Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

04 maggio 2015

In due giorni 7 mila migranti salvati in mare
È il record per un fine settimana, accolti nei Centri di Sicilia e Calabria. Quindici i morti al largo della Libia
Corriere della sera, 04-05-2015
Giusi Fasano
L`allarme è arrivato agli operatori fra giovedì e venerdì: attenzione, le condizioni del mare sono migliorate, arriveranno in tanti.
Ne sono sbarcati ben più del previsto. Quattromila soccorsi nella sola giornata di sabato e un numero ancora imprecisato - più o meno tremila - già in salvo o che sta aspettando i soccorsi in queste ore, dopo diciassette richieste di aiuto arrivate ieri. Mai così tanti in un solo weekend.
Tutte le strutture di prima accoglienza della Sicilia e della Calabria sono in allerta, in alcuni casi sono già oltre il limite delle proprie capacità.
Ancora una volta la maggioranza di questi disperati viene dall`Africa sub-sahariana e il copione è quello di sempre: caricati a centinaia su barconi che ne potrebbero trasportare poche decine, salpati quasi sempre da qualche punto delle coste libiche e recuperati in mezzo al Mediterraneo dopo il solito allarme lanciato con il satellitare dagli scafisti.
Sabato, durante il giorno, sono stati lanciati sedici Sos e un altro si è aggiunto nella notte. Da otto barconi e nove gommoni i soccorritori della Marina militare, quelli della Guardia costiera, della Guardia di finanza, un rimorchiatore italiano e una nave francese hanno issato a bordo, appunto, più o meno quattromila persone. Per ritrovarsi di nuovo, nel giro di poche ore, davanti a una raffica di altre richieste di soccorso. Le navi dei soccorritori cariche di gente sfinita dalla traversata stavolta erano molte le donne e i bambini - sono approdate a Lampedusa, Trapani, Pozzallo, Augusta e Reggio Calabria. Chissà se qualcuno di quei migranti sapeva della catastrofe di quindici giorni fa... Nello stesso Canale di Sicilia che ciascuno di loro ha attraversato in questi ultimi due giorni, due settimane fa sono annegate fra le 700 e le 900 persone.
E tutte quelle vite perdute non sono servite a scoraggiare nessuna partenza, a fermare nessuno scafista perché gli sbarchi sono in costante aumento e i numeri di questo fine settimana lo confermano e promettono un`ondata di arrivi praticamente inarrestabile.
Su due dei gommoni soccorsi sabato c`erano sei persone morte e altre hanno invece perso la vita al largo della Libia tuffandosi in acqua alla vista dei soccorritori, nella speranza di essere salvati per primi. Le vittime, alla fine, sono una quindicina.
Nell`elenco dei soccorsi anche i cinquecento migranti, già in viaggio su cinque barconi, che sono stati intercettati e riportati indietro ieri sera dagli uomini della Guardia costiera libica a otto miglia nautiche dalle loro coste. Il colonnello libico Reda Issa ha detto che si tratta in gran parte di africani e non ha chiarito quale sarà adesso la loro sorte. Probabilmente andranno in un centro di detenzione di Misurata.
In questo panorama di grandi numeri a Cellole, in provincia di Caserta, tiene banco la storia di 24 migranti che i cittadini non vogliono e che sono stati ospitati in una casa di accoglienza gestita da una cooperativa sociale. Tale è stata la protesta che per riportare la calma il sindaco Aldo Izzo ha dovuto chiedere l`intervento delle forze dell`ordine. «La coop - si è arrabbiato ieri - ha partecipato al bando e ha fatto arrivare gli immigrati senza nemmeno avvisarci».



Il dolore dell`ammiraglio "In mare c`è un popolo intero impossibile salvarli tutti"
la Repubblica, 04-05-2015
Francesco Vivviano
PALERMO. «Questa è urta nazione, un popolo in navigazione. In tanti anni di lavoro non ho mai visto una cosa del genere. Lavoriamo senza sosta, raccogliamo persone in mare ovunque». È accorata la voce dell`ammiraglio Felice Angrisano mentre racconta la nuova emergenza.
