugno 2013 sarà possibile inviare, esclusivamente per via telematica, le domande relative alla procedura per i “flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato per l’anno 2012”. La quota complessiva di ingressi, stabilita e ripartita dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 ottobre 2012 (Gazzetta ufficiale n. 273, del 22 novembre scorso), è di 13.850 unità.
Di queste, 2.000 sono per lavoro autonomo, riservate a cittadini stranieri residenti all’estero (imprenditori, liberi professionisti, soci di società non cooperative e artisti di chiara fama internazionale o di alta qualifica professionale), e 100 sono per motivi di lavoro subordinato non stagionale e per motivi di lavoro autonomo riservate a lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado di linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile. Queste 2.100 unità si aggiungono alla quota di 4.000 ingressi di cittadini stranieri che abbiano completato i programmi di formazione e di istruzione nel Paese di origine (articolo 23 del decreto legislativo n. 286/1986), quota già prevista, in via di anticipazione, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 marzo 2012 (Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari stagionali e di altre categorie nel territorio dello Stato per l’anno 2012).
Per le altre 11.750 unità si tratta di autorizzazioni alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo e subordinato di altre tipologie di permesso.
Le quote di ingressi per lavoro subordinato saranno ripartite tra le Direzioni territoriali del lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in base alle domande pervenute agli Sportelli unici per l’immigrazione, per allineare le richieste presentate con i fabbisogni registrati sul territorio.
Tutte le indicazioni su tempi, quote, e modalità di accesso alla procedura sono contenute nella circolare congiunta Ministero dell’interno-Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 26 novembre 2012, n. 7301.
La circolare indica anche la modulistica da compilare, in base alle singole situazioni, per accedere alla procedura: 8 modelli differenti che sarà possibile precompilare on line a partire dalle ore 8 del 4 dicembre.
Le modalità di registrazione degli utenti, di compilazione dei moduli e invio delle domande sono le stesse utilizzate per le precedenti “procedure flussi”. Sarà comunque a disposizione sulla home page dell’applicativo il “manuale utente”. In più, per chiarire eventuali dubbi e chiedere assistenza, gli utenti registrati potranno inviare una mail al servizio help desk attraverso il link attivo sempre sulla home page dell’applicativo. Associazioni e patronati accreditati potranno continuare a utilizzare il numero verde già attivo dalle precedenti procedure.
È importante sapere che tutti gli invii, compresi quelli generati con l’assistenza di associazioni e/o patronati, saranno gestiti dal software applicativo in maniera singola, cioè domanda per domanda, e non a pacchetto. Dunque, la spedizione di più domande con un unico invio sarà gestita come una serie di invii singoli, in base all’ordine di compilazione, e sarà generata una singola ricevuta per ciascuna domanda. Le domande saranno trattate in base all’ordine cronologico di presentazione.
Lo stato della trattazione della domanda presso lo Sportello unico immigrazione competente potrà essere verificato all’indirizzo http://domanda.nullaostalavoro.interno.it.
 
 
 
