Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

13 giugno 2014

"TERRA DI TRANSITO" - Invito



Mare nostrum Alfano all`Ue: "La missione va cambiata"
La Stampa, 13-06-14
«Mare nostrum continua, «ne siamo fieri», ma «va migliorata e superata, nel senso di renderla pienamente europea e non più una missione emergenziale». La posizione del governo, espressa in Aula dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è passata ieri al Senato, che ha detto sì alle mozioni di maggioranza e M5S. Bocciate, invece, quelle di Fi e Lega Nord che chiedevano lo stop dell`operazione. Da parte sua, il ministro dell`Interno, Angelino Alfano, ha telefonato al commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, per rappresentarle la «necessità di una exit strategy da Mare Nostrum, che preveda tempi e scadenze certi, in un`auspicabile collaborazione con l`Unione Europea». Sul dossier immigrazione, ha detto Delrio, l`Italia assumerà «un`iniziativa forte» durante il semestre di presidenza europea. «Abbiamo bisogno dì rafforzare e rilanciare il ruolo dell`Agenzia Frontex, la cui sede, o una delle sedi, va ospitata qui».



Alfano a Malmstrom "Serve exitsirategy da Mare Nostrum"
la Repubblica, 13-06-14
ROMA. Una via d`uscita da Mare nostrum, la missione della Marina avviata nel 2013 per far fronte al flusso eccezionale di migranti e che costa 9 milioni e mezzo di euro al mese. L`ha chiesta ieri il ministro dell`Interno Angelino Alfano in una telefonata al commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmstrom. Una chiamata fatta per sottolineare la «necessità di una exit strategy, che preveda tempi e scadenze certi, in collaborazione con l`Ue». E in aula il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio ha detto: «Siamo fieri dell`operazione che ha soccorso 39mila migranti, ma va migliorata e superata».



Guardia costiera: soccorse 249 persone al largo di Siracusa
I migranti stavano attraversando il canale di Sicilia a bordo di un peschereccio in legno di circa 20 metri di lunghezza
stranieriinitalia.it, 13-06-14
Roma, 13 giugno 2014 - Cinque motovedette della Guardia Costiera sono state impegnate a 21 miglia ad Est di Siracusa in una delicata operazione di soccorso e salvataggio a favore di 249 migranti in difficoltà.
Avvistati nella tarda mattinata di ieri da un mercantile battente bandiera moldava - ricostruisce una nota della Guardia costiera - i migranti, di sedicente origine siriana ed eritrea, stavano attraversando il canale di Sicilia a bordo di un peschereccio in legno di circa 20 metri di lunghezza. Il soccorso e' stato coordinato dalla sala operativa della Guardia costiera di Catania, che ha inviato sul posto le motovedette Cp 271 di Catania, Cp 764 e Cp 832 di Siracusa, Cp 879 di Augusta e Cp 304 di Pozzallo.
Giunte sul punto, le cinque unita' della Guardia costiera hanno iniziato le fasi di trasbordo che si sono concluse con il salvataggio di tutte le persone presenti sul peschereccio, mentre quest'ultimo veniva lasciato alla deriva. Le motovedette sono nel porto di Augusta, dove i migranti sono stati sbarcati.



Immigrazioni, verità e falsi miti sugli sbarchi, che sono tanti ma è sbagliato parlare di "invasione"
L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) prova a sfatare alcuni luoghi comuni. "Non si tratta di un'emergenza in termini di numeri, ma di un'emergenza umanitaria e operativa. L'arrivo di migliaia di persone via mare rappresenta certamente una sfida  per il governo italiano. Ma sono 50.000 arrivi, mentre in Germania sono state 126.000 le richieste d'asilo nel 2013 e in Francia 65.000
la Repubblica.it, 12-06-14
VLADIMIRO POLCHI

