Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

28 novembre 2014

L`immigrazione disordinata che dà alimento a disagi e paure
Corriere della sera, 28-11-2014
Beppe Severgnini
Il successo crescente della Lega va preso sul serio. Dimostra il disagio verso l`immigrazione disordinata, che sta incendiando le periferie e
s`allarga rapidamente alle nuove generazioni. Molti ragazzi italiani avvertono la presenza degli immigrati come un pericolo e un`ingiustizia. Credono che ai nuovi arrivati vengano riconosciuti molti diritti e richiesti pochi doveri.
Se quello per il Movimento 5 Stelle nel 2013 era un voto rabbioso, quello per la Lega nel 2004 è un voto ansioso. Se l`ascesa di Beppe Grillo è stata preceduta da un insulto (vaffa!), quella di Matteo Salvini viene accompagnata da un urlo (basta!).
Possiamo ignorarlo: a nostro rischio e pericolo. L`Italia è un Paese senza memoria. Le sceneggiate secessioniste della Lega Nord di Umberto Bossi, le ampolle e il dio Po sono stati dimenticati; la gestione familistica e famelica del partito rimossa; íl disprezzo per gli italiani del Sud accantonato. Dismesso il prefisso «Nord», la Lega si accinge alla scalata nazionale.
Roma ladrona!» è fuori moda. Adesso i nemici - un nemico ci vuole sempre - sono l`Europa a Nord e i migranti da Sud. Questi ultimi, sul mercato elettorale, si vendono meglio.
Il cinismo di Matteo Salvini è pari al suo tempismo. L`autunno del patriarca Berlusconi e la scelta governativa di Alfano lo stanno aiutando. Ma non c`è dubbio che il nuovo, disinvolto capo della Lega abbia colto le opportunità e gli umori. Dopo averlo sentito boicottare l`inno di Mameli e irridere lo Stato unitario, aspettiamoci di vederlo presto con una nuova scritta sull`amata felpa: ITALIA! L`ipocrisia della manovra, e l`incoerenza delle proposte, non ci devono illudere: anche in Italia avremo presto il nostro partito xenofobo, come in Francia, in Inghilterra, in Olandain Svezia o in Finlandia. Per contenere il fenomeno - eliminarlo è impossibile -abbiamo solo una strada: scegliere e agire, non litigare e subire.
Non possiamo accogliere tutti, come vorrebbe qualcuno. i vantaggi della democrazia e Non possiamo respingere del welfare senza offrire nulla chiunque, come chiedono molti. Le politiche dell`immigrazione come ha dimostrato la sanatoria annunciata da Obama per più di quattro milioni di migranti illegali, sono sempre frutto di un compromesso: con la storia con la geografia  con gli obblighi della carità e le necessità dell`economia Chi arriva in Italia deve adrire a progetto: come accade negli Usa. Non dev`essere sfruttato; ma non può sfruttare i vantaggi della democrazia e
del Welfare senza offrire nulla in cambio.  Se non s`arriverà a  questo, sarà facile per populisti e xenofobi cercare consenso e voti. Se li ottenessero tra gli scontenti cronici, passi. Ma se li trovassero tra i ragazzi di oggi  - gli italiani di domani- sarebbe grave.



ITALIA E GERMANIA IMPEGNO COMUNE PER I RIFUGIATI
Il Gazzettino, 28-11-2014
Paolo Gentilone
Frank Walter Steinmeier

