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L’Associazione Migrare nasce nel 2008 dalla richiesta di Shukri Said di strutturare il circuito di amici e conoscenti con i quali abitualmente si confronta sui temi delle libertà, dei diritti civili, della libera informazione, della laicità dello Stato, delle pari opportunità, dell’immigrazione e sui mille episodi che costellano lo sviluppo di questo fenomeno sociale relativamente nuovo per l’Italia.
Dai primi lavavetri polacchi degli anni ’80, adesso gli immigrati sono quasi 5 milioni e producono il 10% del PIL. Le seconde generazioni nate in Italia (G2) hanno frequentato le nostre università, ma non hanno la cittadinanza.
Lo jus soli deve superare l’antico jus sanguinis in Italia, tra gli ultimi Paesi dell’Occidente a mantenerlo, per allontanare il triste ricordo delle banlieue parigine in rivolta.
Della crescita dell’immigrazione in Italia si è subito occupato il legislatore. Dapprima con la legge Martelli (L. 39/90); poi con la Turco-Napolitano (L. 40/98) in ottemperanza della quale è stato emanato il D. Lgs. 286/98, Testo Unico sull’immigrazione. La Legge Bossi-Fini (n. 189/02) è intervenuta sul T.U. prevedendo norme più severe per i clandestini con l’immediata espulsione; l’istituzione del permesso di soggiorno; la disciplina della residenza e della cittadinanza. Il giro di vite è proseguito con il primo pacchetto sicurezza (D.L. 92/08 conv. in L. 125/08) che ha apportato modifiche al codice penale introducendo, tra l’altro, un’aggravante per gli irregolari di cui appena il 10 giugno scorso si è diffusa la notizia dell’accertata incostituzionalità, ed infine (per ora!) con il secondo pacchetto sicurezza (L. 94/09) che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina; apportato limiti al matrimonio; dato il via alle ronde cittadine; esteso a 180 giorni la permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione.
Soprattutto, però, ha adottato i respingimenti indiscriminati, senza alcuna selezione di coloro che hanno diritto all’asilo dei rifugiati: uno scempio dei diritti umani gravemente rimproverato all’Italia da Amnesty International nel suo rapporto 2010 assieme al trattamento dei Rom, ai fatti di Rosarno, ai ritardi con Malta nei soccorsi in mare, ai tempi di detenzione, al mancato recepimento del reato di tortura …
Di misto di curiosità e sorpresa che il diverso istintivamente propone, tanto da cercarlo nei viaggi, si è preferito esaltare la diffidenza (il sentimento più atavico), conculcando l’integrazione.
Invece i numeri della criminalità straniera sono uguali a quelli italiani, ma sulle statistiche influisce il reato di clandestinità che non punisce comportamenti ma uno status. Più giusto sarebbe stato estendere la sanatoria che, invece, è stata limitata solo a colf e badanti violando il principio di uguaglianza dell’art. 3 Cost..
Sul tema della cittadinanza, la riduzione dagli attuali 10 a 5 anni di residenza favorirebbe l’integrazione, ma più di tutto manca la rappresentanza politica di questo 10% di popolazione che produce, paga le tasse, versa i contributi. Eppure non partecipa a decidere come spendere quanto paga. Almeno il voto amministrativo va riconosciuto!
L’integrazione si gioca tutta sul terreno culturale ed è una battaglia che non si può perdere cominciando dalla scuola. Per contribuire ad affrontarla l’Associazione Migrare si è dotata di un sito Internet in cui raccogliere ed accogliere i frutti del dibattito su tutto ciò che riguarda l’immigrazione o che può influire, anche indirettamente, sul suo fenomeno.
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