Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

3 settembre 2010

Il 4 settembre il popolo rom in piazza "per dire no a Sarkozy e Maroni"
la Repubblica 27 agosto 2010
ALBERTO CUSTODERO
Il 4 settembre il popolo rom in piazza "per dire no a Sarkozy e Maroni" Santino Spinelli
Il popolo rom si mobilita. Il 4 settembre a Roma, davanti all'ambasciata francese in piazza Farnese, protesterà sia contro le espulsioni di Sarkozy, sia contro il ministro dell'Interno Maroni che, dice Santino Spinelli, leader rom italiano, "ha aperto ufficialmente la campagna elettorale nei giorni scorsi con un'intervista nella quale ribadiva che avrebbe tenuto nei confronti della nostra gente una linea ancor più severa di quella del presidente d'Oltralpe". La manifestazione nazionale rom e sinti, voluta da Spinelli, musicista, docente universitario, e cittadino italiano "orgoglioso di esserlo" ("la mia famiglia - dice - è in Italia dalla fine del 1300"), è promossa dal "Comitato nazionale antidiscriminazione" sostenuto da associazioni, politici e intellettuali. Fra questi, Arci, Cooperativa Ermes, associazione Accoglienza in Italia e Them romanò, Aizo, Federazione romanì e "rom e sinti insieme", Comunità ebraiche, chiesa Valdese, chiesa Evangelica. Fra i politici, Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra. E fra gli intellettuali il giornalista olandese rom Organ Ohran.
A spiegare il perché di questa mobilitazione nazionale rom e sinti è lo stesso Spinelli. "In questo momento in cui non c'è alcuna emergenza rom - spiega - Sarkozy dà pubblicità alle espulsioni e Maroni gli va dietro annunciando una stretta nelle misure nei nostri confronti. Non accettiamo né di fare da capro espiatorio al calo di popolarità del presidente francese, né di essere usati dal ministro dell'Interno Maroni per la sua campagna elettorale. In questo momento il pericolo per la sicurezza in Italia sono gli ultrà, come s'è visto l'altra sera nel Bergamasco. E sono le mafie, infiltrate al Nord e pericolose al Sud come s'è visto con l'attentato di Reggio Calabria. Non sono i rom: e allora perché prendersela con donne e bambini e anziani indifesi, segregati in campi fatiscenti, senza casa e lavoro, discriminandoli?". Parole che suonano tanto più pesanti nel giorno in cui a Roma un bambino di tre anni ha perso la vita 1 tra le fiamme della roulotte dove viveva con la famiglia.
"Ma non si ricordano Maroni e Sarkozy - aggiunge Spinelli - che 500 mila rom (un popolo presente da sei secoli in tutta Europa con 8 milioni di persone), sono stati massacrati dal nazismo? Non c'è stata solo la Shoah, lo sterminio degli ebrei, ma anche il genocidio della nostra gente che noi chiamiamo Porrajom, divoramento".
Il 4 settembre il popolo rom protesterà davanti all'ambasciata francese "per dire no alle nuove forme di deportazioni democratiche e civili di Sarkozy, per dire no alla discriminazione del ministro dell'Interno leghista, per dire a no all'apartheid dei campi nomadi". "E per ribadire  -  prosegue Spinelli  -  che i rom sono stufi di essere discriminati e di essere considerati solo un problema sociale quando rappresentiamo una ricchezza culturale".
Spinelli conclude il suo grido antidicriminazione con una pacifica provocazione rivolta al presidente francese e al ministro dell'Interno italiano. "Sarkozi e Maroni vorrebbero alzare frontiere etniche nei confronti dei rom che sono cittadini comunitari titolari come tutti del diritto di libera circolazione? E io rispondo invitandoli il 7 ottobre al Palazzo del Consiglio d'Europa a Strasburgo dove terrò con il mio gruppo, Alexian group, e l'Orchestra Sinfonica Europea per la pace, un concerto rom. Per la prima volta, l'orchestra classica non assorbirà la nostra musica, ma l'acccompagnerà. Sarà, quel concerto, un segnale forte per ribadire che vogliamo un'Europa unita, solidale e senza discriminazione".



