Morire nel Mediterraneo

 

dal 1 gennaio    2014        2500   

                         2013          1050

                  2012        409

 

                2011     2160

 

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"Ogni faccia è un miracolo. E' unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un'altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. "

Tahar BenJelloun, 1998



Relizzazione tecnica Emiliano Nieri

26 marzo 2010

A Roma 122mila rumeni verso l'integrazione
CINQUE GIORNI, 26-03-2010
Presentato ieri presso l'Accademia di Romania il volume della Caritas italiana e Rumena "I rumeni In Italia tra rifiuto e accoglienza"
E' stato presentato ieri presso l'accademia di Romania a Roma il volume della Caritas Italiana e Rumena "I rumeni in Italia tra rifiuto e accoglienza". Gli autori, Franco Pittau, Antonio Ricci e Laura Timsa hanno spiegato che il lavoro attuale intende portare a una migliore cono¬scenza della collettività romena, dopo la presentazione di un altro ricerca presentata nel giugno 2008. Con questa seconda ricerca si è inteso proseguire lo studio dell'inserimento dei rumeni in Italia, che sono diventati di gran lunga la prima collettività di immigrati, oggi cittadini europei. Alla fine del 2007 i migranti romeni nell'UE sono risultati 1,7 milioni (su 31 milioni di immigrati complessivamente presenti), concentrati in 8 casi su 10 in Spagna e in Italia. I turchi restano la prima collettività migrante in Europa con 2,4 milioni di membri, ma i romeni si collocano al secondo posto precedendo italiani, polacchi e albanesi (rispettivamente 1,3, 1,2 e 1 milione). Se si tiene conto che nel frattempo i romeni sono aumentati in Italia di mezzo milione di unità rispetto ai 625 mila residenti registrati nel 2007, si vede che la loro posizione si è rafforzata accorciando le distanze rispetto ai turchi. Quanti sono attualmente i romeni in Italia? Quelli residenti accertati dall'Istat alla fine del 2009 sono 953 mila ma, secondo i calcoli del Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, quelli effettivamente soggiornanti dovrebbero essere 1.110.000-1.165.000, considerando un 12% di presenze non ancora assestate. Si può in ogni caso ipotizzare in media vengono in Italia circa 100 mila persone l'anno, metà delle quali per inserimento stabile e l'altra metà pronta a rimpatriare dopo un soggiorno temporaneo. Al primo posto delle presenze nel nostro Paese il Lazio con 158.000 presenze e Roma con 122.000. Un quarto dei romeni si trova quindi nel Lazio. Sono più di 50 mila i romeni nati in Italia dal 2000 ad oggi e 105 mila sono i figli dei romeni iscritti nelle scuole italiane. Dall'indagine riportata nel volume risulta che 6 romeni su 10 intendono rimanere in Italia e, se si dovessero trasferire, andrebbero in Gran Bretagna e in Germania. Parlano bene l'italiano, che in prevalenza non hanno imparato qui da noi ma per conto loro. Arrivano per lo più a studi ultimati anche se conoscono la difficoltà di far riconoscere i titoli conseguiti. Indubbiamente anche all'interno della collettività romena si registrano atti di criminalità, che vanno considerati nella loro gravità senza però arrivare ad etichettare tutti i romeni come una popolazione di delinquenti. Ai romeni sono stati attribuiti, oltre alla maggior parte dei delitti
sessuali, le sevizie, i massacri, le rapine e naturalmente la loro presenza è stata considerata una vera e propria
invasione. Di fronte a questo pericolo, si è pensato di correre ai ripari attribuendo ai prefetti la facoltà di espellerli
direttamente per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza.
La realtà, secondo le statistiche, è un'altra. Le denunce contro i romeni da 31.465 nel 2005 sono diventate 41.703
ne sono passati nello stesso periodo da 297.570 a 796.477 (+267,7%). Chi equipara aumento dei romeni e aumento della criminalità non trova un supporto nei dati. Si può concludere che i romeni non sono, tra gli immigrati, la collettività più virtuosa dal punto di vista penale ma neppure la peggiore. Dall'Italia nel 2008 sono partiti, attraverso canali ufficiali (in prevalenza money transfer), 768 milioni di euro, poco meno di 1000 per residente anche se le stime superano i 3 mila euro l'anno, l'equivalente di un elevato stipendio annuale. Secondo il direttore di Caritas Romania: "Comunque la si inquadri, l'immigrazione romena, pur con i suoi problemi, è un apporto positivo per l'Italia, I criminali vanno puniti ma la brava gente romena va lasciata vivere in pace e va accolta con affetto".








