Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

06 maggio 2014

Sbarchi, quasi 900 migranti attesi oggi a Trapani
Avvenire, 06-05-14
Stamattina sono attesi al porto di Trapani 887 migranti, tra cui 191 minori e circa 140 donne, soccorsi a 120 miglia a sud di Lampedusa. Gli extracomunitari arriveranno a bordo della nave militare "Aliseo" e di un rimorchiatore "Asso 30". Le operazioni di trasbordo sono avvenute nella tarda serata di domenica.
In prefettura si è svolto un vertice per organizzare la macchina dell'accoglienza. Il prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, ha lanciato un allarme sulla "emergenza posti" in provincia. "Siamo saturi - avverte - i 1.900 posti disponibili sono stati tutti occupati. Non riusciremo a ospitare neppure la metà dei migranti in arrivo".  Aggiunge il prefetto: "Chiederemo al ministero dell'Interno di predisporre dei voli per portare in altre Regioni d'Italia la gran parte dei migranti che sbarcheranno". La prefettura ha anche anticipato l'apertura di altri due centri d'accoglienza in provincia, di cui uno a Castellammare del Golfo. Lo scorso 1 maggio, insieme ai croceristi, erano approdati a Trapani 424 immigrati, quasi tutti ospitati nel trapanese. In quell'occasione Falco aveva parlato di un "problema solo siciliano".



Sbarchi, Commissione Ue: “Dall’Italia ancora nessuna richiesta concreta”
Lo dichiara Michele Cercone, portavoce del commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmstrom. “Se l'Italia sta gestendo gli attuali flussi, è anche grazie all'aiuto dell’Europa”. “Ogni nuova forma di assistenza dipenderà da quanto ci verrà chiesto”
Redattore sociale, 06-05-14
BRUXELLES - Il governo italiano non ha presentato all’Ue nessuna richiesta ufficiale di ulteriori aiuti per quanto riguarda l’aumento degli sbarchi di migranti verificatosi sulle nostre coste nelle scorse settimane. A ribadirlo a Redattore Sociale è Michele Cercone, portavoce del commissario europeo agli Affari Interni Cecilia Malmstrom.
“Per il momento le autorità italiane non ci hanno indirizzato alcuna nuova richiesta”, ha dichiarato Cercone. “Eventuali possibili forme di nuova assistenza all’Italia da parte della Commissione dipenderanno in primo luogo dalle necessità e dalle richieste concrete dell’Italia stessa. Restiamo a stretto contatto col governo italiano - ha aggiunto Cercone - pronti a discutere delle loro necessità nel quadro delle nostre competenze e delle risorse disponibili”.
Cercone, parlando a nome della Commissione, ha affermato inoltre che l’esecutivo di Bruxelles “riconosce gli sforzi messi in atto dalle autorità italiane per gestire il flusso crescente di immigrati e richiedenti asilo a cui il paese è confrontato. Subito dopo la tragedia di Lampedusa abbiamo avviato una cooperazione molto costruttiva con il governo italiano, e abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti di cui la Commissione europea dispone, inclusa assistenza finanziaria e operazioni Frontex”.
Il portavoce della Malmstrom tiene a ribadire, a dispetto delle recenti polemiche mediatiche su un ruolo non sufficiente dell’Europa a sostegno dell’Italia, che il nostro paese ha saputo reagire all’aumento degli arrivi anche grazie all’assistenza fornita dall’UE. “Va sottolineato che, se l'Italia si sta dimostrando in grado di gestire gli attuali aumenti di flussi migratori, è anche grazie all'aiuto offerto in varie forme dalla Commissione Ue, che si è attivata non solo per dare assistenza nell'immediato per salvare vite in mare, ma anche per mettere in atto una strategia di medio e lungo termine che include una migliore cooperazione e accordi con i paesi di origine e di transito dei migranti e dei richiedenti asilo per una gestione più efficace dei flussi”. (Maurizio Molinari)



L’immigrazione e il vero realismo: la via per il «centuplo quaggiù»
Avvenire, 06-05-14
Marco Tarquinio