Pari opportunità per i rom

Affari Italiani 2 settembre 2010
Amnesty International ha sollecitato il governo slovacco a porre fine immediatamente alla segregazione dei bambini e delle bambine rom nel sistema educativo del paese. Questa pratica comporta che migliaia di alunni rom ricevano un’istruzione di qualita’ inferiore in scuole e classi per alunni con ‘lievi disabilita’ mentali’ o vengano segregati su base etnica nelle scuole e nelle classi principali.
In un briefing indirizzato al governo slovacco, intitolato ‘Passi per porre fine alla segregazione nell’istruzione’, Amnesty International indica le gravi lacune esistenti nell’attuazione e nel monitoraggio del divieto di discriminazione e segregazione nel sistema educativo slovacco. ‘I bambini e le bambine rom della Slovacchia restano intrappolati in un sistema scolastico che continua a venir meno ai loro bisogni, a causa di una diffusa discriminazione che priva i bambini e le bambine rom di pari opportunita’ condannandoli a una vita di poverta’ ed emarginazione’ – ha dichiarato David Diaz-Jogeix, vicedirettore del Programma Europa e Asia centrale. ‘Il governo slovacco ha molto da fare per porre fine alla segregazione che impatta su un’ampia parte della popolazione del paese. La segregazione nell’istruzione significa applicare uno stigma indelebile su bambini e bambine, le cui possibilita’ per il futuro vengono brutalmente limitate.
Questa e’ una pratica che non appartiene all’Europa del 21esimo secolo e deve essere eliminata’. La segregazione dei bambini e delle bambine rom assume diverse forme: scuole speciali o classi speciali, previste per gli alunni con ‘lievi disabilita’ mentali’ nell’ambito del sistema scolastico principale, cosi’ come scuole e classi solo per i rom. I rom sono meno del 10 per cento della popolazione della Slovacchia, eppure oltre il 60 per cento degli alunni delle scuole speciali, secondo un sondaggio del 2009, e’ costituito da rom. Nelle regioni con un numero elevato di persone rom, tre alunni su quattro delle scuole speciali sono rom. L’85 per cento dei bambini nelle classi speciali del sistema educativo principale e’ costituito da rom. Le cause della segregazione sono complesse e includono radicati atteggiamenti anti-rom oltre al fallimento politico del sistema scolastico, a causa di valutazioni sommarie ed errate e dell’insufficiente sostegno ai bambini e alle bambine rom nelle scuole e nelle classi principali. Questo ha portato a una situazione in cui i bambini e le bambine rom sono a volte letteralmente chiusi in aule, corridoi o edifici, allo scopo di impedire loro di mescolarsi con alunni non rom.
Il programma della coalizione di governo, adottato nell’agosto 2010, ha incluso l’impegno a eliminare la segregazione dei rom nel campo dell’istruzione. Amnesty International e’ preoccupata perche’ quest’impegno non e’ stato seguito da una chiara ed esplicita dichiarazione del capo del governo che la discriminazione su base etnica e la segregazione dei rom sono inaccettabili e saranno affrontate in quanto questioni prioritarie. ‘L’idea che separare possa essere una cosa equa e’ stata screditata. La Slovacchia non puo’ continuare a negare il diritto dei bambini e delle bambine rom all’istruzione senza discriminazione’ – ha aggiunto Diaz-Jogeix. ‘Le scelte che il governo fa oggi avranno effetto sulle vite di migliaia di bambini e bambine rom. Il governo ha la possibilita’ di permettere ai rom di partecipare pienamente alla societa’ slovacca ed europea’.
Amnesty International chiede alle autorita’ slovacche di: - fornire all’Ispettorato scolastico statale risorse adeguate, comprese direttive salde e dettagliate, e procedure su come identificare, monitorare e combattere la segregazione nella pratica; - dare inizio alla sistematica raccolta di dati sull’istruzione, disaggregandoli in base al genere e all’origine etnica; - introdurre un chiaro obbligo per tutte le scuole di eliminare la segregazione nel campo dell’istruzione e fornire loro un efficace supporto; - introdurre adeguate misure di sostegno per i bambini e le bambine, rom e non, che necessitano di particolare assistenza, in modo che possano raggiungere il massimo delle loro potenzialita’ nell’ambito del sistema scolastico principale.



Rom dalla Francia a Roma: già molte le targhe francesi in città

Roma Today 02/09/2010
Sarebbe questo uno degli effetti del giro di vite sui nomadi voluto da Nicolas Sarkozy soprattutto nella città di Parigi. A lanciare l'allarme è stato questa mattina il quotidiano Il Messaggero che riporta le denunce di molti residenti della Magliana, che avrebbero avvistato numerose auto, con targhe francesi.

