Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

28 maggio 2014

Immigrazione. Alfano: "Anche nel 2014 trend arrivi in crescita"
"Il forte numero di arrivi in Italia si deve alla situazione di forte instabilità soprattutto in Libia"
stranieriinitalia.it, 28-05-14
Roma, 28 maggio 2014 - ''E' ragionevole pensare che il trend degli arrivi di migranti sulle nostre coste sara' in crescita per tutto il 2014 anche se non ci puo' essere alcun indicatore sul numero esatto degli arrivi.Fatto sta che nei soli ultimi 5 mesi vi sono stati quasi 40mila sbarchi, esattamente 39538".
Il dato e' stato fornito stamane dal ministro dell'Interno Angelino Alfano nel corso di una audizione al comitato parlamenare Schengen. Il forte numero di arrivi in Italia, e' tornato a spiegare il responsabile del Viminale, si deve alla situazione di forte instabilita' soprattutto in Libia.
Lo stesso Alfano ha poi fatto rilevare la ''mutata tipologia'' di quanti giungono in Italia, sempre piu' persone che possono accedere alla protezione umanitaria e che, quindi - ha concluso il ministro - e' obbligo dell'Europa accogliere''.



Carceri, l’Italia rimpatria 3.600 detenuti romeni
Il tempo scade oggi. Ora si può solo attendere il verdetto di Strasburgo e del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa. Basta correzioni, interventi, proposte. Quello che è fatto, è fatto. Per sapere se è sufficiente per evitare oltre cento milioni di euro di multa - che potrebbero lievitare in poco tempo visto che ci sono circa settemila ricorsi pendenti - bisogna probabilmente aspettare i primi giorni della prossima settimana. La Corte, infatti, è previsto che si riunisca lunedì prossimo.Da allora ogni momento è buono per sapere se l’Italia ha superato l’esame di civiltà per cui è finita sotto processo davanti al Tribunale dei diritti dell’uomo e che ci accusa di sottoporre a tortura i detenuti ristretti nella nostre carceri. Sarà, questo verdetto, anche il primo test ufficiale e concreto del governo davanti alla nuova Europa.Ealla vigilia dell’assunzione dell’Italia della presidenza del semestre europeo.
Il 21 e il 22 maggio il ministro Guardasigilli Andrea Orlando è volato per l’ultima volta utile e Strasburgo. Al presidente
della Corte europea dei diritti dell’uomo Dean Spielmann ha consegnato il dossier che dovrebbe dimostrare che la situazione nelle carceri in Italia non è eccellente ma certamente assai migliore rispetto al gennaio 2013 quando Strasburgo accusò (sentenza Torregiani) il governo di tortura intimando un intervento immediato pena una salatissima multa.
Oggi sono 59.683 i detenuti nelle carceri italiane: significa che qualche passo avanti è stato fatto visto che al 30 giugno 2013 erano ristrette 66.028 persone. Seimila detenuti in meno, è vero, ma ce sono ancora 15 mila in più rispetto ai posti regolari che sono 49.091 da cui però vanno sottratti almeno quattromila posti letto perchè «non disponibili » in quanto fatiscenti. Antigone, l’associazione che da anni si occupa dei detenuti, stima che «il tasso di affollamento italiano è del 134.6%, significa 134,6 detenuti per 100 posti letto». Prima dell'inizio della procedura europea, ha spiegato il presidente Patrizio Gonnella, «eravamo secondi per sovraffollamento solo alla Serbia che aveva un tasso del 159,3%. Con il dato di oggi siamo stati superati anche da Cipro e Ungheria. Restiamo lontani dalla media europea, che e' del 97,8%».
Una situazione non omogena in cui alcune regioni sono piu virtuose e altre meno. In Puglia il tasso di sovraffollamento
è del 148,4%, in Lombardia e' del 136,7%, nel Lazio del 133,7%. Fino al caso limite, Secondigliano (Napoli), dove in aprile c’erano 1.357 detenuti per 650 posti (circa il 200 per cento).
Il Guardasigilli ha spiegato gli interventi che stanno piano piano liberando le celle senza per questo far venire meno
i criteri di sicurezza. Oltre ad alcune leggi approvate dal Parlamento (messa alla prova, detenzione domiciliare, custodia cautelare) per cui il ricorso al carcere preventivo (circa il quaranta per cento è in attesa di giudizio) viene fortemente limitato, Orlando ha documentato gli accordi internazionali per cui l’Italia potrà rimpatriare i detenuti comunitari. Tremila e seicento sono quelli romeni e pochi giorni fa il ministro della Giustizia ha incontrato il collega romeno per sveltire i passaggi burocratici. Accordo analogo è stato sottoscritto con il Marocco (la seconda comunità straniera detenuta in Italia).
Trattandosi di un paese extracomunitario, ciascun detenuto dovrà prima accordare la propria disponibilità al rimpatrio.
Non saranno molti, ma sarà sempre qualcosa.
Nello stesso dossier di via Arenula, anche gli accordi con le regioni per affidare i detenuti tossicodipendenti ai Centri specializzati. Sono circa 25 mila i detenuti per reati di droga e l’incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi consente nel tempo ampi spazi di manovra anche su questa categoria di detenuti.
Palazzo Chigi incrocia le dita, non sarebbe un bel segnale iniziare il semestre di Presidenza con una multa della Cedu. Meno che mai avere appiccicata addosso la patente del paese incivile perchè non sa rispettare i diritti dei propri detenuti. Parliamo di ora d’aria, spesso negata, e di spazi fisici (neppure 3 mq a persona).
Nel dossier di via Arenula si fa cenno anche alle «misure compensative» previste per evitare che migliaia di ricorsi sommergano Strasburgo. Non ci sono molte alternative: sconti pena per chi è ancora detenuto; soldi per chi è già uscito. In ogni caso, una sconfitta.



