Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Storia di Josef, candidato incandidabile al Campidoglio

Osservatorio Italia-razzismo 15 marzo 2013

L’unico nome già definito tra i candidati a sindaco di Roma è quello di una persona incandidabile: ovvero Josef Yemane Tewelde, un trentatreenne nato e cresciuto in Italia da genitori eritrei. Non sarà possibile votarlo perché non è cittadino italiano, anche se vive a Roma sin dalla nascita e dice  di non essere mai uscito dall’Italia.
 La cittadinanza, “Jojo” l’aveva chiesta subito dopo il compimento del diciottesimo anno e prima di arrivare al diciannovesimo, come prevede la normativa italiana (legge 91/92) in materia. Ma, nonostante il percorso fosse burocraticamente più snello e veloce rispetto a quello di chi chiede di diventare cittadino a seguito dei dieci anni di residenza, gli ostacoli non sono mancati. E nel suo caso si sono rivelati addirittura insormontabili.  Al momento della richiesta il reddito da dimostrare non era sufficiente e la residenza, nei suoi primi undici mesi di vita, non era stata regolare. Sono bastati questi due elementi per rendere vano il tentativo di una persona, nata e cresciuta in Italia, di poter diventare a tutti gli effetti cittadina italiana. Le difficoltà di Jojo non sono solo sue ma riguardano la maggior parte dei nati in Italia da persone di origine straniera. E queste stesse problematiche sono quelle di cui, il candidato incandidabile, vuole farsi porta voce: “la campagna è un gioco, ma vuole testimoniare l’assurdità della nostra legge”. L’idea della candidatura era nell’aria da tempo ma è stata ufficializzata solo il primo marzo, giorno in cui dal 2010 si tiene una iniziativa nazionale per ricordare l’importanza della presenza straniera nel nostro Paese. Una presenza non più ignorabile, e ormai da molti anni. Gli stranieri sono quasi 5 milioni e la maggior parte di essi vive qui con la famiglia. Per alcune nazionalità si parla già di terza generazione in Italia. Ecco perché l’attuale legge sulla cittadinanza si dimostra sempre più inappropriata e tendente a ignorare i grandi mutamenti sociali avvenuti dal momento della sua entrata in vigore (1992). Non considera possibile, per esempio, l’acquisizione della cittadinanza al momento della nascita per i figli di genitori stranieri. Questo è l’aspetto su cui più si concentrano i progetti di legge in materia presentati negli ultimi anni e quello su cui, molto probabilmente, si focalizzeranno quelli che verranno proposti nella legislatura che sta per aprirsi. In Europa ci sono sistemi che, rispetto al nostro, sono già molto avanzati e che prevedono, per chi nasce in quello Stato, l’acquisizione della cittadinanza molto prima del raggiungimento dei diciotto anni. Il modello a cui rifarsi, però, potrebbe essere quello americano per cui chi nasce sul territorio è cittadino.
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