Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

Menù

 

"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Ritorno "a Lampedusa"

isola di fuga, dolore e speranze
A due anni dall'estate dei barconi di migranti, due giornalisti ripercorrono la storia di quei giorni attraverso le voci dei protagonisti. E scoprono contraddizioni e nodi insoluti
di SILVANA MAZZOCCHI
A Lampedusa i migranti non arrivano più. Ma il ricordo di quel 2008, quando l'isola era diventata l'approdo degli sbarchi irregolari, una sorta di discarica infernale per persone indesiderate, non è disperso. E "A Lampedusa", il libro uscito per Infinito edizioni a firma di Fabio Sanfilippo e Alice Scialoja, è una finestra, necessaria e benvenuta su quel pezzo di cronaca recente che evoca, pagina dopo pagina,  "affari, malaffari, rivolta e sconfitta dell'isola che voleva diventare la porta d'Europa". Una storia, che è un intreccio di storie diverse, di sguardi differenti sulla realtà e un contributo prezioso per non dimenticare.
La politica leghista del sud, una classe politica autonomista che strumentalizza la popolazione e il cinico business che ruota intorno alle tragedie umane. Ma anche l'altruismo disinteressato dei volontari e di chi pone la solidarietà e la fratellanza al di sopra dei propri interessi. E loro: i migranti. Uomini e donne disperati, in fuga dai loro paesi, dalla violenza, dall'usurpazione, dalla povertà.  Ne emerge la fotografia di un'isola, Lampedusa, che per inseguire il turismo dorato con spregiudicato ardore, ha trascurato non solo l'accoglienza, ma perfino i diritti dei suoi cittadini più disagiati.
Fabio Sanfilippo, giornalista del Giornale Radio abituato a scandagliare fatti e misfatti dei nostri giorni e Alice Scialoja, impegnata in Legambiente, hanno intervistato politici e religiosi, volontari e migranti. E, con "A Lampedusa" hanno rimesso insieme il mosaico di quell'anno terribile. Il risultato è un affresco che costituisce un prezioso documento e che ben rappresenta le due facce del nostro Paese. Quella egoista e sfruttatrice di personaggi che si chiudono a riccio per non perdere neanche una briciola dei loro privilegi quando non cercano, addirittura aggirando leggi e regole, di ricavare guadagno dalla disperazione di migliaia di diseredati.. E l'altra faccia. Quella positiva di un Paese diverso e generoso, che sa accogliere e aiutare i migranti, che non confonde i molti che arrivano spinti dalla disperazione e dalla speranza  e i pochi che cedono alle lusinghe dell'illegalità. Proprio come accadeva  agli italiani fino a poco più di mezzo secolo fa, quando una moltitudine di uomini e donne lasciavano le loro radici, in fuga dalla miseria e dalla mancanza di futuro.
Lampedusa, un simbolo. Di quale Italia?
"Di un'Italia furba ma con un cuore grande, abitata da uomini e donne che si impegnano per soccorrere i disgraziati che sopravvivono ai viaggi bestiali lungo il mare. Ma anche di un Paese con il vizio di litigare per le proprie competenze, con una classe politica incline ad accendere o sopire gli animi a seconda delle opportunità e delle convenienze del momento. È il simbolo dell'Italia delle cricche pronte a sfruttare le tragedie pur di fare business. È l'Italia della Protezione civile che anche a Lampedusa, in questi ultimi anni di "emergenza clandestini", ha fatto il bello e il cattivo tempo diventando il principale e quasi esclusivo ente appaltante nell'isola. Incarichi affidati per via diretta, bypassando le regole comuni. È il simbolo di un Sud sempre arrabbiato con Roma, ma che da Roma pretende (e, nel caso di Lampedusa, pretende a titolo di risarcimento per il danno di immagine subìto a causa dell'immigrazione, come ha detto l'assessore al Turismo) fondi a compensazione, per la creazione di una zona franca e la costruzione di un casinò. Un'Italia dove sviluppo significa cemento, abusivismo edilizio e sfruttamento intensivo del territorio. E che, spesso, si dimentica dei suoi concittadini più sfortunati e poveri che per curarsi  -  visto che a Lampedusa non c'è l'ospedale o comunque un centro medico degno di questo nome  -  sono costretti a spendere i risparmi di una vita".