Caro direttore
ho scritto in passato altre lettere nelle quali esprimevo la convinzione che «passando dalla filosofia del respingimento a quella dell’accoglienza» avremmo finito con l’instaurare alcune linee di navigazione ufficiali fra il Nord Africa e l’Italia, su cui far viaggiare gli “immigrandi” pagando un regolare biglietto. Con l’operazione “Mare Nostrum” siamo a metà della strada e abbiamo quasi eliminato i rischi per gli “immigrandi”, aumentando così a dismisura il numero dei candidati. Ci avviciniamo in questo modo all’evidenziare il prevedibile limite di questa filosofia (nulla ha solo il lato buono!): l’insanabile sproporzione fra la domanda potenziale (il bisogno) e l’offerta (la reale disponibilità). Con tutta evidenza non è un problema solo italiano o solo europeo, ma mondiale. La musica sarebbe diversa solo se l’Onu fosse un cosa vera e la smettesse di esprimere belle teorie che non è... obbligato ad attuare e di spendere tonnellate di soldi per diffondere aborto e contraccezione, e avesse il potere che non ha (o che forse in questi anni non si è guadagnato?) ... Capisco che ho fatto un panorama spiacevole, ma il realismo è alla base dell’ottimismo (cercare l’ottimo) e della prudenza (fare in ogni situazione ciò che è bene fare). Qui davvero dobbiamo farci gli auguri!
Camillo Ronchetti, Milano
Magari, caro signor Ronchetti, avessimo instaurato come lei scrive «linee di navigazione ufficiali tra il Nord Africa e l’Italia», o meglio tra l’Africa e l’Europa. Se fosse così, vorrebbe dire che saremmo finalmente giunti a una svolta di civiltà nella non-gestione disumana e quasi sempre criminale dei flussi di profughi e migranti che dalle aree subsahariane, mediorientali e rivierasche si dirigono verso il Vecchio Continente e che l’Italia con la generosa e benedetta operazione “Mare Nostrum” non è più un’eccezione. Vorrebbe dire che finalmente, in Nord Africa, si guardano in faccia le persone e si riconoscono coloro che fuggono da persecuzioni e guerre e, dunque meritano una specialissima attenzione e protezione e quanti, invece, legittimamente cercano di fuggire “solo” dalla miseria e dalla disperazione. Vorrebbe dire che finalmente non si chiudono più gli occhi sui traffici di esseri umani e sulle ingiustizie che sempre sono causa del doloroso sradicamento di persone e famiglie dalla propria terra madre. Vorrebbe dire che gli egoismi degli Stati non paralizzano più le istituzioni sovranazionali: dalla Ue (che ha meno giustificazioni di tutti, essendo già, per molti versi e da molti anni, patria comune di centinaia di milioni di cittadini europei) all’Onu (che può solo qualcosa, ma potrebbe tutto). Vorrebbe dire che avremmo finito di preoccuparci di tagliare il dito (la migrazione forzata di milioni di persone) che indica la grande Luna rosso sangue dello sfruttamento, del malgoverno e dell’indifferenza, e avremmo cominciato a riconoscere che sotto quella Luna c’è un mondo che merita di essere cambiato e reso giusto, cioè più accogliente e meglio “usato”, e aspetta solo che cominciamo a farlo. Perché oggi è già tardi. Ce lo ricordano in modo terribile anche le vittime che tornano a moltiplicarsi lungo la frontiera sud d’Europa. Che si muoia al largo di una costa greca o italiana nulla cambia… Anche questo è realismo, mi creda. Anzi questo è il solo realismo che ci serva davvero. Ce lo conferma, spronandoci e confortandoci, la parola del Papa e dei nostri vescovi. Una parola chiara e forte, che accompagna l’impegno dei tanti che all’ingiustizia e all’indifferenza non si rassegnano. Il gentile signor Petraglia lo dice alla sua maniera. E io lo ringrazio, perché tira evangelicamente una conclusione dal sapore a prima vista “utilitaristico” che spiazzerà qualcuno, ma che mi trova totalmente d’accordo. «Il Signore ci ricompenserà», dice. Sì, saremo ricompensati se agiremo secondo giustizia e umanità, facendo il bene e portandolo nella vita dei «nostri fratelli sfortunati». È proprio così, e sappiamo anche la misura della ricompensa: il centuplo quaggiù, e l’eternità. Ma a quel centuplo quaggiù in troppi ancora crediamo molto poco e persino per nulla. Eppure non ci vuole un grande sforzo per capire che in un mondo più equo e cooperativo, ci sarebbe di più per tutti. Molto di più, molto meglio. Il centuplo, appunto. Non è una promessa facile, ma è una sfida forte e seria. Anche chi non lo ammetterà mai, dentro di sé lo sa. Perché è una sfida dolce eppure totale alle logiche imperanti e ai peccati che, oggi, più opprimono i veri poveri e più disorientano e perdono i presunti ricchi.