Ammiraglio, ce la fate? Siete sommersi da richieste di soccorso.
«Facciamo il possibile. Abbiamo salvato seimila persone in 48 ore, ma la linea da controllare è enorme. Da un capo all`altro del Canale di Sicilia, parliamo di un fronte largo cento miglia. Non facciamo altro che smistare soccorsi ovunque, le nostre navi, quelle della Marina, mercantili, rimorchiatori, pescherecci. Diciamo pure che non c`è imbarcazione che si trovi a passare nel Canale che non venga coinvolta in queste operazioni. C`è anche una nave francese».
È una situazione ancora sotto controllo?
«È una situazione che ci preoccupa molto. I numeri sono in continua crescita, noi cerchiamo di soccorrere tutti ma non abbiamo occhi ovunque. Con il migliorare delle condizioni meteo non possiamo che aspettarci che l`emergenza continui. Sappiamo che sull`altra sponda del Mediterraneo ci sono centinaia di migranti pronti a partire in qualsiasi condizione, centinaia di persone finiranno ancora sugommonimezzi sgonfi o suvecchi pescherecci. E purtroppo sappiamo che quando parliamo di numeri così consistenti, la tragedia è sempre dietro l`angolo».



Una Mare Nostrum europea e la legge sull'asilo che non c'è
L'Huffington Post, 04-05-2015
Antonella Napoli
L'Europarlamento ha approvato nei giorni scorsi, con un'ampia maggioranza, una risoluzione che impegna l'Ue a fare tutto il possibile per scongiurare nuove tragedie nel Mediterraneo, innanzitutto ampliando l'attuale missione, Triton, in modo da includere nel mandato operazioni di ricerca e di salvataggio. Insomma una Mare Nostrum europea. Gli europarlamentari che hanno promosso questo testo hanno anche chiesto di istituire un sistema vincolante di quote per la distribuzione dei richiedenti asilo fra tutti i paesi membri, di aumentare i fondi per i programmi di reinsediamento, di migliorare la cooperazione con i paesi da cui provengono i profughi e di inasprire le misure contro i trafficanti di esseri umani. L'Europa, dunque, sta cercando di superare, dopo averli ammessi, gli errori del passato e sta maturando politiche di accoglienza meno restrittive.
In parte, questa risoluzione è una risposta a quanto chiedeva il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Ma quando gli atti di indirizzo si concretizzeranno in azioni pratiche, il nostro paese sarà in grado di affrontare e di gestire il flusso di immigrati sempre più pressante? E l'opinione pubblica italiana è pronta?
Ogni volta che arriva un barcone in Italia, che riesca ad approdare o che affondi in mare aperto lasciando l'incombenza alla nostra Guardia Costiera di recuperarne il carico umano, c'è chi storce il naso e grida allo scandalo dei rifugiati accolti indiscriminatamente nel nostro paese. Visti da molti come pesi morti che lo Stato si accolla a scapito dei tanti italiani in difficoltà a causa della crisi economica, questa moltitudine di disperati non viene considerata per quello che è: gente che rischia la vita, attraversando il Mediterraneo su barconi malandati e stracolmi, perché non ha alternative.
