Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

06 dicembre 2012

 

Il nuovo decreto flussi Sei mesi per le richieste
l'Unità, 06-12-2012
Italia-razzismo
A due anni dall’ultimo decreto flussi, lo scorso 16 ottobre è stato emanato il nuovo. Si tratta di un provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri che permette ai lavoratori non comunitari e residenti in uno Stato estero di presentare la domanda per poter entrare in Italia. Non solo. Il decreto permette anche a molte persone già regolari e in possesso di un permesso di soggiorno per studio o altro, di poterlo convertire in uno per lavoro subordinato o autonomo. Il periodo di tempo valido per inviare le richieste ha inizio alle ore 9 del 7 dicembre 2012 e si conclude alle ore 24 del 30 giugno 2013. Le persone che verranno regolarizzate secondo questa procedura saranno 13850. Questa quota è così ripartita, come si legge nella circolare del 26 novembre: “2000 unità per lavoro autonomo riservate a cittadini stranieri residenti all’estero appartenenti a queste categorie: imprenditori che svolgono attività di interesse per l’economia italiana; liberi professionisti riconducibili a professioni vigilate (…) figure societarie di società non cooperative, espressamente previste dalle disposizioni vigenti in materia; artisti di chiara fama internazionale o di alta qualificazione professionale; 100unità per motivi di lavoro non stagionale e di lavoro autonomo per lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado di linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile”. 10500 sono i permessi di soggiorno che verranno convertiti in permessi di soggiorno per lavoro subordinato in questo modo: 4.000 conversioni da lavoro stagionale a lavoro subordinato; 6.000 conversioni da studio, tirocinio o formazione professionale in lavoro subordinato; 500 conversioni da permesso CE per soggiornanti di lungo periodo rilasciato da altri Stati membri in lavoro subordinato. E altri 1250 saranno convertiti in lavoro autonomo: 1000 da permessi di soggiorno per studio e 250 da permessi di soggiorno di lungo periodo rilasciati da uno Stato membro dell’Unione Europea. Per quanto riguarda la procedura online essa consiste nella compilazione di otto differenti modelli da scegliere a seconda della situazione presentata.
Ma il decreto flussi non è l’unico provvedimento in tema di regolarizzazione. Il 4 dicembre il ministero dell’Interno ha  fatto sapere (circolare n. 7529) che i datori di lavoro che avevano versato 1000 euro per poter regolarizzare la posizione di un proprio dipendente, e che però non erano riusciti a inviare la domanda, lo potranno fare dal 10 dicembre al 31 gennaio 2013. Nella stessa circolare si legge che qualora il datore di lavoro volesse interrompere il rapporto, ciò non potrà avvenire prima che la procedura di regolarizzazione sia conclusa. A questo sono ammesse delle deroghe come nel caso in cui deceda la persona da assistere. Ma anche in questo caso l’estinzione del rapporto di lavoro è subordinata alla disponibilità dei parenti del defunto di farsi carico del completamento della pratica. Insomma, per quanto perfezionabile, a volte confusa e altre davvero molto difficile da interpretare, si può dire che i ministeri competenti una risposta la stanno dando.
 
 
 
Nel nuovo millennio boom di immigrati, l’Italia supera la media Ue per numero di stranieri in rapporto alla popolazione.
Rapporto Irpps-Cnr sullo Stato sociale in Italia. La quota di residenti è del 7 per cento. Casa e lavoro i temi cruciali per il futuro.
Immigrazioneoggi, 06-12-2012
“L’Italia in dieci anni ha raggiunto e superato la media europea per la quota di residenti immigrati”. È quanto emerge dal rapporto Irpps-Cnr (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali) sullo stato sociale in Italia 2012, Welfare e politiche per l’immigrazione, tenutosi ieri a Roma presso il Cnr. Secondo Giuseppe Ponzini, curatore del rapporto, il primo dato che emerge è quello demografico. “La quota di immigrati residenti in Italia all’inizio del millennio, quindi 12 anni fa, era sostanzialmente molto bassa, 1-2% della popolazione, e lontanissima da quella dei Paesi tradizionalmente d’immigrazione in Europa. Alla fine del decennio arriva al 7%. Questo implica un cambiamento strutturale della società italiana, facendo aumentare la popolazione complessiva altrimenti destinata ad una diminuzione”.
Secondo Ponzini, il decennio appena trascorso ha in parte fatto emergere in Italia come in tutta Europa l’esigenza di una “revisione delle politiche restrittive”.
Casa e lavoro restano due temi cruciali su cui la crisi economica sollecita domande per il futuro a cui è difficile dare risposte. Per Ponzini è necessario “orientare le politiche e ripensare le mappe concettuali attraverso le quali diamo un senso all’immigrazione. Non possiamo continuare a vedere l’immigrazione come un ambito settoriale e residuale delle politiche di welfare, ma dobbiamo inserirle in modo più organico all’interno delle politiche generali considerando che si tratta di politiche rivolte ad un decimo della popolazione italiana”.
 