BICIROMA - Tra i denuncianti c'è Fausto Bonifaccia, noto presidente dell'associazione BiciRoma: "Da diversi giorni si vedono circolare per il quartiere Bmw e Mercedes degli anni '90 con targhe francesi e nella zona sono diversi gli insediamenti abusivi che si sono nuovamente ripopolati, a partire dal viadotto della Magliana. Tutto quello che era stato fatto in termini di bonifica si è vanificato nel nulla e una nuova discarica a cielo aperto è ricomparsa nello stesso punto".
COMMISSIONE SICUREZZA - Le segnalazioni di auto con targa francese con a bordo famiglie di nomadi sono arrivate anche al presidente della Commissione Sicurezza del Comune, Fabrizio Santori, per il quale "l'azione della Francia non deve certo ricadere su di noi".
IL SINDACO ALEMANNO - Il sindaco Alemanno, pur preoccupato, cerca di enfatizzare l'allarme: "Il primo a sottolineare la presenza di auto con targhe francesi nei pressi di alcuni insediamenti abusivi sono stato io, ma non va enfatizzato perchè si tratta di notizie minimali''.
Il sindaco torna a chiedere una strategia europea: "'Se non c'è una strategia europea si rischia di creare un paradosso. Rispetto alla gestione dei nomadi si rischia di penalizzare i paesi che attuano politiche piu' virtuose e di accoglienza. Per questo - ha aggiunto - bisogna avere una strategia comune e un atteggiamento uguale in tutti i paesi, altrimenti rischiamo di rimpallarci il problema"



Roma, sgomberato campo rom a Quartaccio

Net1News 3 settembre 2010
È stato sgomberato ieri il campo nomadi stanziato abusivamente nel quartiere Quartaccio, periferia nord-ovest di Roma. L’intervento, a cui hanno partecipato gli agenti della Polizia municipale guidati dal comandante Antonio Di Maggio, è avvenuto in seguito a una richiesta giunta ai Servizi sociali del Comune. Lo sgombero, ha spiegato il sindaco Gianni Alemanno, fa parte di un più ampio lavoro di «monitoraggio e chiusura dei microaccampamenti diffusi sul territorio romano», che coinvolge Comune, Questura, Prefettura e Forze dell’ordine. I venti i rom allontanati dall’insediamento di Quartaccio hanno deciso di rientrare in Romania a spese del comune di Roma; il rimpatrio dovrebbe avvenire già la prossima settimana.



Via libera allo sgombero di 200 campi Rom a Roma, Calgani invita al dialogo

Il giornale di Pachino 2 settembre 2010
– Bibbidi-bobbidi-bu: si può risolvere un problema vecchio decenni nell’arco di sette giorni: parola di Gianni Alemanno, sindaco. Entro una settimana Roma non ospiterà più campi nomadi abusivi. A pochi giorni – era il 27 agosto – dal tragico rogo nel campo di Via Morselli in cui è morto un bambino di tre anni, il primo cittadino della Capitale annuncia il repentino sgombero di circa 200 insediamenti irregolari.
«Queste sono sparate di impatto mediatico che poi finiscono col creare enormi problemi alle amministrazioni locali – commenta Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti – perché costringono ad azioni che non vengono preliminarmente concordate come dovrebbero».
Per primi saranno sgombrati i campi ritenuti più pericolosi, anche (ma non solo) dal punto di vista igienico – sanitario.
«Non abbiamo nulla in contrario alla messa in sicurezza di strutture precarie – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – purché non si creino agglomerati – ghetto, inutili ed inumani».
Alla politica dei muscoli si contrappone quella della testa, del dialogo. «Spesso le polemiche circa il tasso di criminalità nei quartieri che ospitano i campi sono strumentali – continua Calgani – la verità è che spesso nascono per mancanza di dialogo e concertazione con le amministrazioni dei municipi e con la popolazione residente».
Ufficio Stampa Italia dei Diritti
Addetti Stampa
Emanuele Bissattini – Emiliano D’Errico
Capo Ufficio Stampa
Fabio Bucciarelli