Rosarno: inizia la stagione degli agrumi e la tendopoli va in crisi.
Appello degli enti locali e delle organizzazioni umanitarie alla Regione Calabria per attuare iniziative urgenti.
Immigrazioneoggi, 27-11-2012
I Comuni di San Ferdinando e Rosarno, l’associazione Il mio amico Jonathan, la delegazione regionale della Caritas e la Comunità di Sant’Egidio hanno rivolto un appello alla Regione Calabria per “affrontare le questioni degli immigrati che da anni si ripetono in occasione della stagione di raccolta di kiwi ed agrumi”.
“Lo scorso anno – sostengono i Comuni e le associazioni – l’attenzione del Governo accanto ai Comuni interessati portò all’apertura di una tendopoli nel Comune di San Ferdinando per l’accoglienza di circa 280 lavoratori stagionali e al risanamento del centro storico di Rosarno, occupato da centinaia di migranti che vivevano in case diroccate, fatiscenti e in pessime condizioni igienico-sanitarie. Sono state risposte iniziali che hanno realizzato interventi positivi per una situazione che da oltre quindici anni era andata sempre più degradandosi nella mancanza di gestione e nel disinteresse”.
“Abbiamo con speranza visto – proseguono – l’inizio di un percorso nuovo per trovare soluzioni sia alla dura condizione dei lavoratori stagionali che al settore del lavoro agricolo, sempre più colpito dalla crisi generale. Il Prefetto di Reggio Calabria, in accordo con i Sindaci e le associazioni della Piana, ha convocato la Regione Calabria affinché si assuma le sue responsabilità nel progettare e finanziare interventi atti a continuare una positiva gestione di questa realtà. Dalla Regione Calabria, invece, non è giunta nessuna risposta, c’è stata solo una semplice e fredda indifferenza. I vari incontri convocati in Prefettura a Reggio Calabria, sono stati puntualmente rinviati per l’assenza di un interlocutore fondamentale quale è la Regione”.
“Intanto la situazione della tendopoli a San Ferdinando diventa ogni giorno più problematica: l’ente gestore a cui era affidata ha una convenzione scaduta a giugno scorso e mai rinnovata. Nella zona continuano ad arrivare lavoratori stranieri; oltre un centinaio, non trovando la consueta sistemazione, hanno iniziato ad accamparsi all’interno e all’esterno della tendopoli in condizioni precarie. Sono sorte circa 40 capanne di legno ricoperte con teli di plastica. In questo modo l’emergenza si crea. Ma non si deve far diventare emergenza un fenomeno noto che si conosce e pertanto si può, anzi si deve, gestire”.
 
 
 
DOSSIER SULL'IMMIGRAZIONE, LA MAPPA DEGLI STRANIERI IN ABRUZZO
Abruzzoweb, 27-11-2012     
CHIETI - Sono 83.631 gli immigrati regolari che vivono in Abruzzo, tremila in meno rispetto al 2010, di cui 52.078 extra e 31.553 comunitari. I dati, però, vanno quasi raddoppiati se si pensa anche agli irregolari presenti sul territorio.I dati arrivano dal 22° dossier statistico sull'immigrazione che la fondazione Migrantes e la Caritas pubblicano in Italia, in collaborazione con Istat, Comuni e Viminale, elaborando statistiche aggiornate sino a tutto il 2011.