Via libera linee guida Ue su soccorsi in mare
26 marzo 2010
(ANSAmed) - BRUXELLES - Il Parlamento europeo ha dato il via libera alle linee guida Ue per la ricerca, il soccorso e lo sbarco degli immigrati in pericolo in mare, che interessano in modo particolare il sud del Mediterraneo. Una maggioranza di eurodeputati (336) ha votato contro il provvedimento, preferendogli linee ''vincolanti'' per gli Stati membri, ma per respingere in toto la proposta all'esame sarebbe stata necessaria una maggioranza assoluta dei membri dell'assemblea (369) che non e' stata raggiunta. Le linee guida coprono in particolare la ricerca, il soccorso e lo sbarco nel contesto di operazioni di pattugliamento dei confini Ue. Gli Stati membri che operano con l'agenzia europea Frontex per il contrasto all'immigrazione illegale, secondo il provvedimento, devono portare aiuto alle persone in difficolta' in mare, a prescindere dalla loro nazionalita' o status e delle circostanze in cui queste persone si trovano. Le linee guida, che dopo il voto in Parlamento diventano definitivamente applicabili, sottolineano inoltre che lo Stato membro che coordina le operazioni, a meno che non sia stato definito diversamente dai responsabili interessati, deve occuparsi dell'assistenza, della situazione della nave e della presenza di bambini, donne incinte o passeggeri che hanno bisogno di cure mediche. Gli sbarchi, si precisa, devono avvenire in linea con le regole internazionali e gli accordi bilaterali tra Stati Ue e Paesi terzi. Soddisfazione per la decisione del parlamento e' stata espressa dalla commissaria Ue agli affari interni, Cecilia Malmstrom. Le linee guida, ha detto, ''aiuteranno gli Stati membri e Frontex a gestire i nostri confini marittimi con maggiore efficacia''. Il numero di imbarcazioni che tentano di attraversare il Mediterraneo, ha aggiunto Malmstrom, ''aumentera' ancora rapidamente nei prossimi mesi perche' accade ogni estate ed i cambiamenti adottati oggi ridurranno il rischio di perdite di vite umane, rendendo piu' efficaci le operazioni di Frontex ai confini marittimi''. La proposta, secondo il commissario, contiene un pacchetto di principi molto importanti e chiarimenti che le guardie dovranno applicare quando controlleranno i confini marittimi nel quadro delle operazioni di respingimento, con l'obbligo di trattare con una speciale attenzione le persone vulnerabili e i minori non accompagnati. Si chiarisce inoltre, ha fatto notare Malmstrom, ''dove sbarcare le persone che sono state portate in salvo''. (ANSAmed).








