Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

17 dicembre 2013

Flussi. Nuovo decreto: pochi ingressi, molte conversioni
In palio 17.850 quote per lavoro, ma due terzi sono per chi è già qui regolarmente. Si possono già compilare online le domande
stranieriinitalia.it, 17-12-2013
Elvio Pasca
Roma – 17 dicembre 2013 – Arriva un nuovo decreto flussi, ma non spalanca le frontiere.
Il ragionamento è lo stesso dello scorso anno: “ci sono già troppi disoccupati, inutile chiamare altri lavoratori dall’estero”. Così il governo ha deciso di far arrivare in Italia solo qualche migliaio tra lavoratori subordinati già formati all’estero e lavoratori autonomi, per il resto consentirà a cittadini stranieri che già si trovano regolarmente in Italia di convertire in permessi per lavoro subordinato permessi rilasciati per altri motivi.
Le quote
Il decreto è stato firmato il 25 novembre scorso da Enrico Letta e sblocca complessivamente 17.850 quote per lavoro. Vediamole nel dettaglio.
Potranno entrare in Italia:
•Â Â Â  3.000 lavoratori stranieri che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d'origine ai sensi dell'art. 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286;
•Â Â Â  200 lavoratori stranieri partecipanti all'EXPO di Milano del 2015;
•Â Â Â  2.300 lavoratori autonomi appartenenti alle seguenti categorie: imprenditori che svolgono attività di interesse per l'economia italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate oppure non regolamentate ma rappresentative a livello nazionale e comprese negli elenchi curati dalla Pubblica amministrazione; figure societarie, di società non cooperative, espressamente previste dalla normativa vigente in materia di visti d'ingresso; artisti di chiara fama internazionale, o di alta qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici oppure da enti privati; cittadini stranieri per la costituzione di imprese "start-up innovative" ai sensi della legge 17 dicembre 2012 n. 221, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e a favore dei quali sia riconducibile un rapporto di lavoro di natura autonoma con l'impresa;
•Â Â Â  100 lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado di linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile.
Si autorizza invece la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di:
•Â Â Â  4.000 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
•Â Â Â  6.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
•Â Â Â  1.000 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati a cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione Europea.
Via libera anche alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:
•Â Â Â  1.000 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale:
•Â Â Â  250 permessi di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati a cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione Europea.
Le domande
Anche quest’anno le domande viaggeranno solo online. Potranno essere spedite attraverso il sistema informatico del ministero dell’Interno https://nullaostalavoro.interno.it a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto flussi in Gazzetta Ufficiale. Una circolare dei ministeri dell’Interno e del Lavoro  descrive nel dettaglio la procedura.
Saranno esaminate in base all’ordine cronologico di presentazione, fino all’esaurimento dei posti disponibili, ma vista la natura particolare delle quote stavolta non ci sarà bisogno di scapicollarsi. Soprattutto per quanto riguarda le quote per le conversioni, è difficile che si registri subito il tutto esaurito, come dimostra del resto anche l’andamento delle domande presentate per il decreto flussi del 2012.
Mentre si aspetta la pubblicazione del nuovo decreto, ci si può comunque preparare per farsi trovare pronti all’appuntamento. Dalle 8.00 di stamattina è infatti possibile registrarsi sul sito del ministero dell’Interno https://nullaostalavoro.interno.it, compilare e salvare la domanda, per poi spedirla al momento giusto. Chi ha dimestichezza con i computer può fare da solo, altrimenti si può chiedere aiuto a patronati e associazioni di categoria.



