L’anomalia Italia fra una finta carità e numeri impietosi

Italia-razzismo    Ossevatorio
l'Unità, 02-04-2011
Da settimane tutti - ma proprio tutti – lamentano l’assenza dell’Europa, la sua sordità e la sua avarizia. Ed è anche vero. Ma, come scriveva Don Milani, nulla è più ingiusto che «far parti uguali fra disuguali».

E, allora, va detto che, per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi l’Italia è davvero “diseguale” rispetto ad altri paesi. In Francia (65milioni di abitanti) al 31 dicembre 2009 erano presenti 196384 rifugiati; in Germania (83 milioni di abitanti), alla stessa data, 593799; nel Regno Unito (popolazione di quasi 60 milioni) 269363. Seppure consideriamo la peculiarità della Germania, che ha conosciuto un esodo particolare, successivo alla riunificazione, il confronto con gli altri due paesi, mostra chiaramente l’avarizia dell’Italia. La Francia, con una popolazione di poco superiore, ospita un numero di rifugiati più di tre volte maggiore. E se consideriamo un altro dato, la sempre enfatizzata solidarietà degli italiani si rivela poco più che uno stereotipo. Solo la Francia presenta una percentuale di immigrati (rispetto all’intera popolazione) inferiore a quella del nostro paese, mentre l’Inghilterra e la Germania, accolgono immigrati in quantità percentualmente maggiore. Poi c’è il dato politico. Ed è qui che esplode – in tutta la sua indecenza – l’anomalia italiana. Solo nel nostro paese esponenti del Governo si esibiscono in quel linguaggio triviale che da il senso preciso di una cultura (si fa per dire). Dal «föra da i ball» di Umberto Bossi al pacato e pensoso ragionamento del sottosegretario Gianfranco Miccichè: «Si risolva subito il problema e non c’è che un solo modo per risolverlo: se li portino via! Non m’interessa dove, non m’interessa come, basta che se ne vadano via e subito, altrimenti li cacceremo via noi».

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