Il dossier, soprattutto nella parte relativa all'Abruzzo, verrà presentato domani pomeriggio, 27 novembre, a partire dalle ore 18, presso la sala consiliare della Provincia di Chieti, dal direttore della Caritas di Chieti Enrico D'Antonio e dal coordinatore del dossier statistico Franco Pittau, alla presenza, tra gli altri dell'arcivescovo di Chieti Vasto, monsignor Bruno Forte, del sindaco di Chieti Umberto Di Primio e del poeta e scrittore eritreo Hamid Barole Abdu.
Tra gli stranieri residenti in Abruzzog li extracomunitari sono 3. 637.724 mentre i comunitari 1.373.000, di cui l’87 per cento arriva dai nuovi membri dell'Unione europea: Romania (997mila), Polonia (112mila) e Bulgaria (53 mila). Seguono Germania (44mila), Francia (34), Gran Bretagna (30), Spagna (20) e Olanda (9).
Gli europei comunitari sono il 27,4 per cento, seguiti da quelli extra (23,4), africani (22,1), asiatici (18,8), mentre da Americhe e Oceania vivono in Abruzzo l’8,3 e 0,1 per cento.
La comunità extra più numerosa è quella albanese, sia in Italia (491.4965) sia in Abruzzo (13.754). Se in Italia seguono ucraini, moldavi e serbi, nella nostra regione la seconda comunità è quella marocchina (6.532), seguita dai cinesi (5.493). Macedoni solo quarti (5. 463), poi ucraini (3.948), kosovari (2.021), senegalesi (1.397), e tunisini (893), che, invece, in Italia sono secondi mentre i senegalesi sono quarti.
La prima comunità americana in Abruzzo è la brasiliana (715); in Italia è, invece, terza (48.230), preceduta da peruviani (107.847) ed ecuadoriani (89.626). Tra i comunitari, abbiamo i rumeni (22. 385), polacchi (3.292), bulgari (1.526) e britannici (799).
Su oltre 83mila stranieri, gli occupati in Abruzzo sono 78.027, di cui 4.633 imprenditori: in testa i cinesi (881), poi rumeni (825), albanesi e marocchini. In Italia sono 2,5 milioni gli occupati, un decimo del totale.E’ aumentato il numero dei disoccupati stranieri: 310mila, di cui 99mila comunitari.
Tornando all’Abruzzo, la prima provincia per il maggior numero di presenze (secondo i dati del Viminale ovvero dei permessi di soggiorno rilasciati) è Teramo, con 17.932 cittadini extracomunitari, seguita da L’Aquila (14. 537), Pescara (10.584) e Chieti (9.025).
La popolazione straniera è abbastanza giovane (il 78,5 per cento ha meno di 44 anni), equamente ripartita tra maschi e femmine con una preminenza di single (52, 4 per cento) sui coniugati (45,4 per cento), mentre separati, divorziati e vedovi sono il 2,3 per cento.
I permessi per lavoro sono il 52,6 per cento, quelli familiari il 40,8. L’occupazione maggiore in Abruzzo è nel settore dei servizi (45,7 per cento), seguito dall’industriale (41,7). Solo il 9,6 per cento lavora in agricoltura, meno della metà rispetto al Sud Italia.
Le assunzioni nel 2011 sono state 36.860, un quarto di quelle totali abruzzesi (italiani compresi). Nel 2011 gli immigrati hanno inviato dall’Abruzzo ai loro paesi circa 79 milioni di euro. Teramo è risultata la provincia più virtuosa (23.245.000), seguita da Pescara e L’Aquila (poco più di 20.400.000 a testa). Chieti quasi 15 milioni. I senegalesi sono la comunità extracomunitaria che invia più denaro a casa. I rumeni leader fra i comunitari.
 