Forza Nuova Lamezia: smantellamento campo rom o dimissioni del sindaco

Igor Colombo
Lamezia Terme, 03 settembre 2010 - In questi giorni di protesta dei cittadini residenti vicini al campo rom diScordovillo,noi di Forza nuova non possiamo che essere dalla loro parte,vistala nostra chiara e netta posizione riguardo a questo grave ed annosoproblemache investe la città. Più volte i nostri interventi sono stati diretti eprecisi ed hanno sempre avuto come unico comune denominatore losmantellamentodel campo rom. Davvero incredibile quanto irritabile,la risposta data dalsindaco Speranza ai cittadini che stanno manifestando la loro rabbia per ifumitossici che son costretti a respirare,sprigionati dagli incendi appiccatidainomadi del vicino sito,che bruciano di tutto,dalle gomme alle batterie adaltromateriale altamente inquinante e nocivo. Il sindaco si e' infatti limitato adire che chiederà all'Arpacal e all'Asp di fare un ispezione per verificaresequanto detto dalla gente che sta protestando davanti al tribunale,corrispondaaverità o meno,riguardo ai rifiuti tossici sepolti nel campo rom dagli stessiresidenti,poi solo dopo l'accertamento, il primo cittadino provvederà allabonifica della zona. Questo lo riteniamo insufficiente ed alquanto inutile,ecomprendiamo ed appoggiamo il relativo coro di protesta della gente,che nonvede nel sindaco l'effettiva volontà di mettere mano alla situazione eprocedere allo smantellamento. Crediamo sia arrivato il momento che ilsindacoammetta di non sapere come gestire questa situazione,che e' diventata vera epropria emergenza sul territorio,tra l'altro a conferma di quanto affermiamovisono anche le parole che Speranza stesso disse al governatore Scopelliti nelmese di giugno,durante la conferenza regionale sulla sicurezza,confidandoglidinon sapere cosa fare riguardo alla vicenda del campo di Scordovillo. Allalucedi tutto questo e dell'incapacita' e superficialità con la quale si staaffrontando questa grave problematica,noi chiediamo le dimissioni delsindacoSperanza,non possiamo più tollerare una situazione che si fa sempre piùallarmante,qui si parla della salute dei cittadini,delle donne,dei bambini,sideve subito intervenire,non è più il tempo delle promesse e delle proposte,Scordovillo è un'autentica polveriera a cielo aperto,che sta lentamentemietendo vittime,dove l'illegalità e il degrado sociale la fanno da padrone,edove la politica si dimostra inane ed incapace a mettere fine a questavergognosa pagina della terza città della Calabria. Noi addossiamo laresponsabilità di quanto sta accadendo oltre che all'attuale amministrazione,atutto il centro sinistra lametino,in quanto è la parte politica che dal 1993,daquando in pratica è stata introdotta l'elezione diretta del sindaco,governaininterrottamente la città,riteniamo infatti irrilevante la parentesi dicentro-destra targata Scaramuzzino,per via del pochissimo tempo avuto adisposizione.Il centro sinistra ha sempre strumentalizzato il problema dei rom per drenareeraccogliere consensi in città,non ultimo il sindaco Speranza,il quale giàcinque anni e mezzo fa aveva messo come priorità del suo programma losmantellamento di Scordovillo.  A pagare il prezzo più alto e le conseguenzepiù gravi,come sempre sono i cittadini,continuamente presi in giro eraggiratidalla demagogia imperante della politica,che li ha portati ad essereprigionieri in casa loro,ma sono anche gli unici a reagire con risolutezza edire no,NON CI STIAMO PIU'!!!



Rom, Ue: Francia dimostri legittimità delle espulsioni

giovedì 2 settembre 2010 13:52
BRUXELLES (Reuters) - La Commissione Europea ha chiesto alla Francia di dimostrare che le espulsioni degli immigrati rom siano conformi alle regole dell'Unione Europea, inserendosi nella polemica sull'immigrazione e su come contemperare le politiche nazionali con la protezione dei diritti.
In un rapporto preliminare diffuso questa settimana, tre dei 27 commissari europei hanno messo in discussione la decisione della Francia di espellere il mese scorso circa 1.000 rom verso la Romania e la Bulgaria. Il rapporto preliminare non contiene però alcun giudizio.
Circa 9.000 persone sono state espulse quest'anno dalla Francia, coerentemente alla volontà del presidente Nicolas Sarkozy di aumentare la sicurezza, in un momento in cui la sua popolarità rimane bassa.
Le espulsioni sono diventate un dilemma per la Commissione, che deve prendere in considerazione la necessità di ciascun paese di intervenire ma anche la protezione delle minoranze e il rispetto della libertà di movimento.
"La Commissione sta cercando delle informazioni dettagliate dalle autorità francesi per capire se e in che modo le precauzioni dovute ... siano state applicate negli ultimi casi", si legge nel rapporto ottenuto da Reuters.