Guerre civili, persecuzioni, condizioni socio-economiche di deprivazione e violazioni dei diritti umani alimentano crescenti flussi migratori da diversi Paesi prossimi all`Europa. Spinti dalla speranza di trovare condizioni di sicurezza e un futuro migliori, i migranti intraprendono un lungo cammino verso l`Europa, affrontando situazioni di pericolo e sfruttamento e incontrando spesso la morte.
L`Europa non può reagire a questa situazione con mere azioni di emergenza ai suoi confini. Soluzioni sostenibili alle attuali crisi di rifugiati e ai flussi migratori possono essere individuate, in un`ottica di diplomazia preventiva, solo attraverso il dialogo e la cooperazione con i Paesi di origine e transito.
Dobbiamo anche sostenere i Paesi di accoglienza di prima linea che, trovandosi nelle immediate vicinanze dei grandi focolai di crisi, sono esposti a gravi pressioni. Questo è stato l`approccio seguito nella Conferenza sui profughi siriani, tenutasi lo scorso ottobre a Berlino, nel corso della quale abbiamo riconosciuto la nostra responsabilità sia nei confronti dei rifugiati siriani in fuga dalla guerra civile sia nei confronti dei Paesi di accoglienza.
Insieme al Medio Oriente, l`Africa dell`est è una delle principali regioni di partenza dei migranti che tentano di raggiungere l`Europa attraversando il Mediterraneo. Un numero crescente di somali, etiopi e sudanesi affronta questa pericolosa odissea: Le vittime del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa provenivano per la maggior parte dall`Eritrea. Sul piano umanitario, con l`operazione "Mare Nostrum" , l`Italia ha dato una risposta rapida ed efficace che ha consentito di soccorrere circa 100.000 migranti in difficoltà.
Tuttavia la traversata del Mediterraneo è solo l`ultima tappa del lungo viaggio dal Corno d`Africa all`Europa. Fin dal momento della loro partenza, i migranti sono continuamente esposti al pericolo di essere vittime di gravi violazioni dei diritti umani o di emergenze umanitarie. Si stima che dal 2009 dai 25 ai 30 mila cittadini eritrei, somali ed etiopi siano stati rapiti e torturati lungo la rotta migratoria dell`Africa dell`est per ricattare le loro famiglie e ottenere elevati riscatti.
L`Italia e la Germania hanno quindi deciso di rafforzare il loro impegno congiunto nel Corno d`Africa nell`ambito del Processo di Khartoum che, nato su iniziativa dell`Italia, è al centro della Conferenza internazionale per la quale ci siamo riuniti oggi a Roma. Si tratta di un processo politico, in cui i Paesi europei e quelli del Corno d`Africa si propongono di combattere insieme il traffico e il contrabbando di esseri umani in coerenza con i principi della Conferenza di Rabat svoltasi ieri a Roma.
Come Ministri degli Esteri di Italia e Germania, vogliamo dare nel Corno d`Africa prova concreta del valore aggiunto che la politica estera può dare nel combattere le cause strutturali dei flussi migratori e nel sostenere i Paesi di transito. Vogliamo e dobbiamo andare oltre mere azioni di polizia o misure umanitarie, che possono dare risposte solo di breve termine; nel lungo, serve solo una nuova "partnership" con i Paesi di origine e transito, in particolare quelli del Corno d`Africa ed i Paesi mediterranei di transito (Libia in primis, ma anche Egitto e Tunisia).
Come prima misura, intensificheremo in questa regione le nostre azioni diplomatiche a supporto della stabilità politica come mediazioni nella composizione di conflitti, ad esempio in Sudan o Somalia; sostegno alle missioni di pace delle Nazioni Unite e dell`UE; iniziative contro il contrabbando di armi di piccolo calibro e a favore del disarmo.
Poi contribuiremo al rafforzamento della tutela dei diritti dei rifugiati e dei migranti e delle capacità locali di contrasto al traffico di esseri umani. In quest`ambito rientrano programmi di formazione degli agenti di frontiera per affinare le loro capacità di identificazione dei trafficanti e delle loro vittime, nonché le loro capacità di reazione ai crimini correlati. Possiamo anche migliorare le misure di protezione nei campi profughi e nei loro dintorni, rafforzando l`assistenza socio-psicologica e sanitaria delle vittime.
Infine effettueremo programmi volti a migliorare le condizioni socio-economiche e giuridiche di rifugiati e migranti nei Paesi di transito lungo le rotte di migrazione, nella convinzione che, se già nei loro Paesi essi intravedessero la possibilità di una vita accettabile, sarebbero disincentivati a lasciarli. Concretamente si tratterà dí potenziare l`offerta di accesso ai servizi pubblici, come istruzione e assistenza sanitaria, nei Paesi ospitanti; dí fornire consulenza alle autorità locali nell`implementazione della legislazione sull`asilo e sugli stranieri; di rendere in definitiva un contributo alla stabilizzazione delle istituzioni statali e di facilitare il dialogo sulla good governance.
L`Italia e la Germania vedono la Conferenza di Roma (del 28 novembre) come una prima importante tappa di un impegno congiunto a favore dei Paesi del Corno d`Africa. Coopereremo strettamente all`interno del Processo di Khartoum, con i Paesi che vi partecipano, con l`Unione europea e l`Unione africana. Solo quando i temi migratori diventeranno parte integrante della politica estera europea, potremo dare un contributo efficace alla gestione delle crisi migratorie.
Paolo Gentiloni
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
Frank Walter Steinmeier
Ministro degli affari esteri della Repubblica federale di Germania



