Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

“Ci siamo proprio Tutti”

 

Marga Esposito
I Modena City Rambles il 6 giugno 2011 al Roma Vintage: concerto pubblico, prezzo politico (senza enumerare i gratuiti già regalati gli altri anni negli spazi romani), clamore di pubblico, fremente,  propositivo, “caricato”; ci sono tutti, dai diciottenni ai sessantenni e oltre. Ma chi sono questi miti del Folk?
A Modena, accomunati da stile di vita e ideali, nascono quasi per gioco su Quello irlandese in dialetto emiliano della musica dell’isola di Smeraldo. I loro testi sono sempre stati militanti, sin dal demotape Combact Folk del ‘93; poi il primo album nel ‘94 Riportando Tutti a casa racconta della Resistenza, degli anni ’70, di viaggi e lotte.  Nel ‘96 La Grande Famiglia abbandona tendenze punk e si contamina con il rock, mentre lavorano con Paolo Rossi tra musica, satira,  “Resistenza Civile”, solidarietà urbana e popolare. Il ‘97 è segnato dai viaggi nell’America latina e da incontri come quello con Sepulveda, da cui nasce Terra e Libertà dove il combact Folk annovera suoni elettrici, suggestioni letterarie, in una sorta di Patchanka celtica. Nel ’98 abbiamo l’esperienza del Live Raccolti registrato in un Pub, completamente acustico;  poi in Irlanda realizzano l’album Fuori Campo, spaccato sulla loro “vicenda” dall’espressione artistica più “contaminata” al punto di essere acclamata in tour dalla Catalogna all’Albania, dal Sudafrica in Giappone. Prima di Radio Rebelde nel 2002 (evoluzione musicale –con ritmi dub, reggae, africani, balcanici- nella ramblers-style), purtroppo per scelte personali il gruppo subisce la defezione di due componenti storici, Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, mentre il cantante Cisco Bellotti realizzava con la Kaba, produzione amica, la Casa del Vento del 2001. Si unisce poi “Gabibbo”, Luca Giacometti, mandolinista e bouzoukista; poi  realizzano Bella Ciao. Nel  2004 i MSR pubblicano il primo DVD ufficiale della band, Clan Banlieue: 1992-2004, la Grande Famiglia in Movimento. Intanto sostengono progetti importanti come una cisterna dell’acqua in Palestina con i ricavati di Gocce e anche di Viva la Vida: Muera la Muerte. Nel 2005 Appunti Partigiani e poi la canzone Ebano, vincono il premio “Amnesty- Voci per la Libertà”. 
Il 6 ottobre 2006 scompare tragicamente in un incidente stradale Gabibbo; poi l’album del 2006 Dopo il lungo Inverno con le voci di Davide Dudu Moranti e Betty Mazzani. E ora con la sola voce D. D. Moranti, Il Tetto del Mondo che ha imperato proprio nell’ultimo concerto in cui ancora una volta la band rivendica un’identità meticcia da cui tutti noi deriviamo e a cui tutti noi apparteniamo:  tema fondamentale della serata dai messaggi diretti e precisi, gli immigrati, i clandestini, gli emarginati, sono la nostra identità fatta di misture musicali, culturali, sentimentali, passionali, unica via- da battere Sotto il Tetto del Mondo.  
 
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