Immigrazione:sbarco in Calabria, 3 fermi

Clandestini erano in un albergo in disuso
ANSA 03 settembre
Sbarco in Calabria, 3 fermi  - REGGIO CALABRIA, 3 SET - Trentasette immigrati di nazionalita' egiziana sono sbarcati a Grotteria, nel Reggino.
Tre clandestini sono stati fermati. La Squadra Mobile ritiene che siano gli organizzatori ed i basisti dello sbarco. Gli immigrati sono stati rintracciati in un albergo in disuso di Grotteria, dove avevano trovato rifugio dopo lo sbarco. Le loro condizioni di salute sono buone e dopo le operazioni di identificazione saranno accompagnati in un centro di accoglienza.



Fermati dieci immigrati nelle campagne di Linosa

agrigentonotizie.it 2 settembre 2010
Dieci clandestini che si sono dichiarati di nazionalità libica sono stati fermati questa notte dai carabinieri nelle campagne di Linosa. Nessuna imbarcazione è stata rinvenuta lungo la costa. E' probabile infatti che i migranti siano stati lasciati da una nave che si è poi allontanata. Gli immigrati saranno trasferiti nelle prossime ore al centro di prima accoglienza di  Porto Empedocle.



Presidente Lista Sgarbi denuncia il colonnello Gheddafi

Esposto in Procura a Milano con l'accusa di estorsione
(ANSA) 02 settembre
- MILANO, 2 SET - Gregorio Grasso della Lista Sgarbi ed ex assessore a Salemi ha denunciato il colonnello Gheddafi in procura a Milano per estorsione.
Secondo Grasso, presidente del movimento 'Milano Autonoma' ed ex assessore a Salemi (Trapani), l'estorsione sarebbe ravvisabile nelle frasi di Gheddafi che ''ha richiesto all'Ue 5 miliardi di euro all'anno per evitare l'invasione degli immigrati''. Secondo Grasso: ''Quelle frasi sono una minaccia che suona cosi': ''O ci date i soldi o noi vi mandiamo gli immigrati in Italia'''.(ANSA).



Italia-Libia. Zaia: "Meglio il folklore degli immigrati"

l'Occidentale - orientamento quotidiano
"Per dirla alla beduina: sparita la tenda, sparito il problema. Detto questo, molte polemiche sollevate in queste ore sono certamente pretestuose - e lo sa bene chiunque abbia conosciuto Gheddafi e la sua bizzarria - ma non bisogna dimenticare che la libertà propria finisce dove comincia quella degli altri".
Nessuna critica per l'invito in Italia del governo Berlusconi al Colonnello, ma "gli inviti all'islamizzazione e minacce, da parte di un capo di Stato in visita nel nostro paese, non sono nè accettabili, nè casuali in questo particolare momento storico". In una intervista a Il Riformista il governatore veneto, Luca Zaia, torna a commentare la visita di Gheddafi in Italia.
"Se per avere Lampedusa libera dai clandestini bisogna accettare ogni anni tre giornate di questo tipo, mi sta bene, ma ripeto: la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri. Siamo fieri delle nostre radici cristiane, il resto mi sembra folkloristico e se serve per combattere l'immigrazione clandestina va bene".
Anche su La Padania, in prima pagina, Zaia sottolinea: "Ho conosciuto Gheddafi a una cena durante un ricevimento ufficiale quando ero ministro per le Politiche agricole: ha un carisma eccezionale, sono rimasto colpito dal suo acume.Ciò detto, la particolarità del personaggio non può giustificare l'invito a islamizzare l'Italia e l'Europa. Siamo fieri della nostra identità e non siamo disposti a subire passivamente ogni interferenza".



