Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Una fiaccolata a Roma per non dimenticare i prigionieri del Sinai

Italia-Razzismo
Martedì 1 febbraio, a Roma, alle ore 18.00, sulla scalinata del Campidoglio, si terrà una fiaccolata per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su una vicenda tanto drammatica quanto ignorata. Mentre scriviamo è in atto il sequestro di molti esseri umani per mano di altri esseri umani: i primi vengono ridotti in schiavitù dai secondi al fine di ottenere denaro in cambio del riscatto della loro vita. È sempre successo, ma la vicenda di cui parliamo ha una sua peculiarità. Da oltre due mesi alcune centinaia di profughi si trovano nelle mani dei trafficanti di uomini nel deserto del Sinai. Tra essi 80 eritrei provenienti dalla Libia (e una parte di loro respinti dalle Coste italiane) poi etiopi, somali, sudanesi. Nel dicembre scorso, 8 di quei profughi sono stati uccisi e 4 sono stati sottoposti all’espianto del rene come forma di pagamento del riscatto loro richiesto. Nel corso di questi due lunghi mesi, la Comunità internazionale è stata silenziosa e inerte. Ma non possiamo dimenticare che questa situazione è una delle conseguenze della politica europea di chiusura delle frontiere, tesa ad allontanare le persone che cercano protezione nel nostro continente. Per questo i promotori della fiaccolata (Consiglio italiano per i rifugiati, A Buon Diritto, Agenzia Habeshia, Centro Astalli e decine di altre associazioni) chiedono che la Comunità internazionale si mobiliti immediatamente sia per combattere il traffico di esseri umani sia per garantire a queste persone la protezione internazionale a cui hanno diritto: in particolare attraverso un piano di «evacuazione umanitaria» e un progetto di accoglienza dei profughi nel territorio dell’Unione Europea secondo la disponibilità dichiarata da ciascuno degli stati membri.
28 gennaio 2011
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Sportello legale a cura dell'Arci.

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