Il lager di Lampedusa - Migranti denudati nel centro di contrada Imbriacola
A poco più di due mesi dal naufragio del 3 ottobre le immagini choc del Tg2
Melting Pot Europa, 17-12-2013
Denudati, messi in fila, umiliati, sottoposti a disinfestazione. Sono le immagini girate dal tg2 nel centro di contrada Imbriacola, a Lampedusa; scene che richiamano un passato lontano che nessuno avrebbe voluto più vedere.
Donne, uomini, eritrei, somali, siriani, ghanesi, kurdi, spogliati nel cortile del centro di prima accoglienza e soccorso per poi essere raggiunti dal getto di una pompa per debellare una malattia che gli viene attribuita quasi da protocollo, ma che in realtà, nella quasi totalità dei casi, viene contratta solo una volta giunti in Italia proprio a causa delle condizioni di "accoglienza" a cui sono sottoposti.
Tra loro anche i sedici superstiti del naufragio del 3 ottobre scorso, i testimoni del procedimento aperto dalla Procura di Agrigento contro gli scafisti ed i trafficanti, che da mesi sono costretti a vivere in condizioni deplorevoli.
Fuggono da guerre e da persecuzioni, da torture e violenze per poi raggiungere l’Italia ed essere sottoposti a questo che assomiglia tanto ad uno di quei trattamenti disumani e degradanti richiamati dalle convenzioni internazionali.
Si parla di Libia, di Siria, di Eritrea, di Iran, di Russia, di Cina, ma quando la realtà di quelle carte internazionali si materializza nel cortile di casa allora no, va minimizzata, si tratta di un errore, al massimo di un episodio di cui vergognarsi senza mai però andare alla radice.
La radice appunto, la stessa che condanna l’isola di Lampedusa, dopo oltre due mesi dal naufragio del 3 ottobre scorso, a vivere ancora una vita di frontiera, ad essere palcoscenico forzato di uno spettacolo, in cui va in scena il dramma del confine.
Da una pate milioni di euro, pattugliamenti militari, investimenti nella militarizzazione della frontiera, dall’altra la vita di migliaia di donne e uomini che ancora, nonostante questa enorme macchina del controllo messa in piedi dagli stati europei, non smettono di muoversi. In mezzo la violenza, sotto forma di tortura o umiliazione, di internamento o ricatti a cui, non solo gi operatori della cooperativa Lampedusa accoglienza, ma tutta Europa, sembra ormai essersi abituata.
Il prossimo venerdì 31 gennaio 2013 fino al 2 febbraio, associazioni, collettivi, movimenti, organizzazioni, saranno sull’isola insieme al Sindaco per cercare di ribaltare questa situazione, per scrivere la Carta di Lampedusa ed insieme ad essa riscrivere un nuovo orizzonte per un’isola che non vuole più sopportare, per questo di pezzo di mondo che va da Melilla ad Evros, passando per il Mediterraneo e per chi lo abita. Un’occasione per sperare di non dover più vedere né a Lampedusa né altrove quelle immagini.



Immigrati: disordini a centro Bari, feriti 10 tra carabinieri e poliziotti
Focus, 17-12-2013
Bari, 16 dic. (Adnkronos) - Sette carabinieri e tre poliziotti sono rimasti contusi questo pomeriggio a causa dei disordini scoppiati al Centro immigrati richiedenti asilo di Bari-Palese. Una trentina gli immigrati di diverse nazionalita', tra i quali diverse donne, hanno partecipato alla violenta protesta, nata, a quanto pare, dal mancato riconoscimento, per alcuni ospiti, dello stato di rifugiato politico. Tre componenti delle forze dell'ordine feriti sono stati trasportati all'ospedale San Paolo, ma non sono gravi. Due immigrati invece si trovano in Questura per accertamenti.



La raccolta differenziata a Milano parla straniero
Manifesti e guide pratiche in nove lingue sulla corretta gestione dei rifiuti. La campagna di Etnocom per il Comune di Milano, Amsa e Conai dedicata ai nuovi milanesi
stranieriinitalia.it, 17-12-2013
Milano- 17 dicembre 2013 – Il cartone della pizza dove lo butto? E gli avanzi di verdura? Il tetrapack va nel bidone della plastica o in quello della carta? Le bustine del the usate devono finire nell’indifferenziato?
Presto ai cittadini stranieri che vivono a Milano verranno svelati i piccoli misteri della raccolta differenziata, grazie a una campagna di comunicazione creata da Etnocom per il Comune di Milano, Amsa e Conai che parlerà anche la loro lingua. Un intervento necessario, se si considera che il 57% degli immigrati, secondo un sondaggio Ipsos, nel suo Paese d’origine non ha mai diviso i rifiuti e qui si orienta a fatica tra regole complesse e informazioni solo in italiano.
La campagna “Milano è il nostro futuro” sarà diffusa in 9 lingue (romeno, ucraino, tagalog, cinese, arabo, cingalese, spagnolo, inglese, francese) oltre l’italiano, per raggiungere le principali etnie presenti in città.
Ci saranno manifesti sui tram e sui bus, ma soprattutto 180.000 guide con tutte le istruzioni pratiche utili per una corretta gestione dei rifiuti e un inserto alfabetico per individuare subito il corretto conferimento di ogni rifiuto. Le guide saranno distribuite da Etnocom direttamente presso le comunità etniche con il supporto di mediatori culturali che renderanno l’informazione più efficace e gestiranno il feedback immediato.
"Il coinvolgimento dei cittadini stranieri della città di Milano rappresenta un ulteriore passo in avanti verso il consolidamento di un circuito virtuoso che, partendo da una corretta separazione domestica dei rifiuti, fra cui quelli di imballaggio, porta alla loro valorizzazione, togliendoli dalla discarica - ha affermato Walter Facciotto, Direttore Generale CONAI - Per queste ragioni CONAI e i Consorzi di Filiera hanno deciso di sostenere questa importante iniziativa".
Secondo Emilia Rio, presidente di AMSA, “il contributo dei nuovi cittadini di Milano è essenziale per migliorare i risultati della raccolta differenziata. L'iniziativa "Milano è il nostro futuro" promuove la cultura della tutela e del rispetto dell’ambiente, dialogando direttamente con le comunità straniere di Milano, con il proposito di raggiungere il maggior numero possibile di cittadini".