Sapete quanti immigrati arrivati dall'inizio dell'anno, e cito statistiche pubblicate dal ministero dell'Interno, hanno finora ottenuto lo status di rifugiato in Italia? Solo il 50% dei richiedenti asilo, circa 2.800 persone ha ottenuto il riconoscimento di qualche forma di protezione. Ma non a tutti viene attribuita, come prevede l'ordinamento italiano, anche la protezione sussidiaria, che viene concessa solo a coloro per i quali sussistono "fondati motivi di ritenere che, se ritornassero nel paesi dal quali provengono correrebbero un rischio effettivo di subire un grave danno". La maggior parte dei profughi può contare solo sull'accoglimento e il permesso di soggiorno per motivi umanitari, concesso nel caso sussistano gravi motivi, come guerre o crisi di altra natura. Il numero di esuli accolti dall'Italia appare ancor più modesto se comparato a quello di altri paesi europei e del resto del mondo. Secondo l'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite in Italia sono circa 50mila e ogni anno vengono presentate dalle 30mila alle 40mila richieste di asilo. Il trend registrato in tutta Europa dagli anni '90 ad oggi, ovvero l'aumento di domande a causa di nuovi conflitti e violazioni dei diritti umani, si è verificato anche in Italia. Gli ultimi dati rilevano che la Germania accoglie circa 580mila rifugiati ed il Regno Unito circa 290mila, mentre i Paesi Bassi e la Francia ne ospitano rispettivamente 80mila e 160mila. In Danimarca, Olanda e Svezia i rifugiati sono tra i 4,2 e gli 8,5 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, in UK quasi 5, mentre in Italia appena 0,7, ovvero 1 ogni 1.500 abitanti.
La legislazione del nostro paese non facilita (volutamente?) l'incremento del numero di rifugiati. E la domanda sorge spontanea: come è possibile che l'Italia, a fronte di un'emergenza così pressante, fatta eccezione per alcune norme introdotte con la legge del 30 luglio 2002, la cosiddetta Bossi-Fini che regola l'immigrazione nel nostro paese, non abbia nel proprio ordinamento una normativa organica sul diritto di asilo. La disciplina dello status di rifugiato, pur essendo stata concepita a tal fine, non è mai risultata efficace. È frammentaria e incompleta, contenuta in diversi strumenti che si sono sovrapposti nel tempo senza mai ricevere un'adeguata revisione. La legge del 24 luglio del 1954, che ratificava quanto previsto della Convenzione di Ginevra del 28 luglio del '52, ha introdotto nell'ordinamento italiano le prime norme in materia di diritto di asilo.
Nel 1990 con la «legge Martelli», in seguito ai cambiamenti avvenuti nella parte orientale del continente europeo e della sostanziale trasformazione dell'Italia da paese di transito dei profughi a nazione in cui gli stessi si stabilivano permanentemente, si è arrivati a una ridefinizione dell'istituto dell'asilo per adeguarlo alle nuove circostanze di carattere interno e internazionale. Tuttavia, le modalità con cui queste ultime norme furono introdotte non permisero di realizzare una completa disciplina dell'istituto. L'esperienza finora acquisita ha rivelato l'inadeguatezza dello stesso concetto tradizionale di asilo e di fronte a fenomeni di grave emergenza, come quelli che si stanno verificando in paesi non lontani dal nostro, è evidente la necessità di adottare una norma organica ed esclusiva in materia di accoglienza, magari partendo da un'innovazione che stravolgerebbe le logiche perverse della fuga via mare affidandosi a. trafficanti di esseri umani senza scrupoli: dare la possibilità di richiedere protezione già nei luoghi di origine attraverso le nostre rappresentanze diplomatiche all'estero.
Non stiamo parlando di un semplice auspicio. Il ministero degli Esteri e della cooperazione avviando un confronto con paesi dell'Africa occidentale e Subsahariana, il cosiddetto "processo di Khartoum", sembra orientato in tal senso. Ora serve quel passo in più che permetta di normare in modo adeguato il diritto all'asilo. Senza più interpretazioni e limitazioni inaccettabili.