Il commento Niente comizi: lo Stato si arrende a no global e immigrati

il Giornale,26-03-2010
di Paolo Granzotto
Lo Stato alza bandiera bianca, si arrende. A impugnare l'asta del vessillo di resa è proprio un servitore dello Stato, il questore di Milano Vincenzo Indolfi (Indolii, secco, senza il nome di battesimo egli si firma sui documenti ufficiali. Firmavano così i re e gli imperatori). È successo questo: la formazione politica Forza Nuova aveva indetto un comizio in piazzale Loreto angolo via Padova al quale doveva partecipare il leader nazionale del partito, Roberto Fiore. Bene, «rilevato che ogni qualvolta si è registrata la presenza in questo capoluogo del leader nazionale Roberto Fiore (...) vi è stata una forte mobilitazione dell'area antagonista e della sinistra radicale, che contesta le politiche del suddetto movimento, specie in materia di immigrazione» il Questore (Vincenzo) Indolfi «per motivi di ordine pubblico fa divieto» di tenere il comizio. Entrando nel merito, il Questore (Vincenzo) Indolfi manda a dire quanto segue: primo, «la zona Loreto-Padova è caratterizzata da una elevata presenza di cittadini stranieri»; secondo «piazzale Loreto, via Padova e adiacenze sono storicamente e notoriamente frequentate da esponenti delle realtà antagoniste più oltranziste per cui la presenza in zona di appartenenti a sodalizi di opposta ideologia viene percepita come momento di tensione e preoccupazione in tutto il quartiere». Ergo, essendo quella zona, quell'ambito cittadino non un pezzo di Milano, ma una enclave extra-territoriale, cosa loro, dei ragazzotti dei centri sociali e degli extracomunitari «prevalentemente di origine nordafricana», (Vincenzo) Indolfi si pone a guardia dei confini affinché nulla venga a  turbare la serenità delle «realtà antagoniste» e degli «stranieri».
Forza Nuova sarà quella che è, ma ha pari diritti, primo fra tutti di tenere, in piena campagna elettorale, un comizio. Sono le «realtà antagoniste» e gli «stranieri» a non avere il diritto di impedire, minacciando la guerriglia urbana, quel comizio. Dovere del Questore, caso mai, è di tenere a bada e se ci scappa una manganellata amen, gli storici e notori attacca-brighe di Loreto-Padova e adiacenze. Se il timore del dottor (Vincenzo) Indolfi è che gli antagonisti
e i prevalentemente nordafricani colgano l'occasione per suonargliene, a Roberto Fiore, proceda con il servizio di ordine pubblico consentendo così al leader di Forza Nuova di arringare la sua gente senza che gli arrivi una chiave inglese (antagonista o prevalentemente nordafricana fa lo stesso) intesta. Lo Stato non può consentire che si formino enclaves indipendenti legittimate dalla frequentazione storica e notoria di questi o di quelli. Lo stato non ammette l'usucapione, non può rinunciare alla sua sovranità. Non deve capitolare. E la si può girare come si vuole, mala disposizione presa da (Vincenzo) Indolfi è una capitolazione.
Atto al quale il Questore, forse involontariamente, forse di soprapensiero, ha voluto dare un tocco di quell'arguzia scanzonatoria tutta partenopea. Intimando ai militanti di Forza Nuova di non disturbare con la loro presenza la sensibilità dei prevalentemente nordafricani e soci, lesti nel far montare i notori «momenti di tensione e preoccupazione», ha anche indicato il luogo dove i  forzanovisti potranno tranquillamente comiziare: via del Camposanto. Neanche a farlo apposta, eh?








Il gioco dell’oca degli immigrati ‘di successo’

libertiamo, 26-03-2010
Tags: immigrazione

- Nella mia esperienza di responsabile Affari Legali di una multinazionale giapponese che opera nel settore bancario e finanziario mi è capitato in più di una occasione di avere a che fare con la legge sull’immigrazione e con le complicate procedure operative ad essa collegate.
Nella mentalità orientale, infatti, vi è grande apertura nei confronti del mercato dell’Occidente, ma nel pieno rispetto della cultura, della normativa e delle usanze del “territorio” in cui si lavora.

Lungi dall’agire come nuovi colonizzatori, imponendo il proprio modello dall’alto, i nipponici sono soliti costituire filiali in tutti gli Stati in cui intendono lavorare collocando in posizione di vertice unicamente personale locale, ritenendo che solo chi ha dimestichezza con il mercato di riferimento possa prendere le decisioni operative necessarie a portare avanti il business.
L’unica concessione alle esigenze di Casa Madre è la presenza in loco di un tramite tra l’head office giapponese e la filiale, definito per questo motivo Co-ordinator.

La suddetta figura non ha, come si è detto, funzioni strategiche ovvero operative, ma funge da collante tra la realtà locale e le direttive di carattere generale emanate dal Giappone. Il suo ruolo, quindi, rileva più sotto il profilo del reporting e della verifica del rispetto delle procedure che su quello decisionale vero e proprio.
Per ovvi motivi, il Co-ordinator della filiale è, in genere, di cittadinanza giapponese (mentre il resto del personale impiegato è italiano o, comunque, comunitario) e come tale è soggetto a tutta la normativa italiana in tema di immigrazione, visti e permessi di soggiorno.

E qui vengono le dolenti note: perché il primo approccio del Co-ordinator con la nostra realtà è proprio con la burocrazia che precede l’ingresso in Italia e lo seguirà passo dopo passo durante tutto il suo soggiorno; non è inutile evidenziare che tale figura, per sua natura, tende a girare in più Paesi del mondo e pertanto il confronto con altre strutture è ben presente in chi cerca di barcamenarsi con la realtà italiana.
Alta immigrazione? Macché! Le trafile necessarie per richiedere ed ottenere il permesso di soggiorno sono le stesse previste per altre tipologie di richieste affini: stesse file e (soprattutto) stesse tempistiche.