I turchi scambiano migranti con visti Ue
Ankara si riprenderà i clandestini transitati sul proprio territorio. L'obiettivo: ingressi più facili per i suoi cittadini
il Giornale, 17-12-2013
Francesco De Palo
Un passo in avanti e tre indietro. Da un lato fra Ue e Turchia si registra la riapertura del negoziato sulla liberalizzazione dei visti, con l'accordo di riammissione degli immigrati irregolari siglato dal commissario europeo agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, propedeutico all'abolizione dei visti d'ingresso nell'area Schengen per i cittadini turchi e soprattutto tappa di avvicinamento all'ingresso di Ankara in Europa.
Ma dall'altro non cessano le regressioni «culturali» del Paese con, per la prima volta in 90 anni di storia, una deputata che, velata, ha preso la parola nel parlamento monocamerale turco, con le continue provocazioni di Erdogan contro Cipro, con il no del tribunale turco alla richiesta di liberazione di due deputati del partito curdo legale Bdp in carcere preventivo da tre anni. Altro che europeizzazione turca.
Dopo l'annuncio dello scorso 4 dicembre, ecco ieri la firma dell'accordo definito dal ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, «un passo storico per l'Unione europea e la Turchia», sottolineando l'auspicio che «in al massimo tre anni e mezzo, ma speriamo anche in meno tempo, i cittadini turchi riusciranno a viaggiare liberamente nell'Ue». Fonti di Bruxelles sostengono che il governo turco avrebbe dato il nulla osta alla firma dell'accordo in cambio di rassicurazioni ad hoc sui progressi nel processo di liberalizzazione dei visti. Ovvero Ankara sarebbe autorizzata a bloccare la ratifica dell'accordo se non ci fosse l'ok dell'Ue alla libera circolazione dei cittadini turchi nell'area Schengen. L'accordo firmato per la Turchia dai ministri degli Esteri Ahmet Davutoglu, degli Interni Muammer Huler e degli Affari europei Egemen Bagis, e per la Commissione europea dalla commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstrom, sarà in vigore non prima del 2017, un lasso di tempo utile, negli auspici di Ankara, al fine di riannodare i fili dell'integrazione europea.
Ma di contro proprio il Paese che dal 2005 chiede asilo al vecchio continente non cessa di caratterizzarsi per derive non proprio democratiche e inclusive. Come il caso di Canan Candemir Cankilik, deputata di Bursa del partito islamico Akp di Erdogan che, per la prima volta in 90 anni, velata, ha preso la parola dalla tribuna della Grande Assemblea di Ankara, in quella che l'opposizione laica ha definito «una reislamizzazione accelerata». In occasione del dibattito sul bilancio 2014 è intervenuta con il capo avvolto nel turban: non succedeva dal 1923, da quando Ataturk impose una rigida separazione fra stato e religione. E ancora, i dissidi mai sopiti con Cipro, invasa dal 1974 con 50mila militari turchi e con il leader in persona Erdogan che nei giorni scorsi, sprezzante nei confronti di uno Stato membro e della comunità internazionale, ha dichiarato pubblicamente che «Cipro non esiste». Inoltre la Turchia mai ha visto di buon occhio gli accordi per lo sfruttamento del gas che proprio Nicosia ha concluso con Tel Aviv, arrivando anche a minacciare tutte le imprese che volessero partecipare ai lavori di indagini sottomarine o costruzione di piattaforme. Non solo: un tribunale turco ha respinto la richiesta di liberazione di due deputati del partito curdo legale Bdp in carcere preventivo da tre anni per presunti legami con il Pkk, con la reazione sdegnata dei dirigenti curdi, che parlano di «scandalo legale» oltre che di «persecuzione politica». Infine una banca turca ha lanciato una nuova carta di credito con una bussola digitale che indica sempre la direzione della Mecca. Ce ne sarebbe abbastanza per procedere con maggiore cautela.

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