Dalla Ue solo buone intenzioni Ancora una volta l`Italia è sola
Corriere della sera, 04-05-2015
Fiorenza Sarzanini
La tregua è durata appena una settimana e adesso l`Italia è di nuovo in stato di massima allerta. Perché in appena due giorni sono arrivati quasi 7.000 migranti e non ci sono strutture in grado di ospitarli. Sono donne, bambini, uomini che chiedono asilo. Hanno bisogno di aiuto, così come gli altri che certamente approderanno sulle nostre coste nei prossimi giorni. Spinti a partire dalla bella stagione e da scafisti sempre più determinati ad ottenere il massimo dal traffico di esseri umani. Questa mattina dal Viminale partirà una nuova circolare aí prefetti per chiedere di trovare migliaia di posti, di mettere a disposizioni stabili per alleggerire il carico delle regioni del Sud e distribuire gli stranieri su tutta la Penisola. Le elezioni amministrative sono ormai imminenti, questo certamente susciterà nuove polemiche e scontri politici, ma la linea è stata tracciata e tutti dovranno farsi carico di chi arriva. L`Italia, come era prevedibile, passata l`emozione per i 700 morti provocati dall`ultimo naufragio nel Mediterraneo, sí ritrova nuovamente sola. Le buone intenzioni dei responsabili della politica dell`Unione Europea tali sono rimaste. Questa settimana probabilmente arriveranno navi e risorse per potenziare l`operazione Triton, ma niente dí più. E poco importa che il pattugliamento del mare non serve a governare i flussi dei migranti ma soltanto a subirli quando sono ormai a poche decine di miglia dalla costa. Non sono previste iniziative serie per l`accoglienza e soprattutto per evitare altre tragedie. L`Europa non è stata neppure in grado di pianificare un`azione seria per la distruzione dei barconi utilizzati dagli scafisti. È bene che l`Italia provveda in fretta. Le prossime settimane rischiano di essere segnate da decine dí migliaia di arrivi con il serio pericolo di dover assistere ad altri incidenti, di dover contare nuove vittime. Bisogna fare il possibile per scongiurarlo, consapevoli di non poter ricevere alcun sostegno vero dagli altri Stati della Ue.



Altri dieci clandestini morti in mare
Recuperate 4800 persone in due giorni. L`Austria: giusto ripartirli in tutti i Paesi Ue
il Giornale, 04-05-2015
A due settimane dal naufragio costato lavita a quasi 900 migranti, il flusso dipersone in fuga dalle coste dell`Africa non si ferma e, anzi, accelera. Sono circa4.8001epersone messe in salvo allargo dellaLibia e nel canale di Sicilia tra sabato e ieri. ma ci sono anche dieci corpi senza vita recuperati. La guardia costiera fa sapere che sette corpi sono stati trovati su due barconi stipati di migranti, mentre altri tre sono stati recuperati in mare.
Dalla Libia giunge invece notizia che la guardia costiera libica ha intercettato cinque barconi con 500 clandestini a bordo: è stato loro intimato di navigare verso Misurata, dove c` èun centro detenzione per immigrati.
Intanto il cancelliere austriaco Werner Faymann ha ribadito il suo sostegno per «rapide regole a livello di Unione Europ ea p er cui in futuro tutti i 28 Paesi membri si dichiarassero di- sponibili ad accogliere rifugiati proporzionalmente alla propria popolazione. È totalmente assurdo l`attuale sistema in cui i rifugiati devono essere accolti dalprimo Paese incui arrivano. Questo significa che Malta, l`Italia e la Grecia dovrebbero dare accoglienza a tutti i rifugiati del Mediterraneo, il che è impossibile», ha detto il cancelliere.



Il Viminale manda i migranti al Nord
Sbarchi senza fine: in 48 ore soccorse 5.800 persone, 10 morti Oggi la circolare del Ministero per distribuire 10mila stranieri. Se le regioni settentrionali continueranno a fare muro, governo  pronto a usare i poteri speciali previsti per i casi di emergenza
Il Messaggero, 04-05-2015
Sara Menafra
ROMA Riprende la corsa contro il tempo per salvare e trovare un alloggio temporaneo ai migranti che attraversano il Mediterraneo. Quello appena passato, infatti, è stato nuovamente un fine settimana da bollino rosso: nelle ultime quarantotto ore sono stati tratti in salvo 5.800 migranti che navigavano alla deriva su 30 barconi diversi, tutti rintracciati dalla Capitaneria di porto, dalla Marina militare e dalle imbarcazioni civili. Circa 3.700 persone sono state salvate e portate tra la Sicilia e Reggio Calabria ieri sera, ma almeno altre 2 o 3.000 sono state localizzate in mare su 8 barconi e 5 gommoni e dovrebbero toccare terra nelle prossime ore, al più tardi entro oggi. La cifra finale potrebbe sfiorare le 7.000 unità.