Unhcr - Il Piano casa mette a rischio l’integrazione dei rifugiati
Senza accesso alla residenza negati diritti e servizi essenziali
Melting Pot Europa, 28-05-14
L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime preoccupazione per gli effetti che la recente approvazione del decreto legge cosiddetto “Piano Casa” potrebbe provocare sulla vita di migliaia di rifugiati presenti in Italia.
La legge vieta infatti che chi occupi illegalmente un edificio possa avere accesso alla registrazione della residenza.
L’UNHCR ricorda che sono migliaia i rifugiati costretti a vivere in palazzi abbandonati e occupati nelle principali città italiane quali Roma, Milano, Torino, a causa dell’inadeguatezza dell’accoglienza e dell’insufficienza dei progetti di integrazione.
Come immediata conseguenza del provvedimento, oggi, a Roma sono state sospese tutte le registrazioni dei rifugiati che vivono a Palazzo Selam uno degli edifici occupati della città dove dal 2006 alcune migliaia di rifugiati hanno trovato riparo ma dove permane una difficile situazione socio-sanitaria.
L’UNHCR ritiene che la legge, se così applicata, creerebbe un ulteriore ostacolo al processo di integrazione dei rifugiati in Italia costringendoli in una spirale di isolamento e marginalità: migliaia di persone sarebbero infatti private della possibilità di accedere alla residenza anagrafica.
La conseguenza immediata sarebbe il rischio di non poter più accedere all’assistenza sanitaria, al lavoro, nonchè all’istruzione per migliaia di bambini.
In assenza di residenza non è infatti possibile avere una carta identitità e senza questa è difficile avere accesso al lavoro e ai servizi essenziali.
L’UNHCR auspica che venga immediatamente trovata una soluzione di accoglienza dignitosa per queste persone e che sia mantenuta la garanzia di accesso alla residenza.



"Licenze taxi agli stranieri, basta divieti"
Taxi agli immigrati, è già polemica
la Repubblica Milano, 28-05-14
ILARIA CARRA
CAMBIARE il regolamento comunale sui taxi. Perché è datato e ancora oggi impone la cittadinanza italiana come requisito per ottenere una licenza. La questione la sollevano i legali dell`Associazione studi giuridici sull`immigrazione: tale clausola è «discriminatoria». Per modificarlo Palazzo Marino fa sapere che aspettava solo l`adeguamento del regolamento regionale, arrivato ad aprile. Ma il centrodestra si dice già pronto a far battaglia.
CAMBIARE IL regolamento comunale sui taxi. Perché ha più di 14 anni e ancora oggi prevede tra i requisiti per ottenere una licenza «quello della cittadinanza italiana», escludendo così gli immigrati extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. La questione la sollevano i legali dell`Associazione studi giuridici sull`immigrazione, che hanno scritto una lettera al
Comune per segnalare che tale clausola è «discriminatoria». Ma l`aggiornamento, secondo Palazzo Marino, è solo una questione di tempo, visto che il regolamento regionale sulla stessa materia è stato modificato solo due mesi fa e si attendeva proprio l`atto del Pirellone per cambiare anche quello di piazza della Scala.
Il requisito della cittadinanza italiana per le licenze dei taxi milanesi è inserito nell`articolo 9 del documento, approvato dal Consiglio comunale nel 2000. Gli avvocati protagonisti della contestazione sono gli stessi che avevano fatto ricorso contro la legge che impediva agli stranieri di essere assunti in Atm e contro il tetto agli immigrati nelle scuole della legge Gelmini. Stavolta si sono rivolti al sindaco Giuliano Pisapia, all`assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran e al presidente dell`aula Basilio Rizzo, per chiedere che «il Consiglio modifichi subito la norma illegittima anche per prevenire contenziosi». A Palazzo Marino, visto quanto fatto in Regione ad aprile recependo una legge nazionale, sono pronti a loro volta ad adeguarsi, è solo un fatto di tempi burocratici. Tanto chE sostengono voci dall`amministrazione, già oggi se uno straniero regolarmente
in Italia volesse comprare una licenza da un altro tassista e intestarsela non avrebbe la strada sbarrata. Per gli avvocati, però, bisogna fare chiarezza.
Alberto Guariso è uno dei legali dello studio: «È un atto della Regione che deve essere recepito dal Comune spiega l`avvocato - il regolamento del Pirellone non supera automaticamente quello comunale che mantiene la sua validità giuridica. E anche se un funzionario comunale fosse lungimirante è comunque meglio fare chiarezza al cittadino». È d`accordo il presidente del
Consiglio comunale, Basilio Rizzo: «Il solo requisito della cittadinanza italiana mi pare superato se uno ha un permesso di soggiorno regolare - dice - anche perché se uno intende fare un investimento così ingente, visti i costi, significa che intende rimanere in Italia per un certo periodo. Certamente devono essere rispettati tutti gli altri requisiti e non significa liberalizzare le licenze». «Il regolamento non si tocca, siamo pronti all`ostruzionismo perché questa giunta ha già creato
troppe tensioni verso la categoria e ulteriori strappi sarebbero benzina sul fuoco» è invece la promessa di lotta dell`ex vicepresidente dell`aula, Riccardo De Corato, che per Fratelli d`Italia ha uno scranno anche al Pirellone che, peccato, ha già cancellato la clausola incriminata. «De Corato é distratto e per la fretta di fare polemica con l`amministrazione Pisapia ha dimenticato di leggere il regolamento già approvato dalla giunta regionale» gli ricorda infatti il consigliere Pd, Agostino Alloni.