Immigrazioni, verità e falsi miti sugli sbarchi, che sono tanti ma è sbagliato parlare di "invasione"
ROMA - Verità e falsi miti sul pianeta immigrazione. Oltre 50mila profughi sono già sbarcati sulle coste italiane dall'inizio del 2014. Un'invasione? L'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) prova a sfatare alcuni luoghi comuni.
 I numeri. "Non si tratta di un'emergenza in termini di numeri, ma di un'emergenza umanitaria e operativa  -  scrive l'OIM  -  l'arrivo di migliaia di persone via mare (tutte attraverso un punto d'entrata geografico molto limitato e in tempi molto ravvicinati) rappresenta un'enorme sfida operativa e umanitaria per il governo italiano. Però non si può certo parlare di "invasione". 50.000 arrivi, anche se diventassero il doppio, rappresentano certamente un numero importante, ma non eccezionale per un paese di 60 milioni di abitanti, anche  rispetto a quanto già accade in altri Paesi europei, come in Germania (126.000 richieste d'asilo nel 2013) e in Francia (65.000). Numeri che poi diventano quasi residuali se paragonati a quanto accade in paesi extra UE (ad esempio il Libano, paese di 4 milioni di abitanti, ospita 1 milione di rifugiati siriani).  Va anche ricordato come per anni l'Italia abbia permesso l'ingresso per lavoro di oltre 170.000 persone all'anno".
Chi arriva. Rispetto ai migranti economici, "i flussi sono sempre più caratterizzati dalla presenza di persone in fuga da guerre e regimi: infatti i Paesi di origine più rappresentati sono l'Eritrea, la Siria e la Somalia. Si tratta di uomini, donne e bambini che giungono in Europa alla ricerca di protezione internazionale. Su uno stesso barcone, oltre ai richiedenti asilo, ci sono anche altri gruppi vulnerabili: donne vittime di tratta, minori non accompagnati, donne incinte. Persone che, secondo le norme internazionali e secondo la legge italiana hanno il diritto di ottenere protezione e assistenza una volta arrivati nel nostro Paese".  
Mare Nostrum. "L'operazione Mare Nostrum ha permesso di salvare migliaia di vite e affronta in modo efficace una vera e propria emergenza umanitaria. Il punto non è tanto quanto costi l'operazione in sé piuttosto quanto sia alto il numero di persone (uomini, donne, bambini) che hanno perso la vita nel Mediterraneo in questi anni (700 morti solo nel 2013) e che continuerebbero a morire senza l'intervento della Marina Militare Italiana. Mare Nostrum non può evidentemente essere l'unica soluzione: occorre anche evitare che le persone si mettano in mare in condizioni sempre più critiche e pericolose. Bisogna intervenire lungo tutto il percorso migratorio attuando politiche di sostegno a favore dei migranti e di tutti i paesi coinvolti, eliminando alla radice le cause dell'immigrazione e predisponendo  -  anche nei paesi di transito  - misure e programmi necessari a fornire un adeguato supporto legale a migranti e  richiedenti asilo in cerca di protezione. La previsione di canali di ingresso sicuri e legali in Europa è l'arma più efficace nel contrasto alle organizzazioni criminali e ai trafficanti".
L'Europa. "L'Europa ha dato una quota di finanziamenti molto consistente all'Italia. E' necessario però che vi sia una solidarietà maggiore tra i Paesi membri dell'Unione che dovrebbero fare di più in termini di programmi di reinsediamento, ovvero offrire la possibilità di accogliere persone che fuggono da conflitti come quello siriano andando a prendere i rifugiati sul posto per evitare che inizino viaggi pericolosi via terra e mare, quasi sempre con donne e bambini. Inoltre i paesi europei potrebbero anche contribuire alle operazioni di salvataggio in alto mare, considerato che si tratta di una emergenza umanitaria che riguarda tutta l'Europa".
Malattie. "I migranti non portano malattie, spesso si ammalano in Italia perché costretti a lavorare in nero in condizioni inumane. Generalmente sono sempre le persone più sane e resistenti ad arrivare in Europa dopo un viaggio di mesi per il deserto prima e il mare poi. Inoltre l'operazione Mare Nostrum prevede uno screening sanitario dei migranti già a bordo delle imbarcazioni".
Respingimenti. "Chi propone i respingimenti sostiene una pratica per cui l'Italia è stata condannata dalla Corte Europea di Diritti Umani, in particolare per la violazione del principio di non refoulement (non respingimento), che proibisce di respingere migranti verso Paesi dove possono essere perseguitati o sottoposti a trattamenti inumani o degradanti.
A chi invece propone di aiutarli a casa loro, occorre ricordare invece che la maggior parte dei migranti proviene da paesi in guerra".
 


Campi rom, a Roma estesi come 22 stadi di calcio. Ma niente inclusione
La denuncia dell’associazione 21 luglio nel Rapporto Campi Nomadi S.p.a. Nel solo 2013 sono stati spesi circa 24 milioni di euro tra campi, centri di raccolta e sgomberi. Solo lo 0,4 per cento è stato destinato all’inclusione sociale
Redattore sociale, 13-06-14
ROMA - Oltre 157 mila metri quadri, pari a 22 volte il campo di calcio dello Stadio Olimpico di Roma: sono le misure della segregazione dei rom nella capitale, l'estensione di tutti i campi rom e centri di raccolta di Roma che nel solo 2013 hanno avuto un costo pari a 24 milioni di euro, quasi tutti per la sola gestione o sicurezza destinando solo lo 0,4 per cento all'inclusione sociale. Sono le cifre choc contenute nel rapporto "Campi Nomadi s.p.a. - Segregare, concentrare e allontanare i rom. I costi a Roma nel 2013" presentato oggi a Roma dall'associazione 21 luglio in Campidoglio. Un dossier che per la prima volta si propone di fare un bilancio annuale e minuzioso delle spese sostenute dall'amministrazione comunale nella gestione dei campi rom, più volte al centro delle denunce delle associazioni in difesa dei diritti umani come luoghi di segregazione.
I campi presi in considerazione, in ordine cronologico di nascita, sono il campo Lombroso (anno 2000), Candoni (anno 2000), Gordiani (anno 2002), Cesarina (anno 2003), Camping River (anno 2005), Castel Romano (anno 2005), Salone (anno 2006), La Barbuta (anno 2012). Campi che, secondo i dati forniti dall’Ufficio nomadi di Roma Capitale, nel giugno 2013 accoglievano 4.391 rom.
Strutture che, nonostante gli alti costi, per l’associazione hanno tutti i caratteri della discriminazione e della segregazione. “Anche se progettati all’insegna della presunta integrazione – spiega il rapporto -, distano mediamente più di 2 km dalla prima fermata di autobus, oltre 3 km dalle poste e dal mercato più vicino”. Secondo lo studio, inoltre, “tutti gli insediamenti sono caratterizzati da un isolamento fisico e relazionale - spiega il rapporto -, da una precaria condizione igienico-sanitaria, da spazi inadeguati e asfittici, da servizi interni insufficienti, da unità abitative in stato di grave deterioramento e risultano al di sotto dei requisiti minimi previsti dagli standard internazionali in materia di alloggio adeguato". Mentre alcuni campi sono provvisti di sistemi di video sorveglianza, di un sistema di identificazione e di un registro all’entrata e all’uscita, nella maggior parte dei campi mancano i presidi sanitari, ad eccezione di Camping River e Salone. (ga)
Su RS, l'Agenzia di Redattore sociale leggi i lanci sui costi dei campi nella capitale, sulle esperienze di autocostruzione e autorecupero di Padova e Messina e l'analisi del presidente dell'associazione 21 luglio Carlo Stasolla.

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