Il picco degli arrivi, a Lampedusa, è stato nel 2008. Che situazione c'è attualmente?
"Oggi a Lampedusa i migranti non vengono più fatti arrivare. Quelle poche centinaia che riescono a perforare la fitta maglia di controlli italo-libici vengono subito trasferiti in Sicilia.  Il messaggio che deve passare è chiarissimo: a Lampedusa gli immigrati non sbarcano più.  Perché su questo il ministro Maroni si è giocato una grossa fetta di credibilità. Ma quello che viene omesso è che la percentuale di immigrati che arrivavano nel nostro Paese attraverso Lampedusa  -  anche nell'anno dei record, 31 mila arrivi  -  è veramente minima. Di solito  -  lo sanno gli studiosi e anche lo stesso Maroni  -  arrivano con gli aerei, i treni, le macchine e muniti di visto turistico o di studio. Poi entrano, diciamo, in clandestinità. Si chiamano overstayers.  Così oggi a  Lampedusa i due centri per immigrati sono desolatamente vuoti ma funzionanti, e tutto questo ha un costo che grava  -  ovviamente  -  sulla collettività. Ma soprattutto a Lampedusa l'Italia ha perso l'occasione di dimostrare all'Europa che è possibile misurarsi con il fenomeno epocale dell'immigrazione in modo civile e degno di un Paese che tale si definisce. E non è un caso se negli ultimi anni il cosiddetto "modello Lampedusa" è stato apprezzato a tutti i livelli, anche dalle organizzazioni internazionali".
Avete intervistato donne e uomini delle istituzioni, ma anche migranti. C'è stato qualcuno che, più di altri, non potrete dimenticare?
"Tre nomi: Adelina, Vincent e Mourad. Adelina è l'ultima levatrice di Lampedusa. Il suo è il racconto di un'Italia che non esiste più. Di quando per spostarsi si usavano le corriere e, per nascere, ci si affidava alle capacità maieutiche. E, come in Socrate, attraverso il dialogo con Adelina vengono alla luce verità che altrimenti sarebbero rimaste nascoste. Vincent è il viceparroco di Lampedusa, è nero e viene dalla Tanzania. Fino a quando al Cspa c'erano immigrati, la domenica andava lì a dire messa. Per tutti: cristiani e musulmani. Sulla questione dei confini dice: non dobbiamo sacraliz zarli, come se questi fossero filtri attraverso i quali ciò che passa di non desiderato diventa spazzatura da buttare, priva di qualsiasi valore. Le persone che attraversano i confini sono esseri umani che hanno bisogno di essere rispettati e accolti. Nessuno nega che tra loro possano esserci anche delinquenti, ma questo non deve prevalere sulla solidarietà che dovrebbe esistere tra i popoli. Infine Mourad, marocchino. Lo abbiamo incontrato al Cspa. Voleva andare in Inghilterra dove c'è la sua fidanzata. Ha attraversato il Mediterraneo pur non sapendo nuotare. Lo ha fatto per amore. Come Bilal nel film Welcome. In Italia era solo di passaggio".
A Lampedusa
Fabio Sanfilippo, Alice Scialoja
Infinito edizioni
Pag 165, euro 13
La Repubblica
Share/Save/Bookmark
 


 

Perchè Italia-Razzismo 


SPORTELLO LEGALE PER RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 


 

SOS diritti.
Sportello legale a cura dell'Arci.

Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
leggi tutto>

Mappamondo
>Parole
>Numeri

Microfono,
la notizia che non c'è.

leggi tutto>

Nero lavoro nero.
leggi tutto>

Leggi razziali.
leggi tutto>

Extra-
comunicare

leggi tutto>

All'ultimo
stadio

leggi tutto>

L'ombelico-
del mondo

Contatti


Links