Boom di stranieri: in 30 anni 185mila in più

Il giornale 3 settembre 2010
L’integrazione? Sì a quella «sostenibile». Altrimenti ci si riempie la bocca di parole facili e si dimenticano i costi sociali, economici e i problemi legati alla sicurezza che finiscono per pesare sulle spalle dei Comuni. Il vicesindaco Riccardo De Corato aggiunge l’aggettivo «sostenibile» alla parola «integrazione»: «Investire nell’integrazione è uno slogan facile - dice - guardiamo ai fatti: in pratica questo fenomeno significa costi sociali, economici e per la sicurezza sempre più alti: la via d’uscita non è dire sì o no all’ immigrazione, ma l’immigrazione sostenibile». De Corato ha commentato così l’ultima relazione del servizio statistica: negli ultimi trent’anni Milano ha perso il 32 per cento degli italiani. «I circa 9000 nuovi residenti stranieri iscritti all’anagrafe nei primi 7 mesi del 2010 a fronte di una perdita di 2 mila italiani riflette un trend che nel lungo periodo ha numeri che dovrebbero farci interrogare sul futuro della nostra città - afferma il vicesindaco - In 30 anni Milano ha perso il 32 per cento degli italiani e contemporaneamente gli stranieri sono cresciuti dell’835 per cento. Ovvero è stata svuotata di 528mila milanesi (da 1.663.361 a 1.105.310) gonfiandosi di 185mila stranieri (da 22.238 a 208.021)».
Il concetto dell’immigrazione sostenibile è stato ribadito anche da Gian Carlo Blangiardo, ricercatore della Fondazione Ismu. Che ha sottolineato come «i ritmi di crescita della presenza di stranieri sono troppo alti rispetto alla capacità del sistema di rispondere adeguatamente». E dunque se si vogliono integrare gli immigrati «poiché le risorse sono comunque limitate, bisogna mettere in atto per il futuro il concetto di immigrazione sostenibile». De Corato cita il ricercatore come voce «super-partes»: «Con questi numeri - aggiunge - è evidente che non si può transigere sull'immigrazione clandestina. Il cui costo sulla sicurezza è altissimo se si pensa che nelle città del Norditalia (dunque anche a Milano) 8 reati su 10 tra extracomunitari sono commessi da irregolari come ha rilevato il capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli. E i rimpatri promossi da Sarkozy dei rom romeni nullafacenti, che hanno fatto tanto scalpore, in realtà sono ispirati sempre al concetto di immigrazione sostenibile. Perché è bene ricordare che sono attuati in base a una precisa direttiva europea. Che prescrive l'allontanamento, dopo 3 mesi di soggiorno, di chi non è in grado di autosostenersi e sfugge all’anagrafe vivendo da “clandestino”. A tutela dunque degli Stati membri che poi devono sopportare i costi sociali ed economici determinati da chi non ha alcuna voglia di integrarsi, non lavora e vive di illeciti. Milano, che ha operato 306 sgomberi dal 2007, auspica pertanto che questa prassi venga ripresa e potenziata come ha anche promesso il ministro dell'Interno Maroni».



Prefettura Gorizia, rafforzate sicurezza Cie Gradisca

(AGI) - Gorizia, 2 set. - Dopo le fughe di immigrati fatte registrare nelle ultime settimane, saranno rafforzate le misure di prevenzione e vigilanza al Cie di Gradisca d'Isonzo (Gorizia). Lo ha deciso oggi il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nel corso di una riunione, presieduta dal Prefetto di Gorizia, Maria Augusta Marrosu. Ai lavori hanno anche partecipato il Questore del capoluogo isontino, Pier Riccardo Piovesana, il Procuratore capo Caterina Ajello, i responsabili militari che curano la vigilanza del centro, i referenti della Connecting People - l'ente che gestisce i servizi del Cie - e i comandanti provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco. Dopo aver ottenuto il via libera dal Viminale, la Prefettura di Gorizia sta completando le procedure per l'affidamento dei lavori di potenziamento delle difese passive della struttura gradiscana.



