Morire nel Mediterraneo

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

Regolarizzazione permanente contro illegalità e clandestinità

Saleh Zaghloul
La settimana scorsa ha visto la realizzazione in numerose città italiane di iniziative di solidarietà con i migranti di Brescia e contro il lavoro nero dei migranti, a Genova CGIL e ARCI hanno organizzato un presidio davanti alla prefettura giovedì scorso ed una delegazione ha incontrato il prefetto.
Pare che la mobilitazione abbia avuto qualche risultato: il governo ha accettato venerdì scorso due ordini del giorno, uno firmato da deputati del centro sinistra e l’altro da deputati del centro destra, che chiedono di estendere la regolarizzazione anche ai lavoratori non domestici. Negli ordini del giorno accettati dal governo si chiede inoltre di estendere la durata del permesso per ricerca di lavoro, dai sei mesi di oggi ad un anno, per evitare che chi ha perso il lavoro a causa della crisi diventi irregolare e soggetto all’espulsione. I deputati del Pdl hanno chiesto inoltre al governo di rispettare i tempi per i rinnovi dei permessi di soggiorno, mentre il Pd ha chiesto di convocare un tavolo istituzionale sul tema delle truffe a danno degli immigrati e prevedere una normativa in tempi brevi che permetta a questi stranieri di denunciare la truffa subita senza il pericolo di essere espulsi dal territorio italiano.
Provvedimenti che se vengono realizzati migliorerebbero la situazione ma non bastano a risolvere alla radice i problemi della clandestinità e del lavoro nero. Per la Camera del Lavoro di Genova la lotta contro la clandestinità, non contro i clandestini, richiede la regolarizzazione permanente (quotidiana e non dopo 5/6 anni di lavoro nero) dei lavoratori di tutti i settori lavorativi che dimostrano la sussistenza di un rapporto di lavoro; e, quando il datore di lavoro si oppone alla regolarizzazione, di rilasciare il permesso di soggiorno a chi denuncia e dimostra di essere impiegato in nero. Questi due provvedimenti sono previsti dalla direttiva europea 2009/52/CE che attende di essere recepita dal governo. Una seria lotta all’evasione fiscale e contributiva non può essere fatta continuando a dire “no” ai datori di lavoro che chiedono la regolarizzazione dei loro lavoratori irregolari costretti a lavorare in nero, e di poter dunque versare nelle casse dello Stato i contributi previdenziali (ed indirettamente le tasse e le imposte) per loro. L’attuazione della direttiva è parte fondamentale della proposta unitaria di CGIL, CISL e UIL “per l’apertura di un confronto con le parti datoriali per lo sviluppo del lavoro della legalità e della solidarietà”.

Per la CGIL di Genova la lotta alla clandestinità va affrontata a monte, favorendo gli ingressi regolari attraverso quote flussi corrispondenti al vero fabbisogno del paese ed attraverso l’introduzione del permesso di soggiorno per ricerca lavoro ed il ripristino dell’ingresso per sponsor. Per evitare che chi è già regolare venga ricacciato nella clandestinità, viene richiesto di consolidarne la situazione attraverso l’abolizione del contratto di soggiorno e lo scioglimento di ogni legame tra durata di contratto di lavoro e durata del permesso di soggiorno.

In questa fase di dura crisi e con un governo insensibile alle tematiche dell’immigrazione, la CGIL propone almeno la sospensione di questa norma o il prolungamento da 6 a 12 mesi della durata dei permessi per ricerca lavoro. L'obiettivo però è l'abolizione del contratto di soggiorno che facilmente porta all’ingiusta espulsione anche di chi è regolare in Italia da venti anni dopo 6 (o 12) mesi di disoccupazione.
Il consolidamento della situazione dei regolari si raggiungerebbe inoltre facilitando e semplificando il rilascio del permesso CE (ex carta di soggiorno) a tempo indeterminato a tutti gli immigrati che ne hanno diritto, adottando interpretazioni meno restrittive e riformando la legge sulla cittadinanza: la più arretrata d’Europa ed applicata in modo molto restrittivo.
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