 
 
Immigrati: si gela, proteste al Cie di Ponte Galeria (2)
Libero.it, 06-12-2012
(Adnkronos) - Attualmente nel CIE sono ospitate quasi 200 persone: 136 uomini e 58 donne. Nel corso della protesta alcuni immigrati, a cui sono stati riscontrati problemi psichiatrici importanti, hanno incendiato delle suppellettili, inghiottito pezzi di ferro e iniziato uno sciopero della fame.
"Nonostante l'impegno dell'Ufficio Immigrazione e della cooperativa che gestisce il CIE - ha detto il Garante - le condizioni di vita quotidiana nel Centro sono difficili ed il freddo arrivato in questi giorni non ha fatto che aggravare la situazione. In queste condizioni, basta davvero poco per scatenare la rabbia e l'esasperazione degli ospiti".
 
 
 
Immigrati: prefettura Firenze cerca mediatori culturali in 9 lingue diverse
Libero.it, 06-12-2012
Firenze, 5 dic. - (Adnkronos) - La Prefettura di Firenze cerca 9 mediatori culturali in nove lingue diverse da assegnare allo Sportello Unico per l'Immigrazione della Prefettura. Nove interpreti nelle lingue maggiormente utilizzate nei contatti con i cittadini extra-Ue: cinese, arabo, albanese, cingalese, filippino, bangla, russo, urdu e spagnolo. E' partita l'indagine di mercato per individuare i soggetti idonei a fornire i nove professionisti madrelingua che avranno il compito di facilitare la comunicazione tra gli operatori dello Sportello e gli utenti.
Le imprese selezionate concorreranno poi alla gara di appalto del servizio, che si svolgera' presumibilmente nel gennaio 2013, con l'importo base di 27.498 euro. Per partecipare sara' necessario aver maturato almeno 5 anni di esperienza nel settore immigrazione della pubblica amministrazione. Coloro che sono interessati potranno inviare le loro offerte entro le 12 di giovedi' 13 dicembre.
Il progetto di mediazione linguistico-culturale, ideato dalla Prefettura e approvato di recente dal Ministero dell'Interno, e' sovvenzionato dal Fondo Europeo per l'Integrazione, nell'ambito del programma generale "Solidarieta' e gestione dei flussi migratori". Un finanziamento che l'Unione Europea assegna a quelle proposte ritenute piu' valide per migliorare gli interventi locali di inclusione sociale dei cittadini stranieri. I mediatori, infatti, non aiuteranno solo a tradurre ma anche a comprendere gli adempimenti e il funzionamento della pubblica amministrazione, fornendo un apporto prezioso ai processi di integrazione.
 
 
 
Una guida informativa multilingue per stranieri in cerca di “orientamento” nel nostro Paese e nella città di Roma.
Informazioni in 4 lingue (italiano, inglese, francese, arabo) sul territorio, sull’ingresso e il soggiorno in Italia, sui documenti, sui servizi sanitari e sul sistema di protezione.
Immigrazioneoggi, 06-12-2012
Un piccolo manuale di 156 pagine tradotto in inglese, francese e arabo, ricco di immagini, scritto in modo agevole e chiaro in grado di fornire allo straniero appena giunto nel nostro Paese le prime informazioni sul territorio, sull’ingresso e il soggiorno in Italia, sui documenti, sui servizi sanitari e sul sistema di protezione e tutele. Così si presenta Cittadinanza, guida ai servizi per una città plurale, iniziativa di Fondazione IntegrA/Azione, con il patrocinio del Ministero per la cooperazione internazionale e l’integrazione, l’Anci, il Teatro Due Roma e la Rete Scuole Migranti, che verrà presentata a Roma domani 7 dicembre alle ore 15,30 presso lo Spazio Europa, in via IV Novembre, 149. “Come funziona un Centro di accoglienza?”, “Conosci i tuoi diritti?”, “Cerchi un lavoro?”, “Hai bisogno di un medico?”, “Hai subito violenza?”, “Vuoi imparare l’italiano?” sono alcuni degli interrogativi a cui la guida cerca di rispondere facendo riferimento al contesto della città di Roma. 
“In Italia – afferma Luca Odevaine, presidente di Fondazione IntegrA/Azione – solo nel 2010, si sono registrate 10.000 richieste d’asilo. Numeri contenuti rispetto all’andamento dei flussi migratori in generale, ma comunque importanti se si pensa a quante centinaia di persone si riversano sul nostro territorio in cerca di risposte. Uomini e donne costrette a ricollocarsi socialmente in un ambiente estraneo e spesso criptico”. La guida vuole rappresentare uno strumento di dialogo verso questi uomini e donne contribuendo a farli diventare “cittadini” nel senso ampio del termine, ossia membri di una comunità consapevoli dei propri diritti e doveri .
Cittadinanza, guida ai servizi per una città plurale sarà disponibile anche on line da domani 7 dicembre.
(Maria Rita Porceddu)
 