Vietato sputare, troppi immigrati. Ordinanza choc in Campania. Chi sgarra paga 500 euro
il mattino, 28-05-14
Gigi Di Fiore
Palma Campania. Sputare non sta bene, dicono le regole della buona creanza. Sputare in questo paese vesuviano, soprattutto se si è di «diversa etnia», può costare una multa da 25 a 500 euro. Sì, perché da 6 giorni qui è vietato sputare. Scritto e firmato dal sindaco Vincenzo Carbone, primo cittadino da 6 anni.
Lui la spiega così: «Siamo stati sollecitati dai nostri concittadini a richiamare all'ordine la folta comunità di immigrati. Ho firmato l'ordinanza nell'interesse di tutti, per favorire ancora di più l'integrazione degli stranieri tra noi». Nelle premesse dell'ordinanza, il sindaco fa espresso cenno all'obiettivo di «integrazione sociale».
Scrive il sindaco: «Le continue e diffuse lamentele dei cittadini rendono necessario procedere con urgenza per evitare gli inconvenienti di sputare in luogo pubblico e/o privato ad uso pubblico, al fine di evitare possibili episodi di intolleranza, che scaturiscono tra gli appartenenti alle diverse etnie nell'ambito della stessa collettività locale e che possono causare pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica».
Palma, come San Giuseppe Vesuviano, Terzigno fino a Nola, centri di immigrazione asiatica. Cinesi, ma anche bengalesi. Venti euro per dieci ore al giorno, a confezionare magliette, camicie, pantaloni. Da dieci a trenta in piccole stanze. Tutti al nero, a lavorare per più ditte, soprattutto campane, che sui prodotti poi ci affibbiano i loro marchi. Un sommerso, in mano a titolari locali, ma anche a cinesi e bengalesi.
Lo scorso ottobre, il sindaco chiese al prefetto la convocazione di un comitato per l'ordine pubblico per discutere di convivenza tra locali e immigrati. L'occasione erano state delle risse e una denuncia per molestie partita da una ragazza di Palma Campania. Da allora, si sono moltiplicati i controlli nelle piccole fabbriche tessili e nelle case del centro storico.



Consigliere Ukip sospeso per razzismo
La Stampa, 28-05-14
ENRICO CAPORALE
Non ha avuto neanche il tempo di stappare lo champagne, o brindare con una pinta di birra, come è solito fare il leader
del suo partito Nigel Farage. Dave Small, nominato giovedì scorso consigliere comunale con l`Ukip a Redditch, in Inghilterra, è stato subito sospeso. L`accusa: razzismo e omofobia. «Small è stato ritirato dal suo incarico con effetto immediato», ha confermato un portavoce dell`Ukip, il partito euroscettico e anti-immigrati che alle ultime elezioni europee ha superato laburisti e conservatori.
Secondo quanto racconta la «Bbc», Small è famoso in Inghilterra per il suo estremismo: già nel 2013 aveva etichettato
gli omosessuali come «pervertiti», manifestando pubblicamente la sua opposizione ai matrimoni gay (che Londra ha legalizzato di recente). In alcuni commenti su Facebook, inoltre, Small avrebbe definito gli immigrati che sbarcano in Gran Bretagna «parassiti», associando l`immigrazione da Paesi musulmani alla diffusione della tubercolosi. Troppo anche per l`Uldp.

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