Scuola e immigrati, una ricchezza per i nostri figli

Nuova Società 02 Settembre 2010
Elena Romanello
Affollato il dibattito di mercoledì 1 settembre su scuola, immigrazione e intercultura, argomenti che stanno molto a cuore al Pd per le prossime sfide sociali e culturali.
Letizia De Torre, ex sottosegretario durante il governo Prodi alla Pubblica Istruzione, ha ricordato:
«Torino, la città che ci ospita quest'anno, ha sempre avuto ottime politiche d'integrazione nella scuola. I popoli si sono sempre mossi, noi lavoriamo con gli alunni imigrati perché tutto questo coopera al fine politico dell'umanità, che è e deve portare all'incontro tra i popoli, e la scuola è uno dei posti deputati per questo. Parlando di dati, abbiamo avuto dal 2000 al 2009 una crescita di 70mila ragazzi stranieri ogni anno nella scuola, siamo ancora lontani da Francia, Germania e Inghilterra. La cultura occidentale si trova in un periodo di leggera crisi, ci sono altre culture in crescita, e la scuola deve aiutare e costruire i ragazzi in questo momento di passaggio. Dalla scuola si possono ricostruire valori profondi e comuni, per trasformare la società, con lo strumento della cocultura».
Stella Bombardi, responsabile della programmazione del Comune di Torino, ha voluto approfondire ulteriormente il discorso:
«A Torino c'è una situazione territoriale che ha conosciuto fenomeni migratori e che qui si è sedimentata con esperienza e impegno. Occorre ricordare che fenomeni come la dispersione scolastica, il disagio, le difficoltà di apprendimento e il bullismo riguardano sia i nuovi cittadini immigrati che i nostri ragazzi. Noi progettiamo l'integrazione dei ragazzi nelle classi, l'arrivo in corso d'anno è frequente e cerchiamo di capire il livello di questi nuovi studenti che spesso è più alto di quello che può apparire. I ragazzi e le ragazze stranieri non vanno mai isolati e ci sono anche incontri con loro e i loro genitori per comparare la situazione della scuola nostra con quella dei Paesi d'origine. Non bisogna poi dimenticare la frequenza e la soddisfazione di molti ragazzi immigrati ai corsi di formazione professionale. Per questo bisogna continuare ad aiutare scuola e formazione, per il bene di tutti ».
Rosa Maria Di Giorgi ha portato invece la sua esperienza di Assessore all'educazione del Comune di Firenze:
«Non abbiamo mai tagliato gli investimenti sulla scuola, se si investe sull'educazione si comincia sempre con il piede giusto. Il tempo pieno è tra l'altro una delle chiavi principali dell'integrazione, nella strategia formativa per i ragazzi immigrati. Meno tempo pieno si fa, meno integrazione si avrà. A Firenze abbiamo tre centri di alfabetizzazione e per i ragazzi e per le loro famiglie: usiamo ancora i preziosi fondi della legge Turco 285. Inoltre, vorrei anch'io citare l'esperienza positiva della formazione professionale, ogni anno, quando c'è la cerimonia dei diplomi nella Sala dei Cinquecento è davvero commovente vedere la gioia di questi ragazzi, immigrati e rom, e delle loro famiglie.»
Christian Morabito ha raccontato invece la sua esperienza di responsabile di progetti ONU alle isole Mauritius:
«Le Mauritius sono un gruppo di isole nell'Oceano indiano, abitate da un milione e 200 mila abitanti che rappresentano una babele religiosa e linguistica, visto che ci sono discendenti dei colonizzatori inglesi e francesi, discendenti degli schiavi africani, oriundi cinesi e indiani, che praticano cristianesimo, induismo, islamismo sunnita e sciita, buddismo e religione baahi. La lingua ufficiale è l'inglese, a scuola si insegnano inglese e francese, si parlano svariate lingue tra cui il creolo: è un'area di coesistenza pacifica, dove la multiculturalità èun valore fondante. Non è vero che tante culture distruggono l'identità nazionale, e la scuola è uno dei punti fondamentali nella costruzione dell'identità nel Paese. Il governo, dall'indipendenza del 1968, non ha mai tolto soldi alla scuola pubblica, anzi li ha aumentati in periodo di crisi».
Amedea Morsiani ha parlato della situazione al Comune di Imola:
«Lavoriamo costantemente al progetto scuola, il nostro anno va dal 1 settembre al 31 agosto dell'anno successivo. Il 10 per cento della nostra popolazione è formato da immigrati, l'immigrazione è cresciuta dagli anni Novanta, la maggioranza dei nostri ragazzi nuovi cittadini viene dal Marocco, seguono poi Romania e Albania. Del nostro bilancio comunale, 17 milioni di euro vanno alla scuola, non abbiamo mai diminuito il bilancio.
Gian Matteo Sabatino ha esaminato la questione dal punto di vista della Comunità di Sant'Egidio:
«La scuola è importantissima nella fase in cui ci troviamo, perché fa società, i bambini stranieri con gli italiani costruiscono il futuro. Senza contare poi gli adulti che frequentano i nostri corsi il sabato e la domenica, lontanissimi da uno stereotipo che vede gli stranieri solo come delinquenti. Tra loro ho visto un gran desiderio di integrazione, non dimentichiamo che l'italiano è una lingua difficile da imparare e poco diffusa, oltre che apprezzamento per un Paese in cui si vuole costruire un avvenire migliore.».
Ha concluso Livia Turco, con alcune parole lapidarie ed efficaci:
«La scuola deve essere di tutti e per tutti, e deve insegnare a tutti il valore della dignità umana. Occorre resistere di fronte ad un governo che sta massacrando la scuola pubblica. La fortuna dei nostri figli, come del mio che ha in classe Matteo che viene dal Brasile e Yasmine che viene dall'Egitto, è quella di vivere l'esperienza della mescolanza, i nostri ragazzi hanno una grande opportunità, per costruire un'Italia della convivenza, libera da paure immotivate.»