Emra è nato e cresciuto in Italia, ora è in un Cie e vogliono mandarlo in Serbia
Il caso di Gasi, 22 anni. “Non parlo nemmeno il serbo”. Le tragiche conseguenze di una legge che considera stranieri i figli degli immigrati
stranieriinitalia.it, 28-11-2014
Roma - 28 novembre 2014 - Se non fosse per il nome che si porta dietro, nessuno potrebbe pensare che Emra Gasi, 22 anni, è uno “straniero”. É nato a Napoli, è cresciuto a San Donà di Piave, in provincia di Venezia. Ora è chiuso nel Cie Bari, da dove lo vogliono spedire in quella che, secondo la legge, è casa sua: la Serbia. Peccato che lui lì non ci sia mai stato.
La storia di Gasi, raccontata oggi dal Corriere della Sera, è l'ennesimo esempio di come l'attuale legge sulla cittadinanza chiuda le porte in faccia a centinaia di migliaia di giovani italiani di fatto, ma non di diritto. Con conseguenze che, come in questo caso, possono essere drammatiche.
Non ha avuto una vita semplice, Gasi.  Figlio di profughi dell'ex Jugoslavia, fino a quando era minorenne è stato registrato sul permesso di soggiorno del padre. È cresciuto, il padre è morto e la madre era analfabeta, quando a 18 anni avrebbe potuto chiedere la cittadinanza non l'ha fatto e intanto è passato per un'esperienza di tossicodipendenza che gli lasciato in ricordo una brutta epatite C.  Il suo medico curante gli ha anche diagnosticato un ritardo mentale.
Non è uno che fila dritto. Ha un condanna in primo grado per stalking e una per danneggiamento. Non è però questo che lo ha portato dietro le sbarre del Cento di Identificazione ed Espulsione di Bari. Lì c'è finito perché una settimana fa, quando la polizia lo ha fermato e gli ha chiesto i documenti, ha esibito solo una carta di identità italiana, ma è risultato privo di un permesso di soggiorno.
Sono così scattati un provvedimento di espulsione e la decisione convalidata dal giudice di pace di Bari, di trattenerlo nel Cie mentre si avviano le procedure per il rimpatrio nel paese d'origine dei genitori, che oggi si chiama Serbia. Non sarà semplice: la Serbia dice infatti di non sapere nulla di  Emra Gasi, sconosciuto alle sue anagrafi. “Di chi è” il ragazzo? Dell'Italia, dov'è nato e cresciuto, o della Serbia, che ha conosciuto al massimo dai racconti di mamma e papà?
Intanto, dietro le sbarre, lui si dispera: “Sono in questo centro che non so neanche bene come si chiama, non riesco a mangiare né a dormire, sono abituato a stare con la mia famiglia. Voglio tornare da mia madre”. Se lo spediranno in Serbia,  per lui sarà impossibile anche spiegare cosa gli è successo: “Non so parlare il serbo”


Social card immigrati, nodo rinviato al Senato
Avvenire, 28-11-2014
?Saltano gli emendamenti alla manovra sulle social card agli immigrati e sulle cartelle esattoriali. Il primo firmatario della proposta sulla rateizzazione ha deciso di ritirarla. Stessa sorte per l'emendamento che sanava i compensi dovuti a Poste per la distribuzione della carta acquisti. I nodi saranno probabilmente riaffrontati al Senato.
Il via libera della Commissione Bilancio alla legge di stabilità, arrivato ieri sera, porterà il testo in aula tra domani e venerdì con le ultime novità approvate: il tetto alle pensioni d'oro, applicato però solo a partire dal 2015, e la detrazione per i politici che versano parte dei compensi al partito. Salta, invece, la norma sulla social card agli immigrati che permetteva di sanare i compensi dovuti a Poste per la distribuzione della carta tra gennaio e marzo 2014. Se ne riparlerà probabilmente al Senato così come della rateizzazione delle cartelle.