 
 
Immigrati, sempre più bambini stranieri In 10 anni nascite in aumento del 209%
Lo dimostra uno studio condotto dalla Fondazione Leone Moressa per la quale il 18,4% dei bambini nati in Italia nel 2011 è straniero, percentuale che segna un incremento del 28,7% rispetto al 2010. Più della metà (cioè il 58,6%) delle nascite si registrano nelle sole regioni di Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna
la Repubblica, 27-11-2012
MAURIZIO BONGIOANNI
ROMA - Cresce il numero delle nascite di bambini stranieri in Italia. Lo dimostra uno studio condotto dalla Fondazione Leone Moressa per la quale il 18,4% dei bambini nati in Italia nel 2011 è straniero, percentuale che segna un incremento del 28,7% rispetto al 2010. Più della metà (cioè il 58,6%) delle nascite di bambini stranieri si registrano nelle sole regioni di Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Dal 2002 le nascite di bambini stranieri sono aumentate del 209%.
Dati regionali e provinciali. Quasi un quarto dei bambini stranieri nel 2011 è nato in Lombardia (quasi 25 mila), a seguire l'11,9% è nato in Veneto, l'11,7% in Emilia Romagna e il 10,2% in Lazio. L'incidenza massima dei nuovi nati stranieri sul totale della popolazione nata nel 2011 spetta all'Emilia Romagna dove raggiunge il 29,1% ed è minima in Puglia, dove si attesta intorno al 5,4%. Proprio guardando l'incidenza, si nota una profonda differenza tra Nord-Centro Italia e Sud: sono infatti il Molise, la Basilicata, la Sardegna, la Calabria, la Puglia, la Sicilia e la Campania ad avere tassi di incidenza inferiori al 10%. Questi i dati regionali. I dati provinciali rivelano come Prato, in Toscana, risulti la provincia con la maggiore incidenza (37,5%), seguita da Brescia (33,8%), Modena (33,6%) e Reggio nell'Emilia (30,7%). Tassi, invece, molto bassi si registrano nelle province delle regioni meridionali, come a Palermo (5,6%) e Napoli (4,8%).
Uno sguardo alle nazionalità e all'età. Sicuramente tra i nati stranieri nel 2011 spicca la nazionalità rumena nella maggioranza delle regioni. In particolare questa rappresenta il 44,4% dei nati stranieri in Lazio e il 30,7% in Piemonte. Il Marocco è invece la prima nazionalità tra i nati stranieri in Emilia Romagna (21,6%), in Lombardia (15,8%) e nelle Marche (14,7%), mentre in Toscana e Liguria risultano più numerosi i nuovi nati albanesi, rispettivamente il 21,8% e il 21,5%. Altro dato rilevato dalla Fondazione Moressa è l'età media per il parto delle donne straniere che è di 28,3 anni, a fronte di 32 anni per le italiane nel 2011. Rispetto al 2008 l'età media del parto si è innalzata sia per le straniere che per le italiane, anche se a due ritmi diversi: infatti per le italiane è aumentata dello 0,9%, mentre per le donne straniere l'incremento è stato dell'1,4%, poiché nel 2008 l'età media si attestava intorno ai 27,9 anni. Donne italiane e stranieri differiscono anche nel numero di figli: le italiane hanno 1,3 figli a testa, mentre le straniere 2,04. Rispetto al 2008 questi numeri sono diminuiti del -8,5% per le italiane e del -11,7% per le straniere.
Il processo di radicamento. "L'incremento continuo di nascite che si è registrato negli ultimi anni in Italia conferma il processo di radicamento di nuclei familiari di provenienza straniera" osservano i ricercatori della Fondazione "quindi un fenomeno migratorio che non è più rappresentato prevalentemente da uomini soli in cerca di lavoro. Questi dati riportano anche una distribuzione territoriale delle nascite piuttosto diversificata, sottolineando come non solo la presenza in termini di numerosità cambi da una regione all'altra della nazione, ma anche la natura di questa presenza. Infatti se la presenza indica un maggiore radicamento sul territorio e un cambiamento di prospettiva all'interno del progetto migratorio, questo processo sembra avvenire più plausibilmente nelle regioni del Nord e Centro Italia piuttosto che in quelle del Sud". 
Le donne straniere sempre più come quelle italiane. "Infine l'osservazione delle variazioni dell'età media al parto e del numero medio di figli sembra sottolineare come le donne straniere si stiano lentamente avvicinando ai parametri delle donne italiane. Se infatti l'età del parto aumenta per tutte e il numero di figli diminuisce, questo processo è più veloce per le donne straniere, che tendono ad avvicinarsi sempre di più ai valori caratteristici delle donne autoctone. Davanti a questi dati, pare d'obbligo una seria riflessione sulla normativa sulla cittadinanza vigente in Italia".
 
 
 
La Cassazione respinge il ricorso di una proprietaria che stipava 18 immigrati in un appartamento a Firenze. Verrà confiscato
Stranieriinitalia, 27-11-2012
Roma – 27 novembre 2012 – "Chiunque a titolo oneroso , al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio  ovvero cede, anche in locazione, un immobile a uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La condanna comporta la confisca dell’immobile…"
È stata la legge sulla sicurezza del 2009 a inserire questa norma nel Testo Unico per l’Immigrazione. Si è voluto così fare terra bruciata intorno ai clandestini, ma anche punire quanti lucrano sulla loro esigenza di trovare un alloggio. Come Paola P., 64enne di Firenze che proprio per questo motivo si è vista sequestrare dai magistrati un attico in via Perentola, alla periferia della città.
Diciotto immigrati irregolari erano stipati nell’appartamento di cinque vani, del quale condividevano stanze, cucinotto, piccolo bagno e un wc nel sottotetto e per questa sistemazione pagavano tremila euro al mese. Troppo, anche secondo la Cassazione, che  recentemente con la sentenza 45033 ha confermato che l'immobile va confiscato.
A far scoprire il dormitorio erano state le segnalazioni dei vicini di casa, e proprio applicando il Testo Unico sull’immigrazione il tribunale di Firenze aveva disposto, in due gradi di giudizio, il sequestro preventivo in vista della confisca. Inutile il ricorso alla Suprema Corte della proprietaria, che falsificando alcune ricevute aveva pure sostenuto che l'affitto era di 1.800 euro: i giudici lo hanno respinto, condannando la donna  anche a versare mille euro alla Cassa delle ammende.
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