LA CIRCOLARE
Impossibile per il Viminale non prendere provvedimenti immediati. Questa mattina sarà emessa una nuova circolare per distribuire 10mila persone. E stavolta, il ministero dell`Interno è pronto a forzare la mano alle amministrazioni del Nord. Nelle scorse settimane, il Dipartimento per le libertà civili e l`immigrazione aveva già inviato ai prefetti una circolare in cui oltre a dare indicazione di rintracciare diverse migliaia di posti (6mila solo la scorsa settimana) si sollecitavaRO i prefetti a trovare un accordo con le amministrazioni locali. L`accordo, però, non è mai arrivato. Ora, dunque, il nuovo documento distribuirà i rifugiati in tutta Italia, compreso il Nord che in queste settimane ha continuato a fare muro. E se necessario il Viminale farà ricorso ai poteri straordinari dati dalla situazione di emergenza.
REGIONI E COMUNI
Non sarà una partita facile. Dopo un incontro la scorsa settimana finito con un nulla di fatto, il ministro Angelíno Alfano ha dato nuovamente appuntamento all`Anci ed alla conferenza delle Regioni per giovedì prossimo. In teoria dovrebbe partire la "cabina di regia" a palazzo Chigí sull`emergenza sbarchi, ma l`appuntamento potrebbe riportare in campo l`ipotesi di utilizzare le caserme come "hub" in cui raccogliere i richiedenti asilo, prima di distribuirli nei comuni, in modo che sia più facile coinvolgere anche le realtà piccole. Le strutture abbandonate dalla Difesa sono circa un centinaio, anche se molte sono abbandonate da anni e andrebbero riqualificate. Proprio su questo punto, il presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, nelle scorse settimane, aveva polemizzato con il ministero della Difesa per la scarsa collaborazione.
GLI SBARCHI
Nel fine settimana, si è nuovamente sfiorata la tragedia. Stando ai racconti dei soccorritori, quasi tutti i barconi diretti verso le nostre coste erano in realtà barche piuttosto piccole o gommoni, pensati per ospitare 20 persone e che invece ne hanno portate alla deriva almeno cinque volte tanto. Sabato notte sono sbarcati i primi a Lampedusa, un migliaio sono stati portati a Pozzallo e altrettanti sono arrivati in serata a Reggio Calabria. Durante i soccorsi sono stati recuperati anche una decina di cadaveri, gli ultimi tre di migranti che quando hanno visto un rimorchiatore che si avvicinava per soccorrerli si sono buttati in acqua per raggiungerlo. Senza riuscirci. Dopo la morte di circa 750 uomini e donne due settimane fa, alle operazioni di soccorso di questi giorni ha partecipato anche un rimorchiatore francese e, più in generale, i finanziamenti a Triton sono stati portati al livello di quelli previsti per Mare nostrum fino a novembre scorso (anche se l`attuale operazione gestita da Frontex ha come priorità il pattugliamento delle acque territoriali europee e si spinge solo nella prima fascia di quelle internazionali). Di rivedere gli accordi per l`accoglienza dei richiedenti asilo, invece, per ora non se ne parla.



“Aiutarli a casa loro” che grande ipocrisia
C’è chi sostiene che il problema degli immigrati ?si risolve con lo sviluppo dei paesi d’origine. ?Ma l’Italia spende pochissimo in missioni umanitarie
l'Espresso, 01-04-2015
Roberto Saviano
La dichiarazione di Matteo Renzi sull’editoriale del “New York Times” - «non tutti i passeggeri sui barconi dei trafficanti sono famiglie innocenti» - lascia stupiti. Stupisce che il nostro Presidente del Consiglio rilasci informazioni che suggeriscono che le organizzazioni terroristiche usino il vettore dei barconi per far raggiungere ai propri uomini l’Europa.