Bonus discriminatorio
l'Espresso, 28-11-2014
Corsi e ricorsi storici: l`aveva già fatto Roberto Maroni, che come ministro del Welfare introdusse il bonus bebè, vietandolo però agli extracomunitari, anche lungo-soggiornanti. Stavolta è il governo Renzi che vieta il bonus bebè, inserito nella legge di Stabilità 2015, ai non lungo-soggiornanti: 80 euro al mese - dal 2015 e per 3 anni - agli italiani che guadagnano fino a 25 mila euro. L`associazione studi giuridici
per l`immigrazione ha scritto al governo che con questa norma, «discriminatoria e illegittima», l`Italia viola la direttiva UE del 2011, il regolamento UE del 1998 e altre leggi che sanciscono «parità di trattamento nelle prestazioni sociali agli stranieri con regolare permesso di lavoro». L`Asgi ricorda, inoltre, il rischio per il governo di nuovi contenziosi, come per l`assegno per famiglie numerose vietato agli immigrati,
che l`amministrazione dello Stato ha sempre perso.
C. O.


Diritto di voto. Milano apre agli immigrati i referendum comunali
Modificato lo Statuto. Potranno andare alle urne anche i cittadini extraue titolari di un permesso per lungosoggiornanti
stranieriinitalia.it, 28-11-2014
Milano, 28 novembre 2014 – Cambiano le regole per i referendum comunali a Milano e alle urne potranno andare anche gli immigrati.
Il Consiglio comunale ha approvato ieri (25 voti favorevoli, nessun contrario e 10 astenuti) una proposta di delibera di iniziativa popolare che modifica lo statuto comunale. In partiolare, vengono introdotti i referendum di tipo abrogativo e propositivo e modificate alcune regole che riguardano i referendum consultivi.
Come già in passato, spiega una nota del Comune, i referendum popolari potranno essere indetti sulle materie di esclusiva competenza comunale, con finalità consultive e ora anche propositive e abrogative. I referendum potranno essere richiesti da almeno 15 mila cittadini, da due terzi dei Consigli di Zona oppure da una delibera del Consiglio comunale. Il referendum abrogativo sarà valido se la proposta verrà presentata entro 120 giorni dal momento in cui diventa esecutiva l’atto della Giunta o del Consiglio che si vuole abrogare.
Una delle novità riguarda i “nuovi milanesi”. I comunitari potevano già votare, ora si apre  la possibilità di partecipare ai referendum anche per cittadini maggiorenni provenienti da paesi non appartenenti all'Unione Europea, che siano residenti nel Comune di Milano alla data di indizione del referendum e siano titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
I referendum propositivi e abrogativi sono vincolanti perché il loro esito interviene direttamente sull’attività dell’Amministrazione. L’ammissibilità dei quesiti referendari spetta al Collegio dei Garanti che prende la propria decisione prima della raccolta delle 15.000 firme necessarie per arrivare alle urne.



GRAZIE IMMIGRATI
l'Espresso, 28-11-2014
Davide Lerner
Uno studio della Univerity College London rivela che l`immigrazione europea nel Regno Unito ha avuto un impatto positivo sulle casse dello Stato. E contraddice la propaganda di Ukip (il Partito per l`indipendenza di Nigel Farage) contro a libertà di movimento nell`Unione. Il rapporto dimostra come fra il 2000 e il 2011 gli stranieri d`Europa abbiano versato in tasse 25 miliardi di euro in più di quanto siano costati al welfare. Il 60 per cento dei provenienti dall`Europa occidentale e meridionale sono laureati, così come il 25 per cento per cento degli est-europei.
L`autore Christian Dustmann stima che sarebbe necessario un investimento di 8 miliardi e mezzo di euro perché il sistema universitario produca da sé il capitale umano di cui beneficia.

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