Profughi, Maroni e Pisapia contro il ministro Alfano: «Lasciati soli»
Il ministro: non c’è emergenza. «Siamo al collasso»
Corriere della sera, 06-05-14
Elisabetta Soglio
«Il prefetto ci ha garantito che non vi è emergenza siriani». Alle rassicurazioni del ministro degli Interni, Angelino Alfano, intervenuto sulla questione a margine dell’incontro che si è svolto ieri in prefettura per il piano trasparenza di Expo, risponde il governatore Roberto Maroni: «C’è emergenza, non siamo in grado di gestirla e le richieste di aiuto arrivano non solo da Milano, ma da molti altri Comuni lombardi». «Finora abbiamo ospitato oltre seimila persone - gli fa eco il sindaco Giuliano Pisapia - come è dovere di una città accogliente e ospitale come Milano. Ma senza un intervento preciso sulle competenze, dovremo prendere posizioni molto forti che non vogliamo prendere perché parliamo di persone che soffrono».
Alfano guarda avanti: «Come governo vogliamo accelerare le procedure che consentano a queste persone di andarsene via, perché i siriani che sono a Milano non vogliono fermarsi qui, ma andare in altri Paesi e il diritto di asilo deve poter essere esercitato in tutta Europa». Per questo, il ministro ha comunicato che «in brevissimo tempo» sarà convocata la conferenza unificata alla quale prendono parte anche i Comuni per definire una strategia.
Ancora Maroni: «Qui serve un piano di emergenza nazionale e non basta appellarsi all’Europa perché siamo in presenza di un flusso continuo che necessita di una risposta di tipo organizzativo». L’assessore comunale alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino, conferma: «La situazione è sempre molto critica ed è un errore sottovalutarla. Fra l’altro, finora noi non abbiamo mai avuto nè informazioni nè aiuti da Roma». Incalza l’assessore: «Il ministro degli Interni si è finalmente accorto che esistono i siriani e adesso deve esserci un’azione conseguente a questa presa di coscienza. Fra l’altro, è giusto affermare che vogliamo aiutarli ad andare in altri Paesi, ma concretamente che cosa significa? Che gli organizzano il viaggio? Che prendono accordi con gli altri Paesi? Che comprano il biglietto del treno o dell’aereo?».
Intervenuto lunedì sera a margine del consiglio comunale, il sindaco Pisapia ha spiegato che è «necessario un luogo che stiamo cercando un luogo, forse lo troveremo nei prossimi giorni, che possa ospitare queste persone dando loro un letto e un tetto evitando bivacchi e problemi». Milano non può fare tutto da sola, però: «Il governo ha promesso di darci una mano, vediamo se riesce a passare dalle parole ai fatti».
Fioccano commenti. La consigliera regionale di Patto Civico, Lucia Castellano, ricorda che «in Centrale non ci sono bivacchi solo grazie alla mobilitazione del Terzo settore, con la regia del Comune, mentre la Regione è stata grande assente nella vicenda». Stefano Maullu, di Forza Italia, attacca: «La situazione dei profughi siriani accampati in stazione è l’ultimo episodio in ordine di tempo che testimonia come il governo non abbia una vera politica per immigrati e profughi». E Massimiliano Salini, candidato alle Europee per il Nuovo centro destra, invita la Lega a non usare «il tema dei profughi come strumento di campagna elettorale».



Immigrazione, naufragio nel mar Egeo: almeno 22 morti. Cercavano di raggiungere la Grecia dalla Turchia
Un barcone di 10 metri e un gommone con 65 persone a bordo si sono capovolti al largo dell'isola di Samos. In 36 si sono salvati, mentre tra le vittime si contano quattro bambini e una donna incinta. Proseguono le ricerche dei dispersi
la Repubblica.it, 06-05-14
ATENE - Almeno 22 migranti sono annegati all'alba nel naufragio di un barcone e di un gommone nel Mar Egeo, mentre almeno in sette risultano dispersi. Lo ha annunciato la Guardia costiera greca precisando che l'imbarcazione cercava di raggiungere la Grecia dalla Turchia. Le vittime sin qui accertate sono quattro bambini - tre maschietti e una femminuccia -, dodici donne e sei uomini.
La tragedia è avvenuta al largo dell'isola di Samos in seguito al capovolgimento del barcone di 10 metri e del gommone di due metri su cui viaggiavano, in base al racconto dei superstiti, circa 65 immigrati, 36 dei quali sono stati tratti in salvo, di cui 32 uomini, tre donne e un bambino, trasferito all'ospedale di Atene in stato di ipotermia. I sopravvissuti, riporta la guardia costiera greca, sono stati identificati in 23 somali, nove siriani e tre eritrei.
Mancano all'appello almeno sette persone e non si esclude che i morti possano essere di piu. Tra le vittime, 18 sono state recuperate nel relitto del barcone che, sovraccarico di persone, si è ribaltato, così come il gommone con cui tentava la traversata. Gli altri quattro corpi sono stati recuperati in mare.
Alle ricerche tuttora in corso per l'individuazione di altri naufraghi partecipano tre pescherecci, una nave della guardia costiera, una nave della Frontex, navi della marina militare greca ed elicotteri.
Il Mare Egeo fra Turchia e Grecia è diventato negli ultimi mesi una zona di intenso passaggio di clandestini verso l'Ue dopo che i controlli alle frontiere terrestri sono stati rafforzati da Ankara e Atene. Solo nell'ultimo weekend la guardia costiera greca ha soccorso e portato in salvo circa 250 immigrati.
Dall'inizio dell'anno, altri 19 migranti sono annegati durante durante queste pericolose traversate. Secondo un rapporto di Amnesty International, tra l'agosto del 2012 e il marzo del 2014 sono spariti tra le onde del mar Egeo almeno 188 persone, tra cui molti bambini.

   

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