Innanzi tutto, la compilazione dei moduli: come nella migliore delle tradizioni italiane, abbondano le contraddizioni (del resto, la legge sull’immigrazione è stata modificata solo quattordici volte negli ultimi anni).
Ai sensi di legge, non è possibile ottenere il permesso di soggiorno senza il nulla osta all’ingresso nello Stato italiano; il nulla osta può essere ottenuto solo ove si sia in possesso di un contratto di locazione registrato. Peccato che in Italia sia possibile registrare un contratto solo menzionando il codice fiscale e che il suddetto codice possa essere ottenuto (in teoria) solo… con il permesso di soggiorno! Per fortuna, interpretazioni più razionali agevolano l’utente, che riesce ad ottenere il codice fiscale anche in pendenza di richiesta di permesso di soggiorno.

Poi comincia il calvario delle file nei vari uffici pubblici, dall’Ufficio Immigrazione alla Polizia sino all’Ufficio Postale (dove possono rifiutarsi di ricevere la documentazione richiesta dalla legge sull’immigrazione se hanno finito… le ricevute di ritorno! Per l’invio di tali documenti, infatti, occorre un modulo di ricevuta ad hoc). Tralasciando altre assurdità (tra cui la necessità di prendere due volte le impronte digitali – una volta con lo scanner e una volta con il tampone -, presso due uffici diversi e in due diverse giornate…), arriva finalmente il giorno del ritiro del famigerato permesso di soggiorno.
Dal momento della richiesta a quello della apprensione materiale del documento passano quasi due anni; peccato che la validità del documento decorra dalla data della richiesta, per cui a distanza di pochissimi mesi… va formulata la richiesta di rinnovo!

Il bilancio di questa esperienza di vita vissuta è tanto più sconfortante se si pensa che ogni Co-ordinator giunto dal Giappone, al momento di lasciare il territorio italiano per altro Stato europeo o extraeuropeo, sistematicamente porta con sé il ricordo di un Paese dove è bello vivere, dove la gente, il clima, la cucina e i paesaggi artistici e naturali sono meravigliosi; un posto, insomma, in cui varrebbe anche la pena stabilirsi per sempre… purché ci si tenga lontani dalla burocrazia.

Che conclusioni trarre?
Se l’immigrazione è un’opportunità ed un arricchimento, lo Stato italiano deve dare regole certe che consentano di separare in maniera netta i fenomeni di clandestinità dalla immigrazione regolare.
Le regole non solo devono essere certe ma anche accessibili e comprensibili ad un soggetto che non sia di madre lingua italiana.
La certezza, inoltre, deve riguardare non solo le norme generali ed astratte ma anche la loro concreta applicazione.









IMMIGRATI: OPERAZIONE IN CHINATOWN PRATO, TROVATI 59 CLANDESTINI

(ASCA) - Prato, 25 mar - Quaranta aziende gestite da cinesi controllate, 300 persone identificate, 59 clandestini rintracciati con immediato arresto di 2 irregolari.

Questo il primo bilancio della vasta operazione scattata oggi nella 'Chinatown' di Prato.

All'operazione hanno preso parte 10 equipaggi di polizia, 8 dei vigili urbani, 4 del corpo forestale, con il supporto aereo di un elicottero della polizia di stato.

Sono stati impiegate nelle attivita' di controllo e in quelle successive di gestione della complessa attivita' conseguente, alcune squadre dei Reparti Mobili di Firenze e Bologna sia per le operazioni di verifica, sia per il presidio delle vie di accesso all'area delle operazioni e scongiurare l'insorgere di potenziali criticita' sul piano dell'ordine e della sicurezza pubblica.

All'attivita' accertativa hanno collaborato operatori dei Vigili del Fuoco, dell'Inps, di Asl, Direzione Provinciale del Lavoro, Inail, Asm.

Dai controlli, afferma la questura, sono emersi ''significativi elementi'' relativi ad irregolarita' varie che determineranno, tra l'altro, l'adozione di sequestri penali dei macchinari tessili oltre che buona parte degli immobili ospitanti le ditte, per riscontrate violazioni ed abusi edilizi.

I cittadini extracomunitari identificati sono stati temporaneamente alloggiati in una struttura messa a disposizione dal Comune.
















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Ospiteremo qui, ogni settimana, casi, vertenze, questioni ancora aperte o che hanno trovato una soluzione. Chiunque volesse porre quesiti su singole situazioni o tematiche generali, relative alle norme e alle politiche in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza nonché all'accesso al sistema di welfare locale da parte di stranieri, può farlo scrivendo a: immigrazione@arci.it o telefonando al numero verde 800905570
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