 
 
Immigrazione e sanità Sentenza rivoluzionaria del Tribunale di Milano
I genitori ultra65enni di immigrati stranieri venuti in Italia per ricongiungimento familiare avranno diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale grazie a una sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano, che ha anche condannato per comportamento discriminatorio nei loro confronti i Ministeri della Salute, del Lavoro e delle Finanze
Il Giorno Milano, 05-12-2012
Enrico Fovanna
Milano, 5 dicembre 2012 - I genitori ultra65enni di immigrati stranieri venuti in Italia per ricongiungimento familiare avranno diritto all’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale grazie a una sentenza pronunciata oggi dal Tribunale del Lavoro di Milano, che ha anche condannato per comportamento discriminatorio nei loro confronti i Ministeri della Salute, del Lavoro e delle Finanze.
A rivolgersi ai giudici attraverso diverse associazioni (Naga, Asgi, Avvocati per Niente e Anolf Milano, legata alla Cisl) erano stati sette immigrati, dal Marocco ai paesi dell’est europeo, che, come tutti gli over 65 coi loro requisiti, non avevano accesso alla Sanità pubblica per la mancata attuazione di un decreto ministeriale previsto dal Testo Unico in materia di Immigrazione.
La norma controversa prevedeva che il Ministero della Salute, di concerto con quello del Lavoro e dell’Economia e Finanze, stabilisse per decreto l’importo da versare da parte degli stranieri di oltre 65 anni per l’iscrizione volontaria al Sistema Sanitario Nazionale. In assenza di questo decreto, si erano date da fare autonomamente le amministrazioni di Emilia Romagna e Veneto che avevano determinato il costo forfettario per consentire agli anziani stranieri di avere accesso ai servizi sanitari.
La Lombardia invece non aveva provveduto. Senza questo decreto, per gli over 65 era praticamente impossibile ricevere prestazioni sanitarie perché nessuna compagnia assicurativa si era dimostrata disponibile ad assicurare persone mature emigrate nel nostro Paese, spesso affette da patologie. 
Ora, il giudice del lavoro Marco Lualdi ha dichiarato «la natura discriminatoria della condotta tenuta dai Ministeri resistenti consistita nella mancata adozione dei decreti previsti dall’articolo 34 del Decreto legislativo 286/1998». E ha così ordinato alla Lombardia «di rendere possibile l’iscrizione al Sistema Sanitario Nazionale dei soggetti ricorrenti a fronte del versamento di un contributo forfettario annuale e non frazionabile, in analogia con quanto già disposto da Veneto ed Emilia Romagna pari a 387 euro».
In sostanza, la somma che dovranno versare sostituisce i contributi non versati da queste persone che non hanno lavorato e pagato le tasse in Italia. «Grazie a questa pronuncia - commentano i legali dei ricorrenti, gli avvocati Maurizio Bove, Silvia Balestro e Alberto Guariso - tutti gli stranieri giunti in Italia per ricongiungimento familiare avranno la possibilità di fruire dell’assistenza completa del SSN».
Grande la soddisfazione al Naga, l’associazione di medici volontari che assistono gratuitamente dal punto di vista sanitario, ma anche con un supporto legale, gli immigrati, indipendentemente dal loro status giuridico sul territorio.
«Il comportamento posto in essere da Regione Lombardia e Ministero della Salute era illegittimo e configurava una discriminazione a danno dei cittadini stranieri dal momento che non è rispettato il principio costituzionale che sancisce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e che solo ai ricorrenti è stata radicalmente preclusa la possibilità di iscrizione al SSN: il principio di parità previsto dalla legge è dunque violato».
Di qui l’epilogo: «Oggi il Tribunale di Milano ci ha dato ragione dichiarando la natura discriminatoria della tenuta condotta dai Ministeri, vista la mancata adozione dei decreti previsti e ha ordinato alla Regione Lombardia di rendere possibile l’iscrizione al SSN per i ricorrenti tramite il pagamento di un contributo forfettario previsto da altre regioni. Ci auguriamo che questo possa essere considerato un precedente per tutti i cittadini nelle loro condizioni e che il diritto all’accesso alle cure non sia più violato in Lombardia».
 
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