Scuola, tre milioni ai precari

Progetti per gli immigrati
la Repubblica 02 settembre 2010
L'investimento tratto dal Fondo Sociale Europeo, destinato al personale licenziato dopo almeno due anni di impiego. Fra i progetti compresi nell'intesa fra Regione Liguria e Ministero, l'integrazione degli immigrati, il rapporto scuola-extrascuola, l'orientamento, il rafforzamento dei processi legati alle forme di alternanza scuola-lavoro
Si apre uno spiraglio sulla questione precari della scuola. La Regione Liguria mette sul tavolo una misura del Fondo Sociale Europeo di 3 milioni di euro che punta a impiegare i precari licenziati dopo almeno due anni di lavoro in diversi progetti di lavoro per sviluppare e migliorare l'insieme di tutto il progetto formativo scolastico. Lo ha reso noto l'assessore alla Pubblica Istruzione Pippo Rossetti.
In pratica i lavoratori interessati - l'anno scorso erano 500 tra insegnanti, tecnici e amministrativi - potranno da subito dichiarare la loro disponibilità presso la direzione regionale scolastica e le autonomie scolastiche possono predisporre questi progetti strettamente legati all'accordo Regione Liguria-Miur per la realizzazione di attività a carattere straordinario per innalzare la qualità dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome. Grazie all'intervento della Regione, i precari licenziati che oggi percepiscono il 60% dello stipendio per 12 mesi, otterranno un assegno pieno. La scadenza per le domande è prevista per la fine di settembre.
Fra i progetti compresi nell'intesa fra Regione Liguria e Ministero, l'integrazione degli immigrati, il rapporto scuola-extrascuola, l'orientamento e il rafforzamento dei processi legati alle forme di alternanza scuola-lavoro.
"E' un sostegno al mondo della scuola - dichiara l'assessore Rossetti - che vive una fase difficilissima per la riduzione del personale non insegnante e docente e segna un aumentano dei ragazzi nelle aule".



Moschea a Forlì, la Lega è categorica: "Non la vogliamo"

RomagnaOggi.it
FORLI' - "I problemi di Forlì sono ben altri, grazie alla giunta Balzani siamo diventati la città fanalino di coda di tutta la Romagna, siamo probabilmente al primo posto come città degradata, i commercianti del centro storico sono in difficoltà, le nostre imprese di punta sono costrette a lasciare a casa centinaia di dipendenti". Lo ha detto Jacopo Morrone, segretario provinciale della Lega Nord in merito alla questione moschea: "Il PD decide in autonomia senza interpellare i cittidini"
"Molte giovani coppie e famiglie non possono progettarsi un futuro perché non sanno se e fino a quando avranno il loro posto di lavoro e l'Assessore  Drei al solo fine di ingraziarsi qualche futuro voto va' a  promettere una moschea - continua Morrone - quale è il vero volto di questa amministrazione? Si parla di moschea dopo appena un anno di governo della città, quando un anno fa prima delle elezioni il sindaco Balzani mai ha neanche prospettato la presenza di un futuro minareto in città".
"Ci viene spontaneo chiedere se la circoscrizione 2 e il Presidente Marabini abbiano mai interpellato il quartiere di Villa Nova e la circoscrizione stessa per chiedere se si poteva usare la scuola come centro di culto e poi successivamente informarsi se sono sorti problemi di viabilità e quant'altro - come Lega Nord siamo a disposizione dei cittadini di Villa Nova e provvederemo a interpellarli per chiedere se l'amministrazione ha rispettato questi passaggi oppure se come al solito il PD ha mostrato i suoi muscoli e ha deciso in autonomia senza interpellare il territorio".
E ancora continua il Segretario Leghista  - "Si chieda ai forlivesi se vogliono una moschea a forlì, non decida di imperio un assessore che non ha i titoli per farlo, se il PD è d'accordo non si rintani dietro a strani giri di parole e comunichi ai forlivesi che per la giunta Balzani la priorità è una Moschea".
Infine conclude il leghista Morrone - " I cittadini Forlivesi stiano tranquilli , la Lega Nord si adopererà perché questo ennesimo abuso di potere nei confronti dei Forlivesi non venga attuato"




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