Se si riferiva invece agli scafisti, è una storia che già si conosceva e che spesso viene anche mal raccontata. La differenza tra scafista e trafficante dovrebbe essere chiara a tutti. Lo scafista è colui che tiene il timone e spesso è semplicemente uno dei migranti con minima conoscenza di mare, visto che la maggior parte dei sub-sahariani non sono mai stati su una barca in vita loro e spesso non sanno neanche nuotare. Esistono scafisti criminali parte dell’organizzazione ma anche scafisti disperati tra i disperati.
Quella dichiarazione che lascia intendere che sui barconi viaggino anche terroristi necessita di essere spiegata.
Mai come ora ci manca come ministro Emma Bonino, che sarebbe in assoluto la più titolata a intervenire su questi temi. Ed è proprio dalla sua riflessione che vorrei partire: cancellare l’operazione Mare Nostrum è stato un errore drammatico.
L’operazione italiana Mare Nostrum costava 9,3 milioni di euro al mese e Renzi e il suo governo l’hanno cancellata con la scusa che costasse troppo. Triton, guidata dall’Unione Europea attraverso Frontex, non costa nemmeno un terzo: 2,9 milioni al mese. Ma la grande differenza tra Mare Nostrum e Triton risiede nella salvaguardia della vita in mare: Mare Nostrum aveva tra gli obiettivi garantire la salvaguardia della vita in mare; Triton, invece, prevede il controllo delle acque internazionali solo fino a 30 miglia dalle coste italiane e quindi il suo scopo principale è il presidio dei flussi e non il soccorso. Si è passati da un’operazione militare e umanitaria, quale era Mare Nostrum, a una mera operazione di sicurezza in cui si è perso di vista totalmente che quando si ha a che fare con i flussi di migranti si ha a che fare prima di tutto con vite umane, con disperazione, con ricerca di aiuto.
Chiudere Mare Nostrum per motivi legati ai soldi è stata un’assoluta vergogna di cui questo governo non si sta prendendo la responsabilità. Emma Bonino, intervistata da Giulia Innocenzi per Servizio Pubblico, ha lanciato l’allarme sui Cie e i Cara - strutture di cui non si capisce bene l’utilità e la finalità, che la stessa Bonino ha definito “delle specie di carceri senza neanche il regolamento carcerario” - e sul sistema d’asilo nel nostro Paese.
Chi chiede asilo in Italia poi non può cercare un lavoro qui, alimentando i pregiudizi e il fastidio della popolazione che scambia questa inazione obbligata per ozio e indolenza.
L’italia ha il più basso investimento d’europa sulle missioni umanitarie all’estero, quindi quella dell’“aiutiamoli a casa loro” in realtà è solo una messa in scena, perché non c’è nessun progetto, nessuna autorevolezza di rapporto con i paesi africani perché si generi questo tipo di percorso.
L’Italia non ha nessuna cooperazione allo sviluppo degna di questo nome e quindi è l’ultimo Paese che può suggerire come soluzione “aiutiamoli a casa loro”. La Tunisia ospita 1 milione di libici su 11 milioni di abitanti; la Giordania ospita circa 800mila profughi su 4 milioni di abitanti; il Libano accoglie 1 milione di migranti su 4 milioni di abitanti. Quindi in Italia il problema non è che ci sono troppi migranti - questa è solo una percezione su cui speculano alcuni partiti, la Lega in primis - ma è in realtà un problema politico, che l’Italia non riesce ad affrontare, con cui le nostre istituzioni non sanno relazionarsi.
Le parole di Emma Bonino andrebbero diffuse ovunque in queste ore, ricordando che in Italia non è vero che si prova fastidio verso gli immigrati, si prova fastidio verso gli immigrati poveri, perché i russi o gli arabi ricchi che stanno comprando il nostro Paese, che portano cash, che stanno monopolizzando il nostro mercato immobiliare e non solo, beh, questi immigrati sono tutti ben accolti e si è tutti